giovedì 11 luglio 2019

UNA COPPIA ESEMPLARE - Una storia semplice... e grande!



Introduzione

Da sempre le storie di matrimonio e di famiglia appassionano ed emozionano, e lo dimostra anche il successo di varie fiction televisive, tra cui alcune proposte proprio di recente, che sono state molto seguite ed amate. Quella, però, che viene proposta per cenni in questo riassunto, con invito a chi vorrà di documentarsi e approfondire ulteriormente, non vuole soltanto riportare alla memoria le cose del tempo che fu, magari per insistere sul fatto che si stava bene quando si stava peggio, e neppure comprende intrecci sentimentali complessi, tradimenti ed eventi eccezionali. Troviamo anche qui diversi colpi di scena.... ma sono quelli causati della Provvidenza, che come ci insegna il Manzoni tutto dispone esclusivamente per il nostro bene più autentico! Certo la libertà delle persone coinvolte ha dato un contributo essenziale alla bontà della storia e dei frutti che ne sono derivati, perché come nell'Annunciazione tutto parte e può realizzarsi nella storia degli uomini solo quando c'è qualcuno che dice un sì, magari senza avere la chiarezza di tutto il disegno ma con tanta fede e fiducia nel Disegnatore celeste, e rimboccandosi le maniche di conseguenza. Tutto si svolge molto vicino a noi, nella nostra stessa provincia: ma le conseguenze e i risvolti hanno riguardato tutti i continenti del pianeta..... viene spontaneo anche qui accostare questa storia a quella di Maria, umile ragazza di un paesino sperduto, il cui Bambino ha sconvolto le sorti del mondo...è davvero il metodo dell'Onnipotente prendere ciò che è piccolo per farne “cose grandi”, di cui i primi sorpresi sono gli stessi protagonisti.

Il giovane mugnaio


Sergio Bernardini nasce nella parrocchia di Sassoguidano, frazione di Pavullo, nel 1882. La famiglia è proprietaria di un mulino con annessa abitazione a Falanello, e con il fratello Ettore, Sergio non appena in età affianca i genitori nel lavoro. La sua istruzione scolastica, legata ai tempi e ai luoghi, è piuttosto sommaria, rivela però ben presto una intelligenza ingegnosa e pratica. Riceve soprattutto dalla mamma, che alla quale sempre più profondamente sarà riconoscente via via che cresce, una fede forte, limpida e profonda. Le condizioni di vita sono assai tribolate, ma il padre grazie al duro e costante lavoro riesce a comperare anche un altro mulino più a monte, in modo da assicurarne uno ad ognuno dei suoi figli. Sergio cresce sotto la direzione di questa brava mamma, che proprio perché gli vuole tanto bene non tollera disubbidienze e debolezze, ed egli supplisce alla mancanza di studi diventando un uomo dai cento mestieri, mettendo a frutto le peculiarità naturali con impegno e acume, cosa che gli sarà poi sempre utilissima per tutta la vita. Spesso i paesani si rivolgono a lui per aggiustare qualsiasi cosa, dagli attrezzi agricoli agli orologi. Quando il lavoro al mulino lo permette, si dedica anche ad altri lavori, ad esempio come quelli di carbonaio e muratore. Tutti nei dintorni conoscono questo giovane alto e forte, sempre indaffarato ma lieto e gentile, che viene ammirato oltre che per la sua laboriosità e bontà anche per la sua bellezza che non lascia indifferenti le ragazze del luogo, e che lui, per modestia, pare di continuo voler nascondere e mortificare.
La sua fede e la profonda sensibilità religiosa invece sono sempre più coltivate, vivendo un rapporto personale con quel Dio di cui sentiva palpitare l'amorosa potenza creatrice nella natura con cui lui era giornalmente a contatto. Ma non dobbiamo immaginarcelo come un poeta sognatore solamente preso da incanti estetici: la frequenza alla liturgia e al catechismo lo formano solidamente all'amore cristiano per il prossimo e lui volentieri trova modo e maniera per aiutare con concretezza e discrezione chi può trovarsi nella disgrazia e nel bisogno, trascinando in questo anche i suoi amici. Anche il papà gli è di esempio, persona stimata e portatrice di pace e serena allegria a cui spesso la gente si rivolge per consigli e problemi. Sergio è sempre disponibile gratuitamente per i lavori necessari in parrocchia, il parroco valuta l'ipotesi di una sua vocazione sacerdotale attende segni più chiari della volontà di Dio per entrare in argomento con lui. Sappiamo che viene a contatto con i Cappuccini di Pavullo, e ne ha grande stima per la loro vocazione missionaria, ma pregando resta anch'egli in attesa della manifestazione della volontà di Dio su di Lui.

