Gesù
parlò agli Apostoli della sua Passione ed essi non solo non ne
capirono nulla ma, lungo la strada che conduceva a Cafarnao,
cominciarono a discorrere su chi tra essi fosse il più grande.
È
probabile che, sentendo parlare il Maestro di Morte, di Passione e di
Risurrezione, essi avessero capito che Egli alludesse alla morte dei
suoi nemici e alla sua risurrezione gloriosa dall'umile stato in cui
era all'apice del regno; perciò, supponendo imminente il suo
trionfo, cominciarono a discorrere sul posto che avrebbero avuto nel
suo regno. Parlavano sommessamente, proprio come chi si confida delle
speranze e fa dei progetti. Gesù li lasciò discorrere e solo quando
furono in casa interrogò qualcuno di essi sul soggetto dei loro
discorsi
Saputolo,
li radunò tutti intorno a sé per far loro una grande lezione di
sapienza e di umiltà: chi voleva essere il primo doveva essere
ultimo e servo di tutti, e chi voleva essere grande doveva essere
come un fanciullo, anzi come un infante. Gesù mostrò loro un
fanciullo, prendendolo fra le braccia, proprio per mostrare il
modello della piccolezza alla quale li chiamava e, poiché essi non
capivano quale importanza potesse avere un fanciullo nel regno da Lui
preconizzato, li esortò ad accogliere i fanciulli come Lui stesso,
per accogliere il Padre che lo aveva mandato, perché sulle nuove
generazioni era poggiato lo sviluppo della Chiesa.
Tutte
le grandezze del mondo, fondate sull'orgogliosa affermazione di se
stessi, non sono grandezze ma estrema miseria, poiché l'orgoglio può
tiranneggiare, non può dominare. Chi si fa il primo per orgoglio, in
realtà si mette in balìa delle reazioni altrui. e si fa aborrire,
senza riuscire a porre l'ordine dove comanda.
Quale
felicità, poi, vi può essere a stare in posti eminenti? Più si
sale e più si hanno responsabilità gravissime; più si è in alto e
più vengono le vertigini; più si è circondati di onori e più si è
esposti alle critiche, alle mormorazioni e alle ostilità altrui. Non
risulta vantaggioso essere in onore ma, se per l'ordine e la
gerarchia si è costretti ad accettare un posto di responsabilità,
bisogna starvi con l'animo semplice dell'infanzia, senza presumere di
se stessi e procurando di servire gli altri con le proprie attività
benefiche.
Con
poche parole, Gesù capovolgeva tutto il concetto che si aveva delle
grandezze terrene e apriva alle potestà della terra una nuova via di
pace, togliendo loro tutto quello che è causa di reazione. Egli così
ha fondato il suo regno nella pace.
San
Giovanni, sentendo Gesù che parlava della potestà di chi sta a
capo, l'interruppe per esporgli un caso accaduto loro: un tale
scacciava i demoni nel suo nome, pur non seguendolo come gli altri
Apostoli; essi credettero di doverglielo proibire. Evidentemente si
trattava di un'anima fedele al Signore e piena di tanta fede in Lui
da ottenere la liberazione degli ossessi. Gesù rispose che avevano
fatto male a proibirglielo, poiché quell'uomo non pretendeva formare
un'associazione a parte; non era perciò contro di loro e, operando
nello stesso spirito, rendeva loro un servizio. Se chi dava da bere a
qualcuno nel suo nome non perdeva la sua ricompensa e operava quindi
soprannaturalmente, quanto più chi nel suo nome scacciava i demoni?
Non
bisogna contrariare chi fa il bene, ma chi scandalizza le anime con
attività perversa, facendole deviare dalla verità, questi sì,
dovrebbero essere eliminati, e sarebbe meglio per loro che uno li
sommergesse nel mare con una macina pesante di mulino legata al
collo, anziché scandalizzassero le anime. Tutto quello che
scandalizza dev'essere troncato dal corpo della Chiesa, le fosse pure
legato come la mano al corpo o come il piede o come l'occhio, poiché
lo scandalo conduce alla perdizione e la perdizione è eterna. Gesù
concluse questa importante lezione con un'espressione abbastanza
oscura e misteriosa, che è variamente interpretata: Ognuno sarà
salato col fuoco e ogni vittima sarà salata col sale. Buona cosa è
il sale, ma se il sale diventa scipito con che lo condirete voi?
