mercoledì 4 dicembre 2019

Sconfitta... di San Josemaria Escrivà -




158. Quando abbiamo la vista annebbiata, quando gli occhi perdono chiarezza, abbiamo bisogno di volgerci alla luce. E Cristo ci ha detto che è Lui la Luce del mondo e che è venuto per curare gli ammalati.
Dunque, le tue malattie, le tue cadute — se il Signore le permette —, non ti separino da Cristo: ti avvicinino a Lui!

159. Per la mia miseria, lamentavo con un amico l'impressione che Gesù non voglia trattenersi... e che mi lasci solo.
All'istante, ho reagito con dolore, pieno di fiducia: non è così, Amore mio: sono io, invece, a essermi allontanato da Te: non lo farò mai più!

160. Implora dal Signore la sua grazia, per purificarti con Amore... e con penitenza costante.

161. Rivolgiti alla Vergine, e chiedile di farti il regalo — prova del suo affetto per te — della contrizione, della compunzione per i tuoi peccati, e per i peccati di tutti gli uomini e di tutte le donne di ogni tempo, con dolore d'Amore.
E, con questa disposizione, azzàrdati ad aggiungere: Madre, Vita, Speranza mia, conducimi per mano..., e se in me ora c'è qualcosa che dispiace a mio Padre-Dio, concedimi di vederlo e, insieme a te, di strapparlo.
Continua senza paura: O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!, prega per me, perché, compiendo l'amabilissima Volontà del tuo Figlio, io sia degno di ottenere e di godere le promesse del nostro Signore Gesù.

162. Madre mia del Cielo: fa' che io torni al fervore, alla donazione di me, all'abnegazione: in una parola, all'Amore.

163. Non prendertela comoda! Non aspettare l'anno nuovo per formulare decisioni: tutti i giorni sono buoni per le decisioni buone. “Hodie, nunc!” — Oggi, adesso!
Di solito sono dei poveri disfattisti quelli che aspettano l'anno nuovo per cominciare..., perché poi, per giunta... non cominciano!

164. D'accordo, hai agito male per fragilità. — Però non capisco perché non reagisci con chiarezza di coscienza: non puoi fare cose cattive, e dire — o pensare — che sono sante, o che sono prive d'importanza.

165. Ricòrdatelo sempre: le facoltà spirituali si nutrono di ciò che i sensi offrono loro. — Custodiscili bene!

166. Perdi la pace — e lo sai bene! — quando acconsenti in punti che portano fuori strada.
Deciditi a essere coerente e responsabile!

venerdì 20 settembre 2019

Il “Giglio di Quito” - Santa Maria Anna di Gesù de Paredes - Vergine, Terziaria francescana



Come la donazione di un'anima abbia un effetto benefico perfino sulla creazione, ce lo mostra in modo straordinario la vita di santa Mariana di Gesù (1618-1645), che nacque in Ecuador 400 anni fa. Il sacrificio della sua vita liberò Quito, la sua città natale, dalla peste e la protesse da un'eruzione vulcanica. Per questo nel 1946 il Parlamento ecuadoriano l'ha addirittura onorata come eroe nazionale.

