lunedì 6 maggio 2019

Shalom è il mio scopo…



L'amore ha bisogno di allenamento

Spesso si ha bisogno di un incentivo per amare tutti, ma se siamo allenati ad amare, diventa a poco a poco una nostra seconda natura. Non è che non si abbia più bisogno di incentivi, ma amare diventa sempre più facile. L'allenamento mi cambia.
Nella nostra natura abbiamo un innato meccanismo di autodifesa attraverso il quale se qualcuno ci fa del male reagiamo e molte volte le nostre reazioni sono la vendetta, la ribellione e l'odio. Allenando noi stessi poco a poco all'amore, amare diventa per noi spontaneo e naturale
Ma chi ci darà il coraggio, il potere e la forza per arrivare a questo? Il potere viene dallo Spirito Santo, dalla Parola di Dio e dall'Eucaristia.
Queste sono le tre fonti principali, che Gesù ci ha dato, dalle quali attingere per diventare capaci di compiere gesti che vadano oltre la nostra natura.
Amare il nostro nemico, pregare per coloro che ci fanno del male, benedire coloro che ci maledicono: tutte queste cose non nascono spontanee nella natura umana. Al contrario, in queste situazioni la nostra natura reagisce autodifendendosi. Quando veniamo feriti si risveglia in noi l'istinto di sopravvivenza. Ma poco a poco lo Spirito Santo ci doma e ci allena per arrivare all'amore agapico.
La natura in sé non è in grado di darci questo potere.
Sono lo Spirito Santo, l'Eucaristia e la Parola di Dio che ce lo danno.
Shalom a tutti

L'Eucaristia è sia la fonte che il risultato dell'amore. Ci conduce all'unità ed è il risultato dell'unità. Quindi è ovvio che quando sentiamo che amare diventa una fatica, l'Eucaristia è la forza che ci sostiene nel cammino.
E per questo che molti santi e persone sante trovano il loro modo di rafforzarsi proprio al cospetto del Sacramento benedetto.
Ogni aspetto dell'Eucaristia è un mezzo di unità. ma all'interno della Messa ci sono due momenti in cui questo amore e questa unità vengono espressi più intensamente.
Ricordato che l'Eucaristia racchiude ogni aspetto della preghiera. Ci si possono trovare adorazione. ringraziamento, perdono, guarigione, liberazione protezione, richiesta, amore, e cosi via,
Mai due momenti in cui questo amore è espresso più chiaramente sono lo Shalom (o "La pace sia con Voi") e il Padre Nostro.

