Il
18 Settembre, vigilia della santa Apparizione della Santa Vergine,
ero sola come al solito a far pascolare le quattro mucche dei miei
padroni. Verso le 11 della mattina vidi venire vicino a me un
ragazzino. A questa vista mi spaventai perché mi sembrava che tutti
dovessero sapere che fuggivo ogni sorta di compagnie. Questo bambino
si avvicinò e mi disse: “Piccola, vengo con te, sono anch’io di
Corps”. A queste parole, il mio brutto carattere si fece sentire
presto e, facendo alcuni passi indietro, gli dissi: “Non voglio
nessuno; voglio restare da sola”. Poi, mi allontanai, ma quel
bambino mi seguì dicendo: “Dai, tienimi con te, il mio padrone mi
ha detto di venire a far pascolare le mie mucche con le tue; sono di
Corps”.
Mi
allontanai da lui, facendogli segno che non volevo nessuno; e dopo
essermi allontana, mi sedetti sul prato. Dove conversavo con i
fiorellini del buon Dio.
Un
momento dopo, guardai dietro di me e trovai Maximin seduto vicino a
me. Mi disse subito: “Tienimi, sarò molto saggio”. Il mio brutto
carattere, però, non sentì ragione. Mi rialzai di fretta e fuggii
un po’ più lontano senza dirgli niente, e mi rimisi a giocare con
i fiori del buon Dio. Un istante dopo, Maximin era ancora là per
dirmi che sarebbe stato molto saggio, che non avrebbe parlato, che si
sarebbe annoiato a restare da solo e che il suo padrone lo mandava
vicino a me, ecc… Questa volta, ne ebbi pietà, gli feci segno di
sedersi, e continuai coi fiorellini del buono Dio.
Maximin
non tardò a rompere il silenzio. Si mise a ridere, (credo che si
burlasse di me); lo guardai, ed egli mi disse: “Divertiamoci,
facciamo un gioco”. Non gli risposi, perché ero così ignorante,
che non comprendevo niente del gioco con un’altra persona, essendo
sempre stata sola. Mi divertivo unicamente con i fiori e Maximin
avvicinandosi a me, non faceva che ridere dicendomi che i fiori non
avevano orecchie per sentirmi e che dovevamo giocare insieme. Non
avevo, però, nessuna inclinazione al gioco che mi diceva di fare.
Tuttavia cominciai a parlargli ed egli mi disse che i dieci giorni
che doveva passare col suo padrone sarebbero finiti presto, e che poi
sarebbe partito per Corps da suo padre, ecc…
Mentre
mi parlava, la campana di La Salette si fece sentire, era l’Angelus;
feci segno a Maximin di elevare la sua anima a Dio. Si scoprì la
testa e rimase in silenzio. Poi, gli dissi: “Vuoi cenare? -Sì, mi
disse- Andiamo”. Ci sedemmo; estrassi dalla mia borsa le provviste
che mi avevano dato i miei padroni e, secondo la mia abitudine, prima
di iniziare con il mio piccolo pane rotondo, con la punta del mio
coltello feci una croce sul pane e nel mezzo un piccolo foro,
dicendo: “Se vi è il diavolo che ne esca, e se vi è il buon Dio,
che Egli vi resti” e rapidamente ricoprii il piccolo foro. Maximin
scoppiò a ridere dando una pedata al mio pane che mi sfuggì delle
mani, rotolò giù dalla montagna e andò perduto.
Avevo
un altro pezzo di pane, lo mangiammo insieme; dopo di che facemmo un
gioco; poi comprendendo che Maximin doveva avere bisogno di mangiare,
gli indicai un luogo della montagna coperto di piccoli frutti. Lo
invitai a mangiarne, ciò che fece subito; ne mangiò e ne riportò
pieno il suo cappello. La sera scendemmo insieme dalla montagna,
promettendoci di ritornare insieme a far pascolare le nostre mucche.
L’indomani,
19 Settembre, mi ritrovai in cammino con Maximin; salimmo insieme la
montagna. Trovavo che Maximin fosse molto buono, molto semplice, e
che volentieri parlasse di quello di cui io volevo parlare; era anche
molto docile, non tenendo alla propria opinione; era solamente un po’
curioso, perché quando mi allontanavo da lui, appena mi vedeva
ferma, accorreva rapidamente per vedere ciò che facevo e sentire ciò
che dicevo con i fiori del buon Dio; e se non arrivava in tempo, mi
chiedeva ciò che avessi detto. Maximin mi chiese che gli insegnassi
un gioco. La mattinata era già inoltrata; gli dissi di raccogliere
dei fiori per costruire il “Paradiso”.
Ci
mettemmo tutti i due all’opera e ben presto avemmo a nostra
disposizione una bella quantità di fiori di diversi colori. Sentimmo
suonare l’Angelus del villaggio, poiché il cielo era terso e senza
nubi. Dopo avere detto al buon Dio ciò che sapevamo, dissi a Maximin
che dovevamo condurre le nostre mucche su un piccolo altipiano vicino
al burrone, dove avremmo trovato delle pietre per costruire il
“Paradiso”. Avviammo le nostre mucche verso il luogo indicato, e
poi facemmo colazione; finita colazione cominciammo a trasportare
delle pietre per costruire la nostra piccola casa che consisteva in
un pianterreno che avrebbe dovuto servirci da abitazione e in un
primo piano che, secondo noi, doveva essere il “Paradiso”.
Questo
piano era ornato di fiori multicolori e di corone sospese con steli
di fiori. Questo “Paradiso” era coperto da un’unica larga
pietra, che avevamo ricoperto di fiori; altre corone pendevano
tutt’intorno. Ultimato il “Paradiso”, lo guardavamo; il sonno
ci sorprese; ci allontanammo circa due passi e ci addormentammo sul
prato.
