Non
si può immaginare la vita della Chiesa senza il meraviglioso inno
mariano "Salve Regina". Ne è autore il benedettino Ermanno
il Contratto (nel senso di rattrappito, storpio). Nato in Svevia nel
1013, egli divenne nel medioevo la perla spirituale dell'Abbazia di
Reichenau, l'isola sul Lago di Costanza. Per le sue capacità
geniali, dai suoi contemporanei fu considerato "il miracolo del
secolo".
La
nascita di Ermanno ad Altshausen nella regione tedesca del
Wurttemberg risale dunque a più di mille anni fa e sulla sua vita
possediamo solo qualche foglio scritto a mano dal suo allievo
Bertoldo. Le poesie mariane di Ermanno, però, ci fanno conoscere
bene il suo grande amore per la Madonna. L'episodio che segue,
realmente accaduto, raccontato nel 1977 da p. Beda Feser, allora
priore cistercense della famosa chiesa di Birnau presso il Lago di
Costanza, presenterà ai nostri occhi la figura del monaco beato, non
solo come anima profondamente mariana, ma anche come caro patrono dei
malati e dei disabili. Il papà di p. Beda, il dottor Albert Feser,
fin dagli anni '30 operò come medico nell'ospedale di Altshausen. Un
giorno, sotto la coperta di un paziente che ventiquattro ore prima
era in fin di vita e poi aveva inaspettatamente riacquistato la
salute, trovò sbalordito parte di una calotta cranica! Cosa era
accaduto? Le suore francescane, che operavano nell'ospedale, non
avevano solo pregato per il moribondo, ma con fiducia avevano posto
accanto a lui, sotto il piumino, la reliquia del cranio del beato
Ermanno, all'epoca sotto la loro custodia. "Sì, dottore",
gli rivelò una suora, "quando qualcuno sta per morire, andiamo
a prendere 'Ermannino '." Il medico estrasse poi un frammento
della reliquia e lo spedì a Konnersreuth, al parroco Joseph Naber,
padre spirituale della mistica stigmatizzata Teresa Neumann. Durante
una delle sue impressionanti estasi del venerdì, il parroco mise la
busta chiusa davanti a Teresa. Appena don Naber ebbe messo la busta
con la reliquia sulla coperta della mistica, lei si svegliò
dall'estasi della passione e cadde in un'estasi di riposo: si sollevò
sul letto, salutò gioiosamente Ermanno, il grande innamorato della
Madonna, e iniziò a parlare con lui. Poi le apparve la Madre di Dio
e riferì a Teresa che, per intercessione del beato Ermanno, quel
giorno non avrebbe più sofferto la passione e morte del Signore.
Chi
era dunque questo Ermanno il Contratto 1013-1054)?
Secondogenito di
15 fratelli e sorelle, discendeva dalla stirpe dei conti di
Altshausen, una famiglia nobile all'epoca molto potente. Da parte
paterna era parente di sant'Ulderico, vescovo di Augusta, morto 40
anni prima della nascita di Ermanno. La famiglia era molto
benestante. La mamma Iltrude, profondamente devota, attraverso la sua
fede, la sua preghiera e il suo esempio, ebbe un ruolo determinante
nella formazione dell'amore per Maria di Ermanno. Per tutta la vita
egli rimase legato da tenero affetto alla mamma, mite e caritatevole.
Il
piccolo nobile Ermanno apparentemente era un bambino in salute, pieno
di gioia di vivere come tanti altri. Si distingueva però per la sua
intelligenza straordinaria. A sette anni i genitori lo affidarono
allora alle cure dei Benedettini dell'isola di Reichenau. Ermanno si
ricorderà per sempre del giorno del suo arrivo presso l'abbazia di
Nostra Signora della "Reichen Au", del "ricco prato":
era il 15 settembre 1020. Lì, nella parte occidentale del Lago di
Costanza, in un'epoca in cui ancora non esistevano le università, si
trovava uno dei centri di studio più significativi d'Europa,
particolarmente prospero nelle arti e nella scienza, specializzato in
particolare nella miniatura dei codici. In un'ideale alternanza di
preghiera, studio e lavoro, sotto lo sguardo attento del dotto abate
Bernone, che aveva riconosciuto l'elevato talento del ragazzo,
Ermanno trovò nell'abbazia l'ambiente ideale per sviluppare le sue
sorprendenti capacità intellettive e spirituali. Il suo futuro
allievo e fedele collaboratore, Bertoldo,.scrisse: "Dall'averle
solo osservate, in modo quasi perfetto conosceva ogni arte e le
finezze della poesia". Ermanno si fece monaco sulla Reichenau e
arrivò in poco tempo ad una tale sapienza che, a soli vent'anni, da
allievo divenne maestro e infine, come guida della scuola del
monastero, "suscitò stupore e ammirazione di tutti; da ogni
parte accorrevano alle sue lezioni".
