giovedì 9 maggio 2019

NON DIRMI CHE... ... LA PREGHIERA NON MI INTERESSA PERCHE’ NON SERVE A NULLA!




Lo so: è questo, purtroppo, un comune modo di pensare! Mi dici: io sono una persona concreta e mi occupo solo delle cose che hanno interesse, utilità e prestigio. Per me sono importanti la salute, lo stipendio, la casa, il cibo, la macchina, la scuola, la carriera, le amicizie... Sono queste le cose che fanno bella la vita! Ma la preghiera a che cosa serve? Quale vantaggio arreca alla vita di ogni persona e di ogni giorno?
Ti rispondo:
- guarda il sole: non è un oggetto come quelli che ti circondano, e spesso è nascosto, ma quando brilla nel cielo diffonde luce e calore. Non si confonde con le altre cose, ma le valorizza, le rende luminose e piacevoli, A che cosa serve? Serve a tutto, perché la vita di tutto!
- guarda l'innamorato e chiedigli: a che serve l'amore? Che bisogno hai di incontrare, di parlare, di stare con la persona amata? Ed egli ti risponderà: non c'è nulla da dimostrare!
Se entri nella logica dell'amore non occorrono tante spiegazioni: è evidente che l'amore è bello e non se ne può fare a meno!
Se tu non preghi, ritieni inutile e superflua la preghiera; se invece preghi, non hai bisogno di ragioni e di dimostrazioni: senti che pregare è bello, è interessante, è indispensabile. Dipende da te: devi deciderti, devi compiere un passo, devi insistere, provare, tentare, riprovare cercare.
Prega e vedrai, prega e capirai! Più pregherai e più capirai che la preghiera ti è più necessaria dell'aria che respiri, del cibo che mangi, della casa in cui abiti, perché hai bisogno di amare e di essere amato. E aggiungo: oggi non avverti il bisogno della preghiera perché tutto e tranquillo e tutto ti va bene. Ma se le cose cambieranno? Quando li verrai a trovare in difficol e in situazioni di sofferenza, di delusione e di solitudine... come potrai sostenerti senza un referente, senza un interlocutore; senza un Amico, senza un Padre a cui rivolgerti? Questo vale per tutto l'arco della vita e quindi tutto può cambiare da un momento all'altro!

... NON HO TEMPO PER PREGARE!


Confessalo: nella programmazione della tua giornata (quante cose devi fare!) c'è posto per tutto... tranne che per la preghiera. Ma anche quando, con le migliori intenzioni, le riservi un piccolo spazio... tutto sembra congiurare contro. Proprio nel momento nel quale decidi di “staccare" e tenti di concentrarti, ecco un'immancabile visita (spesso indesiderata), una fastidiosa chiamata, l'ennesima telefonata... Ovviamente reagisci e ti arrabbi... ma nulla da fare! E allora ti avvilisci e sei costretto a confessare: per me la preghiera è impossibile! Non ce la faccio! Non mi resta il tempo per pregare! La vita di oggi scorre formalmente tutta cosi: tutta di corsa, sempre di corsa, senza lasciar spazio alle cose che più contano. E le conseguenze sono evidenti: nervosismo, fretta, depressione, stanchezza, insoddisfazione, anche nelle persone che, per loro scelta, sono addette ai lavori" dell'apostolato.
Come rimediare?
Programmando per la preghiera uno spazio alla mattina e uno alla sera, prima e dopo la giornata lavorativa, e facendo ricorso alle preghiere "brevi" dette giaculatorie". Ce ne occuperemo nel capitolo seguente . Sei talmente indaffarato a sbrigare le tue cose e a goderti i beni della tua vita, che non ti rimane un minuto di tempo per ringraziare Colui che tutto ti dona! Hai con lui un grande debito, e tu non trovi il tempo per saldarlo!

... NON CI TROVO GUSTO!