II
LA
BELLA SIGNORA SI SIEDE SUL NOSTRO “PARADISO” SENZA FARLO CROLLARE
Svegliandomi
e non vedendo le mucche, chiamai Maximin e cominciai a salire sulla
piccola altura. Da lì, vedendo che le mucche se ne stavano
tranquillamente distese, ridiscesi e Maximin saliva, poi
all’improvviso vidi una bella luce, più splendente del sole, e
potei dire soltanto: “Maximin, vedi laggiù? Ah! Dio mio!”. Nello
stesso istante lasciai cadere il bastone che avevo in mano. Non so
cosa sia accaduto di delizioso in me in quel momento, ma mi sentivo
attratta, ero presa da un grande rispetto pieno d’amore e il mio
cuore avrebbe voluto correre più presto di me.
Guardavo
intensamente quella luce che era immobile e, come se si fosse aperta,
ve ne scorsi un’altra molto più brillante che si muoveva, in
questa luce vidi una bellissima Signora, seduta sul nostro “Paradiso”
con la testa fra le mani. Questa bella Signora si alzò, incrociò
leggermente le sue braccia e guardandoci ci disse: “Venite, bambini
miei, non abbiate paura; sono qui per annunciarvi una grande
notizia!”. Queste dolci e soavi parole mi fecero volare fino a lei,
il mio cuore avrebbe voluto attaccarsi a lei per sempre. Arrivai
molto vicino alla bella Signora, davanti a lei, alla sua destra, Ella
cominciò il discorso, e lacrime cominciarono a colare dai suoi occhi
belli.
“Se
il mio popolo non vorrà sottomettersi, sarò costretta a lasciar
libero il braccio di Mio Figlio. Esso è così forte e così pesante
che non posso più sostenerlo.
Da
quanto tempo soffro per voi! Poiché ho ricevuto la missione di
pregare continuamente Mio Figlio, voglio che non vi abbandoni, ma voi
non ci fate caso. Per quanto pregherete e farete, mai potrete
compensare la pena che mi sono presa per voi.
Vi
ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo, e non
me lo volete concedere. È questo che appesantisce tanto il braccio
di Mio Figlio.
Anche
i carrettieri non sanno che bestemmiare il nome di Mio Figlio. Queste
sono le due cose che appesantiscono tanto il braccio di Mio Figlio.
Se
il raccolto si guasta, non è che a causa vostra.
Ve
l’ho fatto vedere l’anno passato con le patate: voi non ci avete
fatto caso. Anzi quando ne trovavate di guaste bestemmiavate il nome
di Mio Figlio. Esse continueranno a marcire e quest’anno, a Natale
non ve ne saranno più…”.
In
quel momento cercavo di interpretare la parola “patate” (“pommes”);
mi sembrava di capire che questa significasse “mele”. La bella e
buona Signora, indovinando il mio pensiero, riprese così:
“Non
mi comprendete, figli miei? -Ve lo dirò diversamente”.
(La Santa Vergine parlava in francese, poi per farsi capire bene da Melanie ripetè il messaggio nel dialetto locale -N.d.r.-)
(La Santa Vergine parlava in francese, poi per farsi capire bene da Melanie ripetè il messaggio nel dialetto locale -N.d.r.-)
La
traduzione dal francese è questa:
“Se il raccolto si guasta, non è che a causa vostra; ve l’ho fatto vedere l’anno passato con le patate: voi non ci avete fatto caso. Anzi quando ne trovavate di guaste bestemmiavate il nome di Mio Figlio. Esse continueranno a marcire e quest’anno, a Natale non ve ne saranno più. Se avete del grano, non seminatelo.
“Se il raccolto si guasta, non è che a causa vostra; ve l’ho fatto vedere l’anno passato con le patate: voi non ci avete fatto caso. Anzi quando ne trovavate di guaste bestemmiavate il nome di Mio Figlio. Esse continueranno a marcire e quest’anno, a Natale non ve ne saranno più. Se avete del grano, non seminatelo.
Tutto
ciò che seminerete, lo mangeranno gli insetti; e quello che maturerà
cadrà in polvere al momento della battitura. Sopraggiungerà una
grande carestia. Prima di essa i bambini al di sotto dei sette anni
saranno colpiti da tremiti e moriranno tra le braccia di coloro che
li terranno. Gli altri faranno penitenza con la carestia. Le noci si
guasteranno e l’uva marcirà”.
A
questo punto la bella Signora, che mi rapiva, rimase un momento senza
farsi sentire; tuttavia vedevo che continuava, come se stesse
parlando, a muovere graziosamente le sue amabili labbra. In quel
momento Maximin riceveva il suo segreto. Poi, rivolgendosi a me, la
Vergine Santissima mi parlò e mi diede un segreto in francese.
Eccolo per intero, come me l’ha dato:
III
La
Vergine Maria:
“Melanie,
ciò che vi dirò adesso non sarà segreto per sempre. I sacerdoti, a
causa delle loro vite malvagie, per le loro irriverenze e la loro
empietà nel celebrare i Santi Misteri, per l’amore del denaro,
l’amore degli onori e dei piaceri, i sacerdoti sono diventati
cloache d’impurità. Sì, i sacerdoti domandano vendetta e la
vendetta è sospesa sulle loro teste. Guai ai sacerdoti e alle
persone consacrate a Dio, che per la loro infedeltà e la loro
condotta malvagia, crocifiggono
di nuovo mio Figlio. I peccati delle persone consacrate a Dio gridano
al Cielo e invocano la vendetta di Dio; ed ecco la vendetta è alle
loro porte, poiché non si trovano più persone che implorano
misericordia e perdono per il popolo. Non vi sono più anime
generose, non vi sono persone degne di offrire la Vittima senza
macchia all’Eterno in favore del mondo.
Dio colpirà in una maniera esemplare. Guai agli abitanti della terra! Dio verserà la sua collera e nessuna persona si potrà sottrarre a tanti mali insieme.
Dio colpirà in una maniera esemplare. Guai agli abitanti della terra! Dio verserà la sua collera e nessuna persona si potrà sottrarre a tanti mali insieme.
I
capi, le guide del popolo di Dio, hanno trascurato la preghiera e la
penitenza e il demonio ha oscurato la loro intelligenza; essi sono
diventati quelle stelle erranti che il vecchio diavolo trascinerà
con la sua coda fino a farli morire.
