MADELEINE,
stai brava ! Non correre così ! » È il richiamo ripetuto di una
madre, all'uscita dalla chiesa degli Accoules a Marsiglia, in questo
inizio del XVIII secolo. La ragazzina irrequieta, che era stata
tranquilla durante tutta la Messa, ritorna allora trafelata. Certo,
la madre di solito riesce a mantenere la sua bambina abbastanza
tranquilla, ma si chiede spesso come calmare questa piccola Maddalena
dal carattere vivace e impetuoso, che non ascolta nessuno, non si
fissa in nulla, va e viene senza tregua. Alla fine, sarà l'amore
ardente di Gesù che riuscirà a fissare pienamente in Lui colei che
si farà l'ardente promotrice del culto reso al suo divin Cuore.
Il
padre di Maddalena, Hyacinthe Rémuzat, appartiene all'alta borghesia
di Marsiglia. Si dedica al commercio marittimo. La moglie Anne, nata
Coustan, proviene anche lei da una vecchia famiglia provenzale
impregnata di sentimenti di onore e probità, il cui principale
titolo di nobiltà è il carattere profondamente cristiano. Settima
dei loro dodici figli., Maddalena riceve il Battesimo il 29 novembre
1696, giorno stesso della sua nascita. Appena la bambina comincia a
parlare, le viene insegnato a pronunciare i nomi di GESU’ e MARIA.
La madre si adatta al carattere di ognuno dei suoi, punendo se
necessario, senza durezza, ma senza debolezza. Maddalena, però, dà
filo da torcere. La sua famiglia la ama molto, ma la bambina si
sottrae a ogni manifestazione di tenerezza; inoltre, cerca
spontaneamente di eludere i divieti. Solo la madre riesce a parlare
al suo cuore, e quando lei le ha detto "no", la ragazzina
non insiste più. Nel corso degli anni, si osserva in modo inatteso
un cambiamento nel comportamento di Maddelena. Si controlla sempre di
più, evitando di agire male. «Voglio diventare suora ! », spiega
un giorno. I fratelli e le sorelle le ribattono: «Tu? così vivace e
capricciosa ! » Ma per farle piacere, i genitori le promettono di
affidarla presto alle religiose visitandine per completare la sua
educazione.
Verso
l'età di nove anni, Maddalena entra quindi a pensione presso il
monastero della Visitazione delle "Petites Maries". Veste
con gioia l'abitino riservato alle pensionate e dichiara con
sicurezza che Dio la chiama alla vita religiosa. Ben presto, però,
nono- stante la sua buona volontà e l'attrazione per questa vita che
ha scelta, la sua natura irrequieta riemerge in superficie. Cade
addirittura in una mancanza che racconterà, in seguito, alle novizie
che le saranno affidate: « Avete messo a posto la vostra roba da
ricamo? Chiede un giorno una suora alle allieve. - Si, sorella! - E
tu Maddalena ? » La risposta data con voce poco sicura non convince
la religiosa. «Non hai preso nulla che non ti appartiene? Che cosa
hai nel grembiule? - Ma niente ! - Come niente? E questi? Non sono
gomitoli di seta ? Pentiti della tua colpa e confessa senza mentire !
Non va bene mentire, lo sai. » In quel momento suona la campana e
Maddalena si dirige verso il refettorio. Cammin facendo, si rende
conto della malizia del suo atteggiamento e va in chiesa per dare
libero sfogo alle lacrime. Lì, Gesù le appare carico della sua
Croce e, avvolgendola con uno sguardo di tristezza e di misericordia,
le dice: «Sei tu, figlia mia, che mi hai messo in questo stato ! »
La pace torna allora nell'anima di Maddalena, che va a chiedere
perdono alla maestra per il suo furtarello e la sua menzogna,
promettendo di non farlo più. Questa debolezza diventa per lei
l'occasione di un nuovo inizio. A partire da quel periodo, medita
preferibilmente la Passione di GESÙ. Per dimostrargli il suo amore,
cerca di superare le proprie ripugnanze, come quella di avvicinarsi a
una delle sue compagne che prima trascurava, e di vincere la paura
degli insetti, o quella dell'oscurità quando va, di sera, a spegnere
una candela in una classe che le è affidata.