È risaputo che l'uso dei beni materiali, al suo inizio, è piacevole e gustoso, perché soddisfa i sensi, ma nel tempo, soprattutto se se ne abusa, presto stanca e porta alla nausea. Le cose spirituali invece all'inizio sono indifferenti e poco allettanti, ma più si conoscono e più divengono intense, affascinanti e gustose. Questo si deve dire anzitutto di Dio, che è l'Invisibile, il Trascendente. Se Gesù non ce lo avesse rivelato come Padre, la sua presenza e la sua immagine sarebbero state quasi irraggiungibili e inconoscibili! Dio è trascendente, ma presente: è presente alla tua persona se lo accogli: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verro da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20) .
È molto bello pensare e gustare la gioia di sentirlo presente nel nostro intimo più geloso! È una gioia che possono assaporare solo quelli che sanno interiorizzarsi, riuscendo a mettersi in ascolto, in grande raccoglimento. Non puoi capire se non ci provi. Non rifiutare in partenza! Non dire non sono cose fatte per me! Non ti credere così lontano da quel Dio che abita in te e che tu non hai ancora scoperto!
Il giorno nel quale spalancherai il cuore e dirai all'invisibile Signore: vieni, entra!", proverai la sensazione che avvertiresti se all'improvviso entrasse in casa la persona che più ami!
Hai perso la capacità di meravigliarti delle cose e il gusto della scoperta dei valori che già possiedi! Svelati intero, dolce mistero! Lentamente, passo dopo passo, avrai la certezza di giungere a gustare la dolcezza che proviene dal divino Presente.

... LA PREGHIERA MI STANCA SUBITO!

La stanchezza è inevitabile per chi si dedica a un'attività. E la preghiera è un impegno, sia per i principianti e sia per chi sta percorrendo un certo cammino . Comprendo la tua stanchezza, ma non quella certa stanchezza avvertita subito. Credo di capire il motivo: sei davanti al Mistero, non ti senti stimolato a parlare con una persona che pensi non sia interessata ai tuoi problemi e alle tue piccole cose. La stanchezza nasce dalla poca fede e dalla poca fantasia nell'arricchire il dialogo con argomenti di comune interesse. Nasce dal fatto che non hai ancora scelto il tempo, il luogo e il metodo. Non hai ancora imparato a organizzarti. Non hai ancora scoperto il modo di trasformare il dovere del pregare nel piacere di stare con la Persona più amata e più vicina. Non ti stancherai quando sarai riuscito a fare della preghiera il momento felice per godere Dio, in uno stato di creatività e di libertà, senza schemi e senza vincoli, in pieno rilassamento e dolce abbandono.

... CHE SENSO HA DIALOGARE CON UNA PERSONA CHE NON SI VEDE E NON RISPONDE?

Lo so: tu ti metti alla presenza di Dio" e hai la sensazione non di una presenza, ma di una assenza. Tu vorresti vedere un volto amico, ascoltare una voce suadente, toccare una persona concreta, calda, vicina, protesa verso di te in un abbraccio pieno d'amore e di comprensione, e invece hai la sensazione del vuoto, del silenzio, del nulla. E dici: io parlo e lui tace, io chiedo e lui non risponde; io piango e lui non mi consola... Non è assurdo quindi affidarsi a una preghiera che non può essere dialogo, ma solo monologo?
Rispondo: la tua è una sensazione comune, non solo in coloro che sono alle prime armi, ma anche nelle persone già consolidate nella preghiere.
I grandi mistici hanno saputo sostare a lungo nel territorio della lontananza, della freddezza, del silenzio di Dio. Molti santi hanno spesso sperimentato un Dio che "si negava" e hanno per lunghi periodi pregato “ l'Assente " e “ l'Invisibile". Sono famosi i quindici anni di assoluta aridità della grande Teresa d'Avila. Le cose non stanno però esattamente cosi. Dio ti risponde attraverso il silenzio, che è il linguaggio dell'amore Sembra muto, e invece parla. Se ti metti pazientemente in ascolto, Egli ha molte cose da dirti e te le comunica o direttamente o attraverso quella Parola scritta (la Bibbia, il Vangelo) che nutre la tua preghiera, o le varie vicende che ti accadono.
Finché si ama su questa terra tutto si svolge nella fede, e fede significa adesione ferma a una Persona che resta oscura e avvolta nel mistero. Quaggiù viviamo, parliamo, comunichiamo nella luce: lassù tutto sarà chiaro nella beata contemplazione del mistero. Ora la voce di Dio ti giunge attraverso tanti segni, durante o dopo la preghiera. Dipende da te saperli capire e accogliere!