La nobile famiglia di Mariana de Paredes y Flores godeva di una profonda stima da parte dei cittadini di Quito, perché i genitori erano persone magnanime e devote. Dopo la loro morte precoce, la piccola orfana, di cinque anni, andò a vivere presso la famiglia della sorella Jerónima, già sposata; la preghiera e le piccole rinunce per amore di Dio diventarono presto il suo "passatempo" preferito. A sei anni superò illesa due gravi incidenti e con pura gratitudine donò interamente la sua vita a Dio, facendosi carico di penitenze dolorosissime, che era il Signore stesso a suggerirle e a darle la forza di eseguire.
Colpita, Jerónima osservava la prontezza di donazione sempre più eroica della piccola sorella, finché decise di portarla dai Gesuiti che le consentirono di ricevere la santa Comunione, nonostante avesse solo sette anni.
Incantata dall'amore di Gesù nell'Eucaristia, Mariana iniziò una vita nuova: promise al Signore la sua verginità, scelse un gesuita come padre spirituale e desiderò di essere chiamata solo "Mariana di Gesù". Ad appena dodici anni le fu permesso di ricevere la Comunione ogni giorno, all'epoca una cosa inaudita! Gli ultimi sette anni della sua vita Mariana vivrà esclusivamente della santa Eucaristia. In tutta chiarezza riconobbe nella preghiera la sua vocazione: vivere non in un convento, ma nel mondo, in modo però ritirato ed esclusivamente per Dio. Così la ragazza tornò nella casa paterna ed iniziò a condurre una vita di penitenza estremamente austera. Si cucì un modesto vestito nero e vi ricamò davanti le lettere "IHS", annunciando felice: "Sono interamente gesuita!". Nonostante la dura vita di sacrifici la santa irradiava una gaiezza piena di pace, nelle ore libere chiacchierava con i suoi familiari e cantava accompagnandosi con il suo liuto. A Quito fu presto stimatissima. Mariana dedicava tanto tempo ai bisognosi. "Se fosse possibile dare la vita per i bisogni dei poveri, lo farei", confessò e con amore materno radunò attorno a sé i bambini della città per istruirli nella fede. Ma soprattutto, attraverso la forza delle sue parole ispirate e il suo fulgido esempio, guidò molti peccatori alla conversione, contribuendo così ad un rinnovamento spirituale del popolo; la penitente innocente era come un'avvocata che, presso Dio, intercedeva ed espiava per i suoi concittadini colpevoli ottenendo per loro autentici miracoli.

lunedì 29 luglio 2019

San Leopoldo Mandic - Castelnovo di Cattaro (Croazia), 12 maggio 1866 - Padova, 30 luglio 1942 - Tema: Sacramento della Penitenza - Ecumenismo - Obbedienza



In una sera del novembre 1882, arriva a Udine (Italia), un adolescente accompagnato da suo padre. Si recano presso il convento dei Cappuccini; e siccome sono attesi, la porta si apre immediatamente per lasciarli entrare. Il Padre Guardiano va premurosamente incontro agli ospiti. Il suo sguardo si volge verso il giovane sedicenne, troppo basso per la sua età, magro e pallido. Veramente, il suo aspetto non è allettante, con quell'aria goffa che la timidezza e l'andatura pesante accentuano ancora di più. Per giunta, parla male: è balbuziente. Ma l'espressione del volto dai lineamenti regolari, illuminati da uno sguardo vivace e da un sorriso schietto, compensa vantaggiosamente tali difetti. Per di più, le poche parole che ha pronunciato hanno rivelato un giovane deciso: vuol farsi sacerdote nell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
Un apostolo di un metro e trentacinque

domenica 21 luglio 2019

SLAVKO, PAROLE DI SAGGEZZA...




"... Dio mi manda a voi per amore, per aiutarvi a capire che senza di lui non c'è né futuro né gioia e che, soprattutto, non c'è salvezza eterna. Figlioli, v'invito a lasciare il peccato e ad accettare la preghiera in ogni tempo, perché nella preghiera possiate conoscere il senso della vostra vita... " (25.4.1997).

SLAVKO, PAROLE DI SAGGEZZA

«Cari figli, oggi che il cielo vi è vicino in modo particolare vi invito alla preghiera perché attraverso la preghiera mettiate Dio al primo posto. Figlioli, oggi vi sono vicina e benedico ognuno di voi con la mia benedizione materna perché possiate avere la forza e l'amore per tutte le persone che incontrate nella vostra vita terrena e perché possiate dare l'amore di Dio. Gioisco con voi e desidero dirvi che il vostro fratello Slavko è nato al cielo e intercede per voi. Grazie per avere risposto alla mia chiamata» (25.9.2000).

Conoscete quest'uomo per il quale la Gospa si è pronunciata con audacia dinanzi al mondo intero? Attraverso questo messaggio, la Gospa ha voluto onorare il suo apostolo. Fra Slavko non si era pronunciato forse instancabilmente per lei davanti al mondo? Gesù non ha forse detto: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio (cfr. Lc 12,89)?
Il giorno dopo la sua morte era il 25, giorno in cui la Madonna dà il suo messaggio. Non dimenticherò mai il momento in cui, nel piccolo gruppo di traduttori, abbiamo letto il messaggio ricevuto da Marija prima che facesse il giro del mondo. Marija aveva gli occhi arrossati dalle lacrime, ma rideva ripetendo: «Slavko u nebu! Slavko u nebu!» (Slavko in cielo). A parte Giovanni Paolo II, la Gospa non aveva mai nominato nessuno nei suoi messaggi ufficiali, ma lo ha fatto per il suo figlio Slavko! Pochi defunti hanno goduto di una simile partecipazione di nascita in cielo, trasmessa in poche ore a milioni di amici!
Risparmiare la propria energia?

giovedì 11 luglio 2019

UNA COPPIA ESEMPLARE - Una storia semplice... e grande!