Abbiate in voi sale, e abbiate pace tra di voi.
La
Chiesa, di queste esortazioni, ci fa comprendere il senso delle prime
espressioni più oscure che sono certamente in relazione con ciò che
è detto prima: Bisogna avere sale e concordia nelle attività di
quelli che lavorano per la Chiesa; sale di sapienza soprannaturale
nel valutare ciò che viene da Dio, e concordia di pace nell'unire
tutte le attività alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime. Ci
sono anime pervase dal fuoco dello Spirito Santo, come se fosse sale
penetrante nelle carni, e ci sono anime immolate che sono tutte
penetrate dalla tribolazione, vittime di espiazione per gli altri.
Queste
sono le anime contro le quali potrà accanirsi l'ostilità di quelli
che hanno la responsabilità di guidare la Chiesa. Certamente bisogna
essere vigilanti, perché anche il sale potrebbe diventare scipito,
cioè anche le anime più privilegiate potrebbero deviare, ma in
questo bisogna farsi guidare dal sale, cioè dalla sapienza del
Signore e bisogna conservare la pace, evitando di suscitare lotte,
dissensioni e inutili persecuzioni. È questo il senso più logico
delle oscure parole di Gesù, collegato a tutto il suo discorso.
Lo
ripetiamo in sintesi perché sia più chiaro: san Giovanni dice che i
Discepoli hanno proibito ad un tale di cacciare i demoni nel Nome di
Gesù. Gesù risponde che hanno fatto male, poiché se li cacciava
nel suo Nome, non poteva essere contro di Lui e quindi contro di
loro. Chi fa del bene soprannaturalmente non è di ostacolo alle
anime, e se chi dà un bicchiere d'acqua nel suo Nome e per suo amore
non perde la sua ricompensa; non la perde neppure e molto più chi fa
il bene alle anime nel suo Nome e per suo amore. per suo amore.
Contro
gli scandali, parole severe di Gesù
Gesù
non vuole, quindi, che si mettano restrizioni allo zelo e che
l'apostolato diventi quasi un'inesorabile organizzazione di partito.
Quelli di cui bisogna temere sono gli scandalosi che rovinano le
anime e quelli che con la scusa di un'eccessiva precisione le
traviano. Ci può essere una mano, un piede, un occhio che
scandalizza, quando si vuole troppo operare, troppo muovere e troppo
vedere. L'attività umana è la mano che scandalizza, perché
impedisce l'attività soprannaturale e le è di ostacolo;
l'iniziativa umana e il voler camminare con la potenza umana è
quello che scandalizza, poiché impedisce il cammino di Dio; l'occhio
umano, cioè il voler vedere le cose della fede e le vie di Dio in
modo umano, è quello che scandalizza, poiché sostituisce ai lumi
della fede i falsi lumi di una ragione petulante e pedante.
Tutto
questo bisogna eliminarlo con un taglio netto, poiché nella Chiesa
le attività umane conducono lontano dalla vita soprannaturale.
È
più bello operare poco, camminare poco e vedere poco, andando, però,
verso la Vita eterna che agitarsi, muoversi e vedere, senza
raccogliere né un frutto né una luce soprannaturale. È la prima
cosa che bisogna aver presente quando si vedono iniziative di bene
che sembrano troppo personali. Se si agisce nello Spirito di Dio non
bisogna stroncarle. Tutto ciò appartiene alle azioni comuni a tutti
i fedeli per la grazia comune a tutti.