Con
l’avvicinarsi della sua prima Comunione, la si vede spesso in
lacrime; durante il ritiro preparatorio, una suora le rivolge delle
domande. «Avrò presto la gioia di ricevere il mio Dio, le risponde
Maddalena. Non riesco a pensarci senza versare torrenti di lacrime. »
Provando spesso un misterioso dolore interiore, consulta il Signore
nella preghiera. Il 2 luglio 1708, allora festa della Visitazione
della Vergine, Maddalena sente distintamente, dopo la Comunione, una
voce interiore: «Voglio che tu mi sia fedele!» Le appare a lungo il
volto di Gesù che la guarda. Il Signore le dice: «Cerco una
vittima. » Per respingere questa visione, lei chiude gli occhi, ma
Gesù è sempre lì! Finisce per precisarle: « Sei tu, figlia mia,
che scelgo per essere mia vittima ! » Gesù, in effetti, sceglie
alcune persone e chiede loro di condividere con Lui come vittime, con
l'aiuto di grazie proporzionate, le sofferenze attraverso le quali
Egli ha operato la Redenzione. Lui stesso è infatti vittima, come
afferma san Giovanni: In questo sta l'amore: non siamo stati noi
ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio
come vittima di espiazione per i nostri peccati (1 Gv 4,10).
«
È proprio GESÙ!»
Le
visite del Signore a Maddalena si fanno sempre più frequenti.
Tuttavia, verso la fine dell'anno 1708, attraversa un periodo di
svezzamento spirituale: le viene tolto ogni sentimento nella
preghiera. Il diavolo le suggerisce allora che l'unione con Cristo da
lei vissuta non era che un'illusione, frutto della sua vanità:
niente di tutto questo viene da Dio ! Turbata, Maddalena si confida
con la sua maestra che, dopo averla ascoltata, le mostra che questi
dubbi vengono dallo spirito maligno; bisogna respingerli non appena
si presentano. « Credimi, le dichiara, è proprio Gesù che ti
parla, è proprio Lui che ti ha chiamata.» Maddalena chiede allora
di poter ricorrere abitualmente a un Padre gesuita di cui le hanno
parlato. Di fronte al rifiuto della superiora, decide, in quel mese
di gennaio 1709, di tornare dai suoi genitori. Lo stesso vescovo,
mons. Belsunce, s'incarica allora della sua direzione spirituale
indirizzandola al gesuita padre Milley. Maddalena stabilisce un
programma di vita che comprende la santa Messa, tempi di preghiera,
ma anche visite ai malati e l'aiuto ai più poveri. Trascorrono due
anni. Bella e ricca di doti, la ragazza viene più volte chiesta in
matrimonio; rifiuta costantemente, nonostante l'insistenza dei suoi
genitori. All'età di quindici anni, decisa a entrare nel monastero
della Visitazione delle "Grandes Maries", chiede e ottiene
il consenso del vescovo. Il 2 ottobre 1711 mattina, senza avvisare
nessuno, entra nel convento. I suoi genitori, furiosi, vengono per
riportarla a casa. Ma la postulante perora con tale calma la sua
causa che, non senza dolore, finiscono per dare il loro consenso.