Come Giobbe; la grande prova

Nel frattempo si innamora di una ragazza, e tra le tante che facevano per così dire la fila per lui egli la sceglie non solo per le sue doti umane ma anche per quelle solide convinzioni che per lui possono essere l'unica base per costruire una famiglia. Si sposa con Emilia nel 1907, e com'era loro desiderio dopo pochi mesi gli sposi già attendono il primo figlio, che nasce quando Sergio ha 25 anni. La grande gioia umana e cristiana che provano non dura molto: il piccolo Mario muore a soli 16 giorni di vita... e a questa morte seguono nel giro di quattro anni quella di entrambi i genitori, del fratello e di un altro figlioletto, Medardo, di ventotto mesi, della moglie Emilia e di infine dell'ultima nata, Igina, di tredici mesi.

L ' a t t u a l e   f a m i g l i a

Bernardini custodisce con venerazione la lapide sulla quale di proprio pugno e con mezzi rudimentali Sergio incide i nomi e le date dei suoi morti, per fissarle sulla pietra a ricordo imperituro. Viene  spontaneo accostare la figura di questo giovane uomo a quella del biblico Giobbe, che sopporta ogni genere di sventure senza maledire il Signore e continuando ad essergli fedele. Anche dal punto di vista materiale a causa delle cure mediche prestate e dei funerali da pagare si ritrova in cattive acque: perfino il suo giumento con cui trasportava i sacchi diventa cieco.... L'allegro giovanotto è un uomo piegato dal dolore, che riceve la comprensione e l'affetto di tante persone buone ma proprio come Giobbe anch'egli viene provocato e deriso da qualcuno... senza fede e senza nemmeno un po' di umana pietà!Sergio non dispera, ma continua ad affidarsi al Signore e alla Madonna, ignaro di quanto essi di bello e di grande stanno preparando per lui…

L’America: andata e ritorno

Assieme a un gruppo di conterranei, oramai slegato da qualsiasi impegno e obbligo familiare, e bisognoso di lavoro, si trasferisce in America, fabbricando un proprio autoritratto, pare molto somigliante, in cemento che colloca accanto alle tombe dei suoi cari come segno del suo affetto e del suo ricordo, non sapendo se e quando sarebbe ritornato. A Chicago il nostro trova lavoro in miniera ma dopo circa un anno un grave incidente lo costringe in ospedale per circa tre mesi. Oltre questa ennesima disgrazia, per Sergio, solo in quella terra lontana e circondato da un modo di vivere non permeato dall'amore e dal non timore di Dio, c'è la paura di smarrire la sua fede, così fa ritorno al paese, pur con l'incertezza del domani.

