Terminando
questo ciclo delle nostre Catechesi, non possiamo non parlare della
possibilità, della drammatica possibilità che il sacramento si
trasformi in tragedia, che il matrimonio "fallisca", come
si suole dire. Dobbiamo ora riflettere su questo tema, perché
sappiamo vivere queste situazioni nel Signore e/o aiutare chi le vive
a non distruggere il senso della loro vita.
LE
RADICI ULTIME DI OGNI CRISI.
Cominciamo
subito col richiamare la nostra attenzione su una certezza della
nostra fede, che forse stiamo troppo dimenticando: esiste nel cuore
di ciascuno di noi e nel mondo in cui viviamo una lotta, uno scontro
fra il bene e il male.
E,
dunque, anche nel cuore di ogni sposo e di ogni sposa esiste uno
scontro fra il bene che è il loro matrimonio, l'amore coniugale vero
che lo Spirito Santo ha loro donato ed il male che è il loro
egoismo, il loro orgoglio, la loro sensualità disintegrata dal vero
amore. È una guerra molto dura, come cercheremo di spiegare più
avanti. E chi sono i personaggi, diciamo così, che prendono parte a
questo scontro, i contendenti?
Anche
per rispondere a questa domanda dobbiamo metterci in ascolto profondo
della Parola di Dio, come ci è stata predicata dalla Chiesa.
Essa
ci dice che il primo partecipante a questo scontro è il demonio, il
satana: egli esiste, è sempre attivo e cerca di indurre ogni sposo
ed ogni sposa a trasgredire la santità, a deturpare la bellezza
dell'amore coniugale. È omicida e padre di ogni menzogna (cfr. Gv.
8, 44) e quindi si sa mascherare da angelo di luce (cfr. 2 Cor. 11,
14) per poterci meglio ingannare.
Ma
esiste anche ed è sempre attiva un'altra persona: è lo Spirito
Santo che abita nel cuore di ogni credente e lo spinge soavemente e
fortemente verso tutto ciò che nel matrimonio è vero, è buono, è
bello, è santo.
E
poi, in questo scontro, ci siamo noi: ciascuno di noi, ciascuna sposa
e ciascuno sposo nel suo matrimonio. In forza del sacramento del
matrimonio, gli sposi sono resi partecipi dello stesso amore di
Cristo, come abbiamo spiegato in una catechesi precedente; sono resi
capaci di amare collo stesso amore di Cristo. Ma questo avviene in un
cuore nel quale continua a permanere la suggestione e l'attrattiva
del male.
Ecco,
abbiamo individuato il luogo più profando dove hanno origine anche
le crisi del matrimonio, poiché in questo luogo ha semplicemente
origine la storia di ciascuno di noi. Esso è costituito da questo
incrocio di tre libertà: la libertà dello Spirito, la libertà
della persona umana, la libertà di Satana. Come vedete, siamo sempre
coinvolti in un contrasto drammatico, e a nessuno è concesso di
essere spettatore neutrale o disinteressato.
Tuttavia,
proprio a questo punto devo richiamare un'altra verità della nostra
fede: la potenza vittoriosa del Signore Risorto. Se leggiamo
attentamente la S. Scrittura, vediamo che spessissimo quando Dio si
rivolge a qualcuno, inizia sempre il suo dialogo con un "Non
temere...". E se leggiamo attentamente le lettere di S.Paolo,
vediamo che spessissimo Egli ricorda ai suoi fedeli la forza
invincibile del Signore, la "straordinaria grandezza della sua
forza" (Ef. 1, 19), la "efficacia della sua forza" e
inviterà i suoi fedeli con queste parole: "attingete forza nel
Signore e nel vigore della sua potenza" (Ef. 6, 10). Ecco perché
in qualunque situazione possiamo trovarci nel nostro matrimonio, il
Signore è sempre più grande e più forte del male in cui,
responsabilmente o non, possiamo cadere.
2.
LE CRISI DEL MATRIMONIO
Alla
luce di queste verità della nostra fede possiamo ora vedere quali
crisi possono investire un matrimonio e come il discepolo di Cristo
deve comportarsi in esse.
2.
1. Cominciamo da quelle quotidiane, così possiamo chiamarle, crisi
che possono accompagnare la vita matrimoniale. Esse possono nascere
da mancanza di dialogo fra i due sposi, di confidenza reciproca
profonda, a volte anche dai piccoli muri di incomprensione e di
risentimenti che possono gradualmente sorgere. Se teniamo presente
che il padre della menzogna continua a suggestionarci, come dicevamo,
e se teniamo conto del fatto che spesso la nostra libertà cede a
queste suggestioni, non ci meraviglieremo più di quel tanto
constatando come spesso tutto questo accade in ogni matrimonio. È
assai importante che gli sposi siano vigilanti nella custodia del
loro cuore da tutte queste attitudini che spesso nascono
dall'orgoglio. Ne abbiamo già parlato in una catechesi precedente.
