giovedì 9 luglio 2020

IL MONDO SI FERMA


QUEI LUNGHI GIORNI 

Non avremmo mai pensato possibile una sofferenza così grande, che ha interessato tutto il mondo. La Cina era per noi un mondo di un altro pianeta; da noi mai sarebbero arrivati contagio, morte, quel virus mai sentito nominare, che con la sua guerra invisibile lasciava sul campo ogni giorno migliaia di morti. Ogni sera dalla protezione civile venivamo aggiornati sui positivi, contagiati, decessi; il virus della morte continuava ad estendersi senza risparmiare nessuno, nessun paese. Erano numeri, solo numeri, ma parlavano di crocifissi, di famiglie distrutte, di paure, di speranze… In quei giorni abbiamo ricordato i morti del terremoto dell'Aquila, un numero che ancora ci sconvolge, eppure è un numero che dal virus veniva raggiunto e superato ogni due, tre giorni. 
Morivano sacerdoti, medici, operatori sanitari, forze dell'ordine, anziani e anche giovani e bambini. Si elevavano preghiere da ogni dove, si cercavano rimedi; siamo rimasti in isolamento tanti giorni, non abbiamo potuto vivere né la Quaresima né la Pasqua come sempre, ma non in modo meno vero, perché siamo stati costretti a riflettere, a rivedere il nostro modo di vivere e di credere, a porci le domande essenziali della vita: Perché? Cosa fare? Toccherà a me? Ai miei famigliari? Dio dov'è? Il virus, certo non mandato da Dio, ma creato da scelte assurde dell'uomo, che aveva creduto di essere padrone di tutto, ci ha costretto a ritrovare la verità della vita, della creazione, della fraternità, di Dio. Abbiamo compreso verità tanto e spesso dimenticate: il bisogno del pane eucaristico, della preghiera, della Chiesa e della comunità, della solidarietà; abbiamo riscoperto la verità del silenzio, della famiglia, delle piccole cose, del sacrificio, del donarsi fino a dare la vita. La Pasqua è venuta! Cristo è risorto nei cuori, nella famiglia, nel mondo. È stata chiusa la Chiesa di mattoni, ma sono nate tante chiese nelle famiglie, tra i gruppi. Troppi sono morti, ma il Crocifisso è risorto per dare un'altra vita, la vita eterna, per liberare dalla seconda morte, la condanna eterna. Ha fatto risorgere Lazzaro, il figlio della vedova di Nain, la ragazza di 12 anni ma non tutti, pochi segni di un'altra vita, della certezza che se vogliamo saremo liberati dalla vera morte, la seconda morte. 


S. PIETRO 27 MARZO 2020 

Più di 17 milioni hanno pregato quella sera con Papa Francesco, mentre la pioggia scendeva impietosa su Piazza S. Pietro fiocamente illuminata e deserta. Non c'era nessuno ma c'eravamo tutti. La pioggia, il freddo, la fatica non hanno scoraggiato quel uomo vestito di bianco che avanzava barcollando e sicuro verso la basilica di S. Pietro, carico delle angosce e delle speranze di tutti. Ci ha detto, commentando la pagina del Vangelo della tempesta sedata: .. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade, città, si sono impadronite delle nostre vite. .. Gesù dorme fiducioso nel Padre e ai discepoli, calmato il vento e le acque, si rivolge in tono di rimprovero: Perché avete paura? Non avete ancora fede? .. Il Signore in mezzo alla tempesta ci invita a risvegliare la fede e la solidarietà. Abbiamo nella sua croce ancora .. timone .. speranza .. .. Persone comuni stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell'ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti e tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo … e tutti coloro che pre-gano, offrono e intercedono per il bene di tutti. .. Signore ci chiedi di non avere paura, ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Tu Signore non lasciarci in balia della tempesta. Porteremo nel cuore per sempre quelle parole e quelle immagini che infondevano fede, speranza, serenità, pace, che ci hanno fatto pregustare un attimo di paradiso. Immagini potenti che nel silenzio lanciavano messaggi di verità e di vita: è importante camminare, soffrire, lottare insieme; la forza dell'uomo è nella preghiera; solo Gesù Crocifisso salva; Maria non abbandona i suoi figli; si riprende forza per il cammino sostando in adorazione. Non era vuoto S. Pietro: c'era il mondo. Quella sera abbiamo compreso quale via sia da seguire. 

