Introduzione
San
Giuseppe gode nel popolo di Dio di una speciale venerazione.
Il genio pastorale di Giovanni Paolo II gli ha dedicato l'esortazione
apostolica "Redemptoris Custos", perché cresca
in
tutti la devozione
al Patrono
della Chiesa universale.
Chiamato
a essere
il padre terreno del Verbo incarnato, in lui si riflette in modo del
tutto singolare la divina paternità, Giuseppe è padre di Gesù,
perché è effettivamente
lo sposo di Maria. Ella ha concepito
vergine, per opera
di Dio, ma il bambino è anche figlio
di Giuseppe, suo legittimo marito, per questo entrambi
sono detti
nel Vangelo "genitori" di Gesù (L 2.27,41).
Mediante
l'esercizio della sua paternità,
Giuseppe coopera nella pienezza dei tempi, al grande mistero della
redenzione (cfr.
Redemptoris
Castos,
8).
La sua paternità
è racchiusa «nella missione
che Dio affida a Giuseppe, quella di essere
custos, custode.
Custode
di chi?
Di Maria e di Gesù;
ma è una custodia
che si estende poi alla Chiesa. Come esercita Giuseppe questa
custodia?
Con
discrezione,
con umiltà , nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà
totale,
anche quando non comprende. Dal matrimonio con Maria fino
all'episodio di Gesù
dodicenne
nel tempio di Gerusalemme,
accompagna con premura e con amore ogni momento. È accanto a Maria
sua sposa nei momenti sereni e in quelli difficili della vita, nel
viaggio a Betlemme per il censimento e nelle ore trepidanti e gioiose
del parto; nel momento drammatico della fuga in Egitto e nella
ricerca affannosa del figlio al tempio; e
poi
nella
quotidianità della casa di Nazaret,
nel laboratorio dove ha insegnato il mestiere a Gesù.
Come vive Giuseppe la sua vocazione
di custode di Maria, di Gesù,
della Chiesa? Nella costante attenzione
a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto
al proprio. E Giuseppe è "custode", perché sa ascoltare
Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo e
ancora
più
sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo
gli avvenimenti,
è attento a ciò che lo circonda, e sa
prendere
le decisioni più sagge. In lui, vediamo come si risponde alla
vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche
qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo
Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il
creato!
La
vita di san Giuseppe è stata una realizzazione del suo "si"
al disegno di Dio anche nel lavoro quotidiano. Per questo la Chiesa
non si stanca di presentare l'artigiano di Nazaret
come
il modello e il patrono dei lavoratori. La Chiesa consapevole che',
nell'umile e nascosta vita di lavoro, di dedizione alla famiglia e di
unione con Dio, i cristiani di ogni tempo possono trovare un esempio
semplice, concreto ed efficace per rispondere alla propria
fondamentale vocazione alla santità.
Giuseppe
nella vita dei santi
Tutti
i santi
hanno sperimentato la potenza di san Giuseppe nell'esaudire le loro
suppliche . Egli
,
dopo Maria, è il primo a cui dobbiamo ricorrere nei nostri bisogni
spirituali e temporali. perché possiede la chiave dei cuori
di Gesù
e di Maria e loro si compiacciono di esaudirlo, come già
facevano
in terra.
Santa
Teresa d'Avila consigliava spesso di ricorrere a san Giuseppe nel
momento del bisogno: “Qualunque grazia
si domanda a san Giuseppe verrà
certamente
concessa,
chi vuol credere faccia la prova affinché si persuada”
Padre
Louis Lallemant scriveva:
“Ogni anima che vuole progredire nelle vie interiori deve faticare
a farsi eminente nella devozione a san Giuseppe, con la speranza di
ottenere, per la sua intercessione,
la direzione dello Spirito Santo: poiché avendo questo gran
Patriarca
avuto l'incarico di governare, sotto
la direzione
dello Spirito Santo, il figlio di Dio e la sua Santa Madre, per il
merito di questo impiego si è acquistato come una specie di diritto
a condurre interiormente le anime fedeli. Si vede infatti
sensibilmente che quelle che lo prendono per direttore, fanno sotto
la sua condotta progressi meravigliosi”.
Pio
IX, nel 1870, lo ha dichiarato Patrono della Chiesa universale.
Benedetto
XV,
il 25 luglio 1920, ha richiamato l'importanza del mercoledì
come
giorno
particolarmente dedicato al Santo.
Il
Mese
dedicato in particolar modo a san Giuseppe è marzo, che culmina
con la solennità del 9 marzo.