Dio
permetterà che l’antico serpente instauri divisioni tra i
regnanti, in ogni società e in tutte le famiglie. Si soffrirà per
pene fisiche e morali. Dio abbandonerà gli uomini a loro stessi,
riverserà castighi che si succederanno per più di 35 anni. La
società è alla vigilia dei flagelli più terribili e dei più
grandi avvenimenti. Ci si deve aspettare di essere governati con
verga di ferro e di bere il calice della collera di Dio.
Il
vicario di mio Figlio, il Sommo Pontefice Pio IX non esca da Roma
dopo l’anno 1859, ma sia fermo e generoso, combatta con le armi
della fede e dell’amore: io sarò con lui.
Non
si fidi di Napoleone; il cuore di costui è doppio e, quando vorrà
essere contemporaneamente Papa e Imperatore, Dio si ritirerà da lui;
egli è quell’aquila che volendosi innalzare sempre più, cadrà
sulla spada di cui voleva servirsi per obbligare i popoli ad
innalzarlo.
L’Italia sarà punita per la sua ambizione di voler scuotere il giogo del Signore dei signori. Anch’essa sarà portata alla guerra; il sangue scorrerà da tutte le parti, le chiese saranno chiuse e profanate, i sacerdoti e i religiosi saranno cacciati; moriranno, moriranno di morte cruenta. Tanti abbandoneranno la fede, e il numero di sacerdoti e di religiosi che si separeranno dalla vera religione sarà grande. Tra questi, ci saranno anche vescovi.
Che
il Papa si guardi dagli operatori di miracoli poiché è giunto il
tempo in cui i prodigi più stupefacenti avranno luogo sulla terra e
nell’aria.
Nell’anno
1864, Lucifero con un gran numero di demoni sarà liberato
dall’inferno. Essi, a poco a poco, distruggeranno la fede anche
delle persone consacrate a Dio. Essi li accecheranno in modo tale
che, se non per una grazia particolare, non prenderanno lo spirito di
questi angeli malvagi. Molti gruppi religiosi perderanno
completamente la fede e perderanno molte anime.
I
libri malvagi abbonderanno sulla terra, e gli spiriti delle tenebre
diffonderanno ovunque un rilassamento universale per tutto ciò che
riguarda il servizio di Dio. Essi avranno un gran potere sulla
natura. Vi saranno delle chiese per servire questi spiriti. Alcune
persone saranno trasportate da un luogo all’altro da questi spiriti
malvagi, e anche dei sacerdoti, perché non saranno condotti dal buon
Spirito del Vangelo, che è Spirito di umiltà, di carità e di zelo
per la gloria di Dio.
Faranno
resuscitare alcuni morti e alcuni giusti. Questi morti prenderanno le
sembianze delle anime giuste che erano vissute su questa terra, per
sedurre meglio gli uomini. Questi sedicenti morti resuscitati, che
non saranno altro che il demonio stesso sotto simile aspetto,
predicheranno un altro Vangelo, contrario a quello del vero Gesù
Cristo. Tutte queste anime appariranno come unite ai loro corpi.
Vi
saranno prodigi straordinari ovunque poiché la vera fede si è
spenta e la falsa luce rischiara il mondo.
Guai
ai principi della Chiesa che si saranno dedicati solamente ad
accumulare ricchezze su ricchezze, a salvaguardare la loro autorità
e a dominare con orgoglio.
Il
vicario di mio Figlio soffrirà molto, poiché per un tempo la Chiesa
sarà abbandonata a grandi persecuzioni: sarà il tempo delle
tenebre; la Chiesa si troverà in una crisi spaventosa.
La
Santa fede di Dio sarà dimenticata, ogni individuo vorrà guidarsi
da solo ed essere superiore ai suoi simili. Si aboliranno i poteri
civili ed ecclesiastici, ogni ordine e ogni giustizia verranno
calpestati; non si vedranno che omicidi, odio, gelosie, menzogne e
discordie, senza amore per la patria né per la famiglia.
Il
Santo Padre soffrirà molto. Io sarò con lui fino alla fine per
ricevere il suo sacrificio.
I
cattivi attenteranno più volte alla sua vita senza però potere
nuocere ai suoi giorni; ma né lui né il suo successore… vedranno
il trionfo della Chiesa di Dio.
I
governati civili avranno tutti lo stesso programma, cioè di abolire
e far scomparire ogni principio religioso, per dar posto al
materialismo, all’ateismo, allo spiritismo e a ogni sorta di vizio.
Nell’1865
si vedrà l’Abominazione nei luoghi santi. Nei conventi, i fiori
della Chiesa saranno putrefatti e il demonio diverrà quasi il re dei
cuori. Coloro che si trovano a capo delle comunità religiose stiano
attenti a quelli che ricevono, perché il demonio userà tutta la sua
malizia per introdurre negli ordini religiosi persone vicino al
peccato, poiché il disordine e l’amore per i piaceri carnali
saranno diffusi su tutta la terra.
La
Francia, l’Italia, la Spagna e l’Inghilterra saranno in guerra.
Il sangue scorrerà nelle strade. Il francese si batterà col
francese, l’italiano con l’italiano, in seguito vi sarà una
guerra generale che sarà spaventosa. Per un periodo di tempo, Dio
non si ricorderà più della Francia né dell’Italia, perché il
Vangelo di Gesù non sarà più conosciuto. I malvagi useranno tutta
la loro malizia; si uccideranno, si massacreranno perfino nelle case.
Al
primo colpo della sua spada folgorante, le montagne e tutta la natura
tremeranno dallo spavento perché i disordini e i delitti degli
uomini squarciano la volta dei Cieli. Parigi sarà bruciata e
Marsiglia inghiottita; diverse grandi città saranno scosse e
inghiottite dai terremoti. Si crederà che tutto sia perduto. Non si
vedranno che omicidi, non si sentirà che rumore d’armi e
bestemmie.
I
giusti soffriranno molto; le loro preghiere, le loro penitenze e le
loro lacrime saliranno fino al Cielo e tutto il popolo di Dio
domanderà perdono e misericordia, e chiederà il mio aiuto e la mia
intercessione.
