"...
Dio mi manda a voi per amore, per aiutarvi a capire che senza di lui
non c'è né futuro né gioia e che, soprattutto, non c'è salvezza
eterna. Figlioli, v'invito a lasciare il peccato e ad accettare la
preghiera in ogni tempo, perché nella preghiera possiate conoscere
il senso della vostra vita... " (25.4.1997).
SLAVKO, PAROLE DI
SAGGEZZA
«Cari
figli, oggi che il cielo vi è vicino in modo particolare vi invito
alla preghiera perché attraverso la preghiera mettiate Dio al primo
posto. Figlioli, oggi vi sono vicina e benedico ognuno di voi con la
mia benedizione materna perché possiate avere la forza e l'amore per
tutte le persone che incontrate nella vostra vita terrena e perché
possiate dare l'amore di Dio. Gioisco con voi e desidero dirvi che il
vostro fratello Slavko è nato al cielo e intercede per voi. Grazie
per avere risposto alla mia chiamata» (25.9.2000).
Conoscete quest'uomo per il
quale la Gospa si è pronunciata con audacia dinanzi al mondo intero?
Attraverso questo messaggio, la Gospa ha voluto onorare il suo
apostolo. Fra Slavko non si era pronunciato forse instancabilmente
per lei davanti al mondo? Gesù non ha forse detto: Chiunque mi
riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo
riconoscerà davanti agli angeli di Dio (cfr. Lc 12,89)?
Il giorno dopo la sua morte
era il 25, giorno in cui la Madonna dà il suo messaggio. Non
dimenticherò mai il momento in cui, nel piccolo gruppo di
traduttori, abbiamo letto il messaggio ricevuto da Marija prima che
facesse il giro del mondo. Marija aveva gli occhi arrossati dalle
lacrime, ma rideva ripetendo: «Slavko u nebu! Slavko u nebu!»
(Slavko in cielo). A parte Giovanni Paolo II, la Gospa non aveva mai
nominato nessuno nei suoi messaggi ufficiali, ma lo ha fatto per il
suo figlio Slavko! Pochi defunti hanno goduto di una simile
partecipazione di nascita in cielo, trasmessa in poche ore a milioni
di amici!
Risparmiare la propria
energia?
Permettetemi di condividere
con voi queste parole di fra Slavko, che descrivono così bene la sua
personalità, la sua determinazione e anche il suo umorismo.
Nel 1987, la nostra amica Kate
si accingeva a salire con lui le scale della canonica, quando Slavko
si è fermato per ascoltare, un istante, alcune signore americane
anziane e grassottelle che chiacchieravano in fondo agli scalini.
Aveva l'aria divertita e chiede a Kate se avesse sentito quello che
dicevano le donne. «No, padre, non ho fatto attenzione», risponde
lei. «Ebbene, ognuna spiegava alle altre come risparmiare energia!
Una fa il bucato in un certo modo per risparmiare una certa quantità
d'energia, un'altra cucina in questa maniera, una terza fa la spesa
così, ecc. Facevano a gara nel trovare la formula migliore per usare
meno energia possibile». Poi ha aggiunto con un'aria birichina: «Mi
chiedo che cosa faranno di tutta questa energia quando saranno
distese nella bara?! Vedi, per quanto mi riguarda, quando morirò
potranno spremermi e torcermi finché vorranno (e univa il gesto alla
parola!), ebbene, spero che nessuno possa tirare fuori da me la più
piccola goccia di energia!». Ha salito i gradini quattro a quattro e
poi, voltandosi, ha detto: «E tu?». È una vera domanda per
ciascuno di noi!
Un po' d'umorismo!
Fra Slavko era un campione del
digiuno, nessuno nel villaggio ha digiunato quanto lui, né ha
aiutato gli altri a digiunare. Dal canto mio, alcuni strascichi
lasciati da una grave epatite virale mi impedivano di digiunare. Dopo
sette anni passati a Medjugorje e molti tentativi falliti, mi sono
lamentata con la Gospa: «Majko, mi mandi a portare i tuoi messaggi
nel mondo e non mi dai la grazia di digiunare? Come posso parlare del
digiuno ai tuoi figli, se non lo vivo? Non voglio essere ipocrita. Se
vuoi che sia una tua apostola, devi darmi questa grazia!». Lei ha
saputo agire rapidamente e, un bel venerdì di novembre, ho ricevuto
la grazia di digiunare. Nessun brutto sintomo fisico ha pregiudicato
il mio digiuno a pane e acqua. La battaglia era finalmente vinta!
