Se
qualcuno vuol venire dietro a me,
rinneghi se stesso e mi segua
(cfr.
Lc 9,23)
Gesù:
«Io, la verità, io, il Maestro, io, la perfezione assoluta, ho
stabilito questa legge per tutti gli uomini come, con diligente cura,
ha attentamente rilevato il mio evangelista Luca: “Poi, a tutti,
diceva: ‘Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua’ ” (Lc 9,23).
Il
rinnegamento di se stesso, la lotta contro se stesso, il
combattimento col proprio egoismo è la prima condizione che deve
adempiere ogni uomo sulla terra per seguire me, cioè per vivere la
mia vita, la vita cristiana, e giungere così alla perfezione.
L’egoismo
è il più grande ostacolo alla vita divina dell’uomo.
L’attaccamento a se stesso, l’amore di se stesso, il mettere il
proprio io al centro delle preoccupazioni di tutti i giorni è la
causa, l’origine oscura di tutti i disordini della mente, del
cuore, della volontà e dei sensi dell’uomo. È la fonte di tutti i
vizi, la madre di tutti i mali, l’origine di tutti i peccati e
dell’infelicità nella vita individuale dell’uomo, nella vita di
famiglia, nella società e nell’umanità. È la causa dell’inferno
sulla terra e nelle anime.
La
vittoria sul proprio egoismo è la più grande e più importante
vittoria spirituale che anche tu, mia diletta figlia, devi riportare.
È difficile e particolarmente afflittiva per l’uomo, perché il
proprio io non cede, non si arrende fino alla morte e soltanto
l’unione intima con me, crocifisso e morto sulla croce, può
arrecare la morte mistica dell’egoismo, anche nei più grandi
santi, come con vigore e forza si è espresso più volte il mio
grande e contemplativo apostolo Paolo: “Sono stato crocifisso con
Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,19-20).
Hai
lungamente meditato sul rinnegamento di se stessi? Hai lottato e
lotti, in unione con me, contro il tuo io, perché possa conquistarlo
io, tuo Dio?
Ti
comunico queste meditazioni e contemplazioni, per te e per tutte le
anime della terra, e ti domando di farne una serie di esercizi
spirituali, per viverli. Non vivere più di te stessa, ma lascia che
io sia presente e viva in tutta la tua vita e nella vita di coloro
che vogliono seguire me. Ti parlo di questi vizi sgradevoli non
perché tu sia tale, ma per preservartene e per far capire alle anime
che i vizi vissuti e non evitati, non respinti dalla propria
intimità, costituiscono per esse il più grande male. Sono le
tenebre stesse dell’Inferno dimoranti in esse.
Tu
scrivi come ti è detto, seppure alcuni penseranno che persino
l’anima che riceve l’ispirazione da me, l’Onniveggente, ha dei
vizi come ogni uomo, ma colui che legge e medita profondamente non
giudicherà il prossimo, ma, concentrandosi su di sé, esaminerà se
stesso, poiché io non parlo unicamente a te bensì a tutti quelli
che vogliono vivere in spirito e verità.
Sì,
figlia mia! Tu mi hai domandato molte volte e mi domandi ogni giorno:
“Signore,mostrami i miei difetti, per espiarli; rivelami i vizi
dell’umanità intera, perché voglio ripararli con la preghiera
assidua, con la dedizione totale, con l’adorazione sacramentale
perpetua!”.
Ed
ora, se te li manifesto in tutto il loro orribile aspetto, non
spaventarti. Esaminati e rifletti sulla tua persona. Quello che c’è
di buono in te ritienilo, coltivalo, santificalo. Quello che c’è
di male eliminalo senza indulgenza. Io ti mostro ciò che è perfetto
in me e ciò che è bruttezza negli uomini. Per questo sforzo ti
benedico, ti rinforzo e ti accordo ogni facoltà perché tu possa
elevare il tuo animo sempre più in alto, non per scendere in basso.
Per seguire in tutto me, tuo divino esempio. Così sia».
Mio
divino
Maestro e modello!
Quanto
grande è il tuo amore e la tua cura verso di me e verso tutti gli
uomini! Ti accosti all’io umano, per purificarlo da tutte le
passioni cattive, da tutti i vizi, con il rinnegamento di sé...
Io
so, Signore, da te, che solo l’unione con te, Colui che è morto
sulla croce, fa possibile la morte dell’io malvagio, per vivere poi
la tua vita divina.