Allora
Gesù, con un atto della sua giustizia e della sua grande
misericordia per i giusti, ordinerà ai suoi Angeli che tutti i suoi
nemici vengano messi a morte.
Ad
un tratto, i persecutori della Chiesa di Gesù, il Cristo, e tutti
gli uomini dediti al peccato moriranno e la terra diventerà come un
deserto.
Allora
si farà la pace, la riconciliazione di Dio con gli uomini. Gesù
sarà servito, adorato e glorificato; l’amore fiorirà dappertutto.
I nuovi re saranno il braccio destro della Santa Chiesa, che sarà
forte, umile, pia, povera, piena di zelo e imitatrice delle virtù di
Gesù. Il Vangelo sarà predicato dappertutto e gli uomini faranno
grandi progressi nella fede poiché vi sarà unità fra gli operai di
Gesù e gli uomini vivranno nel timore di Dio.
Questa
pace tra gli uomini non durerà a lungo: 25 anni di raccolti
abbondanti saranno sufficienti per far loro dimenticare che i peccati
degli uomini sono la causa di tutte le pene che giungono sulla terra.
Un
precursore dell’Anticristo, con le truppe di diverse nazioni,
combatterà contro il vero Cristo, il solo Salvatore del mondo. Esso
spargerà molto sangue e vorrà annientare il culto di Dio per farsi
considerare come un Dio.
La
terra sarà colpita da ogni specie di piaghe, oltre alla peste e alla
carestia, che saranno generali. Si susseguiranno guerre, fino
all’ultima guerra che sarà condotta dai 10 re dell’Anticristo.
Questi re avranno tutti un unico scopo e saranno i soli a governare
il mondo.
Prima
che ciò si verifichi, ci sarà una specie di falsa pace nel mondo.
Si penserà soltanto a divertirsi, i malvagi si abbandoneranno ad
ogni specie di peccato, ma i figli della fede, i miei veri imitatori,
cresceranno nell’amore di Dio e nelle virtù che mi sono più care.
Beate le anime umili condotte dallo Spirito Santo! Io combatterò con
loro finché non saranno arrivati alla pienezza dell’età.
La
natura chiede vendetta per gli uomini, e freme di spavento in attesa
di ciò che deve accadere alla terra insudiciata di crimini.
Tremate
terra e voi che fate professione di servir Gesù ma che, al di
dentro, adorate voi stessi! Tremate, poiché Dio vi consegnerà al
suo nemico perché i Luoghi Santi sono nella corruzione.
Molti
conventi non sono più case di Dio, ma il pascolo di Asmodeo e dei
suoi.
Durante
questo tempo nascerà l’Anticristo da una religiosa ebrea, da una
falsa vergine. Suo padre sarà Vescovo. Nascendo vomiterà bestemmie,
avrà i denti. In una parola, sarà il diavolo incarnato. Emetterà
grida spaventose, farà prodigi, non si nutrirà che di impudicizie.
Avrà dei fratelli che, sebbene non saranno come lui dei demoni
incarnati, saranno figli del male.
A
12 anni, si faranno notare per le valorose vittorie che riporteranno.
In poco tempo ciascuno sarà alla testa di armate, assistiti da
legioni dell’inferno.
Le
stagioni saranno cambiate, la terra produrrà soltanto frutti
cattivi, gli astri perderanno i loro movimenti regolari. La luna
rifletterà solo una debole luce rossastra; l’acqua e il fuoco
daranno al globo terrestre movimenti convulsi e orribili terremoti
che faranno sprofondare montagne, città ecc…
Roma
perderà la fede e diventerà la sedia dell’Anticristo. I demoni
dell’aria, con l’Anticristo, faranno grandi prodigi sulla terra e
nell’aria, e gli uomini si pervertiranno sempre più.
Dio
avrà cura dei suoi fedeli servitori e degli uomini di buona volontà.
Il Vangelo sarà predicato ovunque. Tutti i popoli e tutte le nazioni
avranno conoscenza della verità.
Io
rivolgo un pressante appello alla terra.
Io
chiamo i veri discepoli del Dio Vivente e Regnante nei Cieli. Chiamo
i veri imitatori del Cristo fatto uomo, il solo vero Salvatore degli
uomini. Chiamo i miei figli, i miei veri devoti, coloro che si sono
dati a me perché li conduca al mio divin Figlio, coloro che porto,
per così dire nelle mie braccia, coloro che sono vissuti del mio
Spirito.
Chiamo,
infine, gli Apostoli degli Ultimi Tempi, i fedeli discepoli di Gesù
che sono vissuti nel disprezzo del mondo e di se stessi, nella
povertà e nell’umiltà, nel disprezzo e nel silenzio, nella
preghiera e nella mortificazione, nella castità e nell’unione con
Dio, nella sofferenza e sconosciuti dal mondo. È giunto il momento
che escano e vengano a illuminare la terra. Andate e mostratevi come
miei figli prediletti; io sono con voi e in voi purché la vostra
fede sia la luce che vi illumina in questi giorni di sventura.
Che
il vostro zelo vi renda come degli affamati della gloria e dell’onore
di Gesù. Combattete, figli della luce, voi, piccolo numero che ci
vedete; poiché ecco il Tempo dei tempi, la Fine delle fini.
La
Chiesa sarà eclissata, il mondo sarà nella costernazione. Ma ecco
Enoch ed Elia ripieni dello Spirito di Dio; essi predicheranno con la
forza di Dio, e gli uomini di buona volontà crederanno in Dio, e
molte anime saranno consolate; faranno grandi progressi in virtù
dello Spirito Santo e condanneranno gli errori diabolici
dell’Anticristo.
Guai
agli abitanti della terra!
Vi
saranno guerre sanguinose e carestie, epidemie di peste e malattie
contagiose. Vi saranno piogge di enorme grandine quasi del peso di un
animale. I tuoni scuoteranno le città. Terremoti inghiottiranno
paesi. Si sentiranno voci nell’aria; gli uomini sbatteranno la
testa contro i muri. Essi invocheranno la morte, e la morte, d’altro
canto costituirà il loro supplizio. Il sangue scorrerà ovunque.