VENERDI SANTO ORE 21,00 

Piazza S. Pietro ancora una volta incredibilmente vuota accoglie per la tradizionale Via Crucis del Venerdì Santo milioni di persone, unite spiritualmente dalla stessa fede e dalla stessa speranza. La Via Crucis è presieduta da Papa Francesco, che nel suo silenzio manifesta vera e sofferta partecipazione al dolore di tutti. È una Via Crucis diversa che non potremo dimenticare. Il commento alle 14 stazioni hanno raccontato la storia drammatica e vera di detenuti, poliziotti, familiari delle vittime, educatori, collegati alla Casa di Reclusione "Due Padova".
Abbiamo ascoltato tragedie che feriscono, indimenticabili, commoventi, che nella fede in Gesù sono riusciti a risorgere dalla morte. Ognuno di loro ha sperimentato nella sua sofferenza o nel suo peccato la vicinanza e la misericordia di Gesù che come Cireneo, Buon Samaritano, Buon Pastore ha dato loro il perdono e la forza di ripartire: Niente è impossibile a Dio! ... Padre perdona loro! … Oggi sarai con me in Paradiso. Non possiamo essere più quelli di prima. Al pomeriggio a sorpresa Papa Francesco aveva telefonato durante il programma speciale delle 15 sul Venerdì Santo in "A sua Immagine" lasciando un messaggio indimenticabile: "Sto pensando al Signore crocifisso e alle tante storie di uomini crocifissi di questa pandemia: medici, infermiere, infermieri, suore, sacerdoti, morti al fronte come soldati. Hanno dato la vita per amore. Resistenti come Maria sotto le croci, loro e le loro comunità negli ospedali, curando gli ammalati. Oggi ci sono crocifisse e crocifissi che muoiono per amore. Sono vicino al popolo di Dio, ai più sofferenti soprattutto, alle vittime di questa pandemia, al dolore del mondo ma guardando alla speranza. La speranza non toglie il dolore, ma non lo delude. Vi vorrei dire che vi voglio bene. A tutti grazie e che Dio vi benedica". Nel ricordo della Passione aveva poi definito chi dona la vita per prendersi cura dei malati e di quanti sono in difficoltà, rischiando la vita: I santi della porta accanto. Non potremo più essere quelli di prima. 

LE 21,00 DELLA SERA

L'epidemia ha fatto rifiorire la preghiera. Quante volte la sera alle 21,00 davanti alla TV invece di vedere programmi inutili ci siamo ritrovati in preghiera per invocare l'aiuto di Dio e della Santa Vergine. Il Santo Rosario è stato trasmesso dal Santuario della Madonna delle Grazie di Brescia, santuario dove fu ordinato Papa Palo VI, da Loreto, dalla Cappella del Gemelli di Roma, da Pompei … Le Ave Maria si susseguivano come onde del mare per raggiungere il Cuore di Dio e facevano assaporare pace e speranza. Con la serenità ritrovata affidavamo noi, i nostri cari, questo tempo di smarrimento, di paura e di attesa al Cuore Immacolato di Maria, alla Madonna delle Grazie, alla Madonna di Loreto, alla Regina del Santo Rosario, a S. Giuseppe, a S. Giovanni Paolo II, a S. Giuseppe Moscati, ai santi nostri protettori. Gesù ci aveva chiesto di pregare senza stancarci: non l'avevano mai fatto; l'epidemia ce lo ha fatto fare. Abbiamo rivolto a Dio per intercessione di Maria, di S. Giuseppe, dei nostri santi una preghiera fiduciosa, continua, piena di fede, di speranza e di amore, fatta nel nome di Gesù, invocando perdono, guarigione, conversione, lo Spirito Santo. Chi non è più giovane ha rivissuto quelle lunghe sere d'inverno mentre scendeva il buio e la neve quando attorno al fuoco ci addormentavamo sussurrando l'Ave Maria o quando nelle belle sere di maggio le famiglie si riunivano nelle aie come una sola famiglia ad invocare la protezione della Madre del cielo e i ragazzi felici e sudati si rincorrevano senza fine. 
La preghiera è l'arma più potente, diceva p. Pio. Davanti alla tomba di Lazzaro già da 4 giorni nel sepolcro, Gesù prima di farlo risorgere, vincendo la morte, pregò così: "Padre ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Lo sapevo che mi dai sempre ascolto". È in Gesù, con Gesù e per Gesù che la nostra preghiera sale al cielo. Gesù è il vero, unico, sommo sacerdote che offre sé stesso in sacrificio una volta per tutti e per sempre; è il vero tempio dove Dio si rende presente, è veramente Dio. Il nostro grido "Salvaci" in Lui penetra i cieli e dal cielo scende la forza dello Spirito. Invochiamo ugualmente fiduciosi Maria alla quale dalla croce Gesù ci ha affidati come figli: Ecco Tua Madre! Abbiamo una Madre misericordiosa e potente per vivere con speranza sempre.

