Lo
so: è questo, purtroppo, un comune modo di pensare! Mi dici: io sono
una persona concreta e mi occupo solo delle cose che hanno interesse,
utilità e prestigio. Per me sono importanti la salute, lo stipendio,
la casa, il cibo, la macchina, la scuola, la carriera, le amicizie...
Sono queste
le cose che fanno
bella la vita! Ma la preghiera a che cosa serve? Quale vantaggio
arreca alla vita di ogni persona e di ogni giorno?
Ti
rispondo:
-
guarda il sole: non è un oggetto come quelli che ti
circondano, e spesso è nascosto, ma quando brilla nel
cielo
diffonde luce e calore. Non si confonde
con le altre cose, ma le
valorizza, le rende luminose
e
piacevoli, A che cosa serve? Serve a tutto, perché la vita di tutto!
-
guarda l'innamorato e chiedigli: a che serve l'amore? Che bisogno hai
di incontrare, di parlare, di stare con la persona amata? Ed
egli
ti risponderà: non c'è
nulla da dimostrare!
Se
entri
nella logica dell'amore non occorrono tante spiegazioni: è evidente
che l'amore è bello e non se ne può fare a meno!
Se
tu non preghi, ritieni inutile e superflua la preghiera; se invece
preghi, non hai bisogno di ragioni e di dimostrazioni: senti che
pregare è bello, è interessante, è
indispensabile. Dipende da te: devi deciderti, devi compiere un
passo,
devi insistere,
provare, tentare, riprovare
cercare.
Prega
e vedrai, prega e capirai!
Più pregherai e più capirai che la preghiera ti è più necessaria
dell'aria che respiri, del
cibo che mangi, della casa in cui abiti, perché hai bisogno di amare
e di essere amato. E aggiungo: oggi non avverti il bisogno della
preghiera perché tutto e tranquillo e tutto ti va bene. Ma se le
cose cambieranno? Quando li verrai a trovare in difficoltà
e in situazioni di sofferenza,
di delusione
e di solitudine... come potrai sostenerti senza un referente,
senza un interlocutore; senza un Amico, senza un Padre a cui
rivolgerti? Questo vale per tutto l'arco della vita e quindi tutto
può cambiare da un momento all'altro!
...
NON HO
TEMPO
PER PREGARE!
Confessalo:
nella programmazione della tua giornata (quante cose devi fare!) c'è
posto per tutto... tranne che per la preghiera. Ma anche quando, con
le migliori intenzioni, le riservi un piccolo spazio... tutto sembra
congiurare contro. Proprio nel momento nel quale decidi di “staccare"
e tenti di concentrarti, ecco un'immancabile visita (spesso
indesiderata), una fastidiosa chiamata, l'ennesima telefonata...
Ovviamente reagisci
e
ti arrabbi... ma nulla da
fare! E allora ti avvilisci e sei costretto a confessare: per me la
preghiera è impossibile! Non ce la faccio! Non mi resta il tempo per
pregare! La vita di oggi scorre formalmente tutta cosi: tutta di
corsa, sempre di corsa, senza lasciar spazio alle cose che più
contano. E le conseguenze sono evidenti:
nervosismo, fretta, depressione, stanchezza, insoddisfazione, anche
nelle persone che, per loro scelta, sono addette ai lavori"
dell'apostolato.
Come
rimediare?
Programmando
per la preghiera uno spazio alla mattina e uno alla sera, prima e
dopo la giornata lavorativa, e facendo ricorso alle preghiere "brevi"
dette giaculatorie". Ce ne occuperemo nel capitolo seguente
.
Sei talmente indaffarato a sbrigare le tue cose e a goderti i beni
della tua vita, che non ti rimane
un minuto di tempo per ringraziare Colui
che tutto ti dona! Hai con lui un grande debito, e
tu non trovi il tempo
per saldarlo!
...
NON CI TROVO GUSTO!
È
risaputo che l'uso dei beni materiali, al suo inizio, è piacevole e
gustoso, perché
soddisfa i sensi, ma nel tempo, soprattutto se se
ne abusa, presto stanca e porta alla nausea.
Le cose spirituali invece all'inizio sono indifferenti e poco
allettanti, ma più si conoscono e più divengono intense,
affascinanti e gustose. Questo si deve dire anzitutto di Dio, che è
l'Invisibile,
il Trascendente. Se Gesù non ce lo avesse rivelato come Padre, la
sua presenza e la sua immagine sarebbero state quasi irraggiungibili
e inconoscibili! Dio è trascendente, ma presente: è presente alla
tua persona se lo accogli: «Ecco, sto alla porta e busso. Se
qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verro da lui,
cenerò con lui ed egli con me»
(Ap
3,20) .
È
molto
bello
pensare e gustare la gioia di sentirlo presente nel nostro intimo più
geloso! È una gioia che possono
assaporare solo quelli che sanno interiorizzarsi, riuscendo a
mettersi in ascolto, in grande raccoglimento.
Non puoi capire se non ci provi. Non rifiutare in partenza! Non dire
non sono cose
fatte per me! Non ti credere così lontano da quel Dio che abita in
te e che tu non hai ancora scoperto!
Il
giorno nel quale spalancherai
il cuore e dirai all'invisibile Signore: vieni, entra!",
proverai la sensazione che avvertiresti se all'improvviso entrasse in
casa la persona che più ami!
Hai
perso la capacità di meravigliarti delle cose e
il gusto della scoperta dei valori che già possiedi! Svelati intero,
dolce mistero! Lentamente, passo dopo passo, avrai la certezza di
giungere a gustare la dolcezza che proviene dal divino Presente.
...
LA PREGHIERA MI STANCA
SUBITO!
La
stanchezza è inevitabile per chi si dedica a un'attività. E la
preghiera è un impegno, sia per i principianti e sia per chi sta
percorrendo un certo cammino
.
Comprendo la tua stanchezza, ma non quella certa stanchezza avvertita
subito. Credo di capire il motivo: sei
davanti al Mistero, non ti senti stimolato a parlare con una persona
che pensi non sia interessata ai tuoi
problemi e
alle
tue piccole cose. La
stanchezza
nasce dalla poca fede e dalla poca fantasia nell'arricchire il
dialogo con argomenti di comune interesse. Nasce dal fatto che non
hai ancora scelto il tempo, il luogo e il metodo. Non hai ancora
imparato a organizzarti. Non hai ancora scoperto il modo di
trasformare il dovere
del
pregare nel piacere di stare con la Persona più amata e più vicina.
Non ti stancherai quando sarai riuscito a fare della
preghiera il momento felice per godere
Dio, in uno stato
di creatività e di libertà, senza schemi e senza vincoli, in pieno
rilassamento e dolce abbandono.
...
CHE SENSO HA DIALOGARE CON UNA PERSONA CHE NON SI VEDE E NON
RISPONDE?
Lo
so: tu ti metti alla presenza di Dio" e hai la sensazione non di
una presenza, ma di una assenza. Tu vorresti vedere un volto amico,
ascoltare una voce suadente, toccare una persona concreta, calda,
vicina, protesa
verso di te in un
abbraccio pieno d'amore e
di comprensione, e
invece hai la sensazione del vuoto, del silenzio, del nulla. E dici:
io parlo e lui tace,
io chiedo
e lui non risponde; io piango e lui non mi consola... Non è assurdo
quindi affidarsi a una preghiera che non può essere dialogo, ma solo
monologo?
Rispondo:
la tua è una sensazione comune, non solo in coloro che sono alle
prime armi, ma anche nelle persone già consolidate nella preghiere.
I
grandi mistici hanno saputo sostare a lungo nel territorio della
lontananza, della freddezza, del
silenzio di Dio. Molti santi hanno spesso sperimentato un Dio che
"si negava" e hanno per lunghi periodi pregato “
l'Assente
"
e “ l'Invisibile". Sono famosi i quindici anni di assoluta
aridità della grande Teresa d'Avila. Le cose non stanno però
esattamente cosi. Dio ti risponde attraverso il silenzio, che è il
linguaggio dell'amore Sembra muto, e invece parla. Se ti metti
pazientemente
in ascolto, Egli ha molte cose da dirti e te le comunica o
direttamente
o
attraverso quella Parola scritta (la Bibbia, il Vangelo)
che nutre la tua preghiera, o le varie vicende che ti accadono.
Finché
si ama su questa terra tutto si svolge nella fede, e fede significa
adesione ferma a una Persona che resta oscura e avvolta nel mistero.