Giovanni
XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano.
Papa
Francesco ha inserito nello stemma del suo pontificato
il fiore di nardo, che rappresenta san
Giuseppe patrono
della Chiesa universale e il 1°
maggio
2013, ha decretato che il suo nome fosse aggiunto nelle Preghiere
eucaristiche della santa Messa dopo quello di Maria.
Preghiere
con i maestri
spirituali
Glorioso
san Giuseppe
Preghiera
semplice ed efficace composta da san
Francesco
di
Sales
(1567-1622)
in onore di san Giuseppe, da lui definito: “ Il
Santo che il mio cuore ama”.
Glorioso
San Giuseppe, sposo di Maria Vergine,accordaci la tua protezione
paterna: noi te ne supplichiamo per il Cuore di Gesù Cristo.
Tu,
la cui protezione si estende a tutte le nostre necessità, e sai
rendere possibili le cose più impossibili, rivolgi i tuoi occhi di
padre buono sugli interessi dei
tuoi figli. Negli affanni e nelle pene che ci opprimono ricorriamo
con fiducia a te, degnati di prendere sotto la tua caritatevole
protezione questo affare importante a difficile, causa delle nostre
preoccupazioni.
Fa'
che la sua felice riuscita torni a gloria di Dio e
a bene dei suoi servitori. Amen.
Ricordati
di noi
Preghiera
tratta
dai "Discorsi" di san Bernardino da Siena. Egli nutriva una
speciale riconoscenza e riverenza verso san Giuseppe «scelto
dall'eterno Padre come fedele nutrizio e custode dei
suoi principali tesori, il figlio suo e la sua Sposa».
Ricordati
di noi, beato Giuseppe, e intercedi con il suffragio della tua
preghiera accanto al tuo Figlio putativo e rendici favorevole la
Beata Vergine, tua Sposa, che è la Madre di Colui che vive e regna
con il Padre e lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Saluti
a san Giuseppe
San
Giovanni Eudes, autore
della seguente preghiera, diceva che, dopo Dio, san Giuseppe è il
primo oggetto
dell'amore della sua Santissima Sposa e ha il primo posto nel suo
Cuore, perché essendo Maria tutta
per san Giuseppe, come la sposa è per il suo sposo, il Cuore di
Maria era donato a Giuseppe. Non solo ella
era
per lui, ma come fu
detto
dei primi cristiani che avevano un
cuore
e un'anima sola, più
sicuramente
ancora si può dire della Beata Vergine e del suo santo sposo che
hanno una sola anima e un solo cuore,
uniti da un legame sacro
di amore e di carità.
Ti
saluto, Giuseppe, immagine di Dio Padre.
Ti
saluto, Giuseppe, padre di Dio Figlio.
Ti
saluto, Giuseppe, santuario dello Spirito Santo.
Ti
saluto, Giuseppe, beneamato
della Santissima Trinità.
Ti
saluto, Giuseppe, fedelissimo coadiutore del grande
consiglio.
Ti
saluto, Giuseppe, degno sposo della Vergine Madre.
Ti
saluto, Giuseppe, padre di tutti i fedeli.
Ti
saluto, Giuseppe, custode di tutti quelli che hanno
abbracciato
la santa verginità.
Ti
saluto. Giuseppe, fedele osservatore del sacro silenzio.
Ti
saluto, Giuseppe, amante della santa povertà.
Ti
saluto, Giuseppe, modello di dolcezza e di pazienza.
Ti
saluto, Giuseppe, specchio d'umiltà e di obbedienza.
Tu
sei benedetto tra tutti gli uomini.
E
benedetti siano i tuoi occhi che hanno visto ciò che
hai
visto.
E
benedette siano le tue orecchie che hanno sentito e
che
hai udito.
E
benedette siano le tue mani che hanno toccato il Verbo fatto carne.
E
benedette siano le tue braccia che hanno portato Colui
che porta tutte le cose.
E
benedetto sia il tuo petto sul quale il Figlio di Dio ha
fatto un dolce riposo.
E
benedetto sia il tuo Cuore infiammato per Lui dell'amore più
ardente.
E
benedetto sia il Padre eterno che ti ha scelto.
E
benedetto sia il Figlio che ti ha amato.
E
benedetto sia il Santo Spirito che ti ha santificato.
E
benedetta sia Maria, tua Sposa, che ti ha amato teneramente
come uno sposo e come un fratello.