 "Vicino ad ogni croce c'è sempre la Madre di Gesù: con il suo manto Lei asciuga le nostre lacrime, con la sua mano ci fa rialzare e ci accompagna nel cammino della speranza". Papa Francesco

FIORI FRA LE MACERIE 

Il coronavirus ci ha segnati profondamente. Non saremo più quelli di prima. Morti senza fine, sofferenze immani, paure che toglievano il sonno, speranze che hanno riportato ad inginocchiarsi, fragilità vera realtà di ogni uomo. Non saremo più quelli di prima. Mancano troppi all'appello; tante famiglie sono ferite; i sacerdoti sono morti per stare vicino a chi soffriva, medici e operatori sanitari, uomini dell'ordine e del servizio civile, uomini e donne, hanno rischiato per tutti la vita ... Ci hanno costretto giustamente a stare chiusi per tanto tempo. Non saremo più quelli di prima. Dio solo è Dio: abbiamo bisogno di Lui e di tutti; la preghiera non è una fuga, uno scudo per i deboli; è l'arma necessaria sempre. Non è una conquista aver cacciato Dio dalla vita personale, famigliare, sociale, politica, economica. È scoppiata una guerra terribile, voluta da noi, che ha fatto milioni di vittime. Abbiamo cacciato dalla vita la VITA e abbiamo raccolto morte. Dio nella sua misericordia è sceso ancora tra di noi per curare tante ferite e ha fatto rifiorire nel cuore di pietra il cuore di carne, aperto a Dio, al fratello, alla speranza, alla fede, all'eternità. La generosità nel cuore di tutti è rinata. Non saremo più quelli di prima ma, ce lo auguriamo, uomini veri, uomini e donne, cristiani secondo il Vangelo, fratelli senza barriere, seminatori di speranza, uomini e donne dalle mani sporche di amore e di carità.
Tra tante macerie sono spuntati fiori di carità, di eroismo fino a dare la vita. Quanti hanno dato la vita, sapendo di darla. Li ricorderemo a lungo. Sono i nuovi testimoni della Risurrezione, i santi della porta accanto. È una lista senza fine. Ricordiamo per tutti Li Weng Liang, medico cinese morto per curare i fratelli malati, fedele alla sua professione e alla sua fede in Cristo. 

LI WENG LIANG 

Li Weng Liang, che ha scoperto per primo il coronavirus a Wuhan, una tragedia senza confini, era un medico, un marito, un uomo profondamente cristiano. Fu perseguitato dalle autorità che perfino lo arrestarono, perché diffondeva panico. Dopo la sua morte le autorità hanno chiesto pubblicamente scusa. Anche la moglie prese il contagio, mentre aspettava il secondo figlio. Nonostante la pericolosità del virus, continuò a prendersi cura dei malati e rimase contagiato. Sapeva che sarebbe morto, ma era fiero di aver vissuto eroicamente la missione di medico cristiano; morì il 7 febbraio 2020. Scrisse prima di morire, quasi come testamento: Non voglio essere un eroe, ho ancora i miei genitori, i miei figli, mia moglie incinta, i miei pazienti che aspettano in reparto. Quando questa battaglia sarà finita, guarderò il cielo con le lacrime come la pioggia. Non voglio essere un eroe, ma come medico non riesco a vedere questo virus sconosciuto, che fa male a tante persone innocenti, che mentre stanno morendo mi guardano negli occhi, con la loro speranza di vita. Chi avrebbe mai capito che stavo per morire? La mia anima è in paradiso, guarda il letto bianco su cui giace il mio stesso corpo, con la stessa faccia familiare. Dove sono i miei genitori e la mia cara moglie? Combattere fino all'ultimo respiro. C'è una luce nel cielo. Alla fine di quella luce c'è il paradiso di cui spesso la gente parla, ma preferirei non andarci; preferirei tornare nella mia città natale a Wuhan. Ho lì la mia casa, per la quale devo pagare il prestito ogni mese. Come posso rinunciare? Per i genitori perdere il figlio quanto deve essere triste? Per la mia dolcezza senza marito, come può affrontare le vicissitudini del futuro? Me ne sono già andato. Li vedo prendere il mio corpo, metterlo in una borsa, dentro la quale giacciono molti connazionali, andati come me. Arrivederci miei cari; addio Wuhan, mia città natale. Spero che dopo il disastro imparerai cosa significa essere giusti. Mai più persone brave dovrebbero soffrire di paura senza fine e di tristezza indifesa. Ho combattuto la buona battaglia, ho finito la gara. Ho mantenuto la fede. Ora aspetto per me la corona di giustizia. Milioni di Cinesi hanno visto in Lui risplendere la luce di Cristo.