Sì,
Gesù, per mezzo di te, crocifisso per noi, la morte porta la vita.
Quindi ti ringrazio per la progressiva crescita che, attraverso la
formazione divina, tu stesso mi dai e sono risoluta a fare tutto
quello che mi domandi.
Dammi,
Signore, la luce e la grazia di contemplarti, di meditare le tue
parole e di seguirti per la via della croce e della perfezione.
Accorda,
per la mediazione della divina Madre, il beneficio delle stesse
grazie a tutte le anime che con umiltà, con sincerità e con
generosità faranno queste meditazioni e, ascoltando la tua parola,
ti seguiranno. Così sia.
La
superbia: sua nozione
Gesù:
«Io sono il Dio incarnato, l’umile di cuore. Ho in orrore la
superbia, la quale mi è tremendamente avversa, ma io sono la
vittoria sull’orgoglio.
La
superbia, l’orgoglio o l’arroganza è l’apprezzamento
disordinato di se stesso in pensieri, in desideri, in parole e
azioni. Il disordine o il peccato della superbia consiste nel fatto
che la creatura considera di essere qualcheduno o di fare qualcosa da
sé, senza riferire a Dio tutto quello che essa è, tutto quello che
essa ha, tutto ciò che lavora e realizza. La superbia è la lusinga,
la lode di sé, l’imposizione del proprio io e la tendenza a
dominare in tutte le circostanze. La superbia è il furto della
gloria di Dio.
Per
questo è il più odioso peccato agli occhi dell’Altissimo: chi si
esalta sarà umiliato!
Con
la superbia, l’io della creatura si mette in una maniera o in
un’altra in luogo del Creatore. L’uomo - similmente a Satana -
adora se stesso e vuole essere lodato e glorificato dagli altri. In
tal modo la superbia è il primo e il più grande disordine
dell’universo. Essa, per opera di Satana, ha introdotto il male nel
mondo ed è la sorgente principale di tutti i mali nella vita
dell’uomo, nella storia della Chiesa e dell’umanità.
La
superbia ha causato il crollo di Lucifero e degli angeli ribelli:
“Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore!” (Lc 10,18).
Essa arrecò la caduta di Adamo e di Eva ed essa sempre continua a
rendere infelice attraverso i secoli il genere umano, tutti i figli
dell’orgoglio abbagliati dal miraggio luciferino: sarete come Dio!
Questo
peccato di superbia, d’innalzamento di sé della creatura, è tanto
incommensurabile davanti al Creatore che, per essere espiato e
riparato, secondo l’esigenza della giustizia divina, è stata
necessaria la discesa e l’umiliazione infinita di Dio... al livello
del nulla della creatura... del verme della terra.
L’incarnazione,
la vita umile, la crocifissione e la morte mia tra i ladroni
costituiscono la lezione eterna e commovente sulla malvagità della
superbia e sull’unico rimedio alla malattia mortale dell’orgoglio:
l’unione totale a me, l’umiliato dalla culla al sepolcro. O
figlia carissima! Anche a te è necessaria la meditazione e la lotta
continua contro la superbia. Pensa che Lucifero - portatore di luce -
era il più vicino a Dio, eppure è caduto con il peccato
dell’orgoglio.
Esaminati
seriamente! Medita profondamente alla luce della mia Parola in che
consistono la superbia e la sua nequizia. Odia questo vizio nei
pensieri, nei desideri, nelle parole e nei fatti. In te e nel mondo.
Stai attenta! A prescindere da quante grazie tu riceva da me come
anima privilegiata, sii umile e allontana dalla mente qualsiasi ombra
d’orgoglio. Tu lo sai. Non ti appartengono. Le possiedi da me,
dunque mi appartengono. Lo riconosci? Attaccati a me, l’umile, e
vincerai la superbia. La sostituirai con la santità della vita che è
umiltà».
Gesù
umile di cuore!
Tu
sei la luce, la forza e la vittoria mia nella lotta contro la
superbia. Preservami, Signore, pure dall’ombra di questo vizio
orrendo. Umiliami tu, come tu lo sai, ogniqualvolta mi tenti
l’orgoglio umano o lo spirito luciferino di esaltare me,
dimenticando che tu sei il mio tutto e lo scopo mio!
Da’
a tutte le anime la luce e la forza di combattere la superbia, per
cercare la tua gloria, che è la nostra felicità.