Introduzione

Da sempre le storie di matrimonio e di famiglia appassionano ed emozionano, e lo dimostra anche il successo di varie fiction televisive, tra cui alcune proposte proprio di recente, che sono state molto seguite ed amate. Quella, però, che viene proposta per cenni in questo riassunto, con invito a chi vorrà di documentarsi e approfondire ulteriormente, non vuole soltanto riportare alla memoria le cose del tempo che fu, magari per insistere sul fatto che si stava bene quando si stava peggio, e neppure comprende intrecci sentimentali complessi, tradimenti ed eventi eccezionali. Troviamo anche qui diversi colpi di scena.... ma sono quelli causati della Provvidenza, che come ci insegna il Manzoni tutto dispone esclusivamente per il nostro bene più autentico! Certo la libertà delle persone coinvolte ha dato un contributo essenziale alla bontà della storia e dei frutti che ne sono derivati, perché come nell'Annunciazione tutto parte e può realizzarsi nella storia degli uomini solo quando c'è qualcuno che dice un sì, magari senza avere la chiarezza di tutto il disegno ma con tanta fede e fiducia nel Disegnatore celeste, e rimboccandosi le maniche di conseguenza. Tutto si svolge molto vicino a noi, nella nostra stessa provincia: ma le conseguenze e i risvolti hanno riguardato tutti i continenti del pianeta..... viene spontaneo anche qui accostare questa storia a quella di Maria, umile ragazza di un paesino sperduto, il cui Bambino ha sconvolto le sorti del mondo...è davvero il metodo dell'Onnipotente prendere ciò che è piccolo per farne “cose grandi”, di cui i primi sorpresi sono gli stessi protagonisti.

Il giovane mugnaio

sabato 6 luglio 2019

IL MIO FUTURO NEGLI ASTRI? … Testimonianza di conversione avvenuta guardando a Maria



"Cari figli... Desidero avvicinarvi sempre più a Gesù e al suo Cuore ferito, perché siate capaci di capire l'amore senza misura che è dato per ognuno di voi. Per questo, cari figli, pregate, perché dai vostri cuori sgorghi una fonte di amore su ogni uomo e su quelli che vi odiano e vi disprezzano; così, con l'amore di Gesù, sarete capaci di vincere ogni miseria in quel mondo di dolore, che è senza speranza per quelli che non conoscono Gesù. Grazie per tutti i vostri sacrifici e preghiere. Pregate, perché io possa aiutarvi ancora di più. Le vostre preghiere mi sono necessarie" (25.11.1991).

IL MIO FUTURO NEGLI ASTRI?

India, autunno 1972
L'uomo mi guardava senza indulgenza. I peli della sua barba, bianco-giallastri, erano legati in fondo con un elastico nero, come si vede spesso in questi quartieri sovrappopolati di Delhi. In quel mese di settembre, il monsone era passato e l'aria diveniva meno soffocante. Dalla stanza che dava sulla stradina si sentivano le grida dei bambini e l'eco degli zoccoli: era il passo indolente delle vacche sacre e non meno fameliche che deambulavano davanti alle bottegucce. Seduto per terra nella posizione del loto, su lenzuola che sicuramente erano state bianche anni prima, l'uomo si esprimeva con un tono monocorde, come se leggesse qualche documento amministrativo senza interesse. Eppure... teneva in mano "il libro della mia vita"!?
Ho stipulato un contratto con Dio

mercoledì 3 luglio 2019

Il Preziosissimo Sangue...