Domenica Bedonni: una fede radiosa

Il parroco don Pini a questo punto lo invita a considerare la possibilità di farsi sacerdote e gli assicura il suo massimo aiuto qualora lui si sentisse chiamato per questa strada, ma Sergio rifiuta decisamente sentendosi indegno di un compito così santo. La vita riprende, i debiti vengono saldati e l'orizzonte sembra rischiararsi di nuovo... il desiderio di formare una nuova famiglia c'è, ma la sua condizione di vedovo, per quanto giovane e di indiscusso valore, potrebbe scoraggiare più di una ragazza. Lo zio muratore che lavorava presso una famiglia di Verica gli propone un incontro con una giovane che, a suo dire, sembra davvero fatta apposta per lui, ed è a questo punto che la sua vita si intreccia con quella di Domenica Bedonni, una bella ragazza di circa sette anni più giovane, allegra ed esuberante tanto quanto fervente nella fede, nella pratica religiosa e nell'amore al prossimo, valori ai quali era stata da sempre educata dalla famiglia. Avendo assistito alla predicazione di alcuni missionari, si era interrogata riguardo una sua eventuale vocazione religiosa, ma non riconoscendo in sé segni evidenti e non trovando forma e sostegno adeguati a questa idea, essa era caduta in attesa di eventi.
A vent'anni, dopo essersi fidanzata, era rimasta libera a causa della morte di lui e in nuova attesa di futuro. Nel 1913 l'incontro con Sergio la commuove per la trasparente bontà di questo bell'uomo, così provato dalla disgrazia e così pieno di fede in Dio. Gli incontri amichevoli sono seguiti da un breve fidanzamento, durante il quale essi accordano le loro anime, già così ben orientate all'amore di Dio, all'amore di Lui attraverso la formazione di una famiglia cristiana.
Le vocazioni alla consacrazione religiosa e al matrimonio, pur con tante differenze, sono due strade che portano alla stessa meta, e la lettura del Vangelo, fatta assieme, detta a Sergio e Domenica i passi della strada che li aspetta e che chiede una unità di intenti tale da diventare un cuore e un'anima sola .
Non Possiamo non  sottolineare come manchi tutto ciò alla maggior parte dei giovani di oggi, che oramai non concepiscono più nemmeno il termine stesso di “fidanzamento”... con risultati che sono sotto i nostri occhi. La diversità caratteriale dei due, espansiva vivace ed estroversa l'una tanto quanto calmo, metodico e ponderato l'altro, non è vista come una difficoltà ma sarà una ricchezza a cui attingere vicendevolmente nelle varie fasi della vita.”Avremo molti figli e faremo molto bene nella volontà di Dio ed Egli ci aiuterà” e ancora ”Li educheremo a fare del bene, in modo che ciò che avremmo voluto fare in due venga fatto da cinque, dieci o magari più dei nostri figli”: questi sono i loro programmi.... che non verranno disattesi, perché non c'è miglior modo di far esaudire le nostre preghiere che quello di chiedere a Dio ciò che anch'Egli vuole e cerca per il bene del suo popolo! “Dio ci ha tanto benedetti” avranno modo di riconoscere con commozione in età anziana: vien da aggiungere che Dio in un certo senso non poteva fare altrimenti! Sia per quanto riguarda le loro intenzioni, sia la fedeltà con cui queste intenzioni vengono continuamente portate avanti, accompagnandole con una vita di adesione quotidiana concreta nelle grandi come nelle piccole cose.

Vita matrimoniale

La vita matrimoniale dei due si apre il 19 maggio del 1914: essi si stabiliscono a Barberino, vicino a Verica, in un fondo di cui Domenica è comproprietaria. Dopo la nascita della primogenita Igina si trasferiscono al mulino di Falanello, casa natale di Sergio. Nel 1916 egli viene chiamato alle armi ma in quanto tutore della nipote, rimasta orfana di guerra in seguito alla morte del marito della sorella di Domenica, presta servizio a Milano, lontano dal fronte. La moglie e sua sorella si trasferiscono al mulino di Falanello, dove Sergio può recarsi più facilmente quando viene in licenza. Nel frattempo dopo Igina nascono Amelia e Anna e al ritorno del padre dopo la fine della guerra segue la nascita di Matilde e, Augusta e Maria: ben sette sono le figlie che vengono alla luce dal 1915 al 1922.…

