L ' Arciconfraternita dei Servi di Maria, anticamente detta anche "Società dell'Abito della SS Vergine Addolorata" - Sorta nella prima metà del XVI° secolo ( 154O) poi ricostituita nel 1614 il 14 del mese di Maggio nella piccola Chiesa dei Serviti di San Antonio Abate .
Nata
come Pia società semplicemente laicale con lo scopo di onorare la SS
Vergine Dolorosa - Per quanto riguarda, il nome della nuova
Confraternita non fu come si dice: dei Servi di Maria, ma
Confraternita della SS Vergine dei sette Dolori detta dei Servi.
Significativo
è il contributo dato dalla Confraternita con denari, materiali,
terreni , per la ricostruzione della nuova chiesa di Sant'Antonio
Abate terminata nell'anno 1707 (dopo l'abbattimento della vecchia
Chiesetta ); e grande fu la riconoscenza dei padri Serviti verso la
Venerabile Confraternita.
L'Arciconfraternita,
nella prima metà del XVII secolo ( 1727) dopo la riedificazione
della nuova chiesa, costruirono la loro artistica Cappella detta
dell'Addolorata, dove ancora oggi dopo oltre tre secoli, sette giorni
prima del Venerdì Santo, tutte le sere è per sette giorni si
celebra il Devoto Settenario con la recita del Santo Rosario e il
canto dello "STABAT MATER" con l'esposizione al pubblico
del Venerato simulacro della Beata Vergine dei "SETTE DOLORI"
-
Detto
Simulacro viene portato in Processione la mattina del Venerdì Santo
dai confratelli per le vie del Centro Storico per le antiche
"CERCHE".
L'Arciconfraternita
ancora oggi pratica questa antica celebrazione con i pochi
confratelli che la compongono.
Ha
la sua sede (ne è Proprietaria) adiacente la chiesa di Sant'Antonio
Abate, comunicante con la Cappella della Beata Vergine dei Sette
Dolori.
Per
l'Arciconfraternita dei Servi di Maria
Il
Priore
Dau
Mario
Fra
tanti titoli e celebrazioni mariane, il più vicino alla realtà
umana è quello di “Beata Vergine Maria Addolorata”, perché
evoca emozioni e sentimenti che tutti sentiamo vibrare, e perché
ognuno di noi nella sua vita è stato toccato dalla sofferenza.
I
Vangeli presentano la Vergine intimamente unita al destino di
passione e sofferenza del Figlio. La sua vita è segnata dal dolore:
vive poveramente, partorisce in una grotta, fugge in esilio, vive a
Nàzaret dedita al lavoro nascosto. I Vangeli poi danno spazio a tre
episodi che esplicitano il dolore di Maria: la profezia di Simeone,
lo smarrimento di Gesù nel tempio, la presenza ai piedi della croce.
Maria,
in questo modo, partecipa attivamente al mistero della nostra
redenzione. Sul Calvario ella è accanto alla Croce: «Stava in
pianto la Madre Addolorata presso la Croce, da cui pendeva il Figlio»
(Stabat Mater). Per Maria è una prova terribile, più dura di quella
di Abramo al sacrificio di Isacco, ma rimane in piedi.
Sul
Calvario, mentre si compiva il grande sacrificio di Gesù, si
potevano guardare due vittime: il Figlio, che sacrificava il corpo
con la morte, e la Madre Maria, che sacrificava l'anima insieme alla
passione del Figlio. Il Cuore della Vergine era il riflesso dei
dolori di Gesù. D'ordinario la madre sente le sofferenze dei figli
più delle proprie. Quanto dovette soffrire la Madonna a vedere
morire Gesù in Croce! Dice san Bonaventura che tutte quelle piaghe
ch'erano sparse sul corpo di Gesù, erano nello stesso tempo tutte
unite nel Cuore di Maria. Più si ama una persona e più si soffre
nel vederla soffrire. La sua fede è incrollabile, senza riserve.
Adesso il “sì” dell'annunciazione diventa esplicito consenso al
sacrificio del Figlio e partecipazione al suo amore redentore verso
tutti gli uomini.
Ai
piedi della Croce Maria coopera con il Figlio alla nostra redenzione.
Ella è la nuova Eva, colei che ci guida alla vita. Ella completa
nella sua persona – come scrive l'apostolo Paolo – ciò che manca
alla passione del suo Figlio (Col 1,24). La maternità divina verso
Cristo si dilata nella maternità universale. Maria accoglie nel suo
materno amore tutti gli uomini e coopera alla loro rigenerazione e
alla formazione dei figli di Dio (cfr. Lumen Gentium, 61).
Di
fronte a questo mistero di amore sorge spontaneo un senso di viva e
filiale gratitudine verso la Madre Addolorata. Essa è il modello
della Chiesa e dei cristiani: salda nella fede, forte nella speranza,
ardente nella Carità. La nostra riconoscenza verso la Madonna sia
almeno questa: meditare e compatire i suoi dolori. Gesù rivelò alla
beata Veronica da Binasco che molto si compiace nel vedere compatita
la Madre sua, perché gli sono care le lacrime che Ella sparse sul
Calvario. La stessa Vergine si dolse con Santa Brigida che sono molto
pochi coloro che la compatiscono e la maggior parte dimentica i suoi
dolori; onde le raccomandò tanto di aver memoria delle sue pene.