E
benedetto sia l'angelo che ti ha servito da custode.
E
benedetti siano tutti quelli che ti amano e che ti benedicono.
Amen.
Il
nome tuo, o Giuseppe, è
il conforto dei mortali
Il
beato Bartolo Longo (1841-1926) è noto soprattutto come
fondatore
e benefattore del santuario
della Beata Vergine del Rosario
di Pompei. In questa preghiera traspare anche la sua tenera
devozione
verso san Giuseppe
Attraici
a te, amabilissimo Giuseppe: noi ti seguiremo!
Angeli del cielo, santi e sante del Paradiso, voi
che gioite quando l'amabile nome di Giuseppe risuona
nella
Città Santa, insegnateci la stima che dobbiamo
nutrire e il rispetto con cui dobbiamo pronunziarlo!
Il
nome tuo, o Giuseppe, letizia del cielo, è l'onore della terra, è
il conforto dei mortali: rinvigorisce gli stanchi,
consola gli afflitti, risana gli infermi, ammorbidisce i cuori
induriti, aiuta nelle tentazioni, libera delle insidie
del
demonio, ottiene ogni sorta di beni a quelli che lo invocano e
partecipa della potenza dei santi nomi di Gesù e di Maria.
Possa
un nome si bello essere scritto a caratteri di stelle nelle volte del
firmamento, affinché sia veduto e pronunziato da tutto il mondo!
Possa
essere scolpito dall'amore nostro, affinché tutti gli uomini lo
amino e lo onorino! Possa essere nella mia bocca e nel mio cuore!
Amen.
Modello
dei lavoratori
San
Pio V (1504-1572), elevato
dall'Ordine dei Predicatori alla cattedra di Pietro, rinnovò,
secondo i decreti del Concilio di Trento, con
grande pietà e apostolico vigore il culto divino, la dottrina
cristiana e la disciplina ecclesiastica
e promosse la propagazione della fede. Ecco una sua preghiera a san
Giuseppe.
Glorioso
San Giuseppe, modello di tutti quelli che sono votati al lavoro,
donami la grazia di lavorare con spirito di penitenza per
l'espiazione dei miei numerosi peccati: di lavorare con coscienza,
ponendo il culto del dovere al di sopra delle mie inclinazioni, di
lavorare con riconoscenza e gioia, osservando come un bravo
dipendente, e di sviluppare attraverso il lavoro i doni ricevuti da
Dio, di lavorare con ordine, pace, moderazione e pazienza, senza mai
indietreggiare davanti alla stanchezza e alle difficoltà; di
lavorare soprattutto con intenzioni pure e con distacco da me stesso,
avendo continuamente davanti agli occhi la morte e
il conto che dovrò rendere del tempo perso, dei talenti inutilizzati
e delle vane compiacenze legate al successo, se funeste all'opera di
Dio.
Tutto
per Gesù, tutto per Maria, tutto a tua imitazione,
o santo patriarca Giuseppe! Tale sarà il mio motto
nella vita e nella morte. Amen.
Patrono
della Chiesa universale
L'8
dicembre 1870, papa Pio X ha proclamato san Giuseppe
Patrono della Chiesa universale, esprimendo il sentimento del
popolo
cristiano e, allo stesso tempo, prolungando l'insegnamento
dei suoi predecessori.
O
beato
Giuseppe, che Dio ha scelto per portare nome e svolgere il ruolo di
padre agli occhi di Gesù, tu
che sei stato dato da lui come sposo purissimo a Maria
sempre Vergine e come capo della Santa Famiglia sulla
terra, tu che il Vicario di Cristo ha scelto come Patrono
e Avvocato
della Chiesa universale, fondata da Cristo
Signore stesso, con la fiducia più grande possibile
io imploro il tuo aiuto potentissimo per questa stessa
Chiesa
che lotta sulla terra.
Ti
supplico, proteggi, con una sollecitudine
particolare
e con questo amore veramente paterno di cui ardi
il Pontefice Romano, tutti i vescovi e i preti uniti alla
Santa
Sede di Pietro.
Sii
il
difensore di tutti quelli che penano per salvare
le anime che sono angosciate e immerse nelle avversità
di questa vita.
Fa'
in modo che le persone si sottomettano spontaneamente alla Chiesa,
che è il mezzo assolutamente necessario per ottenere la salvezza.
Degnati
di accettare, santissimo Giuseppe, il dono
che ti faccio. Mi voto completamente a te, affinché tu
voglia essere, sempre, un padre per me, un protettore e
una
guida lungo il cammino della salvezza.