Chi
potrà vincere, se Dio non accorcia il tempo della prova?
Per
mezzo del sangue, delle lacrime e delle preghiere dei giusti, Dio si
lascerà piegare!
Enoch
ed Elia saranno messi a morte. Roma pagana sparirà; il fuoco cadrà
dal cielo e distruggerà tre città; l’intero universo sarà
colpito dal terrore e molti si lasceranno sedurre perché non hanno
adorato il vero Cristo vivente in mezzo a loro.
È
tempo. Il sole si oscura; soltanto la fede vivrà.
Ecco
il tempo! L’abisso si apre. Ecco il re dei re delle Tenebre.
Ecco
la Bestia con i suoi sudditi, che si dice il salvatore del mondo. Si
innalzerà con orgoglio nell’aria per andare fino al cielo. Esso
sarà, però, soffocato dal soffio di San Michele Arcangelo. Cadrà e
la terra che da tre giorni sarà in continue evoluzioni, aprirà il
suo seno pieno di fuoco; egli sarà precipitato per sempre, con tutti
i suoi, negli abissi eterni dell’inferno.
Allora
l’Acqua e il Fuoco purificheranno la terra e consumeranno tutte le
opere dell’orgoglio degli uomini e tutto sarà rinnovato: Dio sarà
servito e glorificato.
… Ebbene
figliuoli miei, voi lo trasmetterete (questo messaggio) a tutto il
mio popolo”.
IV
Poi
la Santa Vergine mi diede, sempre in francese, la Regola di un nuovo
Ordine religioso.
Dopo avermi dato la Regola di questo nuovo Ordine religioso, la Santa Vergine riprese così il seguito del Discorso:
Dopo avermi dato la Regola di questo nuovo Ordine religioso, la Santa Vergine riprese così il seguito del Discorso:
“Se
si convertono, le pietre e le rocce si muteranno in grano, e le
patate nasceranno da sole nei campi. Fate bene la vostra preghiera,
bambini miei?”
Tutti
e due rispondemmo: “Oh, no, Signora: non troppo!”
“Ah!
Bambini miei bisogna farla bene, sera e mattina. Quando non potrete
fare meglio, dite almeno un Pater e un’Ave Maria; e quando avrete
tempo e potrete fare meglio, ditene di più.
A Messa non vanno che alcune donne anziane. Gli altri lavorano alla domenica tutta l’estate e, l’inverno, quando non sanno che fare, non vanno alla messa che per burlarsi della religione. In quaresima vanno in macelleria come dei cani.
A Messa non vanno che alcune donne anziane. Gli altri lavorano alla domenica tutta l’estate e, l’inverno, quando non sanno che fare, non vanno alla messa che per burlarsi della religione. In quaresima vanno in macelleria come dei cani.
Non
avete visto del grano guasto, bambini miei?”
Tutti
e due rispondemmo: “Oh! no, Signora”.
La
Santa Vergine si rivolse a Maximin:
“Ma tu, figlio mio, devi averlo visto una volta con tuo padre nel campo del Coin. Il padrone del campo disse a tuo padre: Venite a vedere come il mio grano si guasta. Vi andaste tutti e due. Tuo padre prese in mano due o tre spighe, le stropicciaste e tutto cadde in polvere. Poi, ritornando, quando foste a mezz’ora da Corps, tuo padre ti diede un pezzo di pane dicendoti: Prendi, figlio mio, mangia ancora del pane quest’anno perché non so chi ne mangerà l’anno prossimo, se il grano continua a guastarsi in questo modo”.
“Ma tu, figlio mio, devi averlo visto una volta con tuo padre nel campo del Coin. Il padrone del campo disse a tuo padre: Venite a vedere come il mio grano si guasta. Vi andaste tutti e due. Tuo padre prese in mano due o tre spighe, le stropicciaste e tutto cadde in polvere. Poi, ritornando, quando foste a mezz’ora da Corps, tuo padre ti diede un pezzo di pane dicendoti: Prendi, figlio mio, mangia ancora del pane quest’anno perché non so chi ne mangerà l’anno prossimo, se il grano continua a guastarsi in questo modo”.
Maximim
rispose: “È vero, Signora, non me lo ricordavo più”.
La
Santissima Vergine terminò il suo discorso in francese: “Ebbene,
figli miei, lo farete conoscere a tutto il mio popolo”.
La bellissima Signora attraversò il ruscello, e a due passi dal ruscello, senza voltarsi verso di noi che la seguivamo (perché attirava a Lei per il suo splendore e ancor più per la sua bontà che mi inebriava e sembrava farmi fondere il cuore) ci disse ancora: “Ebbene, figli miei, lo farete conoscere a tutto il mio popolo”.
La bellissima Signora attraversò il ruscello, e a due passi dal ruscello, senza voltarsi verso di noi che la seguivamo (perché attirava a Lei per il suo splendore e ancor più per la sua bontà che mi inebriava e sembrava farmi fondere il cuore) ci disse ancora: “Ebbene, figli miei, lo farete conoscere a tutto il mio popolo”.
Poi
continuò a camminare fino al posto in cui ero salita per vedere dove
si trovavano le mucche. I suoi piedi toccavano appena la punta
dell’erba, senza piegarla. Arrivata sulla piccola altura, la bella
Signora si fermò e subito mi misi davanti a Lei per guardarla ben
bene e poter capire in quale direzione avesse intenzione andare:
poiché, per me era fatto, avevo dimenticato e le mucche e i padroni
presso i quali ero a servizio; mi ero legata per sempre e senza
condizione alcuna alla Mia Signora; sì, non volevo più, mai più
lasciarla; la seguivo senza pregiudizio alcuno, e disposta a servirla
per tutta la vita.
Con
la Mia Signora mi sembrava di aver dimenticato il paradiso; non
pensavo ad altro che a servirla per il meglio, in tutto; e pensavo
che avrei anche potuto fare tutto quello che mi avrebbe detto di
fare, perché mi sembrava che fosse molto potente. Mi guardava con
una tenera bontà che mi attirava a Lei, avrei voluto a occhi chiusi
lanciarmi nelle sue braccia. Non mi diede il tempo di farlo; si alzò
da terra, in modo insensibile, all’altezza di circa un metro e più
e restando così sospesa in aria un momentino, la mia bella Signora
guardò il cielo, poi la terra a destra e a sinistra e poi mi guardò
con degli occhi così dolci, così amabili e così buoni che mi
sembrò che mi attirasse nel suo intimo e il mio cuore si aprisse nel
suo.