La
superbia: come trionfarne
Gesù:
«Io, pensiero e Parola eterna di Dio, sono la verità, mentre la
superbia è non-verità e menzogna, perché non corrisponde alla
realtà, alla condizione di creatura: non manifesterò la mia gloria
ad alcuno... La creatura non si sostituisca al Creatore!
Io,
la verità, con l’umiltà vi faccio liberi. Satana, padre della
menzogna, colui che non sta nella verità, per mezzo dell’orgoglio
vi fa schiavi della menzogna, dell’irrealtà. Di fatto: l’uomo
orgoglioso è bugiardo, perché pensa di essere quello che egli non
è, di possedere ciò che egli non ha per sé e da sé, come con
molta chiarezza si esprime il mio umile Apostolo: “Per grazia di
Dio sono quello che sono” (cfr. 1 Cor 15,10) e parimenti: “Che
cosa possiedi che tu non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto,
perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto?” (1 Cor 4,7).
Vedi, cuore umile, perché devi lottare anche tu contro la superbia!
Hai
ricevuto la grande missione, di essere adoratrice eucaristica. Hai
ricevuto grazie incomparabili. Hai ricevuto la vocazione alla
dedizione di te stessa e alla rinunzia, all’ubbidienza e
all’umiltà.
Desideri
ancora qualche cosa? Ma che tu lo sappia! Da te stessa non sei
niente, non hai niente, non puoi far niente...
Dunque,
mai appaia il tuo io, nei tuoi pensieri, nei tuoi desideri, nelle tue
parole, nelle tue azioni. Non insuperbirti e non parlare di te, come
se fossi qualcuno e facessi qualche cosa di speciale con le tue forze
e per merito tuo.
Elimina
dalla tua mente e dalle tue parole il tuo io. Non parlare di te né
per lodarti né per umiliarti. Su tutte le cose grandi e su quelle
insignificanti mantieni il silenzio. Proprio il silenzio che ti costa
non poco ti metterà in risalto. Non richiamare mai l’attenzione su
di te. Tutta, tu sei da me e per me. Sei l’adoratrice della mia
Eucaristia.
Sii
come mia Madre! Essa è consapevole che l’umiltà deve essere tanto
più grande quanto reiezione e la vocazione sono più sublimi:
“L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1,46).
Come
vedi, mia Madre non loda se stessa, bensì Dio, il quale chinò lo
sguardo sull’umiltà della sua serva... Essa tutto attribuisce a
Dio: “Santo è il suo nome” (Lc 1,49).
Ti
domando di fare così anche tu, per tutta la tua vita. Fai di tutto
per portare le anime a me. Fammi adorare. Adorami e propaga la mia
adorazione in tutto il mondo, anche se dapprima tu non sarai compresa
e i cuori non riceveranno con entusiasmo questa forte proposta.
Ti
assicuro: con l’adorazione conquisterò la terra. Desidero che io
viva in tutto il tuo essere e in tutta la tua vita, e che tu scompaia
nell’umiltà... Parla di te stessa con l’umiltà mia e di mia
Madre, soltanto là dov’è necessario: davanti a coloro che mi
rappresentano. Segui anche la preghiera del Salmista: “Non a noi,
Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria” (Sal 115,1).
Fuggi
le lodi e le lusinghe degli uomini. Non accettarle! E anche se tu
dovessi meritarle, pensa a me e dì: “Dio sia lodato in tutto e per
tutto! Lui solo è grande!”.
Ti
sei comportata così fino a oggi? Esaminati alla luce dell’umiltà
mia e di mia Madre. Umiliati davanti a noi! Stai più attenta e più
controllata in avvenire. Togli dal cuore e dalla mente perfino
l’ombra della superbia. Edifica la tua vita interiore sul
fondamento splendido dell’umiltà celeste».
Tu,
COLUI
CHE È PER ESSENZA! Tu,
VERITÀ!
Vinci
in me e nel mondo. Annienta la superbia che è menzogna. Fa’ che
stia sempre al mio posto di creatura, senza alcuna stima di me
stessa. Fa’ che io non abbia a disprezzare la tua grazia, bensì a
collaborare con essa per la tua maggior gloria, poiché rendere vana
la tua grazia è la più grande superbia, disprezzando te. Voglio,
Gesù, seguire nell’umiltà te e la mia cara Madre. Aiuta, Signore,
me e tutte le anime del mondo, aiutaci a cercare solo la tua gloria,
nei pensieri, nei desideri, nelle parole e nelle azioni.