Preghiamo
Maria perché ci insegni a unire le nostre sofferenze a quelle del
Figlio, come ha fatto lei, come prega la sequenza dello “Stabat
Mater”: « Uniscimi al tuo dolore per il Figlio tuo divino, che per
me ha voluto patire. Ferisci il mio cuore con le sue ferite,
stringimi alla sua croce, inebriami del Suo sangue. Santa Madre, deh
voi fate, che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».
Riscopriamo
il valore salvifico della Croce, soprattutto quando la sua ombra si
allunga sopra le nostre giornate: con l'offerta delle nostre
sofferenze noi ci uniamo alla passione di Cristo per la salvezza
dell'umanità.
Chiediamo
a lei che ci dia la sua stessa fede e il Suo amore solidale.
Chiediamole che ci apra gli occhi, perché vediamo le sofferenze
nascoste dei fratelli; che ci apra le orecchie, perché sappiamo
ascoltare il grido silenzioso dei disperati, che ci apra la bocca,
perché sappiano pronunciare parole d'amore; che ci guarisca le mani
rattrappite, perché sappiamo compiere gesti d'amore.
O
Madre, sorgente di amore, fa' ch'io viva il tuo martirio, fa' che io
pianga le tue lacrime. Fa' che arda il mio cuore nell'amare il Cristo
Dio, nel consolare i miei fratelli. Amen.
Il
beato Miguel Augustin Pro (nato il 13 gennaio 1891, in Messico)
compose la seguente preghiera il 13 novembre 1927, a Città del
Messico, dieci giorni prima di morire ucciso dai miliziani
governativi. È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 25
Settembre 1988.
Lasciami
vivere accanto a te, Madre mia, per tenere compagnia alla tua
solitudine e al tuo profondo dolore!
Lasciami
risentire nella mia anima il pianto doloroso dei tuoi occhi e
l'abbandono del tuo Cuore!
Non
voglio sul cammino della mia vita gustare la letizia di Betlemme,
adorando il Bambino Gesù, nelle tue braccia Verginali.
Non
voglio godere nella tua umile casa di Nàzaret della cara presenza di
Gesù Cristo.
Né
voglio unirmi al coro degli angeli nella tua gloriosa assunzione!
Voglio
nella mia vita gli scherni e le beffe del Calvario; voglio la lenta
agonia del Figlio tuo, il disprezzo, l'ignominia, l'infamia della
croce.
Voglio,
o Vergine Addolorata, stare vicino a te, in piedi, per fortificare il
mio spirito con le tue lacrime, consumare il mio sacrificio col tuo
martirio, sostenere il mio cuore con la tua solitudine, amare il mio
e tuo Dio con l'immolazione di tutto il mio essere.
Amen.
Mediteremo
con profonda pietà i sette principali Dolori sofferti dalla Beata
Vergine Maria nella vita, passione e morte del suo caro ed amato
Figlio Gesù, nostro Salvatore.
I
DOLORE
Nel
primo Dolore si contempla la profezia del santo vecchio Simeone, che
predice a Maria Santissima la Passione e Morte del Suo Divin Figlio.
Un
Pater e sette Ave.
II
DOLORE
Nel
secondo Dolore si contempla Maria Santissima, che salva con la fuga
in Egitto la vita di Gesù, cercato a morte da Erode.
Un
Pater e sette Ave.
III
DOLORE
Nel
terzo Dolore si contempla Maria Santissima che cerca ansiosa Gesù,
smarrito a Gerusalemme.
Un
Pater e Sette Ave.
IV
DOLORE
Nel
quarto Dolore si contempla Maria Santissima che si incontra con il
suo Divin Figlio sulla via del Calvario.
Un
Pater e sette Ave.
V
DOLORE
Nel
quinto Dolore si contempla Maria Santissima, che assiste sul Calvario
alla Crocifissione e Morte del suo Divin Figlio.
Un
Pater e sette Ave.
VI
DOLORE
Nel
sesto Dolore si contempla Maria Santissima, che riceve tra le sue
braccia Gesù, deposto dalla Croce.
Un
Pater e Sette Ave.
VII
DOLORE
Nel
settimo Dolore si contempla Maria Santissima, che accompagna Gesù
alla sepoltura.
Un
Pater e Sette Ave
Diremo
tre Ave Maria alla Beata Vergine Addolorata per impetrare un vero
pianto dei nostri peccati.
Quando
si recita l'inno Stabat Mater, si suol premettere la seguente
esortazione: Compassioneremo Maria
Santissima a piè della Croce, pregandola della sua amorosa
assistenza nella nostra agonia.
HYMNUS
Stabat
Mater dolorosa,
iuxta crucem lacrimosa,
dum pendebat Filius.
