domenica 21 luglio 2019

SLAVKO, PAROLE DI SAGGEZZA...




"... Dio mi manda a voi per amore, per aiutarvi a capire che senza di lui non c'è né futuro né gioia e che, soprattutto, non c'è salvezza eterna. Figlioli, v'invito a lasciare il peccato e ad accettare la preghiera in ogni tempo, perché nella preghiera possiate conoscere il senso della vostra vita... " (25.4.1997).

SLAVKO, PAROLE DI SAGGEZZA

«Cari figli, oggi che il cielo vi è vicino in modo particolare vi invito alla preghiera perché attraverso la preghiera mettiate Dio al primo posto. Figlioli, oggi vi sono vicina e benedico ognuno di voi con la mia benedizione materna perché possiate avere la forza e l'amore per tutte le persone che incontrate nella vostra vita terrena e perché possiate dare l'amore di Dio. Gioisco con voi e desidero dirvi che il vostro fratello Slavko è nato al cielo e intercede per voi. Grazie per avere risposto alla mia chiamata» (25.9.2000).

Conoscete quest'uomo per il quale la Gospa si è pronunciata con audacia dinanzi al mondo intero? Attraverso questo messaggio, la Gospa ha voluto onorare il suo apostolo. Fra Slavko non si era pronunciato forse instancabilmente per lei davanti al mondo? Gesù non ha forse detto: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio (cfr. Lc 12,89)?
Il giorno dopo la sua morte era il 25, giorno in cui la Madonna dà il suo messaggio. Non dimenticherò mai il momento in cui, nel piccolo gruppo di traduttori, abbiamo letto il messaggio ricevuto da Marija prima che facesse il giro del mondo. Marija aveva gli occhi arrossati dalle lacrime, ma rideva ripetendo: «Slavko u nebu! Slavko u nebu!» (Slavko in cielo). A parte Giovanni Paolo II, la Gospa non aveva mai nominato nessuno nei suoi messaggi ufficiali, ma lo ha fatto per il suo figlio Slavko! Pochi defunti hanno goduto di una simile partecipazione di nascita in cielo, trasmessa in poche ore a milioni di amici!
Risparmiare la propria energia?

