(Mc. 10, 1-12)
Le basi più solide e incrollabili dell’umana civiltà sono l’altare e il focolare, vale a dire la religione e la famiglia.
La vera felicità di un matrimonio, di una famiglia si fonda su questi tre beni: “Il bene della fedeltà. Il bene dei figli. Il bene del Sacramento” (S. Agostino).
IL BENE DELLA FEDELTA’ (“Bonum fidei”)
A - O Sposi siate fedeli l’uno all’altro
1 - Il matrimonio viene da Dio, il Quale l’ha voluto uno e indissolubile. La Bibbia afferma: “Dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza; maschio e femmina li creò. Dio li benedì e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne” (Gen. 1, 26 ss. 2, 24 s.). Il 9o Comandamento suona così: “Non desiderate la donna d’altri”: quindi Dio proibisce perfino il divorzio di desiderio. Perciò possiamo affermare con S. Agostino: “Il matrimonio indissolubile viene da Dio, il divorzio viene dal diavolo”.
2 - Gesù ha confermato l’indissolubilità del matrimonio con parole molto chiare: “Gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: E’ lecito a un uomo ripudiare la propria moglie? Egli rispose: Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Quello dunque che Dio ha congiunto l’uomo non lo separi. Gli obiettarono: Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di mandarla via? Rispose loro Gesù: Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra, commette adulterio” (Mt. 19, 3-9). “E chiunque sposa una ripudiata commette adulterio” (Mt. 5, 28 Cfr. Lc. 16, 18).
S. Paolo dice: “Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito - e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito - il marito non ripudi la moglie. La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito” (1 Cor. 7, 10 s. e 39 “Una vocazione a), e viceversa.
3 - Il vero amore esige l’indissolubilità: ha questa espressione che è un programma di vita: “Solo te! Sempre te!...”
4 - Il figlio esige un matrimonio indissolubile. Chiedete a un bimbo: Sei contento che tuo papà lasci la casa e vada con un’altra donna? Oppure che la mamma abbandoni casa e papà e vada a convivere con un altro uomo? Quel bimbo rimarrà con gli occhi imbambolati e lacrimanti poiché gli sembrerà strano e orrendo che avvenga una cosa tanto delittuosa: la risposta dell’innocente, è la voce di Dio.
B - O sposi, amatevi nel Signore!
La più bella definizione del Signore è questa: “Dio è amore”. E la più bella definizione del matrimonio è la seguente: “Patto di amore”, “comunità di amore” (G.S. 48 tutti i carismi (ed. Rogate)). Dio ha fatto tutto per amore, e lo stesso matrimonio - dice Paolo VI - è “nato dall’amore creativo e paterno di Dio”. Perciò gli sposi devono amare tanto il Signore per amarsi sempre nel Signore.
Allora tra i coniugi non ci sarà soltanto l’innamoramento che è istintivo, facile e passeggero; ma ci sarà il vero amore che è molto difficile, ma permanente e non verrà mai meno.
Così S. Paolo descrive il vero amore o carità fraterna: “La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1 Cor. 13, 4-7 di Romeo Panciroli). Quando tra i coniugi ci sarà questo vero amore, la loro casa sarà un paradiso anticipato.
II - IL BENE DEI FIGLI (“Bonum prolis”).
Un neonato bambino è stato ritrovato nel cassettone della spazzatura dei rifiuti (a Bari, l’8 dicembre 1985); era ancor vivo; piangeva disperatamente; fu chiamato Francesco. I bimbi non devono essere gettati o abbandonati o soppressi: non sono un veleno; ma un dono di Dio, con un’anima spirituale e immortale.
1 - Accettate i figliuoli! Gesù vi ripete: “Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie Me” (Lc. 9,48).
Il numero dei figli va programmato senza calcoli egoistici, ma “con generosa umana e cristiana responsabilità fidando nella divina Provvidenza” (G.S. 50).
In questa regolazione delle nascite si presti attenzione a quanto segue:
a) Non è lecita né la fecondazione in vitro (la quale comporta pure la soppressione di feti e quindi produce aborti), né la fecondazione extraconiugale, né quella coniugale che sia sostitutiva (e non semplicemente coadiuvante) dell’atto di amore stabilito da Dio come unica maniera veramente umana con cui deve essere concepito e generato il figlio. (Certi esperimenti si usino solo per gli animali!)
b) Non sono leciti i contraccettivi e gli altri mezzi artificiali, perché sono contro la legge della natura che è legge di Dio. (E sono più o meno nocivi).
Invece sono leciti i metodi naturali, come per esempio il metodo dell’ovulazione dei coniugi Billings o quello del Dott. Bonomi o il metodo della temperatura. Il più diffuso è il metodo Billings, altamente scientifico, adatto a tutte le donne, relativamente facile, dà risultati mai inferiori e sovente alquanto superiori ai metodi artificiali, non nuoce né alla salute né all’amore coniugale, è stimato e usato in oltre cento nazioni. (Chiedi il libro a una libreria cattolica).
c) Non è lecito l’aborto, che non è un diritto o un progresso (come si va berciando), ma è un orribile delitto. Appena avvenuto il concepimento, nei nastri DNA che sono nei geni che popolano i cromosomi, c’è tutto l’uomo vivo e programmato (è già stabilito anche il numero dei capelli, il colore degli occhi, ecc...). E la Chiesa che sta con la scienza e in difesa dei più deboli, ripete con forza le parole di Dio: “Non uccidere!...”. “Il sangue degli innocenti grida vendetta presso Dio!”.