La
nuova recluta edifica immediatamente le religiose, sia con la sua
osservanza che con le sue virtù e doti di cuore. In occasione della
sua vestizione monastica, aggiunge al proprio nome quello di Anna,
portato dalla madre e da una delle sorelle. Ben presto, è nominata
assistente del noviziato. Tuttavia, poiché la sua salute dà segni
di cedimento, la madre superiora le proibisce il digiuno e
l'astinenza. «Ecco una che mangia i buoni bocconi, esclama allora
una novizia, mentre le altre fanno quaresima! » Suor Anna Maddalena
non risponde nulla. «Perché non hai detto nulla? le chiede una
suora più anziana. - Perché so che si ha sempre ragione a
biasimarmi e che non posso fare nulla di meglio che tacere,
continuando a obbedire. » Suor Anna Maddalena riceve anche
l'incarico di accogliere le persone che chiedono di incontrare delle
religiose per consigli spirituali. Le ascolta instancabilmente e le
orienta a ricevere il sacramento della Penitenza. Nel mese di gennaio
1713, pronuncia i suoi voti. Mons. Belsunce le consegna il nuovo
velo: « Questo sarà un velo sui tuoi occhi contro tutti gli sguardi
degli uomini, e un segno sacro, affinché tu non riceva mai altro
segno di amore se non quello di GESÙ CRISTO. »
Un
turbamento profondo
A
quell'epoca, l'errore giansenista viene propagato in Francia da un
partito influente che turba la vita della Chiesa e della società.
Secondo questa dottrina, Cristo non avrebbe versato il suo Sangue per
tutti gli uomini, ma solo per una piccola parte di loro; quanto agli
altri, l'accesso ai frutti della Redenzione sarebbe loro negato per
sempre, qualunque cosa facciano. D'altra parte, per l'accesso alla
Comunione eucaristica, i giansenisti chiedono non solo la
consapevolezza di essere in stato di grazia (cfr. Catechismo della
Chiesa Cattolica, CCC, n° 1415), ma anche una disposizione di puro
amore per Dio, senza alcuna mescolanza di difetti. Questo rigorismo
allontana i fedeli della santa Comunione. L'8 settembre 1713, papa
Clemente XI condanna gli errori giansenisti con la bolla Unigenitus
Dei Filius. In Francia, questo testo incontra grandi resistenze. La
situazione politica e religiosa diventa estremamente tesa.
Ai
nostri giorni, spesso vengono professati errori opposti. Certo, si
riceve la verità insegnata dalla Chiesa, secondo la quale Cristo ha
offerto la sua vita per tutti gli uomini senza eccezione, ma se ne
deduce che "tutti vanno al Regno", qualunque sia il modo di
vivere. Ora, secondo l'osservazione di sant'Agostino (citata da CCC,
n° 1847), « Dio, che ci ha creati senza di noi, non ha voluto
salvarci senza di noi ». Sono necessarie per la salvezza eterna la
fede e le buone opere. La fede, perché Nostro Signore afferma la
necessità di credere alla sua Parola per essere salvati: Chi crederà
e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà
condannato (Mc 16, 16); le opere, perché, al giovane ricco che pone
la domanda: Che cosa devo fare di
buono per avere la vita eterna, Gesù risponde: Se vuoi entrare nella
vita, osserva i comandamenti (Mt. 19, 16-17). D'altronde, non
chiunque mi dice: "Signore, Signore" entrerà nel regno dei
cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli (Mt
7, 21).
Tuttavia,
poiché il ministero di ascolto e di accompagnamento le pesa sempre
di più, Anna Maddalena ottiene di esserne esonerata. Dedica allora
più tempo a GESÙ nell'adorazione del Santissimo Sacramento, per
consolare il suo Cuore. Nonostante le apparenze esteriori, la
religiosa soffre molto nella sua anima. «Per quanto severo si mostri
Dio nei miei riguardi, confida alla sua superiora, non mi stancherò
di contare su di Lui. Mi basta sapere che è infinitamente amabile,
perché io faccia tutti i miei sforzi per amarlo. È Lui che cerco, e
non le sue ricompense... Soffro volentieri, perché Egli lo vuole, e
sacrifico con piacere la mia soddisfazione al compimento della sua
volontà.»
