Introduzione
Da
sempre le storie di matrimonio e di famiglia appassionano ed
emozionano, e lo dimostra anche il successo di varie fiction
televisive, tra cui alcune proposte proprio di recente, che sono
state molto seguite ed amate. Quella, però, che viene proposta per
cenni in questo riassunto, con invito a chi vorrà di documentarsi e
approfondire ulteriormente, non vuole soltanto riportare alla memoria
le cose del tempo che fu, magari per insistere sul fatto che si stava
bene quando si stava peggio, e neppure comprende intrecci
sentimentali complessi, tradimenti ed eventi eccezionali. Troviamo
anche qui diversi colpi di scena.... ma sono quelli causati della
Provvidenza, che come ci insegna il Manzoni tutto dispone
esclusivamente per il nostro bene più autentico! Certo la libertà
delle persone coinvolte ha dato un contributo essenziale alla bontà
della storia e dei frutti che ne sono derivati, perché come
nell'Annunciazione tutto parte e può realizzarsi nella storia degli
uomini solo quando c'è qualcuno che dice un sì, magari senza avere
la chiarezza di tutto il disegno ma con tanta fede e fiducia nel
Disegnatore celeste, e rimboccandosi le maniche di conseguenza. Tutto
si svolge molto vicino a noi, nella nostra stessa provincia: ma le
conseguenze e i risvolti hanno riguardato tutti i continenti del
pianeta..... viene spontaneo anche qui accostare questa storia a
quella di Maria, umile ragazza di un paesino sperduto, il cui Bambino
ha sconvolto le sorti del mondo...è davvero il metodo
dell'Onnipotente prendere ciò che è piccolo per farne “cose
grandi”, di cui i primi sorpresi sono gli stessi protagonisti.
Il
giovane mugnaio
Sergio
Bernardini nasce nella parrocchia di Sassoguidano, frazione di
Pavullo, nel 1882. La famiglia è proprietaria di un mulino con
annessa abitazione a Falanello, e con il fratello Ettore, Sergio non
appena in età affianca i genitori nel lavoro. La sua istruzione
scolastica, legata ai tempi e ai luoghi, è piuttosto sommaria,
rivela però ben presto una intelligenza ingegnosa e pratica. Riceve
soprattutto dalla mamma, che alla quale sempre più profondamente
sarà riconoscente via via che cresce, una fede forte, limpida e
profonda. Le condizioni di vita sono assai tribolate, ma il padre
grazie al duro e costante lavoro riesce a comperare anche un altro
mulino più a monte, in modo da assicurarne uno ad ognuno dei suoi
figli. Sergio cresce sotto la direzione di questa brava mamma, che
proprio perché gli vuole tanto bene non tollera disubbidienze e
debolezze, ed egli supplisce alla mancanza di studi diventando un
uomo dai cento mestieri, mettendo a frutto le peculiarità naturali
con impegno e acume, cosa che gli sarà poi sempre utilissima per
tutta la vita. Spesso i paesani si rivolgono a lui per aggiustare
qualsiasi cosa, dagli attrezzi agricoli agli orologi. Quando il
lavoro al mulino lo permette, si dedica anche ad altri lavori, ad
esempio come quelli di carbonaio e muratore. Tutti nei dintorni
conoscono questo giovane alto e forte, sempre indaffarato ma lieto e
gentile, che viene ammirato oltre che per la sua laboriosità e bontà
anche per la sua bellezza che non lascia indifferenti le ragazze del
luogo, e che lui, per modestia, pare di continuo voler nascondere e
mortificare.
La
sua fede e la profonda sensibilità religiosa invece sono sempre più
coltivate, vivendo un rapporto personale con quel Dio di cui sentiva
palpitare l'amorosa potenza creatrice nella natura con cui lui era
giornalmente a contatto. Ma non dobbiamo immaginarcelo come un poeta
sognatore solamente preso da incanti estetici: la frequenza alla
liturgia e al catechismo lo formano solidamente all'amore cristiano
per il prossimo e lui volentieri trova modo e maniera per aiutare con
concretezza e discrezione chi può trovarsi nella disgrazia e nel
bisogno, trascinando in questo anche i suoi amici. Anche il papà gli
è di esempio, persona stimata e portatrice di pace e serena allegria
a cui spesso la gente si rivolge per consigli e problemi. Sergio è
sempre disponibile gratuitamente per i lavori necessari in
parrocchia, il parroco valuta l'ipotesi di una sua vocazione
sacerdotale attende segni più chiari della volontà di Dio per
entrare in argomento con lui. Sappiamo che viene a contatto con i
Cappuccini di Pavullo, e ne ha grande stima per la loro vocazione
missionaria, ma pregando resta anch'egli in attesa della
manifestazione della volontà di Dio su di Lui.
