martedì 30 aprile 2019

San Giuseppe



Introduzione

San Giuseppe gode nel popolo di Dio di una speciale venerazione. Il genio pastorale di Giovanni Paolo II gli ha dedicato l'esortazione apostolica "Redemptoris Custos", perché cresca in tutti la devozione al Patrono della Chiesa universale.
Chiamato a essere il padre terreno del Verbo incarnato, in lui si riflette in modo del tutto singolare la divina paternità, Giuseppe è padre di Gesù, perché è effettivamente lo sposo di Maria. Ella ha concepito vergine, per opera di Dio, ma il bambino è anche figlio di Giuseppe, suo legittimo marito, per questo entrambi sono detti nel Vangelo "genitori" di Gesù (L 2.27,41).
Mediante l'esercizio della sua paternità, Giuseppe coopera nella pienezza dei tempi, al grande mistero della redenzione (cfr. Redemptoris Castos, 8). La sua paternità è racchiusa «nella missione che Dio affida a Giuseppe, quella di essere custos, custode. Custode di chi? Di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi alla Chiesa. Come esercita Giuseppe questa custodia? Con discrezione, con umiltà , nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende. Dal matrimonio con Maria fino all'episodio di Gesù dodicenne nel tempio di Gerusalemme, accompagna con premura e con amore ogni momento. È accanto a Maria sua sposa nei momenti sereni e in quelli difficili della vita, nel viaggio a Betlemme per il censimento e nelle ore trepidanti e gioiose del parto; nel momento drammatico della fuga in Egitto e nella ricerca affannosa del figlio al tempio; e poi nella quotidianità della casa di Nazaret, nel laboratorio dove ha insegnato il mestiere a Gesù. Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode di Maria, di Gesù, della Chiesa? Nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio. E Giuseppe è "custode", perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo e ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!
La vita di san Giuseppe è stata una realizzazione del suo "si" al disegno di Dio anche nel lavoro quotidiano. Per questo la Chiesa non si stanca di presentare l'artigiano di Nazaret come il modello e il patrono dei lavoratori. La Chiesa consapevole che', nell'umile e nascosta vita di lavoro, di dedizione alla famiglia e di unione con Dio, i cristiani di ogni tempo possono trovare un esempio semplice, concreto ed efficace per rispondere alla propria fondamentale vocazione alla santità.

Giuseppe nella vita dei santi


Tutti i santi hanno sperimentato la potenza di san Giuseppe nell'esaudire le loro suppliche . Egli , dopo Maria, è il primo a cui dobbiamo ricorrere nei nostri bisogni spirituali e temporali. perché possiede la chiave dei cuori di Gesù e di Maria e loro si compiacciono di esaudirlo, come già facevano in terra.
Santa Teresa d'Avila consigliava spesso di ricorrere a san Giuseppe nel momento del bisogno: “Qualunque grazia si domanda a san Giuseppe verrà certamente concessa, chi vuol credere faccia la prova affinché si persuada”
Padre Louis Lallemant scriveva: “Ogni anima che vuole progredire nelle vie interiori deve faticare a farsi eminente nella devozione a san Giuseppe, con la speranza di ottenere, per la sua intercessione, la direzione dello Spirito Santo: poiché avendo questo gran Patriarca avuto l'incarico di governare, sotto la direzione dello Spirito Santo, il figlio di Dio e la sua Santa Madre, per il merito di questo impiego si è acquistato come una specie di diritto a condurre interiormente le anime fedeli. Si vede infatti sensibilmente che quelle che lo prendono per direttore, fanno sotto la sua condotta progressi meravigliosi”.
Pio IX, nel 1870, lo ha dichiarato Patrono della Chiesa universale.
Benedetto XV, il 25 luglio 1920, ha richiamato l'importanza del mercoledì come giorno particolarmente dedicato al Santo. Il Mese dedicato in particolar modo a san Giuseppe è marzo, che culmina con la solennità del 9 marzo.
Giovanni XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano.
Papa Francesco ha inserito nello stemma del suo pontificato il fiore di nardo, che rappresenta san Giuseppe patrono della Chiesa universale e il maggio 2013, ha decretato che il suo nome fosse aggiunto nelle Preghiere eucaristiche della santa Messa dopo quello di Maria.