Permettetemi di condividere con voi queste parole di fra Slavko, che descrivono così bene la sua personalità, la sua determinazione e anche il suo umorismo.
Nel 1987, la nostra amica Kate si accingeva a salire con lui le scale della canonica, quando Slavko si è fermato per ascoltare, un istante, alcune signore americane anziane e grassottelle che chiacchieravano in fondo agli scalini. Aveva l'aria divertita e chiede a Kate se avesse sentito quello che dicevano le donne. «No, padre, non ho fatto attenzione», risponde lei. «Ebbene, ognuna spiegava alle altre come risparmiare energia! Una fa il bucato in un certo modo per risparmiare una certa quantità d'energia, un'altra cucina in questa maniera, una terza fa la spesa così, ecc. Facevano a gara nel trovare la formula migliore per usare meno energia possibile». Poi ha aggiunto con un'aria birichina: «Mi chiedo che cosa faranno di tutta questa energia quando saranno distese nella bara?! Vedi, per quanto mi riguarda, quando morirò potranno spremermi e torcermi finché vorranno (e univa il gesto alla parola!), ebbene, spero che nessuno possa tirare fuori da me la più piccola goccia di energia!». Ha salito i gradini quattro a quattro e poi, voltandosi, ha detto: «E tu?». È una vera domanda per ciascuno di noi!
Un po' d'umorismo!
Fra Slavko era un campione del digiuno, nessuno nel villaggio ha digiunato quanto lui, né ha aiutato gli altri a digiunare. Dal canto mio, alcuni strascichi lasciati da una grave epatite virale mi impedivano di digiunare. Dopo sette anni passati a Medjugorje e molti tentativi falliti, mi sono lamentata con la Gospa: «Majko, mi mandi a portare i tuoi messaggi nel mondo e non mi dai la grazia di digiunare? Come posso parlare del digiuno ai tuoi figli, se non lo vivo? Non voglio essere ipocrita. Se vuoi che sia una tua apostola, devi darmi questa grazia!». Lei ha saputo agire rapidamente e, un bel venerdì di novembre, ho ricevuto la grazia di digiunare. Nessun brutto sintomo fisico ha pregiudicato il mio digiuno a pane e acqua. La battaglia era finalmente vinta! Nella mia ingenuità, un mese dopo ho espresso la mia gioia a fra Slavko: «Padre, padre, indovini? Ora ho la grazia di digiunare, ecco Patto, posso digiunare!». Mi ha guardata da sopra gli occhiali e mi ha detto:
«Suor Emmanuel! Quando la Gospa chiede qualcosa, allora aspetti di avere la grazia per farla? Maaaa !!».
Ho inghiottito la saliva per assimilare rapidamente questo tocco di spiritualità "slavkoiana", ma non ho potuto fare a meno di giustificarmi un po': «Ho tentato per sette anni! Ma ogni volta che digiunavo ero senza forze, buona solo per mettermi a letto o restare seduta, non stavo in piedi. Non avevo più nemmeno fiato, non potevo più parlare!». Gli occhi di fra Slavko si sono illuminati di una luce nuova, e ha esclamato, tutto allegro: «Non potevi più parlare? Ma è molto interessante! Mi dai una buona idea, consiglierò a molti mariti di far digiunare le loro mogli, così ci sarà più pace nelle famiglie!». E siamo scoppiati a ridere...
Sapete come si perde la pace?
Durante la sua ultima visita alla Comunità Cenacolo, fra Slavko si è rivolto ai giovani ex drogati, che considerava suoi figli spirituali. Dava loro il meglio di sé. Tutti quei ragazzi avevano sofferto dolorosamente per la mancanza di pace in famiglia. Fra Slavko ha detto loro: «Sapete come si perde la pace? Quando si comincia a vedere soltanto un aspetto di una persona — un aspetto che non ci piace — senza tenere conto della persona nel suo insieme. Allora, si vede solamente quel punto in quella persona e la critica si insinua in noi. Si dimentica tutto il resto. Focalizzandoci così su quest'unico punto che ci disturba, diventiamo ciechi, anche se questo difetto, o questa brutta abitudine, o perfino questo peccato, è reale. La fissazione su questo punto particolare ci fa perdere di vista tutta la bellezza della vita di quella persona, ciò che ha fatto prima, ciò che ha dato, ciò che ha sofferto, ecc. Entriamo in una visione limitata dell'altro e totalmente falsata, poiché siamo prigionieri di quel piccolo aspetto. Allora perdiamo la gratitudine! E, senza di essa, non possiamo avere la pace, poiché è la gratitudine che prepara l'arrivo di quest'ultima. Se qualcuno viene a casa vostra e la sola cosa che gli esprimete è la lode e la gratitudine per ciò che ha fatto e per tutti i suoi sforzi, allora gli sarà difficile serbarvi rancore per delle piccole cose. Avrete già preparato la strada per la pace e la riconciliazione! Nei nostri rapporti è così facile essere disturbati da un aspetto dell'altro che ci sembra insormontabile! E perché non possiamo superare questa cosa? Perché abbiamo limitato la nostra visione, il nostro