Per costruire una profonda comunione coniugale, attraverso l'usura
del quotidiano, è necessaria una grande umiltà che sola permette di
sciogliere ogni principio di ruggine, di incomprensione e di
risentimento.
2.
2. Tuttavia può essere l'inizio o il segno di una crisi ben più
profonda che può investire il matrimonio. È la crisi che potremmo
chiamare di "stanchezza", di "abitudine", di
"noia": si è stanchi del proprio matrimonio, perché ci si
è abituati in un modo che spesso se ne è perfino annoiati. È una
situazione che è molto grave, e purtroppo oggi più frequente di
quanto si pensi. Molto grave perché può portare fino alla rottura
vera e propria. Significativamente veniva chiamata la "crisi del
decimo anno". Veniva chiamata. Infatti anche una recentissima
inchiesta svolta in una regione del Nord Italia ci ha detto che
spesso questo accade nei primi quattro anni di matrimonio.
Dobbiamo
riflettere molto profondamente su questo tipo di crisi, per
prevenirla e per guarirne. Proviamo a chiederci: quando ci annoiamo
di qualcosa? Se facciamo attenzione, vediamo che la noia è la
conseguenza della ripetizione. Ci si annoia quando si ripetono sempre
le stesse cose. Ci si annoia quando non esiste più l'imprevisto;
quando si esclude che possa esistere o accadere qualcosa di nuovo
nella nostra vita: sempre lo stesso, sempre uguale. Ecco il terreno
di cui si nutre la noia.
Ma
se è così, allora noi comprendiamo subito che esiste un solo, vero
antidoto alla noia: l'amore. Chi ha il cuore pieno di amore possiede
un tale anticorpo che appena il germe patogeno della noia si
introduce nel nostro organismo spirituale, esso viene subito espulso.
Perché l'amore non si annoia mai? perché, come dice un antico
proverbio, anche se esso dice e fa sempre le stesse cose non si
ripete mai. S. Francesco passò intere notti e giorni dicendo sempre:
"Dio mio e mio tutto!": come ha potuto farlo senza
annoiarsi mai? l'amore non ripete mai, anche se continua a dire le
stesse parole. L'amore è la novità continua; è sempre
imprevedibile. Abbiamo così raggiunto una convinzione assai
importante: ci si annoia del proprio matrimonio quando fra gli sposi
non vi è vero amore coniugale. E ora dobbiamo fermarci con molta
attenzione su questo punto. E lo voglio fare nella maniera più
semplice possibile.
In
generale, di fronte ad un bicchiere di acqua non ci poniamo il
problema se è acqua vera o falsa, poiché ciò che si presenta come
acqua di solito è acqua. La cosa cambia col vino: ci si deve spesso
preoccupare di sapere se ciò che ci si presenta, che appare come
vino è vino. Dunque: esistono delle apparenze che ingannano, nel
senso che ci fanno credere di essere ciò che non sono. In questo
caso si parla di vero/falso: vino vero-vino falso. E dell'amore
coniugale si può parlare di vero amore coniugale e di falso amore
coniugale. Cioè: esiste un'apparenza di amore coniugale cui non
corrisponde la realtà dell'amore coniugale. Ora l'apparenza può
ingannarci per qualche tempo, più o meno lungo. Ma arriva il momento
della verità e ci si rende conto della menzogna con cui i due sposi
si erano ingannati ed allora dicono: ma noi non ci amiamo! Ed è la
crisi di cui stiamo precisamente parlando.
Ma
allora quando si confonde l'apparenza colla realtà dell'amore
coniugale? molto brutalmente: quando si crede di amarsi perché
semplicemente si sente una forte attrazione sessuale e subito si
compiono, già prima del matrimonio, atti sessuali. La confusione è
di pensare che l'amore coniugale sia questo. Perché questo, dopo un
po' di tempo, stanca e genera la noia? Ancora una volta vorrei
aiutarvi con alcuni esempi. Avete mai notato una strana differenza?
L'occhio è fatto per la luce, tuttavia quando la luce è troppo
intensa, esso ne soffre; non solo, ma non può stare sempre nella
luce: ha bisogno di riposarsi nel sonno. L'orecchio è fatto per il
suono, tuttavia il rumore continuo lo distrugge: ha bisogno di
momenti di silenzio. La nostra intelligenza è fatta per la verità,
tuttavia essa non si stanca mai di conoscerla: vorrebbe conoscere
sempre più ed essere sempre meno ignorante. La nostra volontà è
fatta per il bene e non si stanca mai di amare ciò che è bene, ciò
che è bello, ciò che è giusto. Vedete: i sensi si stancano, si
annoiano; lo spirito non si stanca mai perché è sempre nuovo. Se
riduco l'amore coniugale ai sensi o poco più, prima o poi ci si
stanca, ci si annoia perché si ripete.
Al
contrario, ho sentito tanti sposi che dopo venti, trenta o
cinquant'anni di matrimonio, mi dicono: "Ci amiamo come e più
del primo giorno". Ecco la perenne giovinezza dello spirito
anche nel corpo che si va disfacendo, perché l'amore vero non può
invecchiare.