«Il Sangue di Cristo è la chiave del Paradiso»
(san Tommaso d'Aquino)

Il Preziosissimo Sangue ci addita il grande mistero della redenzione. Dire sangue è dire vita. Fu il sangue posto sugli architravi delle porte a proteggere gli Israeliti nel grande evento della loro liberazione. Ma ciò non era che figura del Sangue di Cristo versato nel sacrificio del Golgota. Esso si rinnova nell'Eucaristia, dove il Sangue dell'alleanza, «versato per molti» (Mc 14,24) viene ripresentato al Padre e offerto da Cristo ai suoi fratelli come bevanda di salvezza: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna» (Gv 6,54). Di questo Sangue la Chiesa vive. «Il cristiano sente che la sua vita è stata salvata per il Sangue di Cristo» (Papa Francesco).
Il sangue non deve far pensare solo al sacrificio del Redentore, ma prima ancora alla sua incarnazione e quindi alla sua umanità. Con una tipica espressione semitica, questa è indicata più volte nel Nuovo Testamento con il binomio "carne e sangue" (Mt 16,17; Eb 2,14), binomio che lo stesso evangelista Giovanni usa nel prologo, per indicare la realtà dell'uomo e mettere in evidenza che la salvezza viene non dall'uomo, ma da Dio, che ci rigenera In Cristo (Gv 1,13). Al tempo stesso, l'evangelista sottolinea che è proprio questa realtà umana, nella sua concretezza di "carne e sangue", che Cristo ha assunto nell'incarnazione: «E il Verbo si fece carne» (Gv 1,14).
Se questo percorso impone innanzitutto un atto di fede nell'incarnazione, non c'è dubbio tuttavia che il segno del sangue rinvii soprattutto alla passione. Come si potrebbe dimenticare, pensando al Sangue di Cristo, che esso è stato versato per la nostra salvezza? La lettera agli Ebrei fa luce su questo mistero, ponendolo all'interno del disegno di Dio: «Senza spargimento di sangue non esiste perdono» (9,22). È un principio già emerso nell'antica alleanza, ma che trova il compimento in Cristo. In lui — Dio fatto uomo — questo principio mostra il suo senso più vero e pieno, allontanando ogni immagine di un Dio spietato e vendicativo, e divenendo al contrario espressione perfetta del suo amore misericordioso. Guardando a Cristo crocifisso, piagato e insanguinato, si contempla al vivo quell'amore di cui Cristo ha detto: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13). E amore chiede amore, come sottolineava san Gaspare del Bufalo: «Ovunque io volgo lo sguardo, o nella flagellazione, o nella coronazione di spine... non rammento né vedo che sangue. Le piaghe dei piedi e delle mani, il capo coronato di spine, l'aperto divin cuore: tutto ci spinge a riamarlo! ».

lunedì 17 giugno 2019

Non si può servire due padroni... Fiducia nella Divina Provvidenza...Tocca a noi scegliere quale dei due padroni vogliamo seguire...



L'anima che non cerca Dio solo sopra tutte le cose è divisa dall'opportunismo e facilmente accondiscende al mondo, pur pretendendo di conservarsi fedele al Signore. È questa la grande piaga che infetta il carattere cristiano e che dà origine a quei fedeli smidollati che si danno praticamente al male conservando solo la maschera del bene.
Eppure i principi di Gesù Cristo e quelli del mondo sono così opposti che non è possibile riconciliarli neppure con i ritrovati più o meno dissimulati della viltà e delle passioni, e perciò il Redentore ci ammonisce decisamente che non si può servire a due padroni. È anche impossibile concentrare tutta la vita nelle cure materiali e nella preoccupazione delle ricchezze e pretendere di concentrarla contemporaneamente nelle aspirazioni del Cielo, poiché quello che ci lega alla terra ci distacca da Dio. Perciò Gesù Cristo soggiunge: Non potete servire a Dio e a mammona, cioè, secondo il significato caldaico della parola, a Dio e alla ricchezza. Non dice: "Non potete avere Dio e la ricchezza", perché questo è stato possibile a tanti Santi, ma: Non potete servire, cioè dedicarvi con l'anima e con le forze (30).
La premura che hanno gli uomini di accumulare ricchezze è giustificata dalla necessità della vita, e da questo pretesto comincia in noi quella terribile passione per le cose terrene che degenera ben presto in avarizia. Perciò Gesù Cristo tronca alla radice la pessima pianta, dicendoci di non affannarci per l'alimento e per il vestito. Non dice di non pensarci, ma di non preoccuparcene fino al punto di dimenticarci di Dio e della fiducia che dobbiamo avere in Lui come Padre di tutte le sue creature. Dio vuole che lavoriamo per provvederci di cibo e il vestito, ma il lavoro non può e non deve diventare così assillante da troncare o danneggiare la vita dell'anima. Servendo Dio, il lavoro diventa una via di Provvidenza; trascurando Dio, s'isterilisce miseramente e diventa fonte di assillanti preoccupazioni, come dolorosamente si vede nelle famiglie e nelle nazioni che hanno dimenticato il Signore.