Come
Giobbe; la grande prova
Nel
frattempo si innamora di una ragazza, e tra le tante che facevano per
così dire la fila per lui egli la sceglie non solo per le sue doti
umane ma anche per quelle solide convinzioni che per lui possono
essere l'unica base per costruire una famiglia. Si sposa con Emilia
nel 1907, e com'era loro desiderio dopo pochi mesi gli sposi già
attendono il primo figlio, che nasce quando Sergio ha 25 anni. La
grande gioia umana e cristiana che provano non dura molto: il piccolo
Mario muore a soli 16 giorni di vita... e a questa morte seguono nel
giro di quattro anni quella di entrambi i genitori, del fratello e di
un altro figlioletto, Medardo, di ventotto mesi, della moglie Emilia
e di infine dell'ultima nata, Igina, di tredici mesi.
L
' a t t u a l e f a m i g l i a
Bernardini
custodisce con venerazione la lapide sulla quale di proprio pugno e
con mezzi rudimentali Sergio incide i nomi e le date dei suoi morti,
per fissarle sulla pietra a ricordo imperituro. Viene spontaneo accostare la figura di questo giovane uomo a quella del biblico
Giobbe, che sopporta ogni genere di sventure senza maledire il
Signore e continuando ad essergli fedele. Anche dal punto di vista
materiale a causa delle cure mediche prestate e dei funerali da
pagare si ritrova in cattive acque: perfino il suo giumento con cui
trasportava i sacchi diventa cieco.... L'allegro giovanotto è un
uomo piegato dal dolore, che riceve la comprensione e l'affetto di
tante persone buone ma proprio come Giobbe anch'egli viene provocato
e deriso da qualcuno... senza fede e senza nemmeno un po' di umana
pietà!Sergio non dispera, ma continua ad affidarsi al Signore e alla
Madonna, ignaro di quanto essi di bello e di grande stanno preparando
per lui…
L’America:
andata e ritorno
Assieme
a un gruppo di conterranei, oramai slegato da qualsiasi impegno e
obbligo familiare, e bisognoso di lavoro, si trasferisce in America,
fabbricando un proprio autoritratto, pare molto somigliante, in
cemento che colloca accanto alle tombe dei suoi cari come segno del
suo affetto e del suo ricordo, non sapendo se e quando sarebbe
ritornato. A Chicago il nostro trova lavoro in miniera ma dopo circa
un anno un grave incidente lo costringe in ospedale per circa tre
mesi. Oltre questa ennesima disgrazia, per Sergio, solo in quella
terra lontana e circondato da un modo di vivere non permeato
dall'amore e dal non timore di Dio, c'è la paura di smarrire la sua
fede, così fa ritorno al paese, pur con l'incertezza del domani.
Domenica
Bedonni: una fede radiosa
Il
parroco don Pini a questo punto lo invita a considerare la
possibilità di farsi sacerdote e gli assicura il suo massimo aiuto
qualora lui si sentisse chiamato per questa strada, ma Sergio rifiuta
decisamente sentendosi indegno di un compito così santo. La vita
riprende, i debiti vengono saldati e l'orizzonte sembra rischiararsi
di nuovo... il desiderio di formare una nuova famiglia c'è, ma la
sua condizione di vedovo, per quanto giovane e di indiscusso valore,
potrebbe scoraggiare più di una ragazza. Lo zio muratore che
lavorava presso una famiglia di Verica gli propone un incontro con
una giovane che, a suo dire, sembra davvero fatta apposta per lui, ed
è a questo punto che la sua vita si intreccia con quella di Domenica
Bedonni, una bella ragazza di circa sette anni più giovane, allegra
ed esuberante tanto quanto fervente nella fede, nella pratica
religiosa e nell'amore al prossimo, valori ai quali era stata da
sempre educata dalla famiglia. Avendo assistito alla predicazione di
alcuni missionari, si era interrogata riguardo una sua eventuale
vocazione religiosa, ma non riconoscendo in sé segni evidenti e non
trovando forma e sostegno adeguati a questa idea, essa era caduta in
attesa di eventi.