2.
3. E qui dobbiamo parlare del passo successivo ancora più terribile:
l'infedeltà coniugale o adulterio.
Certamente
è necessario fare una distinzione importante. La libertà umana è
sempre fallibile, anche la libertà dei santi e questi per primi ne
erano profondamente consapevoli. Dunque, è sempre possibile
qualsiasi "capitombolo": è sempre possibile una
"sbandata". Insomma: ci può essere una infedeltà di un
momentaneo ottenebramento della mente e del cuore.
Ma
in questi casi, la persona riavutasi, solitamente si rende conto
della gravità del fatto e deve operare immediatamente la sua
conversione. Alessandro Manzoni scrisse profondamente che il male è
un padrone così fatto che se non vuoi servirlo, devi ribellarti
completamente: col male non si può venire a patti.
Ma
ancora più grave è la situazione di chi deturpa e rovina la santità
del matrimonio con relazioni adulterine. La posizione di fronte a Dio
di questa persona è di indescrivibile gravità: essa introduce il
peccato nel santuario dell'amore coniugale e sconsacra il segno
dell'amore stesso di Cristo, violando il tempio santo in cui Dio
celebra il suo amore creatore. A queste persone non resta che dire:
ritornate al Signore, poiché se rimanete in questa situazione,
andate verso la vostra autodistruzione ora e alla dannazione eterna
poi.
Ma
qualcuno potrebbe chiedere, e giustamente: ed il coniuge innocente
che cosa deve fare in queste condizioni? Facciamo le due ipotesi: il
coniuge adultero si pente e chiede perdono. Il coniuge innocente non
può non perdonarlo.
So
che sto dicendo una cosa difficile. Ma non lo dico io, lo dice il
Signore: Egli non ha fatto eccezioni quando ci chiese di perdonare
sempre. Oppure, altra ipotesi, l'adultero non ha nessuna intenzione
di smettere, anche se richiamato. È una situazione drammatica in cui
il coniuge fedele deve vigilare nella preghiera. Se non si oppone il
bene dei figli, in questa situazione solitamente è meglio la
separazione.
Ma
non vorrei terminare questo grave argomento senza ricordare la parola
di Gesù: "Se uno guarda...". C'è un adulterio nel corpo e
c'è un adulterio nel cuore. La purezza del cuore, l'appartenenza
totale, non solo fisica, allo sposo/a deve essere esclusiva. In
questo sta la grandezza e la bellezza della fedeltà coniugale.
2.
4. Siamo così giunti alla situazione veramente più grave, il
divorzio.
Vorrei
prima di tutto richiamare alcuni punti fondamentali della dottrina
cristiana al riguardo.
Ci
sono delle situazioni nelle quali il continuare a convivere
significherebbe la distruzione spirituale, umana degli sposi o di uno
di loro, la rinuncia alla propria dignità di persona. In questi casi
si può, si deve ricorrere alla separazione, cercando di tutelare nel
modo migliore possibile il bene degli innocenti, cioè dei figli.
Ma
la separazione non significa rottura del vincolo coniugale che è
infrangibile da parte degli sposi, non significa divorzio che fra
battezzati non esiste, non può esistere.
Tuttavia
può accadere che uno dei due chieda, ottenga il divorzio e si
risposi. Resta nel coniuge abbandonato l'amarezza di una solitudine
che può essere pessima consigliera, in tutti i sensi. Mai come in
questa situazione il coniuge deve vigilare nella preghiera per
ottenere la forza di continuare a rimanere nella fedeltà ad un amore
che è stato tradito. In questa situazione, come non ricordare a
questo coniuge una verità centrale della nostra fede: Dio resta
sempre fedele, ci ama sempre, anche quando lo tradiamo? Il coniuge è
chiamato a dare alla Chiesa questa straordinaria testimonianza: la
testimonianza vissuta della verità dell'amore che ama sempre e
comunque.
Ecco
abbiamo visto quattro delle principali crisi in cui può trovarsi un
matrimonio. Ora alcune riflessioni conclusive per rispondere ad una
domanda naturale: ma come fare per non entrare in questi casi e per
guarirne quando esistono?
3.
CONCLUSIONI
Sono
sempre più convinto che la stragrande maggioranza delle crisi
matrimoniali sia causato dalla mancanza di preparazione al
matrimonio. Anche recenti studi hanno confermato questa convinzione.
Come
vi dicevo qui si incrociano tre libertà, quelle di Dio che vuole la
nostra salvezza, quelle di Satana che vuole la nostra perdizione e la
nostra libertà che deve sempre più radicarsi nella volontà,
nell'amore del Signore. Come? attraverso la preghiera e la pratica
frequente del Sacramento della confessione e la partecipazione
profonda all'Eucarestia.
Tratto
dal sito : http://www.clerus.va/content/clerus/it/biblioteca.html
Nessun commento:
Posta un commento