domenica 16 giugno 2019

Sacro Cuore di Gesù - Preghiere con i maestri spirituali - Coroncina al Sacro Cuore per chiedere le virtù teologali




Per un approfondimento teologico e liturgico sul senso della devozione al Sacro Cuore vi proponiamo questo denso riassunto, che si trova nel "Direttorio su Pietà popolare e Liturgia" (2002).

Il venerdì che segue la seconda domenica dopo Pentecoste la Chiesa celebra la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Oltre alla celebrazione liturgica, molte altre espressioni di pietà hanno come oggetto il Cuore di Cristo. Non v'è dubbio infatti che la devozione al Cuore del Salvatore è stata ed è tuttora una delle espressioni più diffuse e più amate della pietà ecclesiale.
Intesa alla luce della divina Scrittura, l'espressione "Cuore di Cristo" designa il mistero stesso di Cristo, la totalità del suo essere, la sua persona considerata nel suo nucleo più intimo ed essenziale: Figlio di Dio, sapienza increata, carità infinita, principio di salvezza e di santificazione per l'intera umanità. Il "Cuore di Cristo" è Cristo, Verbo incarnato e salvatore, intrinsecamente proteso, nello Spirito, con infinito amore divino-umano verso il Padre e verso gli uomini suoi fratelli.
Come hanno spesso ricordato i Romani Pontefici, la devozione al Cuore di Cristo ha un solido fondamento nella Scrittura.

sabato 15 giugno 2019

RICONDURRE LA SOCIETÀ A DIO… di don Orione



«Questi tempi, scrisse già l'Ecc. Card. Parrocchi, comprendono della carità soltanto il mezzo e non il fine ed il principio: Dite agli uomini di questi tempi: — Bisogna salvare le anime che si perdono, è necessario istruire coloro che ignorano i princìpi della religione, è duopo far elemosina per amore di Dio... e gli uomini non capiscono...». Ma oggetto primo della carità sono le anime, e le anime non possono in alcun modo vivere in se stesse questa carità se non si tengono unite alla Chiesa e al Papa. Mai come ai tempi nostri il popolo fu così staccato dalla Chiesa e dal Papa, ed ecco quanto è provvidenziale che questo amore sia risvegliato con tutti i mezzi possibili perché ritorni a vivere nelle anime l'amore di Gesù Cristo. L'uomo è quale è l'idea che pensa ed in se stesso matura, e le sue azioni sono sempre conformi all'idea stessa da cui è guidato. E perciò quanto maggiormente sarà sentito l'amore al Papa e alla Chiesa in coloro che per ragioni di ministero sono maestri dei popoli, di altrettanto sarà più ardente la fiamma che li agita nel comunicare alle anime questo sentimento, senza del quale nessuna partecipazione di vita soprannaturale può venire; in tal modo l'esercizio della carità raggiungerà perfettamente il suo scopo corrispondente ai bisogni dei tempi nostri, che è precisamente questo di ricondurre la Società a Dio riunendola al Papa e alla Chiesa. E non si direbbe che nei disegni di Dio questa riunione trova una prossima preparazione nello stesso fenomeno sociale dei nostri giorni che tende all'universale affratellamento? Noi vediamo sorgere da per tutto opere di beneficenza ed istituzioni di soccorsi di ogni genere nonostante l'odio di classe che sembra voler sconvolgere ogni ordinamento politico, sociale e famigliare; ma tuttavia si sente più forte che mai il bisogno che ogni odio si spenga e l'amore ritorni a rasserenare i cuori. Ebbene, quando il Papa sarà riconosciuto con sentimento di fede quale padre universale dei popoli, e la Chiesa sarà nuovamente la maestra illuminatrice delle menti colla sua dottrina infallibile e ritornerà a far ripulsare nei cuori la vita soprannaturale che da Lei emana, la pace serena e sicura regnerà negli individui e nella società. Quella carità pertanto che viene esercitata nella società nostra prendendo le mosse dell'amore del Papa e della Chiesa, e mirando al raggiungimento di questo amore in tutti, è precisamente quella che meglio risponde al bisogno dei tempi. E tale è lo spirito da cui è informata l'Opera della Divina Provvidenza, tale è la sua fisionomia, il suo carattere tipico: Instaurare omnia in Christo!