sguardo. Quando accade, dite: "Oh, sto distruggendo la pace!". Dobbiamo prendere una decisione di base, quella di essere sempre riconoscenti e di avere uno sguardo che riconosce ciò che gli altri fanno per noi, che riconosce ciò che Dio fa per noi c, anche, ciò che Dio fa per noi, attraverso gli altri. Oggi la pioggia mi infastidisce? Bogu hvala (Grazie a Dio), la pioggia di oggi disturba i miei piani, ma forse Dio la manda perché avremo bisogno di mangiare l'estate prossima e la terra deve prepararsi. Devo ampliare la mia visione e lasciar sgorgare il ringraziamento. La mia pace sarà sempre ristabilita dalla gratitudine». Fra Slavko non parlava in modo teorico, trasmetteva l'insegnamento che aveva tratto dalla sua esperienza personale, nella sua vita, attraverso i suoi combattimenti spirituali.
Parecchi tramonti
Il Signore mi ha dato un segno sorprendente. Alla fine del 2000, vedendo che il Grande Giubileo stava per finire, avevo deciso di andare a trovare fra Slavko perché potessimo perdonarci reciprocamente tutti i piccoli attriti o incomprensioni che avevano potuto offuscare la nostra amicizia, per approfittare a fondo della misericordia offerta in questo Giubileo. Mi restava da fissare un appuntamento.
Quando si prende una simile decisione, non bisogna lasciar tramontare il sole senza avere compiuto l'atto, e io ho fatto l'errore di lasciar passare parecchi tramonti. Ma una notte sono stata visitata da una luce che mi ha sconvolto: in un sogno, mi trovavo seduta a un grande tavolo attorno al quale si conversava gioiosamente. Fra Slavko era davanti a me. Tutti i commensali erano persone normali, ma lui si distingueva radicalmente perché aveva il volto trasfigurato, permeato di una gioia celeste. L'ho guardato, affascinata dalla bellezza e dall'amore che si irradiavano da lui, e anche lui mi ha guardata, come per aiutarmi a essere in comunione con quella grande felicità interiore che lo animava. Al risveglio, ero talmente impressionata da quel flash venuto dal cielo che mi sono messa a parlare ad alta voce in camera mia, dicendo: «È così che dovremmo essere sempre, gli uni con gli altri!». L'indomani fra Slavko moriva.
Rendo grazie a Dio di avere accolto la mia intenzione e, con quel segno, di avermi fatto vivere quell'appuntamento come primizia della misericordia e della gloria. Certe persone sono tentate di lamentarsi per il vuoto lasciato a Medjugorje dalla morte di padre Slavko e potrebbero dire: «È troppo tardi, ho perso l'occasione di conoscere quel sacerdote straordinario!». Ma che cosa farebbe fra Slavko in una simile situazione? Come diceva spesso: «Ho ricevuto una grazia particolare: quando la giornata è finita, l'ho dimenticata». Non rimpiangeva il passato, non aveva paura del futuro, viveva il presente. Un giorno, una pellegrina ha avuto l'imprudenza di dire a fra Slavko: «Padre', dovrebbe riposarsi!». Spesso era infastidito da quel tipo di discorsi e, accompagnandolo con un gesto della mano, rispose: «Mi riposerò in cielo!».
Ora mi piace scherzare con lui e talvolta gli dico: «Slavko, ti riposi davvero?». Perché dopo la sua morte non è mai stato così attivo! No, non ha lasciato Medjugorje, ormai la sua porta è aperta per noi non stop, ventiquattr'ore su ventiquattro. Sono finite le code! Coloro che sono in cielo trattano ogni persona come se fosse unica al mondo.
Soffriva in silenzio
Perché una tale potenza nella sua intercessione oggi? Perché è nato in cielo, così presto dopo la sua morte? Fra Slavko ha sofferto in silenzio. Era estremamente raro che si lasciasse sfuggire un indizio al riguardo, anche con le persone più intime. Negli ultimi tempi faceva spesso visita a Marija, perché gli faceva bene. Marija conosceva dall'interno gli strazi di cui soffriva e, per fra Slavko, aprirsi con lei era un po' deporre il suo fardello ai piedi della Gospa e abbandonarlo alle sue cure materne. Alcuni mesi prima di nascere in cielo, durante una conversazione amichevole aveva confidato a Denis Nolan: «Sono crocifisso!». Tuttavia, negli ultimi giorni della sua vita a Medjugorje non ha smesso di predicare a proposito della gratitudine verso Dio. La mattina stessa della morte, mentre celebrava la sua ultima Messa, ha detto a un gruppo di pellegrini tedeschi: «Ci si lamenta sempre! Si vorrebbe essere in un altro luogo, in un altro tempo, per esempio al tempo di Gesù. Così lo avremmo amato, toccato, avremmo creduto in lui... Ma stiamo certi che Dio ha scelto ciò che c'era di meglio per noi, e che se esistessero un'epoca o un luogo migliore per noi, ci avrebbe messi lì, poteva farlo».

Tratto dal libro “Il Bambino nascosto di Medjugorje” di suor Emmanuel – Capitolo 9°

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