Dammi
un cuore puro, un amore ardente per la vita interiore. Fa' che io
stesso segua le tue tracce e che rivolga tutte le mie azioni alla
grande gloria di Dio, unendole agli affetti del divino Cuore di Gesù
e del Cuore Immacolato della Vergine Madre.
Prega
infine per me, affinché io possa partecipare alla pace e alla gioia
di cui tu hai goduto un tempo, morendo così santamente. Amen.
San
Giuseppe artigiano
Pio
XII
volle
cristianizzare
la festa del lavoro del 1°
maggio, istituendo,
per quel giorno, la festa di san
Giuseppe lavoratore. Egli si impegnò
costantemente a presentare san Giuseppe come protettore ideale di
tutte le classi della società e di tutte le professioni. Parlò di
lui agli operai, ai giovani sposi, ai militanti e ai bambini. Egli
vide il
patrocinio di san Giuseppe non come una bella formula teologica
o
una
pia invocazione, ma come una verità fondamentale. Ecco una
preghiera composta da Pio XII l'11 marzo 1958.
O
glorioso patriarca san Giuseppe, umile e giusto artigiano di Nazaret,
che hai dato a tutti i cristiani, ma specialmente a noi, l'esempio di
una vita perfetta nel lavoro assiduo e nell'ammirabile unione
con Maria e con Gesù, assistici nella nostra fatica quotidiana,
affinché anche noi, artigiani cattolici, possiamo incontrare in essa
il mezzo efficace di glorificare il Signore, di santificarci e di
essere utili alla società in cui viviamo, ideale supremo di tutte le
nostre azioni,
Ottienici
dal Signore, o nostro protettore amatissimo, l'umiltà e la
semplicità di cuore; l'amore al lavoro e a coloro che sono in esso
nostri compagni; la conformità ai disegni divini nei travagli
inevitabili di questa vita e la gioia per sopportarli; la coscienza
delle nostre responsabilità; lo spirito di disciplina e di
preghiera; la docilità e il rispetto verso i superiori;
la fraternità
verso i
nostri pari; la carità e l'indulgenza con i dipendenti.
Accompagnaci
nei momenti prosperi, quando tutto
ci invita a gustare onestamente i frutti delle nostre fatiche;
sostienici nelle ore tristi, quando sembra che
il
cielo si chiuda sopra di noi e che perfino gli strumenti
del lavoro si ribellino nelle nostre mani.
Fa'
che, a tua imitazione, teniamo fissi gli occhi
nella nostra
Madre Maria, tua Sposa dolcissima, che
in un
cantuccio della tua modesta bottega filava silenziosa,
abbozzando sulle sue labbra il più soave sorriso, e
che non
allontaniamo mai lo sguardo da Gesù, che si affannava
con te sul tuo banco di carpentiere, affinché
possiamo condurre sulla terra una vita pacifica e santa,
preludio di quella eternamente felice che speriamo in
cielo
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
San
Giuseppe, tu conosci
Giovanni
XXIII diede molte
testimonianze della sua devozione
a
san Giuseppe. Confessava
”San Giuseppe, io lo amo molto
tanto
che non posso cominciare né chiudere la mia giornata senza
che
la mia prima parola e il mio ultimo pensiero siano per lui.
O
glorioso san Giuseppe, che velasti la tua incomparabile e regale
dignità di custode di Gesù e della Vergine Maria sotto le umili
apparenze di artigiano, e col tuo lavoro ne sostentasti la vita,
proteggi con amabile potenza i figli, che ti sono particolarmente
affidati.
Tu
conosci le loro angustie e le loro sofferenze, perché tu stesso le
provasti, al fianco di Gesù e di sua Madre. Non permettere che,
oppressi da tante
preoccupazioni
dimentichino il
fine
per cui sono stati creati da Dio; non
lasciare che i germi della sfiducia si impadroniscano delle
loro anime immortali. Ricorda a tutti i lavoratori che nei campi,
nelle officine, nelle miniere, nei laboratori della scienza, non sono
soli ad operare, gioire e soffrire, ma che accanto a essi c'è Gesù
con Maria, Madre sua e nostra, a sostenerli, a tergere il sudore, a
impreziosirne
le fatiche. Insegna loro a fare del lavoro, come tu hai fatto, uno
strumento altissimo di santificazione. Amen.