E,
mentre il mio cuore si fondeva in una dolce dilatazione, la dolce
immagine della mia buona Signora a poco a poco spariva: mi sembrava
che la luce in movimento si moltiplicasse o si condensasse attorno
alla Santissima Vergine, per impedirmi di contemplarla ancora. Così
la luce sostituiva le parti del corpo che sparivano ai miei occhi;
ovvero mi sembrava che il corpo della mia Signora si cambiasse in
luce fondendosi. Così, sotto forma di globo di luce dolcemente
andava dritto verso l’alto.
Non
posso dire se era il volume di luce che diminuiva man mano che si
alzava, o se invece era l’allontanamento che dava l’impressione
di veder diminuire la luce mentre si alzava; ciò che so è che sono
rimasta con la testa in su e gli occhi fissi sulla luce, anche dopo
che quella luce, che si allontanava e diminuiva sempre più di
volume, finì per sparire del tutto.
I miei occhi si staccarono dal firmamento, guardai intorno a me, vidi Maximin che mi guardava, gli dissi: “Mémin, questo dovrebbe essere il buon Dio di mio padre, o la Santa Vergine, o qualche grande santa”. E Maximin lanciando la mano in aria, disse: “Ah se l’avessi saputo!”
I miei occhi si staccarono dal firmamento, guardai intorno a me, vidi Maximin che mi guardava, gli dissi: “Mémin, questo dovrebbe essere il buon Dio di mio padre, o la Santa Vergine, o qualche grande santa”. E Maximin lanciando la mano in aria, disse: “Ah se l’avessi saputo!”
V
La
sera del 19 settembre, ci ritirammo un po’ prima del solito.
Arrivata dai miei padroni, mi occupavo di legare le mie mucche e di
mettere pure ordine nella stalla. Non avevo finito, che venne da me
la mia padrona piangendo e dicendomi: “Perché, figlia mia, non
siete venuti a dirmi ciò che vi è successo sulla montagna?”
(Maximin
non avendo trovato i suoi padroni, che non erano ancora ritornati dai
loro lavori, era venuto dai miei, e aveva raccontato tutto ciò che
aveva visto e sentito). Le risposi: “Volevo proprio dirvelo, ma
prima volevo finire il mio lavoro”. Un momento dopo, mi recai in
casa, e la mia padrona mi disse: “Raccontate ciò che avete visto;
il pastore di Bruite (era il soprannome di Pierre Selme, padrone di
Maximin) mi ha raccontato tutto”.
Cominciai
e verso la metà del racconto i miei padroni arrivarono dei loro
campi; la mia padrona che piangeva sentendo i lamenti e le minacce
della nostra tenera Madre, disse: “Ah! volevate andare a
raccogliere il grano domani; guardatevi bene, venite a sentire ciò
che è successo oggi a questa bambina e al pastore di Selme”. E
voltandosi verso me, disse: “Ricominciate a dire tutto ciò che mi
avete detto”. Ricominciai; e quando ebbi finito, il mio padrone
disse: “È la Santa Vergine, o una grande santa che è avenuta da
parte del buon Dio; ma è come se fosse venuto il buon Dio: bisogna
fare tutto ciò che questa santa ha detto. Come farete per dire
questo a tutto il suo popolo? Gli risposi: “Mi direte come dovrò
fare, e io lo farò”. Poi aggiunse guardando sua madre, sua moglie
e suo fratello: “Bisogna pensarci”. Poi ciascuno si ritirò ai
propri affari.
Dopo
cena, Maximin e i suoi padroni vennero dai miei per raccontare ciò
che Maximin aveva detto loro, e per sapere ciò che bisognava fare:
“Perché”, dissero, “ci sembra che sia la Santa Vergine a
essere inviata dal buon Dio; le parole che ha detto lo fanno credere.
E Lei ha detto loro di dirlo a tutto il suo popolo; bisognerà forse
che questi bambini percorrino il mondo intero per fare conoscere che
occorre che tutti osservino i Comandamenti del buon Dio, altrimenti
grande disgrazie arriveranno su di noi”. Dopo un momento di
silenzio, il mio padrone disse, rivolgendosi a Maximin e a me:
“Sapete ciò che dovete fare, bambini miei? Domani, levatevi di
buon mattino, andate tutti e due dal Curato, e raccontategli tutto
ciò che avete visto e sentito; ditegli bene come la cosa è
accaduta: vi dirà ciò che dovrete fare”.
Il
20 settembre, l’indomani dell’apparizione, partii di buon’ora
con Maximin. Arrivati alla Curia, bussai alla porta. La domestica del
Curato venne ad aprire, e chiese ciò che volevamo. Le dissi (in
francese, io che non l’avevo mai parlato):
“Vorremmo
parlare al Curato”.-“Vorremmo dirgli, Signorina che ieri eravamo
andati a far pascolare le nostre mucche sulla montagna di Baisses, e
dopo avere cenato, ecc… ecc…”. Le raccontammo una buona parte
del Discorso della Santissima Vergine. Allora la campana della chiesa
suonò; era l’ultimo colpo della Messa. L’Abate Perrin, Curato di
La Salette che ci aveva sentiti, aprì la sua porta con fragore:
piangeva; si batteva il petto; ci disse: “Bambini miei, siamo
perduti, il buon Dio ci punirà. Ah! mio Dio, è la Santa Vergine che
vi è apparsa! Ed egli partì per dire la Santa Messa. Maximin, la
domestica e io ci guardammo; poi Maximin mi disse: “Io me ne vado
da mio padre, a Corps”. E ci dividemmo.
Non
avendo ricevuto ordine dai miei padroni di ritirarmi subito dopo aver
parlato al Curato, credetti di non fare male assistendo alla Messa.
