Modo
per fare le azioni
Bisogna
agire secondo l’unico modo che piace a Dio nostro Eterno Padre e
che Lui stesso ci ha proposto: imitare con particolare attenzione
Gesù Cristo in ciascuna azione, nel modo più perfetto.
E
per questo bisogna essere solleciti alla mattina e anche durante il
giorno, di vestirsi dello spirito di Gesù Cristo, e proporsi di
fare tutto nel modo stesso e con le stesse intenzioni del Divino
Maestro, esaminandosi sovente su questo punto. Per meglio poi
eseguire così ogni azione, bisogna, in particolare, incominciarla
non con impeto, ma ex fide cioè con riflessione tranquilla in
Gesù, presente come Dio, nostro modello come uomo; proseguirla non
languidamente, ma cum affectu, inserendovi cioè a volte degli
slanci tranquilli e soavi di cuore verso Gesù; finirla non ex
abrupto, ma reflexe, cioè con un rapido sguardo se l’azione sia
stata fatta totalmente secondo il cuor di Gesù, o no, per quindi
ringraziare il Signore, o fare un atto di contrizione. Così ci
dobbiamo proporre di fare sempre, sia che si tratti di pregare, come
di agire o di patire. Il frutto che risulta da questo modo di
operare, che chiediamo pure incessantemente a Gesù ed a Maria, è
una grande somiglianza e unione con Gesù, nella quale consiste
tutta la santificazione nostra. In questo modo, di fatto ci
esercitiamo continuamente a conservare la memoria non dissipata, ma
dolcemente fissa in Gesù, assuefiamo l’intelletto a vedere e
giudicare sempre ogni cosa secondo Gesù, e teniamo la volontà
sempre tranquilla ed unita a quella di Gesù. Insomma siamo sempre,
in questo modo, in compagnia di Gesù, conversiamo sempre con Gesù,
siamo sempre uniti con Gesù nelle intenzioni e nelle azioni, e
diventiamo una copia viva di Gesù. Gesù forma l’unico tesoro
del nostro cuore; Gesù abita nei nostri cuori, ed noi abitiamo nel
cuore di Gesù. Qual cosa ci ha di più grande e consolante di
questa!
Libero
adattamento da Pio Bruno Lanteri, Scritti e documenti d’Archivio ,
Org, 2262:T1,1,3
Mezzo
per sempre pregare
Se
vuoi imparare a restare sempre in preghiera:
1°.
Devi accendere in te un vero e vivo desiderio della beatitudine
eterna, una voglia ardente di Paradiso, e di salir al Cielo dove si
vede Dio, e si gode eternamente di Lui. Ma questo non perché tu
voglia fuggire la realtà e le pesanti prove della vita, ma solo
perché tu sai che la tua vera patria è lassù. Il pensiero del
Cielo, allora accompagni le tue piccole e grandi gioie che passano e
che sono un piccolo segno di quella gioia di lassù che non passerà
più. Il pensiero del Cielo accompagni le tue piccole e grandi pene
terrene che segnano il tuo cammino e ti ricordano che il Paradiso non
è quaggiù, ma lassù.
2°.
Devi far crescere in te un vivo desiderio di sfuggire ai lacci,
pericoli, difficoltà che si trovano in questo deserto del mondo,
che - se non siamo prudenti - ci impediranno di raggiungere alla
gloria di Dio.
3°.
Devi essere consapevole di non avere forze sufficienti a
quest'impresa altissima, per cui desidera con tutta la tua anima
d'essere aiutato da Dio, che solo può liberarti da tutti i mali e
donarti ogni bene. Considera come questo è il tuo ultimo fine e
che, in questo mondo, non si dovrebbe cercare altro ecome, cercandosi
altro, ogni cosa si perde! Per questo devi stendere il tuo cuore e
dilatarlo a desiderare Dio e il suo aiuto, e questo dovrebbe sembrare
dolce alla tua anima che è stata creata per bearsi di Lui!