2 - Difendete i figli dal malcostume, dalle cattive compagnie, da spettacoli indecenti, da tempeste di errori, dal peccato.
3 - Educate religiosamente i figli, con la parola, con l’esempio. Affidateli alla Madonna e raccomandateli a Lei ogni giorno.
III - IL BENE DEL SACRAMENTO (Bonum Sacramenti).
Gesù ha elevato il matrimonio all’altezza infinita di Sacramento, di cui gli stessi sposi sono ministri, mentre il Sacerdote assiste e benedice come rappresentante di Gesù e del popolo di Dio. Quindi Gesù ha fatto del matrimonio una cosa santa e santificante che aumenta la grazia di Dio e dona una grazia particolarissima detta sacramentale che elargisce specialissimi aiuti divini affinché i coniugi possano vivere nella fedeltà, nel vero amore, nella via verso la santità e possano educare i figli secondo i desideri del Cuore di Gesù. Insomma questo Sacramento fa sgorgare un fiume di grazie e di benedizioni che accompagneranno gli sposi e la loro famiglia nel cammino terreno fino all’ingresso alla vita eterna.
I battezzati che rifiutano questo Sacramento ossia che fanno la scelta del matrimonio non religioso, davanti a Cristo Dio non sono sposati, e vivono in uno stato permanente di peccato grave. Non possono ricevere né l’assoluzione nella Confessione né la S. Comunione: tuttavia non
sono separati dalla Madre Chiesa, e il Papa e i Vescovi li esortano cordialmente e vivissimamente a partecipare sempre alla S. Messa, alla catechesi, alle iniziative ecclesiali, alle opere caritative e a pregare molto e a coltivare grande devozione alla Madonna per ottenere misericordia e salvezza.
S. Paolo parla di questo Sacramento quando afferma che l’amore tra gli sposi deve essere simile all’amore che Cristo ha verso la Chiesa sua sposa e che la Chiesa ha verso Cristo suo sposo: “Voi mariti amate le vostre mogli come Cristo ha amato la sua Chiesa e ha dato se stesso per lei. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa” (Ef. 5, 25-31 s.).
Il Conc. Vaticano II afferma: “Cristo Signore viene incontro ai coniugi cristiani con il Sacramento del Matrimonio e rimane con loro. L’autentico amore coniugale è assunto nell’amore divino ed è sostenuto e arricchito dalla forza redentiva del Cristo e dall’azione salvifica della Chiesa” (G. et S., 48).
Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “L’alleanza nuziale tra Dio e il suo popolo Israele aveva preparato l’Alleanza Nuova ed eterna nella quale il Figlio di Dio, incarnandosi e offrendo la propria vita, in certo modo si è unita tutta l’umanità da lui salvata, preparando così “le nozze dell’Agnello” (Apocalisse 19, 7.9) (n. 1612).
“Alle soglie della sua vita pubblica, Gesù compie il suo primo segno (o miracolo) – su richiesta della madre – durante una festa nuziale. La Chiesa attribuisce una grande importanza alla presenza di Gesù alle nozze di Cana. Vi riconosce la conferma della bontà del matrimonio e l’annuncio che ormai esso sarà un segno efficace della presenza di Cristo” (n. 1613).
“Tutta la vita cristiana porta il segno dell’amore sponsale di Cristo e della Chiesa. Già il Battesimo, che introduce nel Popolo di Dio, è un mistero nuziale: è per così dire, il lavacro di nozze che precede il banchetto di nozze, l’Eucarestia. Il Matrimonio cristiano diventa, a sua volta, segno efficace, sacramento dell’alleanza di Cristo e della Chiesa. Poiché ne significa e ne comunica la grazia, il matrimonio fra battezzati è un vero Sacramento della Nuova Alleanza” (n. 1617).
Si mediti la bella esortazione di Pio XI: “Ricordino gli sposi continuamente che, in forza dei doveri e della dignità del loro stato, sono stati santificati e fortificati da un Sacramento la cui grazia dura perpetuamente. Il matrimonio è in effetti simile all’Eucaristia che è Sacramento non soltanto nel momento in cui si celebra, ma perdura finché si conservano le speci”.
Questo Sacramento esige un’accurata preparazione spirituale come la esigono la 1a Comunione, la Cresima, e l’Ordinazione Sacerdotale a cui ci si prepara per anni. Il fidanzamento, non si sprechi in sciocchezze e sdilinquimenti. E’ cosa seria! Non si sporchi con peccati, e sconcezze che falsamente vengon chiamate amore. Sia, invece, un tempo di riflessione, di crescita spirituale, di intensa preghiera.