I
carismi straordinari
Ci
sono poi attività più misteriose: ci sono quelle anime che hanno
una missione speciale e sono pervase dal fuoco divino e quelle che
sono vittime d'amore. Ognuno potrebbe dire di essere salato da questo
fuoco o da questo sale d'immolazione, ma a volte potrebbe essere un
sale scipito, cioè un'illusione, oppure un sale reso scipito, cioè
un'attività cominciata da Dio e scipita dall'orgoglio o dalla
disobbedienza: è allora che bisogna vigilare, pur tenendo presente,
in qualunque iniziativa, la concordia e la pace.
La
Chiesa ha mantenuto fede all'insegnamento di Gesù: essa lascia la
santa libertà del bene, pur contenendola nella disciplina, e vigila
con grande accortezza che non ci sia in essa un falso fuoco di vita
soprannaturale o un falso sale d'immolazione. Se sorgono ostacoli al
bene e alle anime privilegiate, questi vengono a volte dai troppo
zelanti che, come san Giovanni, vedono un'insidia in ogni iniziativa
o, peggio, dai malintenzionati che ostacolano il bene per partito
preso, per malignità o per crudele spirito diabolico. Lasciamo
operare il bene e non ci rendiamo inconsciamente strumenti di satana
nell'ostacolarlo.
E’
penoso che le sante iniziative trovino nei cristiani medesimi degli
ostacoli invece di trovarvi l'incoraggiamento, ed è penosissimo che,
mentre i cattivi hanno mille iniziative per scandalizzare, i buoni ne
debbono avere tanto poche per edificare.
Di
fronte, poi, alle anime straordinarie, che pur infiorano la Chiesa,
non siamo sistematicamente ostili, quasi che il soprannaturale fosse
un'insidia. Non siamo eccessivamente guardinghi più per rispetto
umano che per amore di verità, perché può succedere benissimo che
si sia contrari alle anime privilegiate o temendo di urtare i
miscredenti o temendo di fare la figura di creduloni.
Gesù
disse, in san Matteo, una parola che è l'opposto di quella detta in
questo capitolo: Chi non è con me è contro di me e chi non
raccoglie con me disperde (Mt 12,30); ora, come si potrebbe far
appello al giudizio degli empi per valutare le vie soprannaturali, se
essi non sono con Gesù e non raccolgono con Lui?
È
invalsa, in verità, la mania di dare troppa importanza e troppo peso
a certe conclusioni psichiatriche o psicofisiche che sono fatte da
chi non ha una visione completa, perché prescinde completamente
dall'azione divina nelle anime; tutto questo non solo è sospetto, ma
è pericolosissimo.
La
Chiesa ha i suoi metodi di discernimento che nessuna pseudo scienza
può scalzare; ha le prove dolorose, le vie dell'obbedienza, la
cernita della frutta che dà l'albero piantato dal Signore; vale più
un giudizio formato su queste basi che qualunque diatriba
psichiatrica.
L'isterismo
e la paranoia, per esempio, hanno come caratteristica l'ostinazione e
la ribellione. È una caratteristica inconfondibile: se l'anima
privilegiata soffre, tace, obbedisce e rimane salda tra le angustie
che le si fanno soffrire, questo è già un segno di Dio, molto più
certo di qualunque misurazione antropometrica e di qualunque
sondaggio psichico.
La
pretesa scienza, in questi campi delicati, è riuscita a farsi
prendere sul serio anche quando ha sul capo il cappellone del
burattinaio, e tante volte si sono svalutate le più belle operazioni
della grazia per tener conto della celia sarcastica e scipita di un
miscredente.
È
così che quasi si è dato a credere al popolo cristiano che la
mistica e la psichiatria siano due cose affini o, peggio, che il
mistico sia un anormale, confondendo la lesione organica con lo
straordinario intervento di Dio. È un'insidia diabolica che bisogna
stroncare, lasciando allo psichiatra i malati e alla Chiesa il
giudizio sui Santi.
Non
vogliate proibirglielo poiché nessuno può fare un miracolo nel mio
Nome e subito parlare male di me
È
troppo comune il caso degli impedimenti al bene posti dai buoni, ed è
troppo penosa la rovina di tante iniziative di bene che vengono
stroncate da malintesi, per non dovere insistere su queste parole di
Gesù Cristo.