Il trasloco a Barberino

La primogenita è oramai in età scolare, ma abitando a Falanello la frequenza scolastica non è agevole a causa della tanta strada da fare, con i pericoli annessi e connessi, inoltre il canale si rivela pericoloso per le bambine che rischiano di venir trascinate dalla corrente e vengono salvate per ben due volte, così, sia pur con dispiacere, la famiglia si trasferisce di nuovo e definitivamente a Barberino lasciando la ben avviata attività.
E' un sacrificio necessario soprattutto per il bene della maggiore delle figlie e naturalmente di tutte le altre anche dal punto di vista dell'istruzione, dicevamo, perché Sergio e Domenica ci tengono molto: vorrebbero tanto che la almeno la prima delle loro figlie potesse studiare, e così magari aiutare le altre, pur non avendo studiato essi capiscono che la cultura è importante per conoscere meglio Dio e affacciarsi al mondo più “attrezzati” anche contro il male.
Qui a Barberino nascono dal 1924 al 1928 Paola, Lucia, Medardo e Giuseppe. La vita è dura, il lavoro è tanto, i mezzi sono pochi..... questo il breve riassunto che descrive in modo sintetico tutti i sacrifici che vengono richiesti alla famiglia intera, nessuno escluso. Anche per i bimbi ci sono tanti lavori e lavoretti che li educano già al sacrificio e alla responsabilità. Domenica è una mamma esigente che esige però prima di tutto da se stessa, e sa essere anche gioiosa e motivata in Dio nelle sue fatiche quotidiane: così i figli imparano altrettanto da lei senza troppe difficoltà, con una naturalezza di fondo, anche se ogni tanto qualche sgridata sembra necessaria.....In età avanzata Domenica si rammaricherà di aver chiesto forse troppo a questi bambini, ma in quei tempi e in quelle condizioni questo è ciò che accadeva in tutte le famiglie! Scrive una figlia: “Io da piccola ho avuto solo una bambola di pezza fatta da mio papà, non ricordo in quale ricorrenza; ma in compenso ho avuto tante bambole vere, vive: le mie sorelline. Erano davvero totalmente mie, da custodire e da governare. Sotto la vigilanza della mamma le lavavo. le pettinavo, le facevo mangiare. Mi piaceva far la maestra e con tanta passione insegnar loro ciò che al catechismo e alla scuola io apprendevo” I figli un giorno ringrazieranno per l'ottima educazione ricevuta, che ha permesso loro di trovarsi bene in ogni ambiente e contesto. Non mancano neanche i doveri di assistenza agli anziani: la mamma di Domenica presa dalla paralisi è accudita amorevolmente a casa loro fino alla fine della sua vita. La pratica religiosa non si arresta al solo precetto domenicale, ma comprende la frequenza alle varie funzioni, Vespro, Benedizione, Quarantore... e l'assiduità nella preghiera è fedele anche a casa, a cominciare dalla prima mattina in cui i figli si svegliano sentendo i genitori pregare ad alta voce. La fede è per loro il canovaccio robusto in cui viene momento per momento “ricamata” la vita familiare, e non un pizzico di sale spirituale per condire una pietanza del tutto diversa, come oggi viene considerata, purtroppo, nella gran parte dei casi... Domenica è una donna fine che conosce e apprezza l'ordine e la sobria eleganza nel vestire e si attarda a cucire gli abiti per tutta la famiglia con discreta abilità, cercando di supplire con il suo ingegno alle belle cose che non può comprare, così come si presta a innumerevoli attività che oggigiorno rientrano nel “fai da te”. Così pure Sergio sviluppa continuamente la sua ingegnosità cercando sempre nuovi sistemi per far rendere di più il terreno, conoscendo meglio le tecniche nuove di coltivazione negli incontri che gli esperti vengono a fare in montagna, e curando per quanto possibile il decoro della famiglia: ad esempio saranno tra i primi della zona ad avere l'acqua in casa con il rubinetto, grazie a un sistema di tubature realizzato da lui stesso, e possiamo ben immaginare cosa possa voler dire aver l'acqua in casa in termini di comodità per non doverla portare a casa nei secchi e maggiore pulizia e ordine generale.... In questi tempi di crisi economica dobbiamo apprezzare e cercar di imitare chi con solo tanto ingegno e volontà, senza studi e nessun “tutorial” su youtube riusciva a realizzare tanto con così poco! Il lavoro e il “fai da te” non sono comunque dettati solo dalle ristrettezze, ma anche dall'operosità innata di queste persone e dalla finalità al risparmio in vista sia della previdenza familiare sia anche per la carità ai bisognosi. La festività domenicale comincia già alla vigilia, lucidando le scarpe, preparando i vestiti con cura accanto al libretto da messa e al catechismo, in modo da predisporre tutta la persona alla santa Eucarestia. Lo stesso libro del catechismo che Domenica invita i figli a prendere con sé quando vanno a pascolare le pecore, assieme a qualche altra buona pubblicazione, perché non si va via mai senza un libro”. La domenica è anche l'occasione per Sergio e Domenica di frequentare i compaesani, e se all'andata si recitano insieme delle preghiere lungo il cammino certo al ritorno c'è occasione