martedì 4 settembre 2018

Preziose perle di vita spirituale - Insegnamenti del Ven. P. Pio Bruno Lanteri Fondatore dei Padri Oblati di Maria Vergine



Modo per fare le azioni
Bisogna agire secondo l’unico modo che piace a Dio nostro Eterno Padre e che Lui stesso ci ha proposto: imitare con particolare attenzione Gesù Cristo in ciascuna azione, nel modo più perfetto.
E per questo bisogna essere solleciti alla mattina e anche durante il giorno, di vestirsi dello spirito di Gesù Cristo, e proporsi di fare tutto nel modo stesso e con le stesse intenzioni del Divino Maestro, esaminandosi sovente su questo punto. Per meglio poi eseguire così ogni azione, bisogna, in particolare, incominciarla non con impeto, ma ex fide cioè con riflessione tranquilla in Gesù, presente come Dio, nostro modello come uomo; proseguirla non languidamente, ma cum affectu, inserendovi cioè a volte degli slanci tranquilli e soavi di cuore verso Gesù; finirla non ex abrupto, ma reflexe, cioè con un rapido sguardo se l’azione sia stata fatta totalmente secondo il cuor di Gesù, o no, per quindi ringraziare il Signore, o fare un atto di contrizione. Così ci dobbiamo proporre di fare sempre, sia che si tratti di pregare, come di agire o di patire. Il frutto che risulta da questo modo di operare, che chiediamo pure incessantemente a Gesù ed a Maria, è una grande somiglianza e unione con Gesù, nella quale consiste tutta la santificazione nostra. In questo modo, di fatto ci esercitiamo continuamente a conservare la memoria non dissipata, ma dolcemente fissa in Gesù, assuefiamo l’intelletto a vedere e giudicare sempre ogni cosa secondo Gesù, e teniamo la volontà sempre tranquilla ed unita a quella di Gesù. Insomma siamo sempre, in questo modo, in compagnia di Gesù, conversiamo sempre con Gesù, siamo sempre uniti con Gesù nelle intenzioni e nelle azioni, e diventiamo una copia viva di Gesù. Gesù forma l’unico tesoro del nostro cuore; Gesù abita nei nostri cuori, ed noi abitiamo nel cuore di Gesù. Qual cosa ci ha di più grande e consolante di questa!
Libero adattamento da Pio Bruno Lanteri, Scritti e documenti d’Archivio , Org, 2262:T1,1,3
Mezzo per sempre pregare