Preghiere con i maestri spirituali


Glorioso san Giuseppe

Preghiera semplice ed efficace composta da san Francesco di Sales (1567-1622) in onore di san Giuseppe, da lui definito: “ Il Santo che il mio cuore ama”.
Glorioso San Giuseppe, sposo di Maria Vergine,accordaci la tua protezione paterna: noi te ne supplichiamo per il Cuore di Gesù Cristo.
Tu, la cui protezione si estende a tutte le nostre necessità, e sai rendere possibili le cose più impossibili, rivolgi i tuoi occhi di padre buono sugli interessi dei tuoi figli. Negli affanni e nelle pene che ci opprimono ricorriamo con fiducia a te, degnati di prendere sotto la tua caritatevole protezione questo affare importante a difficile, causa delle nostre preoccupazioni.
Fa' che la sua felice riuscita torni a gloria di Dio e a bene dei suoi servitori. Amen.

Ricordati di noi

Preghiera tratta dai "Discorsi" di san Bernardino da Siena. Egli nutriva una speciale riconoscenza e riverenza verso san Giuseppe «scelto dall'eterno Padre come fedele nutrizio e custode dei suoi principali tesori, il figlio suo e la sua Sposa».

Ricordati di noi, beato Giuseppe, e intercedi con il suffragio della tua preghiera accanto al tuo Figlio putativo e rendici favorevole la Beata Vergine, tua Sposa, che è la Madre di Colui che vive e regna con il Padre e lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

Saluti a san Giuseppe

San Giovanni Eudes, autore della seguente preghiera, diceva che, dopo Dio, san Giuseppe è il primo oggetto dell'amore della sua Santissima Sposa e ha il primo posto nel suo Cuore, perché essendo Maria tutta per san Giuseppe, come la sposa è per il suo sposo, il Cuore di Maria era donato a Giuseppe. Non solo ella era per lui, ma come fu detto dei primi cristiani che avevano un cuore e un'anima sola, più sicuramente ancora si può dire della Beata Vergine e del suo santo sposo che hanno una sola anima e un solo cuore, uniti da un legame sacro di amore e di carità.

Ti saluto, Giuseppe, immagine di Dio Padre.
Ti saluto, Giuseppe, padre di Dio Figlio.
Ti saluto, Giuseppe, santuario dello Spirito Santo.
Ti saluto, Giuseppe, beneamato della Santissima Trinità.
Ti saluto, Giuseppe, fedelissimo coadiutore del grande
consiglio.
Ti saluto, Giuseppe, degno sposo della Vergine Madre.
Ti saluto, Giuseppe, padre di tutti i fedeli.
Ti saluto, Giuseppe, custode di tutti quelli che hanno
abbracciato la santa verginità.
Ti saluto. Giuseppe, fedele osservatore del sacro silenzio.
Ti saluto, Giuseppe, amante della santa povertà.
Ti saluto, Giuseppe, modello di dolcezza e di pazienza.
Ti saluto, Giuseppe, specchio d'umiltà e di obbedienza.
Tu sei benedetto tra tutti gli uomini.
E benedetti siano i tuoi occhi che hanno visto ciò che
hai visto.
E benedette siano le tue orecchie che hanno sentito e
che hai udito.
E benedette siano le tue mani che hanno toccato il Verbo fatto carne.
E benedette siano le tue braccia che hanno portato Colui che porta tutte le cose.
E benedetto sia il tuo petto sul quale il Figlio di Dio ha fatto un dolce riposo.
E benedetto sia il tuo Cuore infiammato per Lui dell'amore più ardente.
E benedetto sia il Padre eterno che ti ha scelto.
E benedetto sia il Figlio che ti ha amato.
E benedetto sia il Santo Spirito che ti ha santificato.
E benedetta sia Maria, tua Sposa, che ti ha amato teneramente come uno sposo e come un fratello.
E benedetto sia l'angelo che ti ha servito da custode.
E benedetti siano tutti quelli che ti amano e che ti benedicono. Amen.

