venerdì 3 maggio 2019

Il perdono nella famiglia...



Una parola vorrei spendere per salvaguardare l'unità della famiglia. Oggi Satana si è scagliato su di essa e vuole distruggerla in ogni modo, perché sa che distruggendo questa, che è l'unica realtà che salvaguarda la formazione e la difesa dei bambini, può poi con facilità entrare nella mente e nel cuore dell'uomo per condurlo all'autodistruzione. Sposi, ricordate che non siete soli! Quando avete ricevuto il sacramento del Matrimonio Gesù non vi ha solo benedetto e poi se ne andato, no! È rimasto con voi. Gli sposi cristiani hanno l'obbligo di dimostrare questa preziosa realtà! Del resto quando avete pensato di sposarvi era perché vi amavate. Ora, se è vero che l'amore nel suo inizio è un sentimento, dopo deve diventare una scelta da ripetere ogni giorno. E un atto di volontà (come il perdono).

Ho letto da qual che parte una frase che diceva pressappoco così: “ Il pane di ieri oggi è duro, così è per la parola ti amo". Bellissimo e verissimo! Se io amo una persona come posso dire, dopo qualche tempo, che l'amore è finito? A parte le dovute eccezioni, devo ammettere che se ero sincero prima, ho lasciato che il mio amore si raffreddasse e morisse. Il mio io e il mio orgoglio lo hanno distrutto anche perché non l'ho riscaldato ogni giorno, non ho chiuso gli occhi e le orecchie alle difficoltà e ai problemi della vita in comune e non ho fatto il memoriale delle ore e giornate felici vissuto insieme. Non ho soprattutto detto ogni giorno al mio coniuge: "Ti amo", e non ho chiuso la giornata domandando e dando il perdono, come ci suggerisce san Paolo (Ef 4,26).
Quante coppie ho incontrato che non si di cevano l'un l'altro ti amo da tantissimo tempo; non solo, ma non ne erano più capaci e non riuscivano più a dirselo! Ricordate; il perdono è, in qualche modo, l'attività respiratoria di una coppia coniugale senza la quale si va irrimediabilmente incontro all'asfissia e alla morte.
Sposi, nel perdono dovreste fare a gara a chi perdona per primo. Chi non vorrebbe vincere se è in gara con qualcuno? La gara è tra il vostro “io”, il vostro orgoglio e l'amore e la pace che da esso derivano. Solo chi chiede perdono per primo vince e si aggiudica il premio di aver conservato l'amore e vive della gioia dell'amore. Quanto dolore e sofferenza provoca ogni divisione ai due coniugi e ai loro figli! Ma chi ha ordinato loro di soffrire, il medico? Allora devono cambiarlo subito! lo ne suggerisco a tutti uno che è sempre disponibile, a ogni ora e in ogni momento. Non bisogna aspettare per una prenotazione, non bisogna pagare per una visita e la sua opera non fallisce. E specializzato proprio nell'amore, perché lui ama, anzi è L'AMORE. È GESU.
Pensate che per dimostrarci il suo amore ha scelto di morire nell'unico modo possibile per farlo: con le braccia aperte, nell'atto cioè di abbracciare tutti coloro che vanno da lui.
Ben a ragione sant' Alfonso Maria de Liguori voleva che sotto la croce si mettesse la scritta: "ECCO COME SI AMA".
Andate da lui. seguite le sue ricette che trovate nella Bibbia, ricevete spesso i sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia, pregate insieme ogni giorno, perdonatevi colpo su colpo, abbracciatevi e scambiatevi l'amore e vedrete che tutto si può risolvere e sconfiggerete Satana e le sue arti. Di Santi che sono vissuti nel matrimonio e si sono santificati per questo ce ne sono tantissimi (una per tutti: Santa Rita), ricercateli, seguiteli e chiedete la loro intercessione. Papa Francesco ci invita continuamente alla gioia, ma questa è frutto del perdono e dell'amore ad ogni costo.
Ricordatevi, inoltre, che i fratelli ci sono per aiutarci. Rivolgetevi ai vostri sacerdoti, chiedete loro chi pregare per voi e di aiutarvi con i loro consigli. A molti ha fatto bene essersi avvicinati ai vari gruppi di preghiera che lo Spirito Santo ha suscitato nella Chiesa. Provate anche voi! Il peggio non è essere attaccati, ma restare soli. Infatti, la Parola di Dio ammonisce: "Guai... a chi è solo" (Qo 4,10). Coraggio e buon cammino!

Tratto dal libro “ Il perdono guarisce” di padre Mario Filippone RCJ


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