A
vent'anni, dopo essersi fidanzata, era rimasta libera a causa della
morte di lui e in nuova attesa di futuro. Nel 1913 l'incontro con
Sergio la commuove per la trasparente bontà di questo bell'uomo,
così provato dalla disgrazia e così pieno di fede in Dio. Gli
incontri amichevoli sono seguiti da un breve fidanzamento, durante il
quale essi accordano le loro anime, già così ben orientate
all'amore di Dio, all'amore di Lui attraverso la formazione di una
famiglia cristiana.
Le
vocazioni alla consacrazione religiosa e al matrimonio, pur con tante
differenze, sono due strade che portano alla stessa meta, e la
lettura del Vangelo, fatta assieme, detta a Sergio e Domenica i passi
della strada che li aspetta e che chiede una unità di intenti tale
da diventare un cuore e un'anima sola .
Non Possiamo non sottolineare come manchi tutto ciò
alla maggior parte dei giovani di oggi, che oramai non concepiscono
più nemmeno il termine stesso di “fidanzamento”... con risultati
che sono sotto i nostri occhi. La diversità caratteriale dei due,
espansiva vivace ed estroversa l'una tanto quanto calmo, metodico e
ponderato l'altro, non è vista come una difficoltà ma sarà una
ricchezza a cui attingere vicendevolmente nelle varie fasi della
vita.”Avremo molti figli e faremo molto bene nella volontà di Dio
ed Egli ci aiuterà” e ancora ”Li educheremo a fare del bene, in
modo che ciò che avremmo voluto fare in due venga fatto da cinque,
dieci o magari più dei nostri figli”: questi sono i loro
programmi.... che non verranno disattesi, perché non c'è miglior
modo di far esaudire le nostre preghiere che quello di chiedere a Dio
ciò che anch'Egli vuole e cerca per il bene del suo popolo! “Dio
ci ha tanto benedetti” avranno modo di riconoscere con commozione
in età anziana: vien da aggiungere che Dio in un certo senso non
poteva fare altrimenti! Sia per quanto riguarda le loro intenzioni,
sia la fedeltà con cui queste intenzioni vengono continuamente
portate avanti, accompagnandole con una vita di adesione quotidiana
concreta nelle grandi come nelle piccole cose.
Vita
matrimoniale
La
vita matrimoniale dei due si apre il 19 maggio del 1914: essi si
stabiliscono a Barberino, vicino a Verica, in un fondo di cui
Domenica è comproprietaria. Dopo la nascita della primogenita Igina
si trasferiscono al mulino di Falanello, casa natale di Sergio. Nel
1916 egli viene chiamato alle armi ma in quanto tutore della nipote,
rimasta orfana di guerra in seguito alla morte del marito della
sorella di Domenica, presta servizio a Milano, lontano dal fronte. La
moglie e sua sorella si trasferiscono al mulino di Falanello, dove
Sergio può recarsi più facilmente quando viene in licenza. Nel
frattempo dopo Igina nascono Amelia e Anna e al ritorno del padre
dopo la fine della guerra segue la nascita di Matilde e, Augusta e
Maria: ben sette sono le figlie che vengono alla luce dal 1915 al
1922.…
Il
trasloco a Barberino
La
primogenita è oramai in età scolare, ma abitando a Falanello la
frequenza scolastica non è agevole a causa della tanta strada da
fare, con i pericoli annessi e connessi, inoltre il canale si rivela
pericoloso per le bambine che rischiano di venir trascinate dalla
corrente e vengono salvate per ben due volte, così, sia pur con
dispiacere, la famiglia si trasferisce di nuovo e definitivamente a
Barberino lasciando la ben avviata attività.
E'
un sacrificio necessario soprattutto per il bene della maggiore delle
figlie e naturalmente di tutte le altre anche dal punto di vista
dell'istruzione, dicevamo, perché Sergio e Domenica ci tengono
molto: vorrebbero tanto che la almeno la prima delle loro figlie
potesse studiare, e così magari aiutare le altre, pur non avendo
studiato essi capiscono che la cultura è importante per conoscere
meglio Dio e affacciarsi al mondo più “attrezzati” anche contro
il male.