Il nome tuo, o Giuseppe, è il conforto dei mortali

Il beato Bartolo Longo (1841-1926) è noto soprattutto come fondatore e benefattore del santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. In questa preghiera traspare anche la sua tenera devozione verso san Giuseppe

Attraici a te, amabilissimo Giuseppe: noi ti seguiremo! Angeli del cielo, santi e sante del Paradiso, voi che gioite quando l'amabile nome di Giuseppe risuona nella Città Santa, insegnateci la stima che dobbiamo nutrire e il rispetto con cui dobbiamo pronunziarlo!
Il nome tuo, o Giuseppe, letizia del cielo, è l'onore della terra, è il conforto dei mortali: rinvigorisce gli stanchi, consola gli afflitti, risana gli infermi, ammorbidisce i cuori induriti, aiuta nelle tentazioni, libera delle insidie del demonio, ottiene ogni sorta di beni a quelli che lo invocano e partecipa della potenza dei santi nomi di Gesù e di Maria.
Possa un nome si bello essere scritto a caratteri di stelle nelle volte del firmamento, affinché sia veduto e pronunziato da tutto il mondo!
Possa essere scolpito dall'amore nostro, affinché tutti gli uomini lo amino e lo onorino! Possa essere nella mia bocca e nel mio cuore! Amen.


Modello dei lavoratori

San Pio V (1504-1572), elevato dall'Ordine dei Predicatori alla cattedra di Pietro, rinnovò, secondo i decreti del Concilio di Trento, con grande pietà e apostolico vigore il culto divino, la dottrina cristiana e la disciplina ecclesiastica e promosse la propagazione della fede. Ecco una sua preghiera a san Giuseppe.

Glorioso San Giuseppe, modello di tutti quelli che sono votati al lavoro, donami la grazia di lavorare con spirito di penitenza per l'espiazione dei miei numerosi peccati: di lavorare con coscienza, ponendo il culto del dovere al di sopra delle mie inclinazioni, di lavorare con riconoscenza e gioia, osservando come un bravo dipendente, e di sviluppare attraverso il lavoro i doni ricevuti da Dio, di lavorare con ordine, pace, moderazione e pazienza, senza mai indietreggiare davanti alla stanchezza e alle difficoltà; di lavorare soprattutto con intenzioni pure e con distacco da me stesso, avendo continuamente davanti agli occhi la morte e il conto che dovrò rendere del tempo perso, dei talenti inutilizzati e delle vane compiacenze legate al successo, se funeste all'opera di Dio.
Tutto per Gesù, tutto per Maria, tutto a tua imitazione, o santo patriarca Giuseppe! Tale sarà il mio motto nella vita e nella morte. Amen.

Patrono della Chiesa universale

L'8 dicembre 1870, papa Pio X ha proclamato san Giuseppe Patrono della Chiesa universale, esprimendo il sentimento del popolo cristiano e, allo stesso tempo, prolungando l'insegnamento dei suoi predecessori.

O beato Giuseppe, che Dio ha scelto per portare nome e svolgere il ruolo di padre agli occhi di Gesù, tu che sei stato dato da lui come sposo purissimo a Maria sempre Vergine e come capo della Santa Famiglia sulla terra, tu che il Vicario di Cristo ha scelto come Patrono e Avvocato della Chiesa universale, fondata da Cristo Signore stesso, con la fiducia più grande possibile io imploro il tuo aiuto potentissimo per questa stessa Chiesa che lotta sulla terra.
Ti supplico, proteggi, con una sollecitudine particolare e con questo amore veramente paterno di cui ardi il Pontefice Romano, tutti i vescovi e i preti uniti alla Santa Sede di Pietro.
Sii il difensore di tutti quelli che penano per salvare le anime che sono angosciate e immerse nelle avversità di questa vita.
Fa' in modo che le persone si sottomettano spontaneamente alla Chiesa, che è il mezzo assolutamente necessario per ottenere la salvezza.
Degnati di accettare, santissimo Giuseppe, il dono che ti faccio. Mi voto completamente a te, affinché tu voglia essere, sempre, un padre per me, un protettore e una guida lungo il cammino della salvezza.
Dammi un cuore puro, un amore ardente per la vita interiore. Fa' che io stesso segua le tue tracce e che rivolga tutte le mie azioni alla grande gloria di Dio, unendole agli affetti del divino Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato della Vergine Madre.
Prega infine per me, affinché io possa partecipare alla pace e alla gioia di cui tu hai goduto un tempo, morendo così santamente. Amen.