In
generale, tutto ciò che sa di novità urta e diventa sospetto per
partito preso, senza alcuna ragione e, peggio, per un subcosciente
sentimento di gelosia. Non si fa guerra al bene perché si ha motivo
di pensare che sia male, ma perché lo si crede una novità o perché
deriva da chi ci è antipatico o, peggio, perché urta interessi
materiali. Satana soffia volentieri su queste stoltezze; forma dalle
ombre le montagne, eccita spesso l'ira nei cuori senza ragione e, con
arte subdola, giunge fino a far impressionare i superiori, custodi
del bene, rendendoli ostili.
Nei
grandi disegni tracciati da uno speciale intervento di Dio,
l'opposizione non solo non li sfascia ma li rassoda nei secoli,
diventando, nelle vie del Signore, un mezzo per dimostrare la sua
speciale operazione.
Nelle
iniziative comuni di zelo, invece, l'opposizione può provocarne la
rovina irreparabilmente, e questa rovina pesa terribilmente su chi ne
è causa.
Guai,
dinanzi a Dio, a chi porta la responsabilità di aver impedito anche
un sol atto di carità o un sol atto d'amore al Signore: guai a chi
stronca la piccola pianticella che nasce a fatica o chi spezza la
vita che si sviluppa! Guai a chi presume di giudicare o criticare
quello che solo i superiori hanno il mandato di vigilare!
Il
Signore farà un terribile giudizio contro quelli che si rendono
strumento e coadiutori di satana nella sua implacabile avversione a
tutto quello che è bene, a tutto quello che è zelo. Come si può
riposare tranquilli, la notte, quando si è commessa un'azione così
indegna? E quale scusa può giustificare certe lotte fatte col
disprezzo e col sarcasmo, con l'insinuazione e anche con la calunnia?
Gesù
parla di miracoli fatti nel suo Nome, è vero, ma ci sono certe umili
iniziative di bene che sono un miracolo di carità o di zelo, per la
stessa difficoltà di farle nascere.
Non
è un miracolo far crescere il grano, ma farlo attecchire là dove il
terreno non si presta è una meraviglia. Ora, certe associazioni,
certe confraternite, certe azioni di zelo sociale in luoghi devastati
dal peccato sono dei silenziosi miracoli di grazia, e nessuno
potrebbe ardire di sospettare che essi possano deviare nel male.
Quando
si sospetta che un'iniziativa può essere falsa non bisogna subito
ostacolarla, ma pregare perché il Signore vi pensi e lasciarne la
responsabilità ai superiori. Anche questi, prima di giudicare e di
prendere provvedimenti, debbono vagliare e ponderare ogni cosa
dinanzi a Dio, e non essere facili a stroncare quel bene del quale
debbono essere i mecenati e gli incoraggiatori. Satana li insidia e
tenta, con illusioni e prevenzioni, di farli strumenti di
distruzione. In fondo, l'uomo del quale parla il Sacro Testo
scacciava i demoni nel Nome di Gesù; questo non poteva garbare a
satana, il quale si servì degli Apostoli per liberarsi da quella
noia.
È
una scena che si ripete facilmente, e i superiori debbono essere
vigilanti quando hanno cattive informazioni, indagando se esse non
siano un tiro dello spirito maligno.
Il
bene non dev'essere troppo attanagliato in formalità esterne: ha
bisogno di una santa libertà, perché questa facilita l'iniziativa.
Certe opere non si fanno con i regolamenti, ma con gli impeti
generosi di carità e di zelo; se si volesse aspettare che al
principio tutto sia perfetto, non si farebbe mai nulla di bene.
Non
proibire le opere buone, sebbene si facciano senza apparato; benedire
le iniziative e incoraggiarle, pregare perché prosperino ed essere
molto restii nel suscitare persecuzioni: questo significa avere quel
sale del quale parla Gesù e mantenere la pace fra tutti gli uomini
di buona volontà, come Egli comanda.
Sac.
Don Dolindo Ruotolo , tratto da “I Quattro Vangeli”
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