Questo
tipo di preghiera che è tutto un sospirare e desiderare, un
mendicare in terra i beni del Cielo, è sicuramente sempre esaudita
da Dio, questi desideri diventano gridi piacevoli alle sue orecchie,
e ottengono tutto, poiché Dio nessuna cosa fa più volentieri, che
aiutare chi desidera arrivare a Lui, per questo infatti ci ha voluti
e fatti!
Questo
desiderio poi deve sempre conservarsi nel tuo cuore sia che mangi o
ti affatichi, o riposi, o qualunque altra cosa tu faccia, così
pregherai sempre, e il sonno stesso non interromperà l’orazione
del tuo cuore, anche se non te ne starai sempre desiderando e
pregando per via di tanti impedimenti di questa vita, come un
prigioniero incatenato non desidera altro che la libertà da chi
gliela può dare, anche se non sempre attualmente la desideri e
domandi.
Libero
adattamento da Pio Bruno Lanteri, Scritti e documenti d’Archivio,
Asc, 2269b:T1,1.
Modo
d'eccitarsi ad amare Dio solo
L'anima
che ama il suo bene deve - come colomba che volando sull'acqua non ha
dove posarsi, si ritira dalla terra - gettarsi in Dio, dove si
trovano tutti i beni con infinita perfezione, e sono eterni, e
saziano il cuore, e fanno l'anima beata, e si acquistano amando.
Oppure
come il cervo che ha sete, mette la bocca alla fonte, così l'anima
s'innalzi a Dio, e getti se stessa in quel pelago di bontà, e gusti
quanto è soave il suo Signore, e dia licenza al suo cuore, che col
peso del suo amore si lasci a piombo cadere in Dio, e sebbene non si
senta accesa, ma fredda nei suoi affetti, non lasci di sforzare dei
desideri e parole infuocate per dimostrarsi innamorata di Dio,
perché se persevera in quelle dimostrazioni, parole, e segni
d'amore, e persiste a trattare con Dio con devozione fervente,
troverà col tempo che veramente l'ama; come accade a chi ha bisogno
di dormire, ma non ha sonno, eppure vorrebbe dormire, per provocare
il sonno si mette a giacere, chiude gli occhi, lascia ogni pensiero,
finge di dormire, pian piano di nascosto s'insinua il sonno, e dorme
davvero. Così in quest'esercizio si abbia pazienza se non subito si
accende il fuoco, perché il cuore nostro, pieno com’è d'amore
del mondo e di se stesso, è come un legno verde che con tutti i
carboni accesi di sotto, sebbene si soffi, non subito s'accende;
prima fa fumo solamente, poi fa fumo e fiamma, infine fa fiamma senza
fumo.
Come
accade a chi stimando la bellezza mortale e usando parole studiate,
forzate d'amore, lodando, cantando, fingendosi innamorato, infine
s'accende d'amore, e tutto si consuma d’amore, così e ancora di
più s'accenderà all'amore di Dio, chi pur non sentendo né
provando nulla nel sentimento, ugualmente si profonde in suscitare in
sé affetti, parole e gesti come se sentisse il cuore scoppiare
d’amore. Se non desiste presto e ha fede, pazienza e fiducia, alla
fine quel cuore, fatto da Dio per Lui, gusterà sul serio quella
fiamma eterna che arde e non consuma.
Libero
adattamento da Pio Bruno Lanteri, Scritti e documenti d’Archivio ,
Asc, 2269b:T1,3
Mezzo
per ottenere sicuramente quanto si domanda
Quando
si domanda qualcosa a Dio, dobbiamo sempre farlo nel nome di Gesù;
e servirci dei suoi meriti, perché non c’è cosa che Dio Padre
non faccia per amore del suo Figliuolo.
Fortificati
dunque e animati dalle parole di Gesù che non mente, col dire per
esempio così:
“Padre
eterno, il tuo Figlio tanto caro a Te, nel quale io spero, mi manda a
Te, e ti prega che Tu mi faccia questa grazia, mi rimetti i miei
peccati, e mi ha detto che ti dica per parte sua che per l'avvenire,
per amor suo, mi devi dare forza per non più offenderti. Padre
santo, se guardassi chi sono io, non ardirei neanche alzare gli
occhi, né potrei aspettarmi da te che castighi, ma alzo con
confