martedì 7 maggio 2019

Rinnegare se stesso per vivere in Cristo...



Se qualcuno vuol venire dietro a me,

rinneghi se stesso e mi segua

(cfr. Lc 9,23)
Gesù: «Io, la verità, io, il Maestro, io, la perfezione assoluta, ho stabilito questa legge per tutti gli uomini come, con diligente cura, ha attentamente rilevato il mio evangelista Luca: “Poi, a tutti, diceva: ‘Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua’ ” (Lc 9,23).
Il rinnegamento di se stesso, la lotta contro se stesso, il combattimento col proprio egoismo è la prima condizione che deve adempiere ogni uomo sulla terra per seguire me, cioè per vivere la mia vita, la vita cristiana, e giungere così alla perfezione.
L’egoismo è il più grande ostacolo alla vita divina dell’uomo.
L’attaccamento a se stesso, l’amore di se stesso, il mettere il proprio io al centro delle preoccupazioni di tutti i giorni è la causa, l’origine oscura di tutti i disordini della mente, del cuore, della volontà e dei sensi dell’uomo. È la fonte di tutti i vizi, la madre di tutti i mali, l’origine di tutti i peccati e dell’infelicità nella vita individuale dell’uomo, nella vita di famiglia, nella società e nell’umanità. È la causa dell’inferno sulla terra e nelle anime.
La vittoria sul proprio egoismo è la più grande e più importante vittoria spirituale che anche tu, mia diletta figlia, devi riportare. È difficile e particolarmente afflittiva per l’uomo, perché il proprio io non cede, non si arrende fino alla morte e soltanto l’unione intima con me, crocifisso e morto sulla croce, può arrecare la morte mistica dell’egoismo, anche nei più grandi santi, come con vigore e forza si è espresso più volte il mio grande e contemplativo apostolo Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,19-20).
Hai lungamente meditato sul rinnegamento di se stessi? Hai lottato e lotti, in unione con me, contro il tuo io, perché possa conquistarlo io, tuo Dio?
Ti comunico queste meditazioni e contemplazioni, per te e per tutte le anime della terra, e ti domando di farne una serie di esercizi spirituali, per viverli. Non vivere più di te stessa, ma lascia che io sia presente e viva in tutta la tua vita e nella vita di coloro che vogliono seguire me. Ti parlo di questi vizi sgradevoli non perché tu sia tale, ma per preservartene e per far capire alle anime che i vizi vissuti e non evitati, non respinti dalla propria intimità, costituiscono per esse il più grande male. Sono le tenebre stesse dell’Inferno dimoranti in esse.
Tu scrivi come ti è detto, seppure alcuni penseranno che persino l’anima che riceve l’ispirazione da me, l’Onniveggente, ha dei vizi come ogni uomo, ma colui che legge e medita profondamente non giudicherà il prossimo, ma, concentrandosi su di sé, esaminerà se stesso, poiché io non parlo unicamente a te bensì a tutti quelli che vogliono vivere in spirito e verità.
Sì, figlia mia! Tu mi hai domandato molte volte e mi domandi ogni giorno: “Signore,mostrami i miei difetti, per espiarli; rivelami i vizi dell’umanità intera, perché voglio ripararli con la preghiera assidua, con la dedizione totale, con l’adorazione sacramentale perpetua!”.
Ed ora, se te li manifesto in tutto il loro orribile aspetto, non spaventarti. Esaminati e rifletti sulla tua persona. Quello che c’è di buono in te ritienilo, coltivalo, santificalo. Quello che c’è di male eliminalo senza indulgenza. Io ti mostro ciò che è perfetto in me e ciò che è bruttezza negli uomini. Per questo sforzo ti benedico, ti rinforzo e ti accordo ogni facoltà perché tu possa elevare il tuo animo sempre più in alto, non per scendere in basso. Per seguire in tutto me, tuo divino esempio. Così sia».

Mio divino Maestro e modello!

Quanto grande è il tuo amore e la tua cura verso di me e verso tutti gli uomini! Ti accosti all’io umano, per purificarlo da tutte le passioni cattive, da tutti i vizi, con il rinnegamento di sé...
Io so, Signore, da te, che solo l’unione con te, Colui che è morto sulla croce, fa possibile la morte dell’io malvagio, per vivere poi la tua vita divina.
Sì, Gesù, per mezzo di te, crocifisso per noi, la morte porta la vita. Quindi ti ringrazio per la progressiva crescita che, attraverso la formazione divina, tu stesso mi dai e sono risoluta a fare tutto quello che mi domandi.
Dammi, Signore, la luce e la grazia di contemplarti, di meditare le tue parole e di seguirti per la via della croce e della perfezione.
Accorda, per la mediazione della divina Madre, il beneficio delle stesse grazie a tutte le anime che con umiltà, con sincerità e con generosità faranno queste meditazioni e, ascoltando la tua parola, ti seguiranno. Così sia.

La superbia: sua nozione

Gesù: «Io sono il Dio incarnato, l’umile di cuore. Ho in orrore la superbia, la quale mi è tremendamente avversa, ma io sono la vittoria sull’orgoglio.
La superbia, l’orgoglio o l’arroganza è l’apprezzamento disordinato di se stesso in pensieri, in desideri, in parole e azioni. Il disordine o il peccato della superbia consiste nel fatto che la creatura considera di essere qualcheduno o di fare qualcosa da sé, senza riferire a Dio tutto quello che essa è, tutto quello che essa ha, tutto ciò che lavora e realizza. La superbia è la lusinga, la lode di sé, l’imposizione del proprio io e la tendenza a dominare in tutte le circostanze. La superbia è il furto della gloria di Dio.
Per questo è il più odioso peccato agli occhi dell’Altissimo: chi si esalta sarà umiliato!
Con la superbia, l’io della creatura si mette in una maniera o in un’altra in luogo del Creatore. L’uomo - similmente a Satana - adora se stesso e vuole essere lodato e glorificato dagli altri. In tal modo la superbia è il primo e il più grande disordine dell’universo. Essa, per opera di Satana, ha introdotto il male nel mondo ed è la sorgente principale di tutti i mali nella vita dell’uomo, nella storia della Chiesa e dell’umanità.
La superbia ha causato il crollo di Lucifero e degli angeli ribelli: “Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore!” (Lc 10,18). Essa arrecò la caduta di Adamo e di Eva ed essa sempre continua a rendere infelice attraverso i secoli il genere umano, tutti i figli dell’orgoglio abbagliati dal miraggio luciferino: sarete come Dio!
Questo peccato di superbia, d’innalzamento di sé della creatura, è tanto incommensurabile davanti al Creatore che, per essere espiato e riparato, secondo l’esigenza della giustizia divina, è stata necessaria la discesa e l’umiliazione infinita di Dio... al livello del nulla della creatura... del verme della terra.
L’incarnazione, la vita umile, la crocifissione e la morte mia tra i ladroni costituiscono la lezione eterna e commovente sulla malvagità della superbia e sull’unico rimedio alla malattia mortale dell’orgoglio: l’unione totale a me, l’umiliato dalla culla al sepolcro. O figlia carissima! Anche a te è necessaria la meditazione e la lotta continua contro la superbia. Pensa che Lucifero - portatore di luce - era il più vicino a Dio, eppure è caduto con il peccato dell’orgoglio.
Esaminati seriamente! Medita profondamente alla luce della mia Parola in che consistono la superbia e la sua nequizia. Odia questo vizio nei pensieri, nei desideri, nelle parole e nei fatti. In te e nel mondo. Stai attenta! A prescindere da quante grazie tu riceva da me come anima privilegiata, sii umile e allontana dalla mente qualsiasi ombra d’orgoglio. Tu lo sai. Non ti appartengono. Le possiedi da me, dunque mi appartengono. Lo riconosci? Attaccati a me, l’umile, e vincerai la superbia. La sostituirai con la santità della vita che è umiltà».

Gesù umile di cuore!

Tu sei la luce, la forza e la vittoria mia nella lotta contro la superbia. Preservami, Signore, pure dall’ombra di questo vizio orrendo. Umiliami tu, come tu lo sai, ogniqualvolta mi tenti l’orgoglio umano o lo spirito luciferino di esaltare me, dimenticando che tu sei il mio tutto e lo scopo mio!
Da’ a tutte le anime la luce e la forza di combattere la superbia, per cercare la tua gloria, che è la nostra felicità.

La superbia: come trionfarne

Gesù: «Io, pensiero e Parola eterna di Dio, sono la verità, mentre la superbia è non-verità e menzogna, perché non corrisponde alla realtà, alla condizione di creatura: non manifesterò la mia gloria ad alcuno... La creatura non si sostituisca al Creatore!
Io, la verità, con l’umiltà vi faccio liberi. Satana, padre della menzogna, colui che non sta nella verità, per mezzo dell’orgoglio vi fa schiavi della menzogna, dell’irrealtà. Di fatto: l’uomo orgoglioso è bugiardo, perché pensa di essere quello che egli non è, di possedere ciò che egli non ha per sé e da sé, come con molta chiarezza si esprime il mio umile Apostolo: “Per grazia di Dio sono quello che sono” (cfr. 1 Cor 15,10) e parimenti: “Che cosa possiedi che tu non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto?” (1 Cor 4,7). Vedi, cuore umile, perché devi lottare anche tu contro la superbia!
Hai ricevuto la grande missione, di essere adoratrice eucaristica. Hai ricevuto grazie incomparabili. Hai ricevuto la vocazione alla dedizione di te stessa e alla rinunzia, all’ubbidienza e all’umiltà.
Desideri ancora qualche cosa? Ma che tu lo sappia! Da te stessa non sei niente, non hai niente, non puoi far niente...
Dunque, mai appaia il tuo io, nei tuoi pensieri, nei tuoi desideri, nelle tue parole, nelle tue azioni. Non insuperbirti e non parlare di te, come se fossi qualcuno e facessi qualche cosa di speciale con le tue forze e per merito tuo.
Elimina dalla tua mente e dalle tue parole il tuo io. Non parlare di te né per lodarti né per umiliarti. Su tutte le cose grandi e su quelle insignificanti mantieni il silenzio. Proprio il silenzio che ti costa non poco ti metterà in risalto. Non richiamare mai l’attenzione su di te. Tutta, tu sei da me e per me. Sei l’adoratrice della mia Eucaristia.
Sii come mia Madre! Essa è consapevole che l’umiltà deve essere tanto più grande quanto reiezione e la vocazione sono più sublimi: “L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1,46).
Come vedi, mia Madre non loda se stessa, bensì Dio, il quale chinò lo sguardo sull’umiltà della sua serva... Essa tutto attribuisce a Dio: “Santo è il suo nome” (Lc 1,49).
Ti domando di fare così anche tu, per tutta la tua vita. Fai di tutto per portare le anime a me. Fammi adorare. Adorami e propaga la mia adorazione in tutto il mondo, anche se dapprima tu non sarai compresa e i cuori non riceveranno con entusiasmo questa forte proposta.
Ti assicuro: con l’adorazione conquisterò la terra. Desidero che io viva in tutto il tuo essere e in tutta la tua vita, e che tu scompaia nell’umiltà... Parla di te stessa con l’umiltà mia e di mia Madre, soltanto là dov’è necessario: davanti a coloro che mi rappresentano. Segui anche la preghiera del Salmista: “Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria” (Sal 115,1).
Fuggi le lodi e le lusinghe degli uomini. Non accettarle! E anche se tu dovessi meritarle, pensa a me e dì: “Dio sia lodato in tutto e per tutto! Lui solo è grande!”.
Ti sei comportata così fino a oggi? Esaminati alla luce dell’umiltà mia e di mia Madre. Umiliati davanti a noi! Stai più attenta e più controllata in avvenire. Togli dal cuore e dalla mente perfino l’ombra della superbia. Edifica la tua vita interiore sul fondamento splendido dell’umiltà celeste».

Tu, COLUI CHE È PER ESSENZA! Tu, VERITÀ!

Vinci in me e nel mondo. Annienta la superbia che è menzogna. Fa’ che stia sempre al mio posto di creatura, senza alcuna stima di me stessa. Fa’ che io non abbia a disprezzare la tua grazia, bensì a collaborare con essa per la tua maggior gloria, poiché rendere vana la tua grazia è la più grande superbia, disprezzando te. Voglio, Gesù, seguire nell’umiltà te e la mia cara Madre. Aiuta, Signore, me e tutte le anime del mondo, aiutaci a cercare solo la tua gloria, nei pensieri, nei desideri, nelle parole e nelle azioni.

La vanità e l’amore delle caducità

Gesù: «Io sono la pienezza della perfezione e odio la vanità della creatura, cioè l’attaccamento degli uomini alle persone e alle cose effimere come a valori supremi.
Con la vanità l’uomo vuole dare importanza alle inutilità di questo mondo caduco, mentre dovrebbe riservare le sua lode unicamente a Dio. Preferisce il nulla in luogo del tutto. Sostituisce con le apparenze la realtà. Invece della luce predilige le ombre. Si diletta di chimere, perché tutto quello che non è Dio, e non conduce a lui, è vanità.
La vanità è l’adulazione del proprio io, il quale si attribuisce i doni di Dio interiori o esteriori: intelligenza, scienza, forza, arte, bellezza, ricchezza, successo in ogni campo d’attività. È l’adornarsi di fatuità: lusso, moda, sport, ecc. Tutto questo può accadere anche nella vita spirituale quando qualcuno esalta se stesso per le sue virtù, per le grazie ricevute, per i suoi meriti, fermandosi e dilettandosi dei doni ricevuti da Dio, invece di dare gloria a lui...
Indipendentemente dal fatto che l’uomo mette in mostra se stesso per le sue qualità personali spirituali o fisiche, per gli abiti, la fortuna, i titoli, i diplomi, le virtù e la santità, nel suo intimo sia con le parole che con i gesti, la vanità è un peccato odioso davanti a me, perfezione divina. Occorre combattere tutto questo decisamente. Vanità e santità non possono andare d’accordo. Si escludono a vicenda. Un’anima non può progredire nella spiritualità, se non è umile distruggendo in se stessa l’orgoglio della vanità e dell’apprezzamento di sé.
Tu, anima contemplativa e consacrata all’amore, come ti sei comportata finora nei confronti della vanità nella tua vita personale e nella vita degli altri? Hai contemplato la sua bruttezza e i mali che essa insinua nei cuori?
Hai meditato e mediti, in continuazione, sufficientemente, sulla cattiveria e la perversità di essa? La combatti in te e nelle altre anime con tutto il vigore, soprattutto nei cuori consacrati e nelle anime che hanno fatto il voto di vittima e di espiazione attraverso l’adorazione?
Hai cercato e cerchi di espiare giorno per giorno questi peccati? Sono tanto numerosi nel mondo delle anime. Incontri la vanità a ogni passo. Anzi essa fa grandi stragi nell’umanità, specialmente in coloro che non credono in Dio e mi negano.
Non ti senti qualcuno nell’interno del cuore e non ti lasci lusingare nella mente per le qualità spirituali o fisiche? Per la tua missione? Per le tue virtù? Per la tua attività? Per le grazie e per i favori celesti ricevuti?
Non hai attirato le anime a te e non le apprezzi se non a motivo delle attenzioni e delle lodi che ti accordano? Non sei stata parziale a motivo di ciò? Sei stata giusta e uguale con tutti?
Hai odiato e detestato i pensieri e il parlare di te stessa, delle tue conoscenze, di tutto quello che accarezza il proprio io? Hai subito allontanato da te la vanità? O la mantieni camuffata nel tuo intimo? Tu lo sai! Ti voglio semplice come me, semplicità divina! Prendi esempio da me e da mia Madre! Noi, benché vivessimo sulla stessa terra che tu abiti, piena d’iniquità e di peccati, non abbiamo pensato se non a Dio, non abbiamo parlato se non di lui; non abbiamo conversato se non della gloria del Padre e della salvezza del mondo. Seguimi!».

O PIENEZZA DI PERFEZIONE E VALORE SUPREMO!

Tu solo sei degno di ogni lode! Perché mai lodarmi, dunque, e perché cercare le lodi degli uomini, io, che sono un nulla per me stessa! Fa’ che mi vergogni ogniqualvolta io ceda alla tentazione di lusingare me stessa offendendo te.
Signore! Fa’ che sparisca la vanità del mondo e preserva particolarmente le anime consacrate da questa peste!
Fa’ che io possa seguire solo te e la Mamma tua con la gioia della semplicità.

Tratto dal libro " Rinnegare se stesso per vivere in Cristo"  - a cura di Mons.Girolamo Grillo





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