Quaggiù viviamo, parliamo, comunichiamo nella luce: lassù tutto
sarà chiaro nella beata contemplazione del mistero. Ora la voce di
Dio ti giunge attraverso tanti segni, durante o dopo la preghiera.
Dipende da te saperli capire e accogliere!
...
DIO NON ASCOLTA E NON MI DA’
CIO CHE CHIEDO!
Sei
come
un bimbo che non ha pazienza e vuole tutto e subito.
Ma molto spesso succede tutto il contrario: non solo non hai la
risposta immediata, ma ti accadono cose che tu non hai chiesto, e
tanto meno hai pensato di chiedere. Subito affermi: Dio non ascolta,
ha ben altro cui pensare, non sono oggetto di un suo particolare
amore!
Se lo fossi, ne vedrei subito gli effetti! E continui a dire: ho
pregato per ottenere quella grazia: la guarigione di mio figlio, la
promozione
all'esame, la vittoria della mia squadra, la conclusione di
quell'affare... tutte cose importanti e urgenti per me, ma da parte
sua nessuna risposta!
Ascolta:
non fidarti della tua impazienza e nemmeno dei tuoi desideri, Dio non
brama altro che esaudirti quando lo preghi. Ma attenzione: non può
sempre desiderare ciò che desideri tu.
Ecco
allora che ti regala lo Spirito Santo non solo per rimediare alla
debolezza
della tua preghiera, ma anche per venire in soccorso alla miseria,
alla fragilità, all'inconsistenza dei tuoi desideri. Lo Spirito
Santo intercede «con insistenza e con gemiti inesprimibili»
e il Padre non può non ascoltarlo.
Spesse
volte
però
si trova di fronte a realtà deludenti, ad aspirazioni modeste,
a propositi ridicoli... che non si identificano con il nostro vero
bene. Dio sogna per te "cose grandi", "cose stupende"
e addirittura "cose impossibili", e questo vuole darti, se
lo preghi; queste cose non quelle che vuoi tu, che chiedi tu!
Lasciato quindi fare! Non pretendere di sostituirti a lui! Fidati!
Non ritenere
inutile la tua
preghiera, se non ottieni
quello che ingenuamente chiedi, perché essa è sempre ampiamente
esaudita!
...
E PIU’
UTILE LAVORARE CHE PREGARE!
Anche
questa è una comune e
antica obiezione Il problema sboccia proprio nel cuore del Vangelo,
quando le sorelle Marta
e Maria, ambedue
"Credenti" e discepole fedeli, si ritrovano a svolgere
due attività apparentemente opposte: il lavoro e la contemplazione.
Marta
è occupata nel preparare il pranzo a Gesù e non sembra aver tempo
di ascoltarlo; Maria è impegnata ad ascoltare il Maestro e non pensa
minimamente ad aiutare la sorella. Gesù non ha dubbi: «Maria si è
scelta la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10,42),
Non
si pone il problema di che cosa sarebbe accaduto anche a lui se
Marta, lavorando da sola, non avesse avuto il tempo di preparare la
cena! Desidera solo precisare
le cose! Puoi tu dire che Maria ha perso il suo tempo? Puoi criticare
il suo atteggiamento di donna più occupata dalle cose spirituali che
da quelle temporali?
Il
lavoro e la preghiera non si escludono, ma si completano!
Ci
sono tanti modi di lavorare! C'è
il lavoro forzato,
svogliato, distaccato, superficiale, disattento...
c'è
il lavoro appassionato, scrupoloso, preciso, eseguito con buona
volontà e dedizione L'applicazione o il disimpegno dipendono dalla
volontà e dallo spirito con cui si affrontano, La preghiera sostiene
e alimenta la buona volontà.
Da
forza, dà calore, dà impegno, dà
amore.
Può
anzi cambiare il lavoro in preghiera, e fare di esso un'unica
preghiera continuata e offerta. Non giudicare inutile e
perduto il tempo sottratto al lavoro propriamente detto, perché la
preghiera può renderlo più efficiente e leggero. Come puoi correre
e lavorare tutto il giorno se prima non ti sei
fermato alla stazione di servizio" per verificare la tua
automobile
e per fare il necessario rifornimento?
Tratto
dal libro “ Stai con me – Il privilegio di pregare “ di Mons.
Novello Pederzini – da
pag.119 a pag.128
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