Un
genio immobilizzato su una panchina
Più
o meno in questo tempo si manifestarono i sintomi della sua grave e
incurabile malattia, dalla quale l'origine del soprannome
"contractus". Le forze muscolari diminuirono gradualmente,
le articolazioni si irrigidirono, gli arti si deformarono. Su
richiesta dell'abate, a circa 30 anni, Ermanno ricevette
l'ordinazione sacerdotale, ma quasi da subito poté vivere il suo
sacerdozio solo in modo interiore, da ostia vivente, sempre più
immobilizzato e sofferente per dolori acutissimi. Della paralisi
avanzata del benedettino si scrisse: "Dal punto in cui veniva
lasciato, senza l'aiuto di qualcuno, non si poteva né allontanare né
girare da un lato all'altro; solo quando il suo domestico lo
sistemava su una sedia portatile, ricurvo e con fatica, poteva
lavorare a qualcosa. Divenne paralizzato anche alla bocca e alla
lingua riuscendo solo a stento a proferire parole biascicate e appena
comprensibili". Nonostante la grave patologia, Ermanno, stimato
e incoraggiato dal suo amico, l'abate Bernone, che fu come un padre
per lui, maturò fino al punto di diventare uno degli eruditi più
grandi del Medioevo; con il suo spirito sveglio e la sua forza di
volontà, in preghiera nella sua cella, scrutò le profondità dello
spazio e del tempo, del cosmo e della storia del mondo. Tante delle
opere scientifiche di Ermanno nel campo della musica, della
matematica, dell'astronomia e della storiografia possono essere
definite rivoluzionarie. A fatica, con penna e calamaio tra "le
dita fiacche", ma instancabile e "pieno di attenzione",
questo maestro della lingua latina scrisse preghiere meravigliose e
canti di una profondità commovente e di grande ricchezza teologica,
come sopra tutti gli inni mariani "Salve Regina" e "Alma
Redemptoris Mater", per i quali compose anche la musica. In
queste opere si svela come, nello spirito di san Benedetto, Ermanno,
nonostante tutte le sue ricerche scientifiche, fosse innanzitutto un
uomo di fede, che amava lodare Dio nella preghiera corale e nella più
intima meditazione.
Tra
le opere di Ermanno, la cui realizzazione suscita tuttora stupore per
le sue condizioni fisiche, si trovano un trattato, nel quale egli
elaborò un nuovo sistema di scrittura per le note, uniforme per
tutti i monasteri benedettini, come anche scritti matematici,
scientifici e storici in cui "superò di cognizioni e acume
tutti i conoscitori passati". E non solo, "addirittura
nella produzione di orologi, strumenti musicali e apparecchi
meccanici nessuno riusciva ad uguagliarlo". La sua opera
maggiore è una Cronologia della storia del mondo, dall'Incarnazione
fino ai suoi tempi. Fu considerata
allora l'opera storica più completa e minuziosa, in cui per la prima
volta veniva presentata una rigorosa successione degli anni dalla
nascita di Cristo. In tutto Ermanno non operò mai per ambizione
mondana, ma per servire lo stile di vita del suo ordine
nell'alternanza quotidiana di preghiera e lavoro, "ora et
labora".
Soprattutto
agli inizi questo giovane uomo dotato di forza creatrice quanto avrà
dovuto lottare con la sua malattia! Quale cammino spinoso doverla
accettare, quale dura scuola di pazienza e mitezza! Ermanno, però,
possedeva un buon senso dell'umorismo e, nonostante le sofferenze e
le difficoltà persino nel parlare, sapeva essere "pronto in
vivacità gaia a scherzare e a fare a botta e risposta". Forse
proprio a causa della sua paralisi divenne un religioso esemplare,
santo, di cui si disse: "Fervidamente si esercitò nell'amore
più umile e nell'umiltà amorosa, nella misericordia in tutta
allegria ... diventò tutto per tutti, un uomo gentile amato da
tutti".
In
modo particolare crebbero sempre più in questo monaco paralizzato la
fiducia e la fede nella forza della croce, e la sua sofferenza unita
al Redentore portò frutto: "Signore, fa sbocciare fiori dai
rami secchi delle mie spine. Tu stesso li hai intrecciati intorno
alla mia fronte e al mio cuore come sigillo e pegno di amore divino.