Gesù:
«Io sono la pienezza della perfezione e odio la vanità della
creatura, cioè l’attaccamento degli uomini alle persone e alle
cose effimere come a valori supremi.
Con
la vanità l’uomo vuole dare importanza alle inutilità di questo
mondo caduco, mentre dovrebbe riservare le sua lode unicamente a Dio.
Preferisce il nulla in luogo del tutto. Sostituisce con le apparenze
la realtà. Invece della luce predilige le ombre. Si diletta di
chimere, perché tutto quello che non è Dio, e non conduce a lui, è
vanità.
La
vanità è l’adulazione del proprio io, il quale si attribuisce i
doni di Dio interiori o esteriori: intelligenza, scienza, forza,
arte, bellezza, ricchezza, successo in ogni campo d’attività. È
l’adornarsi di fatuità: lusso, moda, sport, ecc. Tutto questo può
accadere anche nella vita spirituale quando qualcuno esalta se stesso
per le sue virtù, per le grazie ricevute, per i suoi meriti,
fermandosi e dilettandosi dei doni ricevuti da Dio, invece di dare
gloria a lui...
Indipendentemente
dal fatto che l’uomo mette in mostra se stesso per le sue qualità
personali spirituali o fisiche, per gli abiti, la fortuna, i titoli,
i diplomi, le virtù e la santità, nel suo intimo sia con le parole
che con i gesti, la vanità è un peccato odioso davanti a me,
perfezione divina. Occorre combattere tutto questo decisamente.
Vanità e santità
non possono andare d’accordo. Si escludono a vicenda. Un’anima
non può progredire nella spiritualità, se non è umile distruggendo
in se stessa l’orgoglio della vanità e dell’apprezzamento di sé.
Tu,
anima contemplativa e consacrata all’amore, come ti sei comportata
finora nei confronti della vanità nella tua vita personale e nella
vita degli altri? Hai contemplato la sua bruttezza e i mali che essa
insinua nei cuori?
Hai
meditato e mediti, in continuazione, sufficientemente, sulla
cattiveria e la perversità di essa? La combatti in te e nelle altre
anime con tutto il vigore, soprattutto nei cuori consacrati e nelle
anime che hanno fatto il voto di vittima e di espiazione attraverso
l’adorazione?
Hai
cercato e cerchi di espiare giorno per giorno questi peccati? Sono
tanto numerosi nel mondo delle anime. Incontri la vanità a ogni
passo. Anzi essa fa grandi stragi nell’umanità, specialmente in
coloro che non credono in Dio e mi negano.
Non
ti senti qualcuno nell’interno del cuore e non ti lasci lusingare
nella mente per le qualità spirituali o fisiche? Per la tua
missione? Per le tue virtù? Per la tua attività? Per le grazie e
per i favori celesti ricevuti?
Non
hai attirato le anime a te e non le apprezzi se non a motivo delle
attenzioni e delle lodi che ti accordano? Non sei stata parziale a
motivo di ciò? Sei stata giusta e uguale con tutti?
Hai
odiato e detestato i pensieri e il parlare di te stessa, delle tue
conoscenze, di tutto quello che accarezza il proprio io? Hai subito
allontanato da te la vanità? O la mantieni camuffata nel tuo intimo?
Tu lo sai! Ti voglio semplice come me, semplicità divina! Prendi
esempio da me e da mia Madre! Noi, benché vivessimo sulla stessa
terra che tu abiti, piena d’iniquità e di peccati, non abbiamo
pensato se non a Dio, non abbiamo parlato se non di lui; non abbiamo
conversato se non della gloria del Padre e della salvezza del mondo.
Seguimi!».
O
PIENEZZA DI PERFEZIONE E VALORE SUPREMO!
Tu
solo sei degno di ogni lode! Perché mai lodarmi, dunque, e perché
cercare le lodi degli uomini, io, che sono un nulla per me stessa!
Fa’ che mi vergogni ogniqualvolta io ceda alla tentazione di
lusingare me stessa offendendo te.
Signore!
Fa’ che sparisca la vanità del mondo e preserva particolarmente le
anime consacrate da questa peste!
Fa’
che io possa seguire solo te e la Mamma tua con la gioia della
semplicità.
Tratto dal libro " Rinnegare se stesso per vivere in Cristo" - a cura di Mons.Girolamo Grillo
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