Se vuoi imparare a restare sempre in preghiera:
1°. Devi accendere in te un vero e vivo desiderio della beatitudine eterna, una voglia ardente di Paradiso, e di salir al Cielo dove si vede Dio, e si gode eternamente di Lui. Ma questo non perché tu voglia fuggire la realtà e le pesanti prove della vita, ma solo perché tu sai che la tua vera patria è lassù. Il pensiero del Cielo, allora accompagni le tue piccole e grandi gioie che passano e che sono un piccolo segno di quella gioia di lassù che non passerà più. Il pensiero del Cielo accompagni le tue piccole e grandi pene terrene che segnano il tuo cammino e ti ricordano che il Paradiso non è quaggiù, ma lassù.
2°. Devi far crescere in te un vivo desiderio di sfuggire ai lacci, pericoli, difficoltà che si trovano in questo deserto del mondo, che - se non siamo prudenti - ci impediranno di raggiungere alla gloria di Dio.
3°. Devi essere consapevole di non avere forze sufficienti a quest'impresa altissima, per cui desidera con tutta la tua anima d'essere aiutato da Dio, che solo può liberarti da tutti i mali e donarti ogni bene. Considera come questo è il tuo ultimo fine e che, in questo mondo, non si dovrebbe cercare altro ecome, cercandosi altro, ogni cosa si perde! Per questo devi stendere il tuo cuore e dilatarlo a desiderare Dio e il suo aiuto, e questo dovrebbe sembrare dolce alla tua anima che è stata creata per bearsi di Lui!
Questo tipo di preghiera che è tutto un sospirare e desiderare, un mendicare in terra i beni del Cielo, è sicuramente sempre esaudita da Dio, questi desideri diventano gridi piacevoli alle sue orecchie, e ottengono tutto, poiché Dio nessuna cosa fa più volentieri, che aiutare chi desidera arrivare a Lui, per questo infatti ci ha voluti e fatti!
Questo desiderio poi deve sempre conservarsi nel tuo cuore sia che mangi o ti affatichi, o riposi, o qualunque altra cosa tu faccia, così pregherai sempre, e il sonno stesso non interromperà l’orazione del tuo cuore, anche se non te ne starai sempre desiderando e pregando per via di tanti impedimenti di questa vita, come un prigioniero incatenato non desidera altro che la libertà da chi gliela può dare, anche se non sempre attualmente la desideri e domandi.
Libero adattamento da Pio Bruno Lanteri, Scritti e documenti d’Archivio, Asc, 2269b:T1,1.
Modo d'eccitarsi ad amare Dio solo
L'anima che ama il suo bene deve - come colomba che volando sull'acqua non ha dove posarsi, si ritira dalla terra - gettarsi in Dio, dove si trovano tutti i beni con infinita perfezione, e sono eterni, e saziano il cuore, e fanno l'anima beata, e si acquistano amando.
Oppure come il cervo che ha sete, mette la bocca alla fonte, così l'anima s'innalzi a Dio, e getti se stessa in quel pelago di bontà, e gusti quanto è soave il suo Signore, e dia licenza al suo cuore, che col peso del suo amore si lasci a piombo cadere in Dio, e sebbene non si senta accesa, ma fredda nei suoi affetti, non lasci di sforzare dei desideri e parole infuocate per dimostrarsi innamorata di Dio, perché se persevera in quelle dimostrazioni, parole, e segni d'amore, e persiste a trattare con Dio con devozione fervente, troverà col tempo che veramente l'ama; come accade a chi ha bisogno di dormire, ma non ha sonno, eppure vorrebbe dormire, per provocare il sonno si mette a giacere, chiude gli occhi, lascia ogni pensiero, finge di dormire, pian piano di nascosto s'insinua il sonno, e dorme davvero. Così in quest'esercizio si abbia pazienza se non subito si accende il fuoco, perché il cuore nostro, pieno com’è d'amore del mondo e di se stesso, è come un legno verde che con tutti i carboni accesi di sotto, sebbene si soffi, non subito s'accende; prima fa fumo solamente, poi fa fumo e fiamma, infine fa fiamma senza fumo.
Come accade a chi stimando la bellezza mortale e usando parole studiate, forzate d'amore, lodando, cantando, fingendosi innamorato, infine s'accende d'amore, e tutto si consuma d’amore, così e ancora di più s'accenderà all'amore di Dio, chi pur non sentendo né provando nulla nel sentimento, ugualmente si profonde in suscitare in sé affetti, parole e gesti come se sentisse il cuore scoppiare d’amore. Se non desiste presto e ha fede, pazienza e fiducia, alla fine quel cuore, fatto da Dio per Lui, gusterà sul serio quella fiamma eterna che arde e non consuma.
Libero adattamento da Pio Bruno Lanteri, Scritti e documenti d’Archivio , Asc, 2269b:T1,3
Mezzo per ottenere sicuramente quanto si domanda
Quando si domanda qualcosa a Dio, dobbiamo sempre farlo nel nome di Gesù; e servirci dei suoi meriti, perché non c’è cosa che Dio Padre non faccia per amore del suo Figliuolo.
Fortificati dunque e animati dalle parole di Gesù che non mente, col dire per esempio così:
Padre eterno, il tuo Figlio tanto caro a Te, nel quale io spero, mi manda a Te, e ti prega che Tu mi faccia questa grazia, mi rimetti i miei peccati, e mi ha detto che ti dica per parte sua che per l'avvenire, per amor suo, mi devi dare forza per non più offenderti. Padre santo, se guardassi chi sono io, non ardirei neanche alzare gli occhi, né potrei aspettarmi da te che castighi, ma alzo con confidenza le mani a Te in nome del tuo Diletto Figlio, e ti porto una cambiale sottoscritta col suo nome, e scritta con lettere del suo Sangue: vedila, leggila, lì troverai che mi fa una donazione di tutti i suoi meriti, che sono infiniti, e io li ho accettati. Padre buono, ora mi sei debitore per giustizia di darmi quanto ti domando, perché non sono più suoi, ma miei, avendoli regalati a me. Per questo ti chiedo di darmi quanto Lui mi ha meritato, io so che nessuna cosa puoi negare a chi tanto ami, e ti sei obbligato a tanto, perché sei così immensamente giusto e buono”.
In questo modo l'uomo non trema più tanto al presentarsi al cospetto di Dio, Eterno Re del Cielo, schiacciato dalla coscienza dei propri peccati
e dalla propria indegnità, ma si sente rinvigorito, e col cuore gioioso e allegro non dubita d'ottenere quanto chiede.
Libero adattamento da Pio Bruno Lanteri, Scritti e documenti d’Archivi o, Asc, 2269b:T1,2

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