Abbà: Padre

Il "Padre Nostro", come sappiamo, è una preghiera che ci è stata insegnata da Gesù, nella quale chiediamo a Dio Padre di rimettere a noi i nostri debiti "come noi li rimettiamo ai nostri debitori".
É una preghiera di perdono e d'amore,
Recitata durante la Messa, il "Padre Nostro" diventa una preghiera più efficace, per via della sua natura biblica e liturgica. E liturgica perché viene recitata all'interno del contesto liturgico; viene quindi recitata dalla Chiesa intera e unita. Qualsiasi preghiera liturgica è forte.
Ora riflettiamo: il “Padre Nostro" viene pregato durante tutte le ventiquattro ore del giorno. Non c'è un momento in cui non venga detto, vissuto e pregato da qualcuno in qualche parte nel mondo. Migliaia e migliaia di Messe vengono celebrate ogni giorno, all'interno delle quali viene recitata la stessa preghiera.
Gesù ha detto che se due o più sono uniti nel suo nome, egli sarà in mezzo a loro, per dargli ciò che chiedono. Immaginate ora che non solo due, ma milioni di persone siano riunite in preghiera. Non sarà una preghiera come tutte le altre, ma diventerà una preghiera liturgica e biblica.
Oltre ad essere una preghiera liturgica, è anche una preghiera che composta da Gesù ci è stata donata direttamente da lui.
Potete immaginare qualcosa di più potente?
A volte succede che perdonare sia difficile.
Questo potrebbe essere il momento di chiedere a Gesù di darci la forza di farlo.
In molte situazioni non possiamo fare affidamento esclusivamente sulla nostra forza di uomini. perché potremmo scoraggiarci vedendo che non riusciamo a perdonare. Non sono sorpreso. Ma questo succede perché non ci rivolgiamo a Dio per chiedere aiuto, pensando che la nostra buona volontà e i nostri sforzi siano sufficienti.
Spesso non ci rendiamo conto che Dio a volte chiede cose impossibili da realizzare solo basandoci sulle nostre forze.
È per questo che Gesù ci ha donato il suo Spirito. E attraverso il potere dello Spirito Santo che possiamo capire cosa vuole da noi.
Ma quanto chiediamo allo Spirito di garantirci il suo potere?
Quanto ricorriamo all'Eucaristia per immergerci in quel potere dell'amore di cui abbiamo bisogno?
Il perdono è in assoluto una delle cose più difficili che Gesù ci abbia mai chiesto di fare.
"Padre... perdona loro..."
Ho sempre guardato con ammirazione al più grande miracolo che Gesù abbia mai compiuto in vita sua, che non è quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci, o la risurrezione di Lazzaro, ma è quello che è avvenuto quando sulla croce disse: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34).
Dopo tutte quelle umiliazioni, dopo essere stato flagellato nell'atrio del palazzo di Pilato, dopo essere stato schernito da tutti, Giudei, Romani, Sommi Sacerdoti, dopo che gli avevano messo addosso la corona di spine e un mantello rosso solo per prendersi gioco di lui come Re dei Giudei, dopo essere stato rifiutato da un popolo che aveva guarito e che adesso preferiva a lui un criminale, dopo essere stato messo sulla croce, appeso come un criminale... dopo tutto questo, egli si è rivolto al Padre dicendo; "Perdona loro". Riuscite a immaginarlo?
Non solo, li ha anche giustificati, dicendo "perché non sanno quello che fanno".
Potete immaginare, umanamente parlando, come può essere possibile arrivare a questo?
Sicuramente questo è stato il più grande miracolo.
Noi non abbiamo quella forza. Spesso infatti crolliamo di fronte a cose molto più insignificanti. Non possiamo affrontare queste cose con le nostre capacità,ma possiamo riuscirci con la forza che ci ha dato Gesù.
Riuscirono a perdonare solo grazie al potere dello Spirito e dell'Eucaristia.
I due momenti in cui questo amore e questo perdono vengono espressi sono il “Padre Nostro" e lo Shalom (il momento in cui, durante la Messa, ci diamo la pace l'un l'altro). Shalom - "Vi do la mia pace"
Lo Shalom ebraico non è solamente un augurio di pace; è molto di più.
E la promessa che io lavorerò per la tua pace.
Purtroppo, nella nostra cultura, quando auguriamo la pace a qualcun altro, esprimiamo semplicemente il desiderio che l'altro abbia pace, non è affar nostro se la ottiene oppure no.
Con questo tipo di augurio, quindi, non diamo niente di noi stessi all'altro.
Stiamo semplicemente esprimendo il desiderio che l'altro ottenga qualcosa senza che noi facciamo niente.
Nello Shalom ebraico c'è qualcosa di diverso. Mi sto impegnando a fare qualcosa di costruttivo per la tua pace. E questo è un aspetto essenziale.
Quando durante la Messa ci si scambia la pace, non è solamente un augurio, un desiderio che ci si esprime reciprocamente, ma è qualcosa di più. Come comunità, ci stiano impegnando a lavorare per la pace nostra e del prossimo.
L'unità proposta dall'Eucaristia non è solo una unità superficiale.
Possiamo sentirci uniti in maniera negativa, nel senso che non abbiamo niente né abbiamo intenzione di fare niente l'uno contro l'altro.
Ma questa non è unità. E’ mancanza di separazione, non é unità.