CASA S. MARIA E L’EPIDEMIA 

Come tutti abbiamo vissuto l'angoscia, le paure, la speranza, la preghiera, accettando l'isolamento e le privazioni; ci siamo sentiti vicini a tutti. Quante volte nella preghiera abbiamo invocato dal Cuore Immacolato di Maria salvezza, guarigione, il ritorno ad una vita serena, ad una fede più vera! Ricordiamo che il Cuore Immacolato di Maria tante volte ha protetto Casa S. Maria, i suoi devoti, la zona intorno. I nostri anziani ci hanno raccontato con le lacrime agli occhi come durante la Seconda Guerra Mondiale la battaglia che avrebbe distrutto tutto, per intercessione della Beata Vergine, non ebbe luogo. Durante i giorni di isolamento abbiamo sentito forte la missione di pregare. Abbiamo vissuto una preghiera continua, 24 ore su 24; ogni ora c'era qualcuno o una famiglia in preghiera per tutti. Per quanto possibile, con l'aiuto della radio e dei mezzi a nostra disposizione, abbiamo cercato di esservi vicini con la preghiera delle lodi e la riflessione al mattino, con la recita della coroncina alla Divina Misericordia e la S. Messa al pomeriggio, con la catechesi ogni settimana. Abbiamo sofferto con le famiglie provate dal dolore, abbiamo raccomandato più volte al giorno i tanti, i troppi morti, abbiamo pianto vedendo le file di bare senza nessuno accanto, in attesa di sepoltura. Nel mese di maggio, mese della Madonna, continuiamo la missione-preghiera, a starvi vicini, ad annunciare il Vangelo, con la speranza che questa sofferenza presto abbia fine. Il primo maggio ci siamo uniti alla Chiesa italiana nella consacrazione del paese alla Beata Vergine Maria, avvenne nel 1959; la rinnoveremo anche nel nostro Santuario.

O Maria, Vergine potente e Madre di misericordia, Regina del cielo e rifugio dei peccatori noi ci c o n s a c r i a m o interamente al Tuo Cuore Immacolato. Ti consacriamo tutto il nostro essere e tutta la nostra vita; tutto ciò che siamo, tutto ciò che abbiamo, tutto ciò che amiamo. A Te consacriamo le nostre famiglie e la nostra casa. Proteggici e difendici dai pericoli che attentano alla nostra vita, come un giorno hai protetto e difeso i nostri cari e Casa S. Maria dai pericoli della guerra e dai bombardamenti. A Te, Cuore Immacolato di Maria, affidiamo tutti coloro che ti venerano in questo santuario. Ti promettiamo di mettere tutto nel nostro cuore al servizio del tuo culto benedetto, per affrettare ed assicurare, per mezzo del regno del Tuo Cuore Immacolato, il Regno del Cuore di Gesù. Cuore Immacolato di Maria prega per noi. Amen.

A  San GIUSEPPE 

Proteggi, Santo Custode, questo nostro Paese, illumina i responsabili del bene comune, perché sappiano come te prendersi cura delle persone affidate alla loro responsabilità. Dona l'intelligenza della scienza a quanti ricercano mezzi adeguati per la salute e il bene fisico dei fratelli. Sostieni chi si spende per i bisognosi: i volontari, gli infermieri, i medici che sono in prima fila nel curare i malati, a costo della propria incolumità. Benedici San Giuseppe la Chiesa: a partire dai suoi ministri rendila segno e strumento della tua luce e della tua bontà. Accompagna, San Giuseppe, le famiglie: con il tuo silenzio orante, costruisci l'armonia tra i genitori e i figli, in modo particolare proteggi i più piccoli. Preserva gli anziani dalla solitudine: fa che nessuno sia lasciato nella disperazione dell'abbandono e dello scoraggiamento. Consola chi è fragile, incoraggia chi vacilla, intercedi per i poveri. Con la Vergine Maria supplica il Signore perché liberi il mondo da ogni forma di pandemia. Amen. Papa Francesco 19 marzo 2020 durante il Rosario della Chiesa Italiana per invocare la fine dell'epidemia. Parteciparono quasi 5 milioni di fedeli.

DAVANTI ALLA CROCE 

Gesù Signore, fino alla morte paziente e fino alla croce obbediente, ascolta la nostra supplica. Tu, l'innocente, sei stato accusato, il giusto, sei stato giudicato, il santo, sei stato condannato. Tu, figlio dell'uomo, crocifisso e messo a morte. Tu, il re, sei stato innalzato su una croce, Tu, la vita, hai subito la morte. Siamo qui, o Signore: siamo venuti come i colpevoli che ritornano al luogo del loro delitto; siamo venuti come coloro che ti hanno seguito, ma ti hanno tradito, tante volte fedeli e tante volte infedeli; siamo venuti per batterci il petto, per domandarti perdono, per implorare la tua misericordia. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi e donaci la pace. Amen. S. Paolo VI


Tratto da “L’Araldo” – SACERDOTI DEL SACRO CUORE DEHONIANI – FEBBRAIO 2020
CASA S. MARIA - 63078 PAGLIARE (AP)

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