Nella mia ingenuità, un mese dopo ho espresso la mia gioia a fra
Slavko: «Padre, padre, indovini? Ora ho la grazia di digiunare, ecco
Patto, posso digiunare!». Mi ha guardata da sopra gli occhiali e mi
ha detto:
«Suor Emmanuel! Quando la
Gospa chiede qualcosa, allora aspetti di avere la grazia per farla?
Maaaa !!».
Ho inghiottito la saliva per
assimilare rapidamente questo tocco di spiritualità "slavkoiana",
ma non ho potuto fare a meno di giustificarmi un po': «Ho tentato
per sette anni! Ma ogni volta che digiunavo ero senza forze, buona
solo per mettermi a letto o restare seduta, non stavo in piedi. Non
avevo più nemmeno fiato, non potevo più parlare!». Gli occhi di
fra Slavko si sono illuminati di una luce nuova, e ha esclamato,
tutto allegro: «Non potevi più parlare? Ma è molto interessante!
Mi dai una buona idea, consiglierò a molti mariti di far digiunare
le loro mogli, così ci sarà più pace nelle famiglie!». E siamo
scoppiati a ridere...
Sapete come si perde la
pace?
Durante la sua ultima visita
alla Comunità Cenacolo, fra Slavko si è rivolto ai giovani ex
drogati, che considerava suoi figli spirituali. Dava loro il meglio
di sé. Tutti quei ragazzi avevano sofferto dolorosamente per la
mancanza di pace in famiglia. Fra Slavko ha detto loro: «Sapete come
si perde la pace? Quando si comincia a vedere soltanto un aspetto di
una persona — un aspetto che non ci piace — senza tenere conto
della persona nel suo insieme. Allora, si vede solamente quel punto
in quella persona e la critica si insinua in noi. Si dimentica tutto
il resto. Focalizzandoci così su quest'unico punto che ci disturba,
diventiamo ciechi, anche se questo difetto, o questa brutta
abitudine, o perfino questo peccato, è reale. La fissazione su
questo punto particolare ci fa perdere di vista tutta la bellezza
della vita di quella persona, ciò che ha fatto prima, ciò che ha
dato, ciò che ha sofferto, ecc. Entriamo in una visione limitata
dell'altro e totalmente falsata, poiché siamo prigionieri di quel
piccolo aspetto. Allora perdiamo la gratitudine! E, senza di essa,
non possiamo avere la pace, poiché è la gratitudine che prepara
l'arrivo di quest'ultima. Se qualcuno viene a casa vostra e la sola
cosa che gli esprimete è la lode e la gratitudine per ciò che ha
fatto e per tutti i suoi sforzi, allora gli sarà difficile serbarvi
rancore per delle piccole cose. Avrete già preparato la strada per
la pace e la riconciliazione! Nei nostri rapporti è così facile
essere disturbati da un aspetto dell'altro che ci sembra
insormontabile! E perché non possiamo superare questa cosa? Perché
abbiamo limitato la nostra visione, il nostro sguardo. Quando accade,
dite: "Oh, sto distruggendo la pace!". Dobbiamo prendere
una decisione di base, quella di essere sempre riconoscenti e di
avere uno sguardo che riconosce ciò che gli altri fanno per noi, che
riconosce ciò che Dio fa per noi c, anche, ciò che Dio fa per noi,
attraverso gli altri. Oggi la pioggia mi infastidisce? Bogu hvala
(Grazie a Dio), la pioggia di oggi disturba i miei piani, ma forse
Dio la manda perché avremo bisogno di mangiare l'estate prossima e
la terra deve prepararsi. Devo ampliare la mia visione e lasciar
sgorgare il ringraziamento. La mia pace sarà sempre ristabilita
dalla gratitudine». Fra Slavko non parlava in modo teorico,
trasmetteva l'insegnamento che aveva tratto dalla sua esperienza
personale, nella sua vita, attraverso i suoi combattimenti
spirituali.