Qui
a Barberino nascono dal 1924 al 1928 Paola, Lucia, Medardo e
Giuseppe. La vita è dura, il lavoro è tanto, i mezzi sono
pochi..... questo il breve riassunto che descrive in modo sintetico
tutti i sacrifici che vengono richiesti alla famiglia intera, nessuno
escluso. Anche per i bimbi ci sono tanti lavori e lavoretti che li
educano già al sacrificio e alla responsabilità. Domenica è una
mamma esigente che esige però prima di tutto da se stessa, e sa
essere anche gioiosa e motivata in Dio nelle sue fatiche quotidiane:
così i figli imparano altrettanto da lei senza troppe difficoltà,
con una naturalezza di fondo, anche se ogni tanto qualche sgridata
sembra necessaria.....In età avanzata Domenica si rammaricherà di
aver chiesto forse troppo a questi bambini, ma in quei tempi e in
quelle condizioni questo è ciò che accadeva in tutte le famiglie!
Scrive una figlia: “Io da piccola ho avuto solo una bambola di
pezza fatta da mio papà, non ricordo in quale ricorrenza; ma in
compenso ho avuto tante bambole vere, vive: le mie sorelline. Erano
davvero totalmente mie, da custodire e da governare. Sotto la
vigilanza della mamma le lavavo. le pettinavo, le facevo mangiare. Mi
piaceva far la maestra e con tanta passione insegnar loro ciò che al
catechismo e alla scuola io apprendevo” I figli un giorno
ringrazieranno per l'ottima educazione ricevuta, che ha permesso loro
di trovarsi bene in ogni ambiente e contesto. Non mancano neanche i
doveri di assistenza agli anziani: la mamma di Domenica presa dalla
paralisi è accudita amorevolmente a casa loro fino alla fine della
sua vita. La pratica religiosa non si arresta al solo precetto
domenicale, ma comprende la frequenza alle varie funzioni, Vespro,
Benedizione, Quarantore... e l'assiduità nella preghiera è fedele
anche a casa, a cominciare dalla prima mattina in cui i figli si
svegliano sentendo i genitori pregare ad alta voce. La fede è per
loro il canovaccio robusto in cui viene momento per momento
“ricamata” la vita familiare, e non un pizzico di sale spirituale
per condire una pietanza del tutto diversa, come oggi viene
considerata, purtroppo, nella gran parte dei casi... Domenica è una
donna fine che conosce e apprezza l'ordine e la sobria eleganza nel
vestire e si attarda a cucire gli abiti per tutta la famiglia con
discreta abilità, cercando di supplire con il suo ingegno alle belle
cose che non può comprare, così come si presta a innumerevoli
attività che oggigiorno rientrano nel “fai da te”. Così pure
Sergio sviluppa continuamente la sua ingegnosità cercando sempre
nuovi sistemi per far rendere di più il terreno, conoscendo meglio
le tecniche nuove di coltivazione negli incontri che gli esperti
vengono a fare in montagna, e curando per quanto possibile il decoro
della famiglia: ad esempio saranno tra i primi della zona ad avere
l'acqua in casa con il rubinetto, grazie a un sistema di tubature
realizzato da lui stesso, e possiamo ben immaginare cosa possa voler
dire aver l'acqua in casa in termini di comodità per non doverla
portare a casa nei secchi e maggiore pulizia e ordine generale.... In
questi tempi di crisi economica dobbiamo apprezzare e cercar di
imitare chi con solo tanto ingegno e volontà, senza studi e nessun
“tutorial” su youtube riusciva a realizzare tanto con così poco!
Il lavoro e il “fai da te” non sono comunque dettati solo dalle
ristrettezze, ma anche dall'operosità innata di queste persone e
dalla finalità al risparmio in vista sia della previdenza familiare
sia anche per la carità ai bisognosi. La festività domenicale
comincia già alla vigilia, lucidando le scarpe, preparando i vestiti
con cura accanto al libretto da messa e al catechismo, in modo da
predisporre tutta la persona alla santa Eucarestia. Lo stesso libro
del catechismo che Domenica invita i figli a prendere con sé quando
vanno a pascolare le pecore, assieme a qualche altra buona
pubblicazione, perché non si va via mai senza un libro”. La
domenica è anche l'occasione per Sergio e Domenica di frequentare i
compaesani, e se all'andata si recitano insieme delle preghiere lungo
il cammino certo al ritorno c'è occasione di parole e discorsi
amichevoli, magari accompagnati da una tazza di caffè presso
qualcuno o un bicchiere di vino. Sergio è lieto quando trova persone
che condividono il suo pensiero religioso e il suo modo di vivere, ma
anche in caso contrario le persone si trattengono naturalmente, in
sua presenza, da battute o fraseggi non consoni. Non mancano, però,
persone evidentemente “da poco” contrarie per convinzioni o forse
invidiose di questa brava famiglia, che fanno scommesse sulla rovina
dei Bernardini, per l'uno o per l'altro motivo. La disgrazia,
comunque, al di là delle vacue parole di questi, non li risparmia
più volte con varie malattie, incidenti e soprattutto quella volta
che va a fuoco la stalla, con danni incalcolabili. Ma in tutti questi
frangenti i due sposi non mancano mai di “tener botta” pregando
il Signore per avere il suo aiuto e rimboccandosi santamente le
maniche per ricominciare da capo. I figli della ”Minghina”,
nonostante qualche critica e cattiveria, crescono con l'ammirazione
di tutti, perché sono i ragazzi più belli e più bravi della zona,
a scuola e in chiesa.
