I
Giudei dicevano al popolo parlando di Gesù: Egli
è un indemoniato e impazzisce; perché state a sentirlo?
Il
Figlio di Dio, la Sapienza eterna, trattato da pazzo! Come possiamo
mai sperare, noi, un trattamento diverso dal mondo, quando
glorifichiamo Dio? Il mondo ci considera come squilibrati e il
demonio tenta così di farci temperare talmente lo spirito cristiano
con facili condiscendenze alle stoltezze della vita terrena, da non
conservarlo più in noi. È così che diventiamo schiavi del rispetto
umano e finiamo spesso per non conservare in noi altro che
l'apparenza dello spirito cristiano. Non dobbiamo piuttosto ritorcere
l'insulto al mondo, stimandolo per quello che è, folle e
indemoniato? Possiamo abdicare alla nostra libertà interiore per gli
stupidi apprezzamenti e giudizi di chi è schiavo del male? Quale uso
e quale legge sociale potrebbe mai giustificare il nostro
allontanamento dalla pietà o anche il semplice rilassamento nei
doveri della nostra professione cristiana? Alziamo la fronte, per
carità, scuotiamo il giogo che ci opprime, respiriamo l'aria
salutare del Cielo e siamo contenti di essere considerati come folli
dal mondo, per non apparire insensati nel giorno del Giudizio!
Gesù
Cristo parla, conferma la sua parola con i miracoli, ma i Giudei non
gli credono e non ascoltano la sua voce perché non sono sue
pecorelle. Seguiamo Gesù, nutriamo l'anima nostra dei suoi
insegnamenti, con i suoi Sacramenti e col vitale alimento che ci
viene
dalla sua Chiesa, se vogliamo essere pecorelle dei suoi pascoli e
ascoltarne la voce. Com'è possibile essere cristiani e avvelenarci
alle putride fonti del mondo? Quanti distruggono in se stessi i germi
della grazia e spengono nell'intelletto la luce della verità,
leggendo libri stolti, partecipando a conversazioni o a spettacoli
frivoli e gettando nel loro cuore, a piene mani, le cattive sementi
delle passioni! Siamo gelosi della nostra Fede, siamo tutelatori
accorti dei tesori che da essa ci vengono e udremo la voce di Gesù
ogni volta che si fa sentire nel nostro cuore e ogni volta che ci
parla per mezzo della Chiesa.
Quanto
è difficile vivere nel mondo e conversare con le creature!
Siamo
pecorelle di Gesù e dobbiamo andare dietro a Lui con grande
docilità. È un titolo di sommo onore e un'immensa grazia. Che
c'importa del mondo? Non ci accorgiamo che la vita sfugge e che il
mondo non è nostra eredità? Ci siamo per morirvi e possiamo dire
che esso è la nostra bara che si forma quasi a strati a strati con
gli anni della nostra vita. Ogni giorno vi aggiunge una particella e
l'ultimo giorno della vita la trova completa. Ora, chi si
attaccherebbe alla sua bara?
Andiamo
dietro a Gesù, buon Pastore, Vita e Risurrezione nostra; ogni giorno
passato con Lui ci prepara alla Vita eterna e alla risurrezione, ogni
comunione con Lui è un contatto d'immortalità, ogni conversazione
con Lui è un'inondazione di luce e di grazia per noi, poiché Egli
solo è la Via, la Verità e la Vita. Vivendo con Gesù e di Gesù
saremo certi di vivere un giorno nell'eterna gioia, poiché nessuno
potrà strapparci da Lui.
Solo
Gesù ci comprende e si fa capire da noi
È
tanto difficile vivere nel mondo e conversare con le creature; è
tanto arduo comprendersi e farsi capire; occorre una continua
vigilanza e molta prudenza per non generare, anche con le persone più
care, incidenti spiacevoli, e si vive quasi palpitando di angosciosa
incertezza.
Gli
angoli del mondo che crediamo illuminati dalla scienza e dall'arte,
ahimè, da lontano affascinano, ma da vicino sono pieni di nebbia e
soffocanti per la polvere della materia che vi si leva. Solo i
pascoli di Gesù sono tranquilli e luminosi, solo Egli ci comprende e
si fa capire, solo il suo amore ci appaga e ci sazia. Andiamo dunque
da Lui e riposiamoci sotto la sua guida nel suo campo ubertoso, la
Chiesa, per godere la tranquillità e la pace amandolo, la felicità
e la gloria raggiungendolo nell'eternità.
Nel
mondo cerchiamo invano la compagnia; siamo soli, dobbiamo essere
soli, e possiamo dire che il bilancio di ciascuna giornata passata a
contatto con le creature, siano anche le più buone e care, è questo
solo: “Gesù,
Tu solo mi comprendi, solo con te non ci sono equivoci e malintesi,
Tu solo sei buono, solo Tu mi sazi e mi consoli, solo Tu sei il mio
Amore e la mia Meta, e io voglio essere solo tua pecorella. Ogni
giorno che passa m' induce, per esperienze penose, a ridurre le mie
parole, la mia franchezza, le mie effusioni con le creature; ogni
giorno mi accorgo che cammino fra le spine e capisco che Tu ci vuoi
solo e tutti per te, perché Tu solo puoi saziarci d'amore e di pace
nei tuoi pascoli”.
Tratto
da “ I quattro Vangeli – Commento al Vangelo di Giovanni – del
Sac. Dolindo Ruotolo – da pag. 1918 a pag.1920
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