Nella
sua lotta contro il giansenismo, mons. de Belsunce incontra
l'opposizione di alcuni sacerdoti, ma anche del parlamento di
Aix-en-Provence. Consapevole dei doni che suor Anna Maddalena ha
ricevuti da Dio, la superiora le chiede di riprendere il ministero
presso coloro che vengono a consultarla. Di fronte all'orgoglio che
spinge i giansenisti a elevarsi contro la Chiesa e contro il Papa,
l'umile suora insegna a rimanere ciascuno al proprio posto di
creatura nelle mani di Dio: « Cerchiamo di essere quello che siamo,
e siamolo bene, per far onore al Maestro operaio di cui siamo
l'opera... Cerchiamo di essere quello che Dio vuole, a patto che
siamo suoi, e non siamo quello che vogliamo contro la sua intenzione.
» Colpita dalle disgrazie della Chiesa, la religiosa unisce alla
parola preghiera e sacrifici. Grazie a lei, molte persone passano
dalla tiepidezza e dall'indifferenza nei confronti degli altri, a una
vita in accordo con il Vangelo e l'insegnamento della Chiesa.
Questo
Cuore che ha tanto amato
Nel
1716, durante il suo ritiro annuale, suor Anna Maddalena riceve
dal Signore una grazia mistica straordinaria che la unisce più
intimamente alla Santa Trinità. Una quarantina d'anni prima, Gesù
aveva rivelato a un'altra visitandina, santa Margherita Maria
Alacoque, quanto desiderasse essere onorato nel suo Cuore, che ha
tanto amato gli uomini. Questa devozione, vilipesa dai giansenisti,
si era diffusa in molti conventi della Visitazione, tra cui quelli di
Marsiglia. Gesù ispira ora a suor Anna Maddalena di proseguire
l'opera iniziata a Paray-le-Monial fondando un'associazione dedicata
al suo Sacro Cuore e avente come scopo « prima di tutto di
ringraziarlo per l'amore e i sentimenti di tenerezza che ha
attualmente per noi nell'adorabile Eucaristia, e poi di riparare, per
quanto è in nostro potere, le indegnità e gli oltraggi ai quali
l'amore l'ha esposto durante tutto il corso della sua vita mortale, e
ai quali lo stesso amore lo espone ancora tutti i giorni sui nostri
altari. » Il mezzo principale per realizzare questo consiste
nell'adorazione del Santissimo Sacramento nel tabernacolo di giorno
come di notte. La Madre superiora approva questo progetto e
raccomanda alla suora di rivolgersi a mons. de Belsunce, che, non
contento di concedere tutte le autorizzazioni necessarie, vuole
essere il primo iscritto nella nuova associazione. « L'obiettivo
principale che ho considerato, scrive suor Anna Maddalena, è stato
di procurare al Sacro Cuore del nostro buon Maestro anime che possano
ripagarlo dell'ingratitudine che incontra nella maggior
parte dei cuori che gli sono consacrati, alle cui ingiurie è più
sensibile... Egli si lamenta attraverso il suo profeta che nessuno
viene a consolarlo nel dolore che gli provocano coloro che lo
abbandonano, e che nessuno si presenta per affliggersi con lui (cfr.
Sal 68, 21). Ma ormai troverà persone che ascolteranno
i suoi lamenti e che condivideranno la sua afflizione. »
L'approvazione di Roma arriva nell'agosto del 1717, e gli adoratori
non tardano a iscriversi numerosi a questa nuova confraternita.
Tuttavia, la visitandina desidera ardentemente che il Sacro Cuore sia
onorato nella Chiesa universale.
Nel
febbraio del 1718, più di sessanta persone riunite nella chiesa dei
Cordeliers per l'adorazione eucaristica constatano l'apparizione,
sull'Ostia, della figura di Nostro Signore. Questo prodigio dura più
di mezz'ora. Dio fa sapere a suor Anna Maddalena che, se la città di
Marsiglia non avrà ricorso alla penitenza, Egli dovrà far sentire
su di essa il peso del suo braccio (perché, come tutta la Francia
dell'epoca, Marsiglia conosce una profonda rilassatezza dei costumi).