Parecchi tramonti
Il Signore mi ha dato un segno
sorprendente. Alla fine del 2000, vedendo che il Grande Giubileo
stava per finire, avevo deciso di andare a trovare fra Slavko perché
potessimo perdonarci reciprocamente tutti i piccoli attriti o
incomprensioni che avevano potuto offuscare la nostra amicizia, per
approfittare a fondo della misericordia offerta in questo Giubileo.
Mi restava da fissare un appuntamento.
Quando si prende una simile
decisione, non bisogna lasciar tramontare il sole senza avere
compiuto l'atto, e io ho fatto l'errore di lasciar passare parecchi
tramonti. Ma una notte sono stata visitata da una luce che mi ha
sconvolto: in un sogno, mi trovavo seduta a un grande tavolo attorno
al quale si conversava gioiosamente. Fra Slavko era davanti a me.
Tutti i commensali erano persone normali, ma lui si distingueva
radicalmente perché aveva il volto trasfigurato, permeato di una
gioia celeste. L'ho guardato, affascinata dalla bellezza e dall'amore
che si irradiavano da lui, e anche lui mi ha guardata, come per
aiutarmi a essere in comunione con quella grande felicità interiore
che lo animava. Al risveglio, ero talmente impressionata da quel
flash venuto dal cielo che mi sono messa a parlare ad alta voce in
camera mia, dicendo: «È così che dovremmo essere sempre, gli uni
con gli altri!». L'indomani fra Slavko moriva.
Rendo grazie a Dio di avere
accolto la mia intenzione e, con quel segno, di avermi fatto vivere
quell'appuntamento come primizia della misericordia e della gloria.
Certe persone sono tentate di lamentarsi per il vuoto lasciato a
Medjugorje dalla morte di padre Slavko e potrebbero dire: «È troppo
tardi, ho perso l'occasione di conoscere quel sacerdote
straordinario!». Ma che cosa farebbe fra Slavko in una simile
situazione? Come diceva spesso: «Ho ricevuto una grazia particolare:
quando la giornata è finita, l'ho dimenticata». Non rimpiangeva il
passato, non aveva paura del futuro, viveva il presente. Un giorno,
una pellegrina ha avuto l'imprudenza di dire a fra Slavko: «Padre',
dovrebbe riposarsi!». Spesso era infastidito da quel tipo di
discorsi e, accompagnandolo con un gesto della mano, rispose: «Mi
riposerò in cielo!».
Ora mi piace scherzare con lui
e talvolta gli dico: «Slavko, ti riposi davvero?». Perché dopo la
sua morte non è mai stato così attivo! No, non ha lasciato
Medjugorje, ormai la sua porta è aperta per noi non stop,
ventiquattr'ore su ventiquattro. Sono finite le code! Coloro che sono
in cielo trattano ogni persona come se fosse unica al mondo.
Soffriva in silenzio
Perché una tale potenza nella
sua intercessione oggi? Perché è nato in cielo, così presto dopo
la sua morte? Fra Slavko ha sofferto in silenzio. Era estremamente
raro che si lasciasse sfuggire un indizio al riguardo, anche con le
persone più intime. Negli ultimi tempi faceva spesso visita a
Marija, perché gli faceva bene. Marija conosceva dall'interno gli
strazi di cui soffriva e, per fra Slavko, aprirsi con lei era un po'
deporre il suo fardello ai piedi della Gospa e abbandonarlo alle sue
cure materne. Alcuni mesi prima di nascere in cielo, durante una
conversazione amichevole aveva confidato a Denis Nolan: «Sono
crocifisso!». Tuttavia, negli ultimi giorni della sua vita a
Medjugorje non ha smesso di predicare a proposito della gratitudine
verso Dio. La mattina stessa della morte, mentre celebrava la sua
ultima Messa, ha detto a un gruppo di pellegrini tedeschi: «Ci si
lamenta sempre! Si vorrebbe essere in un altro luogo, in un altro
tempo, per esempio al tempo di Gesù. Così lo avremmo amato,
toccato, avremmo creduto in lui... Ma stiamo certi che Dio ha scelto
ciò che c'era di meglio per noi, e che se esistessero un'epoca o un
luogo migliore per noi, ci avrebbe messi lì, poteva farlo».
Tratto
dal libro “Il Bambino nascosto di Medjugorje” di suor Emmanuel –
Capitolo 9°
Nessun commento:
Posta un commento