di parole e discorsi amichevoli, magari accompagnati da una tazza di caffè presso qualcuno o un bicchiere di vino. Sergio è lieto quando trova persone che condividono il suo pensiero religioso e il suo modo di vivere, ma anche in caso contrario le persone si trattengono naturalmente, in sua presenza, da battute o fraseggi non consoni. Non mancano, però, persone evidentemente “da poco” contrarie per convinzioni o forse invidiose di questa brava famiglia, che fanno scommesse sulla rovina dei Bernardini, per l'uno o per l'altro motivo. La disgrazia, comunque, al di là delle vacue parole di questi, non li risparmia più volte con varie malattie, incidenti e soprattutto quella volta che va a fuoco la stalla, con danni incalcolabili. Ma in tutti questi frangenti i due sposi non mancano mai di “tener botta” pregando il Signore per avere il suo aiuto e rimboccandosi santamente le maniche per ricominciare da capo. I figli della ”Minghina”, nonostante qualche critica e cattiveria, crescono con l'ammirazione di tutti, perché sono i ragazzi più belli e più bravi della zona, a scuola e in chiesa.
Le vocazioni in una straordinaria famiglia Quando Igina e Amalia terminano la scuola elementare, i genitori non vogliono mandarle “a servizio” come usava a quei tempi già in così giovane età, con i rischi morali e materiali che possiamo immaginare, ma le si vorrebbe far studiare, perciò occorrerebbe trovare una sistemazione sostenibile per l'economia della famiglia...il parroco si attiva per la ricerca di un collegio adatto, e lo trova anche se un po' distante, ad Alba dai Paolini di don Alberione: lì le ragazze potranno studiare e lavorare in tipografia con una retta per questo assai più accessibile, in un ambiente sano e protetto. Il dolore del distacco è grande ma ”è per il loro bene”... Anche le altre figlie si aggiungono alle prime, e Igina, la primogenita ormai giovinetta manifesta ai genitori l'intenzione di consacrarsi al Signore. Questo proposito è valutato con saggezza da mamma e papà, timorosi che la ragazza non sia sufficientemente matura per questa scelta o sia stata in qualche modo influenzata da qualche persona o circostanza, ma poi la lasciano libera di seguire il suo proposito, e lo stesso accadrà per sei delle otto figlie.... ogni volta il pensiero e il distacco è assai doloroso! Una di queste figlie, rientrata in famiglia dopo gli studi, parte in un tempo successivo con rinnovata intenzione di rimanere per sempre come consacrata, e Domenica è sollevata da questo fatto perché pensa che è evidente che esse sono davvero libere di scegliere ciò che pensano che Dio chiede loro e che si sentono di fare. Tra i dieci figli solo due delle ragazze, pur avendo avuto le stesse opportunità, scelgono la vita matrimoniale. I due maschi diventeranno frati cappuccini e loro stessi Sergio e Domenica si faranno terziari francescani, seguendo cioè il cammino che è proposto ai laici anche sposati che desiderano seguire nei doveri del proprio stato di vita la spiritualità di san Francesco. La strada di consacrazione iniziata dai figli li porta però molto più lontano del previsto..... altri addii trepidanti e bagnati di lacrime si prospettano per i due sposi... sette degli otto religiosi andranno missionari nei vari continenti, manca solo l'Africa....vorrebbe andare il figlio Medardo, divenuto padre Sebastiano (che tanti conoscono per le sue varie iniziative e apparizioni televisive a sostegno di esse). Giuseppe, divenuto padre Germano, sarà un giorno vescovo in Turchia. La mamma accenna timidamente alla possibilità che almeno Sebastiano, che pare anche lui prossimo a partire, rimanga qui in Italia, per sostenere la vecchiaia del papà, ma subito si pente del suo pensiero... però il frate è scartato per motivi di salute. Resta comunque nel cuore di mamma Domenica il pensiero dell'Africa, e allora... adotta un seminarista nigeriano, ora vescovo!Davvero tutti i continenti sono raggiunti dalla famiglia Bernardini..... e loro tutti raggiungono, con la loro preghiera e vita cristiana sempre esemplare, ancor più motivati dalle tante vocazioni che vogliono sostenere! Non sono frequenti i ritrovi e le visite con questi figli così impegnati e impossibilitati a visite e vacanze in famiglia, ma tutto si inventa per rimanere in comunicazione e scambiarsi notizie personali e informazioni delle varie attività, con tutto lo scambio di affetto che possiamo immaginare, lettere, fotografie, audio registrazioni.... purtroppo non c'era ancora la webcam! Presso la loro casa a Barberino gli sposi ottengono il permesso di custodire l'Eucarestia in una cappella che viene costruita lì a casa loro..... è una gioia che non si può raccontare... in essa gli sposi pregano per i figli e per tutto il mondo, nel quale essi spargono l'annuncio di Cristo, e qui i due cappuccini possono celebrare la Messa quando vengono in visita....nella chiesa domestica di questa famiglia, in cui Gesù è sempre stato presente “spiritualmente” e onorato ogni momento, viene ad esservi anche un luogo in cui “fisicamente” Lui dimora!