Nel maggio del 1720, entra nel porto di Marsiglia una nave
proveniente dal Levante, che porta la peste. In luglio, l'epidemia
inizia le sue devastazioni. Il monastero delle "Grandes Maries"
è risparmiato. Ai primi di agosto, viene costituito un cordone
sanitario attorno a Marsiglia. In questa città di novantamila
abitanti, l'epidemia farà quarantamila vittime, tra cui padre
Milley, direttore spirituale di suor Anna Maddalena. Mons. de
Belsunce percorre le strade con alcuni sacerdoti per amministrare i
sacramenti. « Avendo ricevuto ordine dalla mia superiora, riferisce
suor Anna Maddalena, di chiedere a Dio che mi facesse sapere con
quale mezzo voleva che si onorasse il suo Sacro Cuore, per ottenere
la cessazione del flagello che affligge questa città..., ho capito
che chiedeva una festa solenne per onorare il suo Sacro Cuore. »
La
prima consacrazione pubblica
Il
vescovo di Marsiglia istituisce quindi questa festa nella sua
diocesi, e prevede una cerimonia pubblica per il 1° novembre, al
fine di consacrare la città e la diocesi al Sacro Cuore. Quel
giorno, il maestrale soffia così forte che sembra impossibile
effettuare la processione. il vescovo, tuttavia, non perde la
fiducia. Alle otto, tutte le campane della città suonano insieme. Il
vento cessa improvvisamente. Accompagnato dal suo clero, il prelato
si avvia alla testa della processione, a piedi nudi e con il capo
coperto. La popolazione dimentica la paura del contagio e la piazza
dove è eretto un altare è piena di gente. Molti però mormorano:
una simile temerarietà è catastrofica e Marsiglia dovrà la propria
rovina al suo vescovo. Questi nondimeno esorta a lungo il popolo, e
consacra al Cuore di Gesù la città e la diocesi. È la prima
consacrazione pubblica al Sacro Cuore nella storia. Il prelato
celebra quindi la Messa, e distribuisce egli stesso la Comunione a
tutti coloro che si presentano, malati e sani. Non appena terminata
la Messa, il maestrale riprende con violenza. Da quel momento, il
male diminuisce gradualmente, ma la vita spensierata riprende il suo
corso. Nel 1722, dopo che alcune ostie consacrate sono state rubate e
profanate, riappare la peste. Nonostante il flagello, mons. de
Belsunce ordina di mantenere le processioni della festa del Corpus
Domini e del Sacro Cuore. In seguito alle sue richieste, gli scabini
(il consiglio comunale) finiscono con l'acconsentire a parteciparvi
in corpo. Nel mese di settembre, il male sarà definitivamente
cessato.
Ancor
oggi, ogni anno, in occasione della festa del Sacro Cuore, viene
celebrata la Messa degli scabini nella Basilica del Sacro Cuore di
Marsiglia, e viene rinnovata la consacrazione della città e della
diocesi al Cuore di GESÙ.
Inoltre,
Benedetto XVI ricordava, il 25 giugno 2006, che è tradizione
consacrare le famiglie al Sacro Cuore, con l'esposizione di una delle
sue immagini nelle case. «Le radici di questa devozione affondano
nel mistero dell'Incarnazione; è proprio attraverso il Cuore di GESÙ
che in modo sublime si è manifestato l'Amore di Dio verso l'umanità.
