mercoledì 1 maggio 2019

UNA PREGHIERA “ PERICOLOSA"... Tratto dal libro “ Il Bambino nascosto di Medjugorje “ di suor Emmanuel


Cari figli, oggi v'invito a prepararvi attraverso la preghiera e il sacrificio, alla venuta dello Spirito Santo. Figlioli, questo è un tempo di grazia e per questo v’ invito di nuovo a decidervi per Dio creatore. Permettetegli di trasformarvi e di cambiarvi; che il vostro cuore sia pronto ad ascoltare e a vivere tutto ciò che lo Spirito Santo ha nel suo progetto per ognuno di voi. Figlioli, permettete allo Spirito Santo di guidarvi sulla strada della verità e della salvezza verso la vita eterna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata" (25.5.1998).
Il giorno in cui Laurent ha fatto irruzione nella Comunità, tutti si sono rallegrati. Giovane, simpatico, di bell'aspetto, assai attaccato al Signore, in poche parole, il fratello ideale a prima vista. All'epoca ero responsabile di quella fondazione o anch'io apprezzavo la presenza di una simile vocazione fra noi. Ben presto i nostri colloqui sono divenuti intensi e profondi. Un tema fondamentale tornava spesso nella sua conversazione, come il leitmotiv del suo cuore profondo: «Che cosa facciamo per i poveri? Mi sento chiamato ad aiutare i poveri!». “ Se il Signore ti ha messo questo nel cuore” , gli ho risposto, «saprà dartelo, abbi fiducia in lui! Per il momento forse deve farti scoprire un'altra dimensione della povertà». Ah si? Quale?». “ La tua profonda povertà personale, quella che ti permetterà di gridare verso Dio come quel povero della strada che vuoi aiutare, per esempio...”. «Eh... ma io... ho tutto! Infine... ho proprio abbastanza, anche troppo! E poi perché dovrei occuparmi della "mia" povertà? È un po' egoistico, no?». «Lascia fare a Dio, vedrai! A suo tempo saprà farti capire quello che si aspetta da te. Per affrettare le cose, puoi sempre chiedergli di mostrarti lui stesso la tua povertà, e vedrai...». «Va bene», risponde Laurent; è sorpreso, ma, gentile com'è, non vuole contrariarmi.