... DIO NON ASCOLTA E NON MI DA’ CIO CHE CHIEDO!

Sei come un bimbo che non ha pazienza e vuole tutto e subito. Ma molto spesso succede tutto il contrario: non solo non hai la risposta immediata, ma ti accadono cose che tu non hai chiesto, e tanto meno hai pensato di chiedere. Subito affermi: Dio non ascolta, ha ben altro cui pensare, non sono oggetto di un suo particolare amore! Se lo fossi, ne vedrei subito gli effetti! E continui a dire: ho pregato per ottenere quella grazia: la guarigione di mio figlio, la promozione all'esame, la vittoria della mia squadra, la conclusione di quell'affare... tutte cose importanti e urgenti per me, ma da parte sua nessuna risposta!
Ascolta: non fidarti della tua impazienza e nemmeno dei tuoi desideri, Dio non brama altro che esaudirti quando lo preghi. Ma attenzione: non può sempre desiderare ciò che desideri tu.
Ecco allora che ti regala lo Spirito Santo non solo per rimediare alla debolezza della tua preghiera, ma anche per venire in soccorso alla miseria, alla fragilità, all'inconsistenza dei tuoi desideri. Lo Spirito Santo intercede «con insistenza e con gemiti inesprimibili» e il Padre non può non ascoltarlo.
Spesse volte però si trova di fronte a realtà deludenti, ad aspirazioni modeste, a propositi ridicoli... che non si identificano con il nostro vero bene. Dio sogna per te "cose grandi", "cose stupende" e addirittura "cose impossibili", e questo vuole darti, se lo preghi; queste cose non quelle che vuoi tu, che chiedi tu! Lasciato quindi fare! Non pretendere di sostituirti a lui! Fidati! Non ritenere inutile la tua preghiera, se non ottieni quello che ingenuamente chiedi, perché essa è sempre ampiamente esaudita!

... E PIU’ UTILE LAVORARE CHE PREGARE!

Anche questa è una comune e antica obiezione Il problema sboccia proprio nel cuore del Vangelo, quando le sorelle Marta e Maria, ambedue "Credenti" e discepole fedeli, si ritrovano a svolgere due attività apparentemente opposte: il lavoro e la contemplazione.
Marta è occupata nel preparare il pranzo a Gesù e non sembra aver tempo di ascoltarlo; Maria è impegnata ad ascoltare il Maestro e non pensa minimamente ad aiutare la sorella. Gesù non ha dubbi: «Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10,42),
Non si pone il problema di che cosa sarebbe accaduto anche a lui se Marta, lavorando da sola, non avesse avuto il tempo di preparare la cena! Desidera solo precisare le cose! Puoi tu dire che Maria ha perso il suo tempo? Puoi criticare il suo atteggiamento di donna più occupata dalle cose spirituali che da quelle temporali?
Il lavoro e la preghiera non si escludono, ma si completano!
Ci sono tanti modi di lavorare! C'è il lavoro forzato, svogliato, distaccato, superficiale, disattento... c'è il lavoro appassionato, scrupoloso, preciso, eseguito con buona volontà e dedizione L'applicazione o il disimpegno dipendono dalla volontà e dallo spirito con cui si affrontano, La preghiera sostiene e alimenta la buona volontà.
Da forza, dà calore, dà impegno, dà amore.
Può anzi cambiare il lavoro in preghiera, e fare di esso un'unica preghiera continuata e offerta. Non giudicare inutile e perduto il tempo sottratto al lavoro propriamente detto, perché la preghiera può renderlo più efficiente e leggero. Come puoi correre e lavorare tutto il giorno se prima non ti sei fermato alla stazione di servizio" per verificare la tua automobile e per fare il necessario rifornimento?

Tratto dal libro “ Stai con me – Il privilegio di pregare “ di Mons. Novello Pederzini – da pag.119 a pag.128


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