San
Giuseppe scelto da Dio
Giovanni
XXIII scelse san Giuseppe come protettore del Concilio Vaticano ll.
Nell'ottobre 1962, fece dono del suo anello papale- noto anche come
l'Anello del Pescatore - al Santo falegname di Nazaret, offrendolo al
santuario polacco di Kalisz, dove si venera un dipinto di san
Giuseppe ritenuto "miracoloso". E stato sempre Giovanni
XXIII, che ha
fatto
inserire la menzione di san Giuseppe nel Canone della Messa,
come aveva annunciato nel suo discorso di chiusura della prima
sessione del Concilio, l’
8
dicembre 1962. San Giuseppe lo aveva accompagnato fin dall'infanzia:
del resto, non si chiamava Angelo Giuseppe Roncalli?
O
san Giuseppe, scelto da Dio per essere su questa terra custode di
Gesù e sposo purissimo di Maria, tu hai trascorso la vita
nell'adempimento perfetto del dovere, sostentando con il lavoro delle
tue mani la Santa Famiglia di Nazaret, proteggi propizio noi che,
fiduciosi, ci rivolgiamo a te.
Tu
conosci le nostre aspirazioni, le nostre angustie, le nostre
speranze: a te ricorriamo, perché sappiamo di trovare in te chi ci
protegge. Anche tu hai sperimentato la prova, la fatica, la
stanchezza; ma il tuo animo, ricolmo della più profonda pace, esultò
di gioia per l'intimità con il Figlio di Dio a te affidato, e con
Maria, sua dolcissima Madre.
Aiutaci
a comprendere che non siamo soli nel nostro lavoro, a scoprire Gesù
accanto a noi, ad accoglierlo
con la grazia e custodirlo con la fedeltà come
tu hai fatto. Ottieni che nella nostra famiglia tutto santificato
nella carità, nella pazienza, nella giustizia
e
nella ricerca del bene. Amen
San
Giuseppe, guarda l'immensa famiglia
che ti è affidata
Anche
Paolo Vi ha parlato spesso di san Giuseppe, non
mirando
tanto a mettere in evidenza le sue prerogative, ma piuttosto
a ricordare la sua missione nella Chiesa di oggi: “La missione
di Giuseppe
nei riguardi di Gesù
e
Maria fu
una missione di protezione,
di difesa, di salvaguardia e di sussistenza... La Chiesa ha
bisogno di
essere difesa; ha bisogno di essere conservata
, alla scuola
di Nazaret,
povera e laboriosa,
ma viva, cosciente e disponibile
per la sua missione messianica. Questo bisogno di protezione,
oggi, è grande per restare indenne e per agire nel mondo... La
missione di san Giuseppe è la nostra: custodire il Cristo
e
farlo crescere in noi e intorno a noi” (Angelus,
79 marzo 1970).
San
Giuseppe, Patrono della Chiesa, tu che accanto al Verbo incarnato
lavorasti ogni giorno per guadagnare il pane, traendo da lui la forza
di vivere e di faticare; tu che hai provato l'ansia del domani,
l'amarezza della povertà, la precarietà del lavoro: irradia ancor
oggi l'esempio della tua figura, umile davanti agli uomini, ma
grandissima davanti a Dio, guarda all'immensa famiglia che ti è
affidata.
Benedici
la Chiesa,
sospingendola sempre di più
sulla via della fedeltà evangelica; proteggi i lavoratori
nella
loro dura esistenza quotidiana, difendendoli dallo scoraggiamento,
dalla rivolta negatrice, come dalle tentazioni dell'edonismo.
Prega
per i poveri, che continuano in terra la povertà
di Cristo, suscitando per essi le continue provvidenza dei loro
fratelli più dotati.
Custodisci
la pace nel mondo, quella pace che sola può garantire lo sviluppo
dei popoli, e il pieno compimento delle umane speranze: per il bene
dell'umanità, per la missione della Chiesa, per la gloria della
Santissima Trinità. Amen.
O
caro san Giuseppe
Giovanni
Paolo Il nell'esortazione apostolica "Redemptoris Custos"
(15 agosto 1989), propone un'ampia riflessione sulla figura e la
missione di san Giuseppe
nella vita di Cristo e della Chiesa”.
Pubblicata
in occasione del Centenario dell enciclica
"Quanquam Pluries" di Leone XIII colloca chiaramente
Giuseppe nel cuore del mistero della redenzione, sulla stessa linea
delle grandi encicliche "Redemptor Hominis" e "Redemptoris
Maier".