In altre parole, quando Gesù ci dice di amare. non ci sta semplicemente dicendo di non odiare.
"Non odiare" è negativo.
La pace non è negazione della guerra, ma qual cosa di molto più positivo.
È pace dentro di me.
E questo significa lavorare per la pace degli altri; in altre parole, significa diventare costruttori di pace nell'ambiente in cui si vive.
Quindi lo scambiarsi la pace non è solo un gesto convenzionale o un'espressione emozionale,
Non è sufficiente non fare del male al prossimo; bisogna essere interessati al prossimo e preoccuparsi del suo benessere.
Quindi l'Eucaristia mi invita ad essere un costruttore di pace nella comunità in cui mi trovo.
Sono una persona eucaristica non perché vado a Messa tutti i giorni, ma perché, una volta tornato a casa, mi impegno a lavorare per portare la pace fra tutti i membri della mia famiglia.
E in quel momento che vivo da persona eucaristica.
Se al lavoro cerco di fare del mio meglio per portare la pace fra i miei colleghi, sono una persona eucaristica.
Come vi considerano gli altri? Un costruttore di pace o uno che crea problemi?
Fate del vostro meglio per portare la pace o lottate continuamente solo per i vostri diritti?
Queste sono domande che dobbiamo farci sulla strada per diventare persone eucaristiche,
Una persona eucaristica è una persona che porta la pace ovunque, prima di tutto dentro di sé e poi nell'ambiente in cui vive.
Paolo rimprovera i Corinzi
È per questo che Paolo si arrabbia e rimprovera i Corinzi quando vede che, invece di essere uniti, di fatto sono disuniti.
Aveva a che fare con una comunità molto carismatica, una comunità in cui i carismi erano molto evidenti: guarigioni, liberazioni, conoscenza delle lingue, espressioni profetiche, insegnamenti e altri tipi di carismi, Paolo era consapevole di lutto ciò.
Ma si accorse che non c'era amore.
Agli albori della storia della Chiesa le persone si ritrovavano per celebrare l'Eucaristia.
Dal momento che le parrocchie non erano ancora stato istituite (avverrà solo secoli più tardi), la Messa non veniva celebrata in ogni villaggio. Cosi molte volte i fedeli giungevano da molto lontano per parteciparvi e portavano cibo con loro per due ragioni.
Primo, per una ragione molto pratica: il cibo serviva per il viaggio e per la sussistenza in quella giornata.
Secondo, il cibo che avrebbero mangiato assumeva un significato molto preciso: quello di pasto comunitario, un pasto di agape, come lo descrive san Giuda.
Era stato deciso che tutto il cibo che sarebbe stato portato sarebbe stato messo insieme e ridistribuito a tutti i presenti.
Ma alcuni di loro erano molto ricchi e portavano qualsiasi tipo di cibo, mentre altri, più poveri, portavano solo un po' di pane e di frutta, e niente più.
Allora succedeva che i ricchi c i poveri si riunissero in gruppi separati. Quindi la gente povera mangiava cibo più semplice, mentre la gente ricca mangiava cibo più prelibato ed elaborato.
Paolo disse loro: "Come potete fare questo dopo aver celebrato l'Eucaristia? L'Eucaristia deve unirvi; invece vi dividete in gruppi e mangiate cibi differenti. È agape questo, è un pasto comunitario?".
Anche Giuda - come abbiamo visto - rimproverava questa abitudine.
E questo succedeva in molte comunità della Chiesa primordiale.
Paolo, nella prima Lettera ai Corinzi, fa l'elogio funebre dell'amore,
Se avete tutti i carismi, ma non avete l'amore. siete come uno strumento scordato, uno strumento che, anziché produrre suoni armoniosi, produce solo rumori che fanno male alle orecchie.
Non siamo nella stessa condizione dei Corinzi. ma a volte ci comportiamo come loro.
L'Eucaristia non ci porta unità e solidarietà, ma siamo divisi.
Una delle principali critiche che fanno le persone che non vanno in Chiesa é questa: "Perché devo andare a Messa se quelli che ci vanno poi si parlano male alle spalle e non sono buoni tra loro?".
Non hanno ragione. È solo una scusa per non partecipare.
Un uomo una volta mi ha detto: "Non vado a Messa perché le persone che ci vanno sono tutte ipocrite"
"Beh - gli ho detto: allora non dovresti avere difficoltà a trovare posto fra loro".
Ma d'altro canto le persone, a ragione, si aspettano di vedere amore fra noi.
L'Eucaristia è un'espressione dell'amore.
Ma spesso, nonostante si partecipi alla Messa, anziché esprimere amore e unità, noi manifestiamo divisione e odio. E questo è un comportamento contraddittorio
Gesù ha lavato i piedi degli Apostoli come preludio all'Eucaristia proprio per mostrarci che l'Eucaristia dev'essere un segno d'amore.
Se ci dimentichiamo di ciò, questo Sacramento non potrà agire efficacemente nella nostra vita.

Preghiera
Grazie, mio Signore, per l'Eucaristia, Mio Signore, fa' che l'amore sia la mia seconda natura. Fa' che io non ami solo per essere amato. Metti in me il tuo amore, cosi che io sappia amare. Solo attraverso te , mio Signore, posso arrivare a questo. Amen.

Tratto dal libro: “Danzando nel deserto” - capitolo 10 - di padre Elias Vella o.f.m.conv.


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