AVREMO UN GRANDE RINNOVAMENTO SE AVREMO UNA GRANDE CARITÀ

giovedì 13 giugno 2019

“CHI HA SETE, VENGA A ME E BEVA”.... Di MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA - Fondatrice de L’Opera della Chiesa



4-5-1962

Chi ha sete, venga a me e beva”, per saziarsi eternamente alla Fonte della Vita.
Chi ha sete, venga a me e beva, e Io gli darò gratuitamente di queste acque divine dell’Eterna Sapienza.
Chi ha sete, venga a me e beva: ed Io mi darò a lui così profondamente che davanti alla luce della mia gloria, si sazierà la sua sete.
Venga chi ha bisogno di refrigerare la sua sete di conoscenza, di vita, di sapienza, ed Io gli darò da bere così abbondantemente, che mai più tornerà ad avere sete, poiché farò sgorgare dentro di lui una sorgente di vita divina, dove potrà saziare tutta l’esigenza della sua anima creata per l’Infinito. Ma è necessario che mi conosca e così mi ami, poiché la conoscenza genera l’amore, e l’amore apre caverne insaziabili di possedere l’Amato.
Chi ha sete è perché mi conosce e mi ama, e, amandomi, ha fame di me. E chi, non conoscendomi, si sente assetato con la necessità di saziarsi è, pur senza rendersene conto, perché cerca ed ama me in quello che cerca, senza sapere che Io sono la Fonte della sua sazietà.
Per questo, chi ha sete, chiunque cerca senza sapere, chi è assetato in ardente necessità, venga a me che Io sono la sazietà infinita di tutte le appetizioni.
Chi viene a me non avrà più sete, perché Io stesso in lui sarò Fonte di acque vive, dove potrà saziarsi senza fastidio alla scienza sapienziale della mia eterna sapienza.
Venga a me chiunque desideri qualcosa, che in me lo troverà, giacché tutto ciò che l’anima appetisce -eccetto il peccatosi trova in grado infinito nella sorgente inesauribile della mia divina sapienza.
Tutto quello che tu cerchi senza sapere e di cui tu hai bisogno senza cercarmi, Io sono; poiché ti ho creato per me e non riposerai tranquillo finché non mi possederai.
Colui che non mi cerca è perché non sa che Io sono quello che cerca; giacché, quando apparirà la mia gloria si spegnerà la sua sete, perché Io sono la Fonte della Vita, e nella mia luce si sazierà della mia luce.

lunedì 10 giugno 2019

SANTISSIMA TRINITA’...