Per questo, l'autentico culto del Sacro Cuore conserva tutta la sua
validità e attrae specialmente le anime assetate della misericordia
di Dio, che vi trovano la fonte inesauribile da cui attingere l'acqua
della Vita, capace di irrigare i deserti dell'anima e di far
rifiorire la speranza. »
«
La mia occupazione è Dio ! »
Durante
il suo ritiro del 1723, suor Anna Maddalena riceve una grazia mistica
che la dispone a trascorrere gli ultimi sei anni della sua vita in
unione speciale con la Passione di GESÙ, in particolare attraverso
delle stigmate, che rimangono tuttavia invisibili. Nel 1728, la sua
superiore la nomina economa e consigliera. «Si spera che Dio farà
dei miracoli, commenta suor Anna Maddalena, e che troverò un po' di
salute, in ciò che dovrebbe naturalmente distruggermi... Ma la mia
occupazione interiore è sempre la stessa. Sembra anzi rafforzarsi,
nella dispersione indissociabile da un simile incarico... La mia
luce, la mia occupazione, la mia vita, è Dio... Lo spirito di Dio mi
avverte riguardo a tutti i miei doveri, e me li fa compiere con un
grado di perfezione che elimina ogni motivo di timore. » In effetti,
nel monastero e al di fuori, si ammirano la precisione, la limpidezza
di spirito, unite all'ampiezza di vedute e all'intelligenza della
giovane economa, quali che siano le questioni da lei trattate.
Le
visitandine del monastero di Castellane, nell'Alta Provenza,
trascinate dal loro vescovo nell'errore giansenista, vengono disperse
in altre comunità. Molte sono accolte a Marsiglia, e suor Anna
Maddalena è incaricata di occuparsi di una di loro. Queste religiose
riconosceranno poco per volta il loro errore, e torneranno nella loro
casa di origine con un nuovo fervore. Suor Rémuzat non vedrà qui su
questa terra la felice conclusione di tale questione perché le sue
forze vanno declinando. Si mantiene, tuttavia, in un perfetto
abbandono: «Non ho nessun tipo di desiderio, scrive, né per la
vita, né per la morte... Non vedo l'ora di veder arrivare il momento
della consumazione, ma senza inquietudine, e se fosse necessario
languire ancora per cinquant'anni, direi: Amen! » Tuttavia la sua
missione è compiuta: la devozione al Sacro Cuore di Gesù si è
notevolmente diffusa. Seguendo l'esempio di Marsiglia, altre diocesi
si sono consacrate a questo Cuore misericordioso. « Questa
devozione, dichiara suor Anna Maddalena, presto assumerà dimensioni
ancora più ampie, ma io non lo vedrò ! » La festa liturgica del
Sacro Cuore sarà autorizzata dalla Santa Sede nel 1765.
Verso
la fine del mese di gennaio del 1730, suor Anna Maddalena è
improvvisamente colta da uno sbocco di sangue che la costringe a
letto. Il 14 febbraio, un sacerdote viene a sentire la sua
confessione. La notte successiva, lei si sente a morire e viene
chiamato il cappellano. Mentre questi presenta il Viatico, lei
esclama: «È quindi vero che questo è il felice momento in cui mi
sprofonderò nel Sacro Cuore di GESÙ ?... Non sono altro che una
peccatrice, ma spero che mi farà misericordia. Rallegratevi, mie
care sorelle, per la mia felicità ! » Poco dopo, chiede come ultima
grazia alla sua superiora che vengano recitate le litanie del Cuore
di GESÙ, subito dopo la sua morte. Sono le cinque del mattino, il 15
febbraio 1730, quando rende l'anima a Dio. Il suo processo di
beatificazione, terminato a Marsiglia nel 2015, prosegue a Roma.
Nel
rispondere pienamente alla propria vocazione, suor Anna Maddalena si
è fatta eco dell'appello pressante del Cuore di Gesù all'amore,
affinché anche noi riconosciamo la sua sovranità nelle nostre vite,
nelle nostre famiglie e nelle nostre società, e sia lui ad avere il
primato su tutte le cose (Col 1, 18-20).
Dom Antoine Marie osb
"Lettera
mensile dell'abbazia Saint-Joseph, F. 21150 Flavigny- Francia
(Website : www.clairval.com)"
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