Sono trascorse alcune settimane e Laurent è cambiato. La sua conversazione è divenuta più rara, lo si vedeva assorto nei suoi pensieri, visibilmente alle prese con tensioni interiori, Siccome era molto umile, non ha tardato a venire a vuotare il sacco con me. «Remo, remo!», ha cominciato con gli occhi già umidi.
«Remo con te, siamo nella stessa barca», gli dico per incoraggiarlo. «La preghiera che mi hai dato l'altro giorno... eppure mi avevi avvertito, ma... accidenti, mette a nudo al massimo! Credevo che Dio mi avrebbe "mostrato" la mia povertà, ero ingenuo. Immaginavo che me l'avrebbe mostrata come si mostra una carta stradale, una radio o uno scanner. Ma è molto di più! Mi ci mette decisamente il naso dentro, e... non ha un buon odore; anzi, per niente buono!».
Il Signore non si era attardato nel suo lavoro per questo figlio che, lui lo sapeva nella sua prescienza divina, doveva divenire una consolazione vivente per tanti figli schiacciati a morte dalla crudeltà di questo mondo.
«Laurent, vorrei poterti dire che passerà, che ritroverai rapidamente il tuo stato di prima, Ma Dio non si tira mai indietro e non sarei stupita se volesse, invece, portarti più lontano. Questo, allora, sarebbe solo un preludio. Preparati e rendi grazie! Ora che ti sei consegnato fra le sue mani dandogli carta bianca, il tuo Creatore potrà realizzare tutta la sua opera in te. Guarda solo lui!. Sono passate ancora alcune settimane e, bisogna confessarlo, Laurent sopportava purificazioni interiori sempre più dolorose. Peraltro tutto ciò che faceva falliva, come per caso. Le umiliazioni si accumulavano. Pensieri fra i più strambi ossessionavano la sua coscienza e se ne vergognava! Non si riconosceva più! Lentamente ma decisamente, la luce di Dio penetrava in lui, illuminando una dopo l'altra le zone profonde e insospettate del suo essere. Bisognava sostenerlo come un bambino, perché aveva perso i suoi punti di riferimento. Il processo è durato per molti mesi. Si sentiva così male e cosi "lurido interiormente che ha iniziato a cambiare "occhiali". Tutte le persone del suo entourage gli sono sembrate allora dotate di qualità meravigliose e perfino i più diseredati secondo il mondo suscitavano la sua ammirazione. Si vedeva come l'ultimo degli ultimi, un ammasso informe di mille miserie, tutte più ripugnanti le une delle altre. Avrebbe desiderato sparire sotto il tappeto, piuttosto che sedersi alla nostra tavola, poiché pensava che la sua semplice presenza sporcasse l'atmosfera. I tempi e i momenti di Dio resteranno sempre un mistero per noi, ma è probabile che l'umile sottomissione di Laurent agli avvenimenti abbia abbreviato la prova. Quando Dio ha allentato infine la morsa, nel cuore di Laurent ha iniziato dolcemente a fervere una gioia di vivere tutta nuova, deliziosa! Una pace molto profonda lo ha invaso allora ed egli ha compreso, almeno in parte, ciò che Dio aveva appena realizzato in lui. «Io sono Colui che sono», diceva Gesù a santa Caterina da Siena, tu sei colei che non è». Che riposo sapere questo! Che pace! Che importa allora essere colui che non è, giacché "Colui che è" ci ama alla follia e ama comunicarsi a noi in tutte le sue dimensioni! Laurent lo sapeva ormai con ogni fibra del suo essere, più che grazie ai libri: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Una traduzione migliore dice: Beati gli spogliati dallo Spirito, di essi è il regno dei cieli. La sua discesa interiore nel fondo più estremo della sua miseria e l'esperienza di essere amato ugualmente hanno arricchito la sua anima in maniera straordinaria. Certo, scendere nel fondo estremo di sé per toccare la propria miseria fondamentale è un'esperienza che fa venire le vertigini, e vertigini angoscianti. Ma ancora più profonda in noi si nasconde la camera nuziale in cui Gesù stesso viene a sposarci. È allora che possediamo tutto perché: Tutto ciò che è mio è tuo (Lc 15,31).
Laurent ha sviluppato un carisma stupefacente per gli adolescenti e i giovani feriti dalla vita, che sono come calamitati dalla sua bontà, dalla sua gioia e soprattutto dalla sua amicizia. La benedizione di Dio scorre nei suoi contatti con questi giovani, i grandi “poveri" della nostra generazione, sui quali piange la Gospa. Prima della prova, Laurent voleva "occuparsi dei poveri" come un uomo generoso che ha sentito le loro grida e vuole condividere le sue ricchezze. Ora non ha più bisogno di occuparsi di loro perché è diventato uno di loro, anche lui un povero che riconosce i suoi simili e vive con loro, ride e piange, grida e prega con loro.
«Signore , mostrami la mia povertà...». Preghiera fra le più pericolose" poiché, bisogna saperlo, Dio la esaudisce sempre! Non è forse la porta delle Beatitudini, in altre parole, la porta della felicità? Ma Dio dà sempre più di quello che chiediamo, fa traboccare, moltiplica, sommerge... Siamo così meschini e limitati nelle nostre richieste! A Dio non interessa affatto mostrare le cose, ha di meglio per noi che qualche diapositiva. Ciò che lo appassiona è trasformarci e permetterci cosi di accedere alla nostra vera identità. Come tutti noi, senza alcuna eccezione, Laurent era un povero, ma non lo sapeva. E per formarlo come apostolo, come apostolo dei poveri, Gesù ha dovuto metterlo alla prova. E nel crogiolo della sofferenza che ha fatto la conoscenza della sua vera identità di povero. Ma i figli del divorzio, della strada e della violenza sessuale, i naufraghi dell'amore, costoro sanno di primo acchito di essere poveri; ma spesso con che rivolta quando le loro ferite sono venute dagli uomini! Il re Davide aveva ragione: Ebbene, cadiamo nelle mani del Signore.... ma che io non cada nelle mani degli uomini! (2Sam 24,14).
L'apostolo è colui che un giorno si è offerto spontaneamente alle formazioni e trasformazioni intensive di Dio, alle sue migrazioni e follie di artista creatore. Con Dio è preferibile allacciarsi saldamente la cintura e non solo per il decollo e l'atterraggio... Laurent è stato al gioco là dove molti si arenano e si tirano indietro per paura di prendere il largo, per paura di lasciare le buone vecchie, e false, sicurezze delle rive familiari e di perdere il controllo, illusorio, della loro vita. Come bello vedere Gesù che plasma un apostolo!
L'apostolo, come il discepolo, sceglie liberamente di entrare in questo mistero straordinario dell'identificazione con Cristo. Contrariamente ai figli della strada, è per amore e non per costrizione che sposa la sua povertà. E allora, sì, perde il controllo della sua vita. Che liberazione! Il gioco preferito di Gesù è: «Chi perde vince». Ci invita tutti a partecipare poiché, in questo gioco, più si è numerosi, più è appassionante. Perchè i santi vanno matti per questo gioco con Gesù? Perché hanno scoperto che guadagnavano tesori inestimabili e incorruttibili perdendo... immondizie! I santi sono i grandi vincitori del mondo. Ma colui che trattiene quello che ha perché ha paura di perdere ha già perso.
Marta Robin, la donna più felice che io abbia mai incontrato, aveva sicuramente perso tutto per Gesù. Viveva una tale identificazione con i più poveri dei poveri che un giorno confidò a un'amica: «Oh, come mi piacerebbe andare in cielo con i delinquenti!».

Tratto dal libro “ Il Bambino nascosto di Medjugorje “ di suor Emmanuel – Capitolo 72 da pag.428 a pag433

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