Cuius animam gementem,
contrístatam et dolentem,
pertransivit gladius.
O quam tristis et afflicta
fuit illa benedicta
Mater Unigeniti!
Quae moerebat et dolebat
Pia Mater, dum videbat
Nati poenas incliti.
Quis est homo qui non fleret,
Matrem Chisti si videret
in tanto supplicio?
Quis non posset contristari,
Christi Matrem contemplari
dolentem cum Filio?
Pro peccatis suae gentis
vidit Iesum in tormentis
et flagellis subditum.
Vidit suum dulcem Natum,
moriendo desolatum,
dum emísit spiritum.
Eia, Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.
Fac ut ardeat cor meum
in amando Christum Deum,
ut sibi complaceam.
Sancta Mater, istud agas,
crucifixi fige plagas
cordi meo valide.
Tui nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
poenas mecum divide.
Fac me tecum pie flere,
crucifixo condolere,
donec ego vixero.
Iuxta Crucem tecum stare,
et me tibi socíare
in planctu desidero.
Quando corpus morietur,
fac ut animae donetur
paradisi gloria.
Amen.
iuxta crucem lacrimosa,
dum pendebat Filius.
Cuius animam gementem,
contrístatam et dolentem,
pertransivit gladius.
O quam tristis et afflicta
fuit illa benedicta
Mater Unigeniti!
Quae moerebat et dolebat
Pia Mater, dum videbat
Nati poenas incliti.
Quis est homo qui non fleret,
Matrem Chisti si videret
in tanto supplicio?
Quis non posset contristari,
Christi Matrem contemplari
dolentem cum Filio?
Pro peccatis suae gentis
vidit Iesum in tormentis
et flagellis subditum.
Vidit suum dulcem Natum,
moriendo desolatum,
dum emísit spiritum.
Eia, Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.
Fac ut ardeat cor meum
in amando Christum Deum,
ut sibi complaceam.
Sancta Mater, istud agas,
crucifixi fige plagas
cordi meo valide.
Tui nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
poenas mecum divide.
Fac me tecum pie flere,
crucifixo condolere,
donec ego vixero.
Iuxta Crucem tecum stare,
et me tibi socíare
in planctu desidero.
Quando corpus morietur,
fac ut animae donetur
paradisi gloria.
Amen.
• Ora
pro nobis, Virgo dolorosissima.
• Ut
digni efficiamur promissioibus Christi.
Traduzione
letterale
La madre stava addolorata,
lacrimante presso la croce,
da cui pendeva il Figlio.
Una spada attraversò
la sua anima gemente,
contristata e addolorata.
Oh, quanto triste ed afflitta
fu la benedetta madre
dell’Unigenito!
Di quanto si affliggeva e si doleva
la madre devota, al vedere
le pene del nobile Figlio.
Qual è quell’uomo che non piangerebbe,
se vedesse la madre di Cristo
in una simile tortura?
Chi potrebbe non rattristarsi
al contemplare la madre devota,
che patisce con il Figlio?
Vide Gesù sottoposto
a torture e frustate,
per i peccati del suo popolo.
Vide il suo dolce Figlio
morire abbandonato da tutti,
quando emise lo spirito.
Orsù, o madre, sorgente d’amore,
fa’ che io senta la violenza del dolore,
onde con te pianga.
Fa’ che il mio cuore
arda d’amore per Cristo Dio,
onde io sia gradito a lui.
Santa madre, opera questo:
imprimi saldamente al mio cuore
le ferite del Crocifisso.
Dividi con me le pene
del tuo Figlio ferito,
che si è degnato persino di soffrire per me.
Fa’ che io pianga veramente con te,
che [io] soffra con il Crocifisso,
finché io avrò vita.
Desidero stare con te
presso la croce
e associarmi a te nel pianto.
Quando il corpo morirà,
fa’ che sia donata all’anima
la gloria del paradiso.
Amen.
OREMUS
Interveniat
pro nobis, quaesumus Domine Jesu Christe, nunc et in hora mortis
nostrae, apud tuam clementiam beata Virgo Maria Mater tua, cuius
sacratissimam animam in hora tuae passionis doloris gladius
pertransivit. Perte, Jesu Christe Salvador mundi, qui cum Patre et
Spiritu Sancto vivis et regnas in saecula saeculoru.
• Amen.
Inoltre
si suole aggiungere:
Diremo
un Pater, Ave e Gloria ad
onore dei Sette Santi Fondatori, affinché ci siano in cielo presso
Maria Santissima validi Protettori.
Pater,
Ave e Gloria.
Reciteremo
una Salve Regina alla
Santissima Vergine Addolorata per tutti i nostri Benefattori vivi e
defunti.
Salve
Regina.
Invocheremo
il patrocinio di Maria Santissima sul Sommo Pontefice, alla santa
Chiesa e su ciascuno di noi.
Si
ripete tre volte:
Virgo
dolorosissima, ora pro nobis.
• Nos
cum prole pia.
• Benedicat
dolorosa Virgo Maria.
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