Questo Sacramento esige che lo si viva come sorgente perenne di grazie, come palestra di santificazione. Papà e mamma siano per i figli luminosa guida verso il Padre celeste e verso la Mamma celeste. Ogni famiglia sia come un piccolo seminario perché abbiano a rivelarsi e a sbocciare vocazioni sacerdotali e religiose. Ogni casa sia veramente una “chiesa domestica” quindi vi siano le immagini sacre e benedette: quando verrà l’ora della morte (che è l’ora della verità) non cercherete la figura di quella donna svestita, il volto di quella diva poco esemplare, nemmeno di quel calciatore, neppure il portacenere; ma cercherete con ansia soltanto l’immagine di Gesù, della Madonna, dei Santi e l’acqua santa. E soprattutto vi sia ogni giorno la preghiera comunitaria. “La casa - dice Tommaseo - o è chiesa o è tana”: diventa chiesa se ivi si prega insieme e con devozione ogni giorno. L’esperienza di secoli insegna che “la famiglia che prega unita, vive unita”: su questa terra vive unita nell’affetto, nella fede, nella grazia, per ritrovarsi unita nella gloria del Cielo.
ESEMPIO.
Sergio Bernardini e Domenica Bedonni, contadini nelle montagne di Pavullo (Modena), sono vissuti e morti santamente. Coniugi e genitori esemplarissimi, pur tra stenti e sacrifici e tanta povertà. Hanno avuto non poche sofferenze, ma le hanno sopportate volentieri con tanto amore a Gesù. Sergio, già felicemente sposato, in pochi anni ha 7 funerali in casa sua: gli muore papà, mamma, fratello, la sposa e i tre figli. Rimane solo come un povero Giobbe. Ma non si lamenta e confida nel Signore. Incontra un’ottima signorina, Domenica, che ha i suoi stessi sentimenti: formare una famiglia molto religiosa, con tanti figli da educare religiosissimamente nella speranza che qualcuno si consacri al Signore. Hanno dieci figli; e ne adottano un altro, un ragazzo negro che diventerà Sacerdote e Vescovo: Felix. L’educazione dei figli è veramente straordinaria, in un clima tutto soffuso di preghiera, di devozione alla Madonna, di continue invocazioni allo Spirito Santo, in un ambiente di duro lavoro nei campi, ma di grande serenità e gioia, di semplicità e di forte fede. Due figliuole si sposano. Sei figlie si consacrano al Signore. I due figli diventano Sacerdoti Cappuccini: P. Sebastiano, predicatore e Direttore spirituale di tanti giovani e handicappati; e P. Germano, missionario, il quale nel 1983, dal suddetto Vescovo Felix viene consacrato Arcivescovo di Smirne (Turchia). Questi figli sono missionari in tutti i continenti. Al funerale sia di Sergio (nel 1966) come di Domenica (nel 1971) c’è una folla enorme di fedeli, e la S. Messa viene concelebrata da oltre 50 Sacerdoti. Fedeli e Sacerdoti ripetono: “E’ morto un santo!”, “E’ morta una santa!”. (Leggi la biografia.)
Ecco il Testamento Spirituale di Domenica, che contiene pure i pensieri di Sergio: “Tutte le cose mi parlano del Signore e mi portano a Lui. Baciando una rosa, bacio la bellezza di Dio. I miei figli sono la mia corona e i miei tesori. Oh, se potessi spiegarmi e farmi sentire da tutte le mamme del mondo, quale dono, quale grazia grande è l’avere dei figli e delle Vocazioni nella propria famiglia! Ho sempre desiderato che i miei figli facessero del bene al mondo, per la gloria di Dio. Ora chiedo che siate santi. Sono contenta di avere tanti figli, ma ne vorrei altri per avere altri Sacerdoti, altri Missionari. Nella sofferenza: coraggio. Il Signore ha poi tutta l’eternità per farci gioire. Ai figli missionari: Non dubitate, sono più che felice; benedetti figli che andate a fare del bene. Noi siamo con voi e vi aiutiamo tutti i giorni con le preghiere. Quando il Signore mi chiamerà nel suo Regno, dite a tutti la mia felicità con il suono di campane a festa. Devo tanto ringraziare il Signore delle molte grazie che ci ha fatto. Vivo volentieri per i miei figli: prego spesso Gesù che li assista in ogni momento. Me li avete dati, Signore: io ve li ho allevati, ma sono vostri. Benediteli. Gesù, la Mamma celeste e la mamma terrena vi benediciamo. Arrivederci in Cielo”.
Quando avremo tanti sposi e genitori con questi sentimenti, si moltiplicheranno le Vocazioni Sacerdotali e religiose, sorgeranno numerose famiglie profondamente cristiane e la società e il mondo saranno molto migliori.
PROPOSITO.
Invochiamo la Madonna, “Madre della Chiesa domestica”, perché grazie al suo aiuto materno, la nostra famiglia e ogni altra famiglia possa diventare veramente una “piccola chiesa”.
fr.Crispino Lanzi, Cappuccino – Tratto da “Con Maria verso Gesù”
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