Mi recai dunque in chiesa. La Messa cominciò, e, dopo il primo
Vangelo, il Curato si girò verso il popolo, e provò a raccontare ai
suoi parrocchiani l’apparizione che aveva appena avuto luogo, il
giorno prima, su una delle loro montagne, e li esortò a non lavorare
più la Domenica: la sua voce era intervallata da singhiozzi, e tutto
lo popolo si commosse. Dopo la Santa Messa, mi ritirai dai miei
padroni. Il Signor Peytard che è ancora oggi Sindaco di La Salette,
venne a interrogarmi sul fatto dell’apparizione; e dopo essersi
assicurato della verità di ciò che gli dicevo, si ritirò convinto.
Continuai
a restare al servizio dei miei padroni fino alla festa di Ognissanti.
Poi andai in convitto dalle religiose della Provvidenza, nel mio
paese, a Corps.
VI
La
Vergine Santissima era molto alta e ben proporzionata. Sembrava
essere tanto leggera che sarebbe bastato un soffio per farla muovere,
era però immobile e molto stabile. La sua fisionomia era maestosa,
imponente, non imponente come sono i signori di quaggiù. Imponeva
una timore rispettoso, mentre la Sua Maestà, che imponeva rispetto
misto ad amore, attirava a Lei. Il suo sguardo era dolce e
penetrante, i suoi occhi sembrava che parlassero con i miei, ma la
conversazione proveniva da un profondo e vivo sentimento d’amore
verso questa attraente bellezza che mi liquefaceva. La dolcezza del
suo sguardo, la sua aria di bontà incomprensibile facevano intendere
e sentire che Ella attirava a sé per donarsi. Era un’espressione
d’amore che a parole non si può esprimere e nemmeno con le lettere
dell’alfabeto.
L’abito
della Santissima Vergine era bianco argentato e molto splendente. Non
aveva nulla di materiale, era fatto di Luce e di gloria, cangiante e
scintillante. Sulla terra non vi sono espressioni né paragoni da
poter fare.
La
Santa Vergine era tutta bella e tutta fatta d’amore. Guardandola,
io languivo per fondermi in Lei. Dai suoi ornamenti, come dalla sua
Persona, da tutto trapelava la maestà, lo splendore, la magnificenza
di una Regina incomparabile. Ella appariva bella, bianca, immacolata,
fulgente, celeste, fresca, nuova come una Vergine. Sembrava che la
parola Amore sfuggisse dalle sue labbra argentee e totalmente pure.
Aveva l’apparenza di una Mamma affettuosa, piena di bontà, di
amabilità, di amore per noi, di compassione e di misericordia.
La
corona di rose che Ella portava sulla testa era così bella, così
brillante da non potersene fare un’idea. Le rose, di diversi
colori, non erano di questa terra. C’era un insieme di fiori che
circondava il capo della Santissima Vergine proprio a forma di
corona; ma le rose cambiavano e si ricambiavano. Poi, dal cuore di
ogni rosa, usciva una luce così bella che rapiva e rendeva le rose
di una bellezza risplendente. Dalla corona di rose uscivano come dei
rami d’oro e tanti piccoli fiori misti a brillanti.
Il
tutto formava un bellissimo diadema che da solo brillava più del
nostro sole terreno.
La
Santa Vergine portava una bellissima Croce appesa al collo. Questa
Croce pareva essere d’oro; dico d’oro per non dire un pezzo
d’oro, perché a volte ho visto oggetti dorati con alcune sfumature
d’oro, quello aveva ai miei occhi l’effetto più di un semplice
pezzo d’oro. Su questa bella Croce piena di luce splendente, vi era
il Cristo Nostro Signore, con le braccia stese sulla Croce. Quasi
alle due estremità della Croce, vi erano da una parte un martello e
dall’altra una tenaglia. Il Cristo era color carne naturale, ma
brillava con grande splendore, e la luce che usciva da tutto il Suo
corpo sembrava come dardi lucentissimi che mi infiammavano il cuore
per il desiderio di fondermi in Lui. A volte il Cristo sembrava
essere morto: Egli aveva la testa inclinata e il corpo rilassato,
quasi cadesse se Egli non fosse stato trattenuto dai chiodi che Lo
fissavano sulla Croce.
Io
ne avevo una viva compassione e avrei voluto comunicare al mondo
intero il Suo amore sconosciuto e infondere nelle anime dei mortali
il più sentito amore e la più viva riconoscenza verso un Dio che
non aveva assolutamente bisogno di noi per essere quello che Egli è,
quello che Egli era e quello che Egli sempre sarà. E tuttavia, oh
Amore incomprensibile per l’uomo! Egli si è fatto uomo, ha voluto
morire, sì, morire per poter meglio scrivere nelle nostre anime e
nella nostra memoria il folle amore che Egli ha per noi! Oh! Come mi
sento infelice nel constatare la mia povertà d’espressione nel
riferire l’Amore, sì, l’Amore che il nostro buon Salvatore ha
per noi. Ma, d’altra parte, come siamo felici di poter sentire
meglio ciò che non possiamo esprimere.
Altre
volte il Cristo sembrava vivo; aveva la testa dritta, gli occhi
aperti e, sembrava essere sulla Croce di Sua volontà. A volte anche
sembrava che parlasse: sembrava mostrasse che Egli era in Croce per
noi, per amor nostro, per attirarci al Suo Amore, che ha sempre un
nuovo amore per noi, che il Suo amore dell’inizio, dell’anno 33,
è sempre quello di oggi e lo sarà sempre.
La
Santa Vergine ha pianto quasi tutto il tempo in cui Ella mi parlava.
Le sue lacrime cadevano l’una dopo l’altra lentamente, fin sopra
le ginocchia, poi, come scintille di luce, sparivano. Erano brillanti
e piene d’amore. Avrei voluto consolarla e non farla piangere più,
mi sembrava, però, che Ella avesse bisogno di mostrare le Sue
lacrime per meglio manifestare il suo Amore dimenticato dagli uomini.