O
caro
san Giuseppe, amico e protettore di tutti, custode di Gesù e di
tutti quelli che invocano il tuo aiuto. Tu sei grande perché ottieni
da Dio tutto quello che gli uomini ti chiedono. Ti prego di
accogliere la mia preghiera: veglia e custodisci tutte le famiglie,
perché vivano l'armonia, l'unità, la fede, l'amore che regnava
nella Famiglia di Nazaret. Guarda con tenerezza particolare le
famiglie dei disoccupati, dona a tutti un lavoro, affinché con la
loro opera creino un mondo migliore e
diano lode a Dio Creatore.
Ti
affido la Chiesa, in particolare il Papa, i vescovi, i sacerdoti e
tutti i missionari, perché si sentano sostenuti
dalla tua paternità.
Chi
li può amare più di te, o caro san Giuseppe? Proteggi tutte le
persone consacrate, perché trovino nella tua obbedienza e adesione
alla volontà di Dio, l'esempio per vivere nel silenzio, nell'umiltà,
nella gioia e nella missionarietà la vita di unione con Dio, che le
rende felici nel compimento della divina volontà .
La
gioia di sentirsi di Dio è così grande che non ha paragoni; solo in
Dio si trova tutta la felicità.
San
Giuseppe esaudisci la mia preghiera. Amen.
Padre
di Gesù
Giovanni
Paolo Il propone all'intero popolo cristiano I'esemplare
servizio di san Giuseppe al Redentore, perché tenga sempre dinanzi
agli occhi il suo umile, maturo modo di servire
e
di "partecipare”
all'economia della salvezza.
O
san Giuseppe, con te, attraverso di te, noi benediciamo il Signore.
Egli ti ha scelto tra tutti gli uomini
per essere il casto sposo di Maria, colui che sta alla soglia
del mistero della sua maternità
e che, dopo di lei
accoglie questa maternità nella fede come opera dello
Spirito Santo. Tu hai dato a Gesù una paternità legala nella stirpe
di Davide. Tu hai continuamente vegliato
con affettuosa premura sulla Madre e sul Bambino per rendere sicura
la loro vita e permettere loro di compiere la loro missione.
Il
salvatore Gesù si è degnato di sottomettersi a te come a un padre
durante la sua infanzia e la sua adolescenza e ricevere da te gli
insegnamenti per la vita umana, mentre tu condividevi la sua vita
nell'adorazione del suo mistero.
Continua
a proteggere
tutta la Chiesa, la famiglia nata dalla salvezza portata da Gesù.
Guarda
alle necessità spirituali e materiali di tutti
coloro che ricorrono alla tua intercessione. In particolare delle
famiglie e dei poveri di ogni forma di povertà; per mezzo
tuo sono sicuri di raggiungere lo sguardo materno di Maria e la mano
di Gesù che li soccorre Amen.
Il
servizio della paternità
Il
cardinale Angelo Comastri, non solo è innamorato della bellezza
di Maria, ma anche della bellezza di san Giuseppe. Ecco una
sua preghiera in cui esalta il servizio della paternità di san
Giuseppe «San Giuseppe è stato chiamato da Dio a servire
direttamente la persona e la missione di Gesù
mediante
l'esercizio della sua paternità:
proprio in tal modo egli coopera nella pienezza
dei tempi al grande mistero della redenzione ed è veramente ministro
della salvezza» (Redemptoris Custos 8).
Dio
ha chiesto a te, o beato Giuseppe, il servizio grande della
paternità, e tu prontamente hai consegnato il Cuore, affinché
diventasse protezione silenziosa, presenza discreta e aiuto generoso
della Madre Immacolata e del Figlio di Dio fatto uomo.
Nessun
gesto, meglio di questo, può gridare l'importanza della paternità:
essa è pensata e voluta da Dio come mirabile completamento della
maternità per dare ai figli fortezza e tenerezza, ardimento e
fiducia, capacità di ascolto e cuore colmo di ospitalità.
O
Giuseppe, padre amato dal Padre, aiutaci a ritrovare lo sguardo
limpido, per vedere e apprezzare tutti i doni di Dio.
Aiutaci
a superare inutili rivalità, per ricomporre in serena armonia il
cuore del padre e il cuore della madre, affinché i figli sentano
tutta la ricchezza dell'amore e benedicano il Padre delle nostre
origini e del nostro ritorno. Amen.
Tratto
dal libro “ Pregate, pregate, pregate” da pag.1418 a pag.1433
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