Verso il tramonto; ..la lotta escatologica

Gli ultimi anni di Sergio sono fortemente rattristati da un lungo periodo di prova spirituale, che gli esperti hanno qualificato inequivocabilmente come “la prova dei santi”. Gli sembrava di essere indegno davanti a Dio e di avere sbagliato tutto..... chi ha letto la Storia di un'Anima di s. Teresa di Lisieux, solo per fare un esempio, può capire di cosa si tratta. Anche questa tempesta dello spirito, con l'aiuto del Signore e il sostegno dei figli e della sposa viene poi superata e Sergio si spegne sereno, con un “oooh” di meraviglia che Domenica attribuisce all'apparizione di Maria, nell'ottobre del 1966. Domenica, a distanza di quattro anni e mezzo, dopo una vecchiaia tranquilla che pur non le risparmia i dolori e le umiliazioni dell'età, raggiunge lo sposo in cielo.Le loro spoglie riposano ora assieme presso il cimitero di Verica, dove il 20 giugno del 2006 si è aperto il processo informativo per la Causa di Beatificazione, alla presenza di S. E. Mons. Benito Cocchi.

Conclusioni

Domenica aveva concluso con queste parole il suo testamento spirituale, parlando al plurale, in nome anche del marito: “....Siamo davvero contenti di tutti voi. Siete come vi avremmo voluti e non ne siamo neppure degni. Ringraziamo insieme il Signore e facciamoci più degni di tante grazie ricevute dal buon Gesù. E quando moriremo non piangete. Pregate per noi e ricambieremo. Vi dico che sopra la mia bara desidero una ghirlanda di fiori e nel suo centro un quadro grande di tutta la nostra famiglia. Così se non potrete esserci personalmente, mi accompagnerete tutti almeno in fotografia, poi lo riporterete a casa. E con le vostre preghiere spero di andare presto in Paradiso. Vi bacio tutti. Arrivederci, speriamo, lassù. La vostra mamma che tutti vi porta nel cuore e vi ama tanto.”

PREGHIERA PER LA FAMIGLIA

Padre Santo,che ci hai pensati uomo e donna perché,come sposi uniti nel mistero nuziale, ci amassimo di amore eterno,dona alle nostre famiglie la tua benedizione e la tua pace.

Gesù,che hai voluto nascere e crescere amato da Maria e Giuseppe,dona alle nostre famiglie il sorriso dei bimbi e custodiscili nella tua verità.

Spirito santo, illumina gli sposi perché rinnovino ogni giorno il loro “sì” all'amore e orientali a imitare la santa famiglia di Nazareth nella preghiera e nella fiducia in Dio.

Santissima Trinità, ti rendiamo lode per Sergio e Domenica,fulgido esempio di genitori cristiani che hanno saputo educare i figli nella fede e nella carità operosa.

Per loro intercessione,ti chiediamo che le nostre chiese domestiche siano un gioioso messaggio di speranza per l'avvenire dell'umanità.
Amen

A te la lode, Santissima Trinità, per averci donato questi coniugi che hanno scoperto la bellezza della vocazione all’amore e, ad imitazione degli sposi di Nazareth, sono stati esempio di virtù per i loro dieci figli, sposi fedeli e gioiosi, difensori della vita nascente e innamorati dell’adorazione eucaristica, irradiano di speranza la nostra società confusa e senza pace. A tua gloria, chiediamo la beatificazione di Sergio e Domenica che già invochiamo quali intercessori di grazie per le famiglie e per le vocazioni religiose.
Amen
                                                                               Tre “gloria al padre”




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