San Giuseppe artigiano

Pio XII volle cristianizzare la festa del lavoro del maggio, istituendo, per quel giorno, la festa di san Giuseppe lavoratore. Egli si impegnò costantemente a presentare san Giuseppe come protettore ideale di tutte le classi della società e di tutte le professioni. Parlò di lui agli operai, ai giovani sposi, ai militanti e ai bambini. Egli vide il patrocinio di san Giuseppe non come una bella formula teologica o una pia invocazione, ma come una verità fondamentale. Ecco una preghiera composta da Pio XII l'11 marzo 1958.

O glorioso patriarca san Giuseppe, umile e giusto artigiano di Nazaret, che hai dato a tutti i cristiani, ma specialmente a noi, l'esempio di una vita perfetta nel lavoro assiduo e nell'ammirabile unione con Maria e con Gesù, assistici nella nostra fatica quotidiana, affinché anche noi, artigiani cattolici, possiamo incontrare in essa il mezzo efficace di glorificare il Signore, di santificarci e di essere utili alla società in cui viviamo, ideale supremo di tutte le nostre azioni,
Ottienici dal Signore, o nostro protettore amatissimo, l'umiltà e la semplicità di cuore; l'amore al lavoro e a coloro che sono in esso nostri compagni; la conformità ai disegni divini nei travagli inevitabili di questa vita e la gioia per sopportarli; la coscienza delle nostre responsabilità; lo spirito di disciplina e di preghiera; la docilità e il rispetto verso i superiori; la fraternità verso i nostri pari; la carità e l'indulgenza con i dipendenti.
Accompagnaci nei momenti prosperi, quando tutto ci invita a gustare onestamente i frutti delle nostre fatiche; sostienici nelle ore tristi, quando sembra che il cielo si chiuda sopra di noi e che perfino gli strumenti del lavoro si ribellino nelle nostre mani.
Fa' che, a tua imitazione, teniamo fissi gli occhi nella nostra Madre Maria, tua Sposa dolcissima, che in un cantuccio della tua modesta bottega filava silenziosa, abbozzando sulle sue labbra il più soave sorriso, e che non allontaniamo mai lo sguardo da Gesù, che si affannava con te sul tuo banco di carpentiere, affinché possiamo condurre sulla terra una vita pacifica e santa, preludio di quella eternamente felice che speriamo in cielo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

San Giuseppe, tu conosci

Giovanni XXIII diede molte testimonianze della sua devozione a san Giuseppe. Confessava ”San Giuseppe, io lo amo molto tanto che non posso cominciare né chiudere la mia giornata senza che la mia prima parola e il mio ultimo pensiero siano per lui.

O glorioso san Giuseppe, che velasti la tua incomparabile e regale dignità di custode di Gesù e della Vergine Maria sotto le umili apparenze di artigiano, e col tuo lavoro ne sostentasti la vita, proteggi con amabile potenza i figli, che ti sono particolarmente affidati.
Tu conosci le loro angustie e le loro sofferenze, perché tu stesso le provasti, al fianco di Gesù e di sua Madre. Non permettere che, oppressi da tante preoccupazioni dimentichino il fine per cui sono stati creati da Dio; non lasciare che i germi della sfiducia si impadroniscano delle loro anime immortali. Ricorda a tutti i lavoratori che nei campi, nelle officine, nelle miniere, nei laboratori della scienza, non sono soli ad operare, gioire e soffrire, ma che accanto a essi c'è Gesù con Maria, Madre sua e nostra, a sostenerli, a tergere il sudore, a impreziosirne le fatiche. Insegna loro a fare del lavoro, come tu hai fatto, uno strumento altissimo di santificazione. Amen.


