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giovedì 22 dicembre 2022

IL PARADISO… di Sant’Agostino Roscelli

 

Al paradiso, al paradiso, mie carissime, al paradiso !

Vi è qualcuna fra voi che non sia desiderosa di salire a tanta gloria? In questa valle di pianto, dovunque ci rivolgiamo, non vediamo altro che miserie. Si lamenta il superiore dei sudditi, questi si lamentano dei superiori; si lamenta il servo del padrone, il padrone del servo, e nessuno vive pienamente contento della sua sorte. E noi desideriamo di dimorare più a lungo in un luogo così miserabile?

Al paradiso, al paradiso, mie dilettissime, al paradiso!

Se non possiamo per ora andarci con il corpo, andiamoci con lo spirito; se non possiamo dimorarci ora con la presenza, dimoriamoci con il pensiero. Lassù, in quella patria beata, ci attende Iddio per darci larga ricompensa delle sofferenze per Lui sofferte in questa valle di lacrime, delle mortificazioni per Lui fatte, degli ossequi a Lui prestati, di quanto, insomma, avremo operato quaggiù a sua gloria e a suo onore.

lunedì 22 agosto 2022

LA MORMORAZIONE... di Sant'Agostino Roscelli




(1° istruzione)

Bella è la virtù della Carità! Questa figlia del Cielo, se da una parte ci eleva sopra di noi stessi e ci porta direttamente a Dio, centro di ogni bene, che dobbiamo amare sopra ogni altra cosa con tutte le nostre forze, dall'altra parte, riguardo al prossimo, ci comanda di amarlo come noi stessi, pronti a fare per lui tutto ciò che vorremmo fosse fatto a noi, e a non fare a lui ciò che non vorremmo fosse fatto a noi. Vi sono però vizi e peccati che più si oppongono alla santa carità. Questa sera dunque desidero parlarvi della maldicenza che diametralmente si oppone alla carità fraterna, al fine di prevenirvi se qualcuna di voi, anche inavvertitamente, se ne fosse resa colpevole. Ad ottenere lo scopo, vi mostrerò che cosa sia la maldicenza, di quante specie ve ne siano, quanto essa sia peccato comune, e quanti siano i disordini che cagiona, le scuse con cui si difende e finalmente i pericoli a cui espone. La materia è vasta e non può certo contenersi tutta nei limiti di una istruzione, ma quello che non posso dire questa sera lo diremo la prossima volta. Seguite con grande attenzione e gravità: si tratta di un argomento di somma importanza.

La detrazione, ossia la mormorazione, è un'ingiusta diminuzione della fama altrui, fatta in assenza di quella persona contro cui si mormora. Ho detto un'ingiusta diminuzione della fama altrui, perché chi dicesse male di se stesso e diminuisse così la fama propria, non sarebbe ingiusto, perché ciascuno è padrone del suo buon nome e della sua propria fama. Ho detto in secondo luogo: fatta in assenza della persona di cui si mormora, perché se si fa alla sua stessa presenza si tratta di semplice contumelia. Inoltre, se si toglie o si diminuisce la fama al prossimo, manifestando un suo difetto vero, si chiama semplice mormorazione; se poi gli si toglie la fama, propalando un difetto falso, allora si chiama calunnia, la quale è assai più grave della semplice mormorazione, perché vi si unisce una bugia perniciosa contro il prossimo. Vari poi e diversi sono i modi con cui si può togliere e diminuire la fama o la riputazione al prossimo, ossia con cui si può mormorare. S. Tommaso ne conta sino a otto. Il primo e il più grave di tutti è la calunnia.