L'amore
ha bisogno di allenamento
Spesso
si ha bisogno di un incentivo per amare tutti, ma se siamo allenati
ad amare, diventa a poco a poco una nostra seconda natura. Non è che
non si abbia più bisogno di incentivi, ma amare
diventa sempre più facile. L'allenamento mi cambia.
Nella
nostra natura abbiamo un innato meccanismo di autodifesa attraverso
il quale se qualcuno ci fa del male reagiamo e molte volte le nostre
reazioni
sono la vendetta, la ribellione e l'odio. Allenando noi stessi poco a
poco all'amore, amare diventa per noi spontaneo
e
naturale
Ma
chi ci darà il coraggio,
il potere e la forza per arrivare a questo? Il potere viene dallo
Spirito Santo, dalla Parola di Dio e
dall'Eucaristia.
Queste
sono le tre fonti principali, che Gesù ci ha dato, dalle quali
attingere per diventare capaci di compiere gesti che vadano oltre la
nostra natura.
Amare
il nostro nemico,
pregare per coloro che ci fanno del
male, benedire
coloro che ci maledicono: tutte queste cose non nascono spontanee
nella natura umana. Al contrario, in queste situazioni la nostra
natura reagisce autodifendendosi. Quando veniamo feriti si risveglia
in noi l'istinto di sopravvivenza. Ma poco a poco lo Spirito Santo ci
doma e ci allena per arrivare all'amore agapico.
La
natura in sé non è in grado di darci questo potere.
Sono
lo Spirito Santo, l'Eucaristia e
la Parola di Dio che ce lo danno.
Shalom
a tutti
L'Eucaristia
è sia la fonte che il risultato dell'amore. Ci conduce all'unità ed
è il risultato dell'unità. Quindi è ovvio che quando sentiamo che
amare diventa una fatica, l'Eucaristia è la forza che ci sostiene
nel cammino.
E
per questo che molti santi e persone sante trovano il loro modo di
rafforzarsi proprio al cospetto del Sacramento benedetto.
Ogni
aspetto dell'Eucaristia è un mezzo di unità. ma all'interno della
Messa ci sono due momenti in cui questo amore e questa unità vengono
espressi
più
intensamente.
Ricordato
che l'Eucaristia racchiude ogni aspetto della preghiera. Ci si
possono trovare adorazione. ringraziamento, perdono, guarigione,
liberazione protezione, richiesta, amore, e cosi via,
Mai
due momenti in cui questo amore è espresso più chiaramente sono lo
Shalom
(o
"La pace sia con Voi") e
il Padre Nostro.
Abbà:
Padre
Il
"Padre Nostro", come sappiamo, è una preghiera che ci è
stata insegnata da Gesù, nella quale chiediamo a Dio Padre di
rimettere a noi i nostri debiti "come noi li rimettiamo ai
nostri debitori".
É
una preghiera di perdono e d'amore,
Recitata
durante la Messa, il "Padre Nostro" diventa una preghiera
più efficace, per via della sua natura biblica e
liturgica. E liturgica perché viene recitata all'interno del
contesto liturgico; viene quindi recitata dalla Chiesa intera e
unita. Qualsiasi preghiera liturgica è forte.
Ora
riflettiamo:
il “Padre Nostro" viene pregato durante tutte le ventiquattro
ore del giorno. Non c'è un momento in cui non venga detto, vissuto e
pregato da qualcuno in qualche parte nel mondo. Migliaia e migliaia
di Messe
vengono celebrate
ogni giorno, all'interno delle quali viene recitata la stessa
preghiera.
Gesù
ha detto che se due
o più sono uniti nel suo nome, egli
sarà in mezzo a loro, per dargli ciò che chiedono. Immaginate ora
che non solo due, ma milioni di persone siano riunite in preghiera.
Non sarà una preghiera come tutte le altre, ma diventerà una
preghiera liturgica e biblica.
Oltre
ad essere una preghiera liturgica, è anche una preghiera che
composta da Gesù ci è stata donata direttamente da lui.
Potete
immaginare qualcosa di più potente?
A
volte succede che perdonare sia difficile.
Questo
potrebbe essere il momento di chiedere a Gesù di darci la forza di
farlo.
In
molte situazioni non possiamo fare affidamento esclusivamente sulla
nostra forza di uomini. perché potremmo scoraggiarci
vedendo che non riusciamo a perdonare. Non sono sorpreso. Ma questo
succede perché non ci rivolgiamo a Dio per chiedere
aiuto, pensando che la nostra buona volontà e i nostri sforzi siano
sufficienti.
Spesso
non ci rendiamo conto che Dio a volte chiede
cose impossibili da realizzare solo basandoci sulle nostre forze.