San Giuseppe scelto da Dio

Giovanni XXIII scelse san Giuseppe come protettore del Concilio Vaticano ll. Nell'ottobre 1962, fece dono del suo anello papale- noto anche come l'Anello del Pescatore - al Santo falegname di Nazaret, offrendolo al santuario polacco di Kalisz, dove si venera un dipinto di san Giuseppe ritenuto "miracoloso". E stato sempre Giovanni XXIII, che ha fatto inserire la menzione di san Giuseppe nel Canone della Messa, come aveva annunciato nel suo discorso di chiusura della prima sessione del Concilio, l’ 8 dicembre 1962. San Giuseppe lo aveva accompagnato fin dall'infanzia: del resto, non si chiamava Angelo Giuseppe Roncalli?

O san Giuseppe, scelto da Dio per essere su questa terra custode di Gesù e sposo purissimo di Maria, tu hai trascorso la vita nell'adempimento perfetto del dovere, sostentando con il lavoro delle tue mani la Santa Famiglia di Nazaret, proteggi propizio noi che, fiduciosi, ci rivolgiamo a te.
Tu conosci le nostre aspirazioni, le nostre angustie, le nostre speranze: a te ricorriamo, perché sappiamo di trovare in te chi ci protegge. Anche tu hai sperimentato la prova, la fatica, la stanchezza; ma il tuo animo, ricolmo della più profonda pace, esultò di gioia per l'intimità con il Figlio di Dio a te affidato, e con Maria, sua dolcissima Madre.
Aiutaci a comprendere che non siamo soli nel nostro lavoro, a scoprire Gesù accanto a noi, ad accoglierlo con la grazia e custodirlo con la fedeltà come tu hai fatto. Ottieni che nella nostra famiglia tutto santificato nella carità, nella pazienza, nella giustizia e nella ricerca del bene. Amen


San Giuseppe, guarda l'immensa famiglia che ti è affidata

Anche Paolo Vi ha parlato spesso di san Giuseppe, non mirando tanto a mettere in evidenza le sue prerogative, ma piuttosto a ricordare la sua missione nella Chiesa di oggi: “La missione di Giuseppe nei riguardi di Gesù e Maria fu una missione di protezione, di difesa, di salvaguardia e di sussistenza... La Chiesa ha bisogno di essere difesa; ha bisogno di essere conservata , alla scuola di Nazaret, povera e laboriosa, ma viva, cosciente e disponibile per la sua missione messianica. Questo bisogno di protezione, oggi, è grande per restare indenne e per agire nel mondo... La missione di san Giuseppe è la nostra: custodire il Cristo e farlo crescere in noi e intorno a noi” (Angelus, 79 marzo 1970).

San Giuseppe, Patrono della Chiesa, tu che accanto al Verbo incarnato lavorasti ogni giorno per guadagnare il pane, traendo da lui la forza di vivere e di faticare; tu che hai provato l'ansia del domani, l'amarezza della povertà, la precarietà del lavoro: irradia ancor oggi l'esempio della tua figura, umile davanti agli uomini, ma grandissima davanti a Dio, guarda all'immensa famiglia che ti è affidata.
Benedici la Chiesa, sospingendola sempre di più sulla via della fedeltà evangelica; proteggi i lavoratori nella loro dura esistenza quotidiana, difendendoli dallo scoraggiamento, dalla rivolta negatrice, come dalle tentazioni dell'edonismo.
Prega per i poveri, che continuano in terra la povertà di Cristo, suscitando per essi le continue provvidenza dei loro fratelli più dotati.
Custodisci la pace nel mondo, quella pace che sola può garantire lo sviluppo dei popoli, e il pieno compimento delle umane speranze: per il bene dell'umanità, per la missione della Chiesa, per la gloria della Santissima Trinità. Amen.


O caro san Giuseppe

Giovanni Paolo Il nell'esortazione apostolica "Redemptoris Custos" (15 agosto 1989), propone un'ampia riflessione sulla figura e la missione di san Giuseppe nella vita di Cristo e della Chiesa”. Pubblicata in occasione del Centenario dell enciclica "Quanquam Pluries" di Leone XIII colloca chiaramente Giuseppe nel cuore del mistero della redenzione, sulla stessa linea delle grandi encicliche "Redemptor Hominis" e "Redemptoris Maier".