Introduzione

Un giorno sant'Agostino passeggiava su una spiaggia cercando di comprendere il mistero della Trinità. Mentre era immerso in queste meditazioni, vide un bambino che con una conchiglia prendeva l'acqua del mare e la versava in una piccola buca. Incuriosito, il Santo lo interrogò chiedendogli cosa stesse facendo. «Voglio mettere il mare dentro la buca», rispose il piccolo. Sant'Agostino, con parole semplici, cercò di spiegare al bambino che questo era impossibile. Allora il piccolo aggiunse: «Prima che tu comprenda il mistero di Dio, io avrò messo tutto il mare nella buca». Detto questo il bimbo disparve. Allora sant'Agostino pensò che quel bambino poteva essere un angelo inviatogli da Dio per fargli comprendere che il mistero della Santissima Trinità è il più grande e il più importante della nostra fede e noi, con la nostra mente, non riusciremmo mai e poi mai a capirlo interamente. Come quella piccola buca sulla spiaggia era troppo piccola per contenere tutta l'acqua del mare, così, e ancora di più, la nostra intelligenza è oltre modo limitata per afferrare un mistero così grande.
La Santissima Trinità è certamente la più ardua fra tutte le verità di fede che l'intelletto umano, mai potrà comprendere a pieno, perché Dio è più grande del nostro intelletto. Noi sappiamo che Dio è Trinità solo perché Gesù ce lo ha rivelato nel Vangelo. Nell'Antico Testamento non si aveva ancora la rivelazione di questo mistero. Tuttavia ve ne era qualche piccola intuizione.
Gesù ha parlato del Padre, del Figlio, ovvero di lui stesso, e dello Spirito Santo. Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio; insieme, le tre Persone non sono tre dèi, ma l'unico vero Dio.
Per riuscire un po' a comprendere questo grande mistero bisogna partire dalla più bella definizione che è stata data di Dio. La definizione, se così possiamo dire, ce l'ha data san Giovanni apostolo in una sua lettera. Egli dice: «Dio è amore» (1Gv 4,8.16). In questa piccola frase è racchiuso tutto il mistero di Dio uno e trino. Se Dio è amore, ciò significa che vi è una comunione di Persone. Il Padre ama il Figlio, il Figlio ama il Padre, e l'amore reciproco tra Padre e Figlio è anch'esso Persona ed è lo Spirito Santo.
San Paolo ci dice che: «L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Lo Spirito Santo è l'amore tra il Padre e il Figlio e questo amore eterno dimora nei nostri cuori dal momento del concepimento, in cui Dio ha infuso in noi il dono dell'anima immortale, a quello del Battesimo: «lo ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo», in cui la vita della grazia inizia in noi e siamo elevati alla condizione soprannaturale, a quello della Confermazione in cui lo Spirito Santo viene effuso su di noi con i suoi sette doni e tutta la nostra esistenza è un continuo scorgere la Trinità nella nostra vita.

sabato 8 giugno 2019

Salve Regina!




Non si può immaginare la vita della Chiesa senza il meraviglioso inno mariano "Salve Regina". Ne è autore il benedettino Ermanno il Contratto (nel senso di rattrappito, storpio). Nato in Svevia nel 1013, egli divenne nel medioevo la perla spirituale dell'Abbazia di Reichenau, l'isola sul Lago di Costanza. Per le sue capacità geniali, dai suoi contemporanei fu considerato "il miracolo del secolo".

La nascita di Ermanno ad Altshausen nella regione tedesca del Wurttemberg risale dunque a più di mille anni fa e sulla sua vita possediamo solo qualche foglio scritto a mano dal suo allievo Bertoldo. Le poesie mariane di Ermanno, però, ci fanno conoscere bene il suo grande amore per la Madonna. L'episodio che segue, realmente accaduto, raccontato nel 1977 da p. Beda Feser, allora priore cistercense della famosa chiesa di Birnau presso il Lago di Costanza, presenterà ai nostri occhi la figura del monaco beato, non solo come anima profondamente mariana, ma anche come caro patrono dei malati e dei disabili. Il papà di p. Beda, il dottor Albert Feser, fin dagli anni '30 operò come medico nell'ospedale di Altshausen. Un giorno, sotto la coperta di un paziente che ventiquattro ore prima era in fin di vita e poi aveva inaspettatamente riacquistato la salute, trovò sbalordito parte di una calotta cranica! Cosa era accaduto? Le suore francescane, che operavano nell'ospedale, non avevano solo pregato per il moribondo, ma con fiducia avevano posto accanto a lui, sotto il piumino, la reliquia del cranio del beato Ermanno, all'epoca sotto la loro custodia. "Sì, dottore", gli rivelò una suora, "quando qualcuno sta per morire, andiamo a prendere 'Ermannino '." Il medico estrasse poi un frammento della reliquia e lo spedì a Konnersreuth, al parroco Joseph Naber, padre spirituale della mistica stigmatizzata Teresa Neumann. Durante una delle sue impressionanti estasi del venerdì, il parroco mise la busta chiusa davanti a Teresa. Appena don Naber ebbe messo la busta con la reliquia sulla coperta della mistica, lei si svegliò dall'estasi della passione e cadde in un'estasi di riposo: si sollevò sul letto, salutò gioiosamente Ermanno, il grande innamorato della Madonna, e iniziò a parlare con lui. Poi le apparve la Madre di Dio e riferì a Teresa che, per intercessione del beato Ermanno, quel giorno non avrebbe più sofferto la passione e morte del Signore.
Chi era dunque questo Ermanno il Contratto 1013-1054)?