Avrei voluto gettarmi fra le sue braccia e dirle “Mia buona Madre,
non piangete! Io voglio amarVi per tutti gli uomini della Terra”,
mi sembrava, tuttavia, che mi rispondesse “Ve ne sono molti che non
mi conoscono”.
Ero
fra la morte e la vita vedendo da un lato tanto amore, tanto
desiderio di essere amata e dall’altro tanta freddezza e tanta
indifferenza… Oh! Madre Mia, tutta bella e tutta amabile, amore
mio, Cuore del mio cuore!…
Le
lacrime della nostra tenera Madre, lungi dal diminuire la Sua Maestà
di Regina e Sovrana, sembravano invece abbellirla, renderla più
amabile, più bella, più potente, più piena d’amore, più
materna, più incantevole. Avrei mangiato le sue lacrime che facevano
sobbalzare il mio cuore di compassione e d’amore. Veder piangere
una madre, e una tale Madre, senza adoperare tutti i mezzi
immaginabili! Voi siete stata formata di tutte le prerogative di cui
Dio è capace. Voi avete, in un certo senso, esaurito la potenza di
Dio. Voi siete buona e ancora buona della bontà di Dio stesso. Dio
formandovi, come Suo capolavoro celeste e terrestre, Si è reso
ancora più grande.
La
Santissima Vergine aveva un grembiule giallo, ma che dico giallo?
Aveva il grembiule più luminoso di più soli messi insieme. Non era
una stoffa materiale, ma un composto di Gloria, e questa Gloria era
risplendente di una bellezza incantevole. Tutto nella Santissima
Vergine mi portava fortemente ad adorare e ad amare il mio Gesù in
tutti i dettagli della sua vita mortale.
La
Santissima Vergine aveva due catene, una un po’ più larga
dell’altra. A quella più stretta era sospesa la Croce di cui ho
parlato sopra. Queste catene (non posso chiamarle diversamente) erano
come raggi di gloria, di un gran chiarore che variava e scintillava.
Le
scarpe (poiché così bisogna chiamarle) erano bianche, ma di un
bianco argenteo, brillante e contornate da rose. Queste rose erano di
una bellezza abbagliante e dal cuore di ognuna usciva come una fiamma
di luce bellissima e gradevolissima. Sulle scarpe vi era un fermaglio
d’oro, ma non oro di questo mondo, bensì del Paradiso.
La
visione della Santissima Vergine era di per sé un intero paradiso.
Ella aveva con sé tutto quanto poteva dare soddisfazione poiché la
terra era dimenticata.
La
Santa Vergine era circondata da due luci. La prima a Lei più vicina
arrivava fino a noi e brillava con bellissimo splendore. La seconda
luce si spandeva un po’ più attorno della Bella Signora e noi ci
trovavamo immersi in essa ed era immobile (cioè non brillava) e
molto più luminosa del nostro povero sole della terra. Tutte queste
luci non facevano male agli occhi e non affaticavano per niente la
vista.
Oltre
a tutte queste luci e a tutto questo splendore, uscivano ancora altri
gruppi di fasci di luce o raggi di sole dal corpo della Santa
Vergine, dai suoi abiti e dappertutto.
La
voce della Bella Signora era dolce, incantava, rapiva e faceva bene
al cuore, saziava, appianava ogni ostacolo, calmava, addolciva. Mi
sembrava come se volessi sapere e saziarmi della sua bella voce e il
mio cuore pareva ballare o volerle andare incontro per struggersi in
Lei.
Gli
occhi della Santissima Vergine, nostra tenera Madre, non possono
essere descritti da lingua umana. Per parlarne occorrerebbe un
serafino, più ancora, occorrerebbe la lingua di Dio stesso, di quel
Dio che formò la Vergine Immacolata, Capolavoro della Sua
Onnipotenza.
Gli
occhi dell’augusta Maria sembravano mille e mille volte più belli
dei brillanti, dei diamanti, delle pietre preziose più ricercate,
brillavano come due soli, erano dolci della dolcezza stessa, limpidi
come uno specchio. In quei Suoi occhi si vedeva il Paradiso,
attiravano a Lei, sembrava che Ella volesse donarsi e attirare. Più
La guardavo, più desideravo guardarLa, e più La guardavo più
L’amavo e L’amavo con tutte le mie forze.
Gli
occhi della bella Immacolata erano come la porta di Dio, laddove si
vedeva tutto quanto poteva inebriare l’anima. Quando i miei occhi
si incontravano con quelli della Madre di Dio e mia sentivo dentro di
me una gioiosa rivoluzione d’amore e una protesta d’amarla e di
struggermi d’amore.
Guardandoci
i nostri occhi a loro modo si parlavano e l’amavo talmente che
avrei voluto abbracciarla proprio nell’intimo stesso dei suoi occhi
che mi intenerivano l’anima e sembravano attrarla e farla fondere
con la Sua. I Suoi occhi comunicavano un dolce tremito a tutto il mio
essere e temevo di fare il minimo movimento per timore che Le potesse
essere minimamente sgradevole.
La
sola vista degli occhi della più pura delle Vergini sarebbe bastata
per costituire il Cielo di un beato, sarebbe bastata per far entrare
un’anima nella pienezza della volontà dell’Altissimo per tutti
gli avvenimenti che capitano nel corso della vita mortale, sarebbe
bastata per far fare a quest’anima continui atti di lode, di
ringraziamento, di riparazione e di espiazione. Questa visione da
sola concentra l’anima in Dio e la rende come una morta vivente che
guarda tutte le cose della terra, anche quelle che sembrano più
serie, come se fossero semplici giochi di bambini. L’anima vorrebbe
soltanto sentir parlare di Dio e di tutto ciò che riguarda la Sua
gloria.
Il
peccato è il solo male che Ella vede sulla terra, se Dio non la
sostenesse Ella ne morirebbe di dolore. Amen.
CASTELLAMARE,
21 novembre 1878
MARIE
DELLA CROCE, Vittima di Gesù, nata MELANIE CALVAT, Pastorella di La
Salette.
Nihil
obstat : imprimatur.
Datura
Lycii ex Curia Epli die 15 Nov. 1879
Vicarius
Generalis, CARMELUS ARCH’ COSMA
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