O caro san Giuseppe, amico e protettore di tutti, custode di Gesù e di tutti quelli che invocano il tuo aiuto. Tu sei grande perché ottieni da Dio tutto quello che gli uomini ti chiedono. Ti prego di accogliere la mia preghiera: veglia e custodisci tutte le famiglie, perché vivano l'armonia, l'unità, la fede, l'amore che regnava nella Famiglia di Nazaret. Guarda con tenerezza particolare le famiglie dei disoccupati, dona a tutti un lavoro, affinché con la loro opera creino un mondo migliore e diano lode a Dio Creatore.
Ti affido la Chiesa, in particolare il Papa, i vescovi, i sacerdoti e tutti i missionari, perché si sentano sostenuti dalla tua paternità.
Chi li può amare più di te, o caro san Giuseppe? Proteggi tutte le persone consacrate, perché trovino nella tua obbedienza e adesione alla volontà di Dio, l'esempio per vivere nel silenzio, nell'umiltà, nella gioia e nella missionarietà la vita di unione con Dio, che le rende felici nel compimento della divina volontà .
La gioia di sentirsi di Dio è così grande che non ha paragoni; solo in Dio si trova tutta la felicità.
San Giuseppe esaudisci la mia preghiera. Amen.

Padre di Gesù

Giovanni Paolo Il propone all'intero popolo cristiano I'esemplare servizio di san Giuseppe al Redentore, perché tenga sempre dinanzi agli occhi il suo umile, maturo modo di servire e di "partecipare” all'economia della salvezza.

O san Giuseppe, con te, attraverso di te, noi benediciamo il Signore. Egli ti ha scelto tra tutti gli uomini per essere il casto sposo di Maria, colui che sta alla soglia del mistero della sua maternità e che, dopo di lei accoglie questa maternità nella fede come opera dello Spirito Santo. Tu hai dato a Gesù una paternità legala nella stirpe di Davide. Tu hai continuamente vegliato con affettuosa premura sulla Madre e sul Bambino per rendere sicura la loro vita e permettere loro di compiere la loro missione.
Il salvatore Gesù si è degnato di sottomettersi a te come a un padre durante la sua infanzia e la sua adolescenza e ricevere da te gli insegnamenti per la vita umana, mentre tu condividevi la sua vita nell'adorazione del suo mistero.
Continua a proteggere tutta la Chiesa, la famiglia nata dalla salvezza portata da Gesù.
Guarda alle necessità spirituali e materiali di tutti coloro che ricorrono alla tua intercessione. In particolare delle famiglie e dei poveri di ogni forma di povertà; per mezzo tuo sono sicuri di raggiungere lo sguardo materno di Maria e la mano di Gesù che li soccorre Amen.

Il servizio della paternità

Il cardinale Angelo Comastri, non solo è innamorato della bellezza di Maria, ma anche della bellezza di san Giuseppe. Ecco una sua preghiera in cui esalta il servizio della paternità di san Giuseppe «San Giuseppe è stato chiamato da Dio a servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l'esercizio della sua paternità: proprio in tal modo egli coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della redenzione ed è veramente ministro della salvezza» (Redemptoris Custos 8).

Dio ha chiesto a te, o beato Giuseppe, il servizio grande della paternità, e tu prontamente hai consegnato il Cuore, affinché diventasse protezione silenziosa, presenza discreta e aiuto generoso della Madre Immacolata e del Figlio di Dio fatto uomo.
Nessun gesto, meglio di questo, può gridare l'importanza della paternità: essa è pensata e voluta da Dio come mirabile completamento della maternità per dare ai figli fortezza e tenerezza, ardimento e fiducia, capacità di ascolto e cuore colmo di ospitalità.
O Giuseppe, padre amato dal Padre, aiutaci a ritrovare lo sguardo limpido, per vedere e apprezzare tutti i doni di Dio.
Aiutaci a superare inutili rivalità, per ricomporre in serena armonia il cuore del padre e il cuore della madre, affinché i figli sentano tutta la ricchezza dell'amore e benedicano il Padre delle nostre origini e del nostro ritorno. Amen.

Tratto dal libro “ Pregate, pregate, pregate” da pag.1418 a pag.1433

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