Dona vita al ramo di spine di dolori e di pene. Fa sbocciare fiori
dai rami secchi delle mie spine. Voglio portarli a tua madre Maria
che, come fiore purissimo si è schiusa sponsalmente allo Spirito e
ci donò Te, il frutto più santo della sua verginità benedetta. Tu,
santa Madre, Vergine Maria, luce dolce nelle ore dell'afflizione, a
Te, Soccorritrice, Consolatrice, Signora e Madre di amore
pietoso, a Te voglio presentare i miei fiori".
Sì,
Ermanno provava un amore particolare per Maria e in Lei riponeva la
profonda fiducia di un bambino; per lui, paralizzato, la Madonna era
un rifugio e la sua Avvocata, come scrisse invocandola in una delle
sue preghiere: "Salve, fulgida Stella del mare, Maria...
Ascoltaci, perché il Figlio ti onora e non ti nega niente".
Maria fu per lui una vera madre ed Ermanno lo espresse con parole
incomparabilmente belle e intense nel "Salve Regina":
"Salve, Regina, Madre di misericordia; vita, dolcezza e
speranza nostra, salve. A Te ricorriamo, noi esuli figli di Eva; a Te
sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù
dunque, Avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi.
E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del Tuo
seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria".
In
questa supplica non incontriamo proprio i bisogni e l'impotenza di
Ermanno nella sua malattia, tutto l'ardente desiderio della sua anima
di vedere Gesù dopo aver sopportato pazientemente l'"esilio"
nel suo corpo miseramente rattrappito? Senza dubbio questo inno
rispecchia anche la sua esperienza di vita in famiglia, l'amore
affidabile della sua mamma terrena, Iltrude, tornata alla Casa del
Padre nel 1052, due anni prima del figlio che aveva sempre protetto e
difeso per il suo grave handicap. Non a caso Ermanno la onorò in una
commovente poesia funebre come "madre dei poveri, speranza e
aiuto dei suoi".
Il
dottor Walter Ebner, uno dei maggiori studiosi della vita del beato
Ermanno, come medico ritiene che la malattia del monaco non fosse
congenita, così come talvolta viene scritto. Basandosi sulle
descrizioni dettagliate del suo allievo Bertoldo, secondo il dottor
Ebner, Ermanno soffrì di sclerosi laterale amiotrofica, meglio
conosciuta come SLA, la stessa malattia di p. Filip Stajner, di cui
abbiamo raccontato nel n. 47 della nostra rivista. Il più conosciuto
malato di SLA del nostro tempo è senza dubbio l'astrofisico Stephan
Hawking, deceduto nel marzo del 2018. Ermanno e Hawking sono stati
entrambi geni superdotati del loro tempo. Ma Hawking, da ateo, fino
alla fine negò l'esistenza dell'aldilà convinto che: "La
scienza rende inutile un creatore dell'universo", mentre Ermanno
anelò al Cielo con tutte le sue forze. Studiò, calcolò e ricercò,
compose musica e versi unicamente per la gloria di Dio e da Lui
attinse ogni ispirazione.
Nel
settembre del 1054 Ermanno si ammalò gravemente di pleurite e
polmonite. Aveva dolori incessanti e, a 41 anni, bramò la morte,
ormai vicina, come compimento di ogni suo desiderio. Una notte, in
estasi, il dotto monaco poté leggere dei testi che gli mostrarono
l'irrilevanza di tutte le sue opere terrene e al suo fedele
confratello dichiarò:
"Sotto
la forte ispirazione di quella lettura, ... il mondo futuro, che non
avrà termine, e quella vita eterna sono divenuti indicibilmente
desiderabili e cari, così che io considero tutte le cose passeggere
non più dell'impalpabile calugine del cardo". Dopo
aver ricevuto l'assoluzione e il Signore eucaristico,
"questo beato e incomparabile uomo di Dio spirò in felicità
perfetta il 24 settembre".
Ermanno
il Contratto non è mai stato beatificato ufficialmente, ma nelle
diocesi di Rottenburg e Friburgo viene onorato come beato. Nel corso
dei secoli, soprattutto in epoca barocca, l'amato monaco è stato
raffigurato in numerose chiese e monasteri della zona del Lago di
Costanza come autore del "Salve Regina".
Tratto
dalla rivista “ Trionfo del Cuore” Maggio Giugno 2019 - Opera
di Gesù Sommo Sacerdote - Famiglia
di Maria
- https://www.familiemariens.org/html/it/gemeinschaft.html
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