È
per questo che Gesù ci ha donato il suo Spirito. E attraverso il
potere dello Spirito Santo che possiamo capire cosa vuole da noi.
Ma
quanto chiediamo
allo Spirito di garantirci il suo potere?
Quanto
ricorriamo all'Eucaristia per immergerci in quel potere dell'amore di
cui abbiamo bisogno?
Il
perdono è in assoluto una delle cose più difficili che Gesù ci
abbia mai chiesto di fare.
"Padre...
perdona loro..."
Ho
sempre guardato con ammirazione al più grande miracolo che Gesù
abbia mai compiuto in vita sua, che non è quello della
moltiplicazione dei pani e dei pesci, o la risurrezione di Lazzaro,
ma è quello che è avvenuto quando sulla croce disse: "Padre,
perdona
loro,
perché non sanno quello che fanno"
(Lc 23,34).
Dopo
tutte quelle umiliazioni, dopo essere stato flagellato nell'atrio del
palazzo di Pilato, dopo essere stato schernito da tutti, Giudei,
Romani, Sommi Sacerdoti, dopo che gli avevano messo addosso la corona
di spine e
un mantello rosso solo per prendersi gioco di lui come Re dei Giudei,
dopo essere stato rifiutato da un popolo che aveva guarito e che
adesso preferiva a lui un criminale, dopo essere stato messo sulla
croce, appeso come un criminale... dopo tutto questo, egli si è
rivolto al Padre dicendo; "Perdona
loro".
Riuscite a immaginarlo?
Non
solo, li ha anche giustificati, dicendo "perché non sanno
quello che fanno".
Potete
immaginare, umanamente parlando, come può essere possibile arrivare
a questo?
Sicuramente
questo è
stato
il più grande miracolo.
Noi
non abbiamo quella forza. Spesso infatti crolliamo di fronte a cose
molto più insignificanti. Non possiamo affrontare queste cose con le
nostre capacità,ma
possiamo riuscirci con la forza che ci ha dato Gesù.
Riuscirono
a perdonare solo grazie al potere dello Spirito e dell'Eucaristia.
I
due momenti in cui questo amore e questo perdono vengono espressi
sono il “Padre Nostro" e lo Shalom
(il
momento in cui, durante la Messa, ci diamo la pace l'un l'altro).
Shalom - "Vi do la mia pace"
Lo
Shalom ebraico non è
solamente
un augurio di pace; è molto
di più.
E
la promessa che io lavorerò per la tua pace.
Purtroppo,
nella nostra cultura, quando auguriamo la pace a qualcun altro,
esprimiamo semplicemente il desiderio che l'altro abbia pace, non è
affar nostro se la ottiene oppure no.
Con
questo tipo di augurio, quindi, non diamo niente di noi stessi
all'altro.
Stiamo
semplicemente esprimendo il desiderio che l'altro ottenga qualcosa
senza che noi facciamo niente.
Nello
Shalom ebraico c'è qualcosa di diverso. Mi sto impegnando a fare
qualcosa di costruttivo per la tua pace. E questo è un aspetto
essenziale.
Quando
durante la Messa ci si scambia la pace, non
è solamente un augurio, un desiderio che ci si esprime
reciprocamente, ma è qualcosa di più. Come comunità, ci stiano
impegnando a lavorare per la pace nostra e
del prossimo.
L'unità
proposta dall'Eucaristia non è
solo una unità superficiale.
Possiamo
sentirci uniti in maniera negativa, nel senso che non abbiamo niente
né abbiamo intenzione di fare niente l'uno contro l'altro.
Ma
questa non è unità. E’ mancanza di separazione, non é unità.
In
altre parole, quando Gesù ci dice di amare. non ci sta semplicemente
dicendo di non odiare.
"Non
odiare" è negativo.
La
pace non è negazione della guerra, ma qual cosa di molto più
positivo.
È
pace dentro di me.
E
questo significa lavorare per la pace degli altri; in altre parole,
significa diventare costruttori di pace nell'ambiente in cui si vive.
Quindi
lo scambiarsi la pace non è solo un gesto convenzionale o
un'espressione emozionale,
Non
è sufficiente
non fare del male al prossimo; bisogna essere interessati al prossimo
e preoccuparsi del suo benessere.
Quindi
l'Eucaristia mi invita ad essere un costruttore di pace nella
comunità in cui mi trovo.
Sono
una persona eucaristica
non perché vado a Messa tutti i giorni, ma perché, una volta
tornato a casa, mi impegno a lavorare per portare la pace fra tutti i
membri della mia famiglia.
E
in quel momento che vivo da persona eucaristica.