Le
vocazioni in una straordinaria famiglia Quando Igina e Amalia
terminano la scuola elementare, i genitori non vogliono mandarle “a
servizio” come usava a quei tempi già in così giovane età, con i
rischi morali e materiali che possiamo immaginare, ma le si vorrebbe
far studiare, perciò occorrerebbe trovare una sistemazione
sostenibile per l'economia della famiglia...il parroco si attiva per
la ricerca di un collegio adatto, e lo trova anche se un po'
distante, ad Alba dai Paolini di don Alberione: lì le ragazze
potranno studiare e lavorare in tipografia con una retta per questo
assai più accessibile, in un ambiente sano e protetto. Il dolore del
distacco è grande ma ”è per il loro bene”... Anche le altre
figlie si aggiungono alle prime, e Igina, la primogenita ormai
giovinetta manifesta ai genitori l'intenzione di consacrarsi al
Signore. Questo proposito è valutato con saggezza da mamma e papà,
timorosi che la ragazza non sia sufficientemente matura per questa
scelta o sia stata in qualche modo influenzata da qualche persona o
circostanza, ma poi la lasciano libera di seguire il suo proposito, e
lo stesso accadrà per sei delle otto figlie.... ogni volta il
pensiero e il distacco è assai doloroso! Una di queste figlie,
rientrata in famiglia dopo gli studi, parte in un tempo successivo
con rinnovata intenzione di rimanere per sempre come consacrata, e
Domenica è sollevata da questo fatto perché pensa che è evidente
che esse sono davvero libere di scegliere ciò che pensano che Dio
chiede loro e che si sentono di fare. Tra i dieci figli solo due
delle ragazze, pur avendo avuto le stesse opportunità, scelgono la
vita matrimoniale. I due maschi diventeranno frati cappuccini e loro
stessi Sergio e Domenica si faranno terziari francescani, seguendo
cioè il cammino che è proposto ai laici anche sposati che
desiderano seguire nei doveri del proprio stato di vita la
spiritualità di san Francesco. La strada di consacrazione iniziata
dai figli li porta però molto più lontano del previsto..... altri
addii trepidanti e bagnati di lacrime si prospettano per i due
sposi... sette degli otto religiosi andranno missionari nei vari
continenti, manca solo l'Africa....vorrebbe andare il figlio Medardo,
divenuto padre Sebastiano (che tanti conoscono per le sue varie
iniziative e apparizioni televisive a sostegno di esse). Giuseppe,
divenuto padre Germano, sarà un giorno vescovo in Turchia. La mamma
accenna timidamente alla possibilità che almeno Sebastiano, che pare
anche lui prossimo a partire, rimanga qui in Italia, per sostenere la
vecchiaia del papà, ma subito si pente del suo pensiero... però il
frate è scartato per motivi di salute. Resta comunque nel cuore di
mamma Domenica il pensiero dell'Africa, e allora... adotta un
seminarista nigeriano, ora vescovo!Davvero tutti i continenti sono
raggiunti dalla famiglia Bernardini..... e loro tutti raggiungono,
con la loro preghiera e vita cristiana sempre esemplare, ancor più
motivati dalle tante vocazioni che vogliono sostenere! Non sono
frequenti i ritrovi e le visite con questi figli così impegnati e
impossibilitati a visite e vacanze in famiglia, ma tutto si inventa
per rimanere in comunicazione e scambiarsi notizie personali e
informazioni delle varie attività, con tutto lo scambio di affetto
che possiamo immaginare, lettere, fotografie, audio registrazioni....
purtroppo non c'era ancora la webcam! Presso la loro casa a Barberino
gli sposi ottengono il permesso di custodire l'Eucarestia in una
cappella che viene costruita lì a casa loro..... è una gioia che
non si può raccontare... in essa gli sposi pregano per i figli e per
tutto il mondo, nel quale essi spargono l'annuncio di Cristo, e qui i
due cappuccini possono celebrare la Messa quando vengono in
visita....nella chiesa domestica di questa famiglia, in cui Gesù è
sempre stato presente “spiritualmente” e onorato ogni momento,
viene ad esservi anche un luogo in cui “fisicamente” Lui dimora!
Verso
il tramonto; ..la lotta escatologica
Gli
ultimi anni di Sergio sono fortemente rattristati da un lungo periodo
di prova spirituale, che gli esperti hanno qualificato
inequivocabilmente come “la prova dei santi”. Gli sembrava di
essere indegno davanti a Dio e di avere sbagliato tutto..... chi ha
letto la Storia di un'Anima di s. Teresa di Lisieux, solo per fare un
esempio, può capire di cosa si tratta. Anche questa tempesta dello
spirito, con l'aiuto del Signore e il sostegno dei figli e della
sposa viene poi superata e Sergio si spegne sereno, con un “oooh”
di meraviglia che Domenica attribuisce all'apparizione di Maria,
nell'ottobre del 1966. Domenica, a distanza di quattro anni e mezzo,
dopo una vecchiaia tranquilla che pur non le risparmia i dolori e le
umiliazioni dell'età, raggiunge lo sposo in cielo.Le loro spoglie
riposano ora assieme presso il cimitero di Verica, dove il 20 giugno
del 2006 si è aperto il processo informativo per la Causa di
Beatificazione, alla presenza di S. E. Mons. Benito Cocchi.
Conclusioni
Domenica
aveva concluso con queste parole il suo testamento spirituale,
parlando al plurale, in nome anche del marito: “....Siamo davvero
contenti di tutti voi. Siete come vi avremmo voluti e non ne siamo
neppure degni. Ringraziamo insieme il Signore e facciamoci più degni
di tante grazie ricevute dal buon Gesù. E quando moriremo non
piangete. Pregate per noi e ricambieremo. Vi dico che sopra la mia
bara desidero una ghirlanda di fiori e nel suo centro un quadro
grande di tutta la nostra famiglia. Così se non potrete esserci
personalmente, mi accompagnerete tutti almeno in fotografia, poi lo
riporterete a casa. E con le vostre preghiere spero di andare presto
in Paradiso. Vi bacio tutti. Arrivederci, speriamo, lassù. La vostra
mamma che tutti vi porta nel cuore e vi ama tanto.”
PREGHIERA
PER LA FAMIGLIA
Padre
Santo,che ci hai pensati uomo e donna perché,come sposi uniti
nel mistero nuziale, ci amassimo di amore eterno,dona alle nostre
famiglie la tua benedizione e la tua pace.
Gesù,che
hai voluto nascere e crescere amato da Maria e Giuseppe,dona alle
nostre famiglie il sorriso dei bimbi e custodiscili nella tua verità.
Spirito
santo, illumina gli sposi perché rinnovino ogni giorno il loro
“sì” all'amore e orientali a imitare la santa famiglia di
Nazareth nella preghiera e nella fiducia in Dio.
Santissima
Trinità, ti rendiamo lode per Sergio e Domenica,fulgido esempio
di genitori cristiani che hanno saputo educare i figli nella fede e
nella carità operosa.
Per
loro intercessione,ti chiediamo che le nostre chiese domestiche siano
un gioioso messaggio di speranza per l'avvenire dell'umanità.
Amen
A
te la lode, Santissima Trinità, per averci donato questi coniugi che
hanno scoperto la bellezza della vocazione all’amore e, ad
imitazione degli sposi di Nazareth, sono stati esempio di virtù per
i loro dieci figli, sposi fedeli e gioiosi, difensori della vita
nascente e innamorati dell’adorazione eucaristica, irradiano di
speranza la nostra società confusa e senza pace. A tua gloria,
chiediamo la beatificazione di Sergio e Domenica che già invochiamo
quali intercessori di grazie per le famiglie e per le vocazioni
religiose.
Amen
Tre
“gloria al padre”
Nessun commento:
Posta un commento