Se
al lavoro cerco di fare del mio meglio per portare la pace fra i miei
colleghi, sono una persona eucaristica.
Come
vi considerano gli altri? Un costruttore di pace o uno che crea
problemi?
Fate
del vostro meglio per portare la pace o lottate
continuamente solo per i vostri diritti?
Queste
sono domande che dobbiamo farci sulla strada per diventare persone
eucaristiche,
Una
persona eucaristica
è una persona che porta la pace ovunque, prima di tutto dentro di sé
e poi nell'ambiente in cui vive.
Paolo
rimprovera i Corinzi
È
per questo che Paolo si arrabbia e rimprovera i Corinzi quando vede
che, invece di essere uniti, di fatto sono disuniti.
Aveva
a che fare con una comunità molto carismatica, una comunità in cui
i carismi erano molto evidenti: guarigioni, liberazioni, conoscenza
delle lingue, espressioni profetiche, insegnamenti e altri tipi di
carismi, Paolo era consapevole di lutto ciò.
Ma
si accorse che non c'era amore.
Agli
albori della storia della Chiesa le persone si ritrovavano per
celebrare l'Eucaristia.
Dal
momento che le parrocchie
non erano ancora stato istituite (avverrà solo secoli più tardi),
la Messa non veniva celebrata in ogni villaggio.
Cosi molte volte i fedeli giungevano da molto lontano per
parteciparvi e portavano cibo con loro per due ragioni.
Primo,
per una ragione molto pratica: il cibo serviva per il viaggio
e per la sussistenza in quella giornata.
Secondo,
il cibo che avrebbero mangiato assumeva un significato molto preciso:
quello di pasto comunitario, un pasto di agape, come lo descrive san
Giuda.
Era
stato deciso che tutto il cibo che sarebbe stato portato sarebbe
stato messo insieme e ridistribuito a tutti i presenti.
Ma
alcuni di loro erano molto ricchi e portavano qualsiasi tipo di cibo,
mentre altri, più poveri, portavano solo un po' di pane
e di frutta, e niente più.
Allora
succedeva che i ricchi c i poveri si riunissero in gruppi separati.
Quindi la gente povera mangiava cibo più semplice, mentre la gente
ricca mangiava cibo più prelibato ed elaborato.
Paolo
disse loro: "Come potete fare questo dopo aver celebrato
l'Eucaristia? L'Eucaristia deve unirvi; invece vi dividete in gruppi
e mangiate
cibi differenti. È agape questo, è un pasto comunitario?".
Anche
Giuda - come abbiamo visto - rimproverava
questa abitudine.
E
questo succedeva in molte comunità della
Chiesa
primordiale.
Paolo,
nella prima Lettera ai Corinzi, fa l'elogio
funebre
dell'amore,
Se
avete tutti i carismi, ma non avete l'amore. siete
come uno strumento scordato, uno strumento
che, anziché produrre suoni armoniosi, produce solo rumori che fanno
male alle orecchie.
Non
siamo nella stessa condizione dei Corinzi. ma a volte ci comportiamo
come loro.
L'Eucaristia
non ci porta unità e solidarietà,
ma siamo divisi.
Una
delle principali critiche che fanno le persone che non vanno in
Chiesa
é questa: "Perché devo andare a Messa se quelli che ci vanno
poi si parlano male alle spalle e non sono buoni tra loro?".
Non
hanno ragione. È solo una scusa per non partecipare.
Un
uomo una volta mi ha detto: "Non vado a Messa perché le persone
che ci vanno sono tutte ipocrite"
"Beh
- gli ho detto: allora non dovresti avere difficoltà a trovare
posto fra loro".
Ma
d'altro canto le persone, a ragione, si aspettano di vedere amore fra
noi.
L'Eucaristia
è un'espressione dell'amore.
Ma
spesso, nonostante si partecipi alla Messa, anziché esprimere amore
e
unità, noi manifestiamo divisione e odio. E questo è un
comportamento contraddittorio
Gesù
ha
lavato i piedi
degli Apostoli come preludio all'Eucaristia proprio per mostrarci che
l'Eucaristia dev'essere un segno d'amore.
Se
ci dimentichiamo di ciò, questo Sacramento non potrà agire
efficacemente
nella nostra vita.
Preghiera
Grazie,
mio Signore, per l'Eucaristia, Mio Signore, fa'
che l'amore sia la mia seconda natura. Fa' che io non ami solo per
essere
amato. Metti in me il tuo amore, cosi che io sappia amare. Solo
attraverso
te
,
mio Signore, posso
arrivare a questo. Amen.
Tratto
dal libro: “Danzando nel deserto” - capitolo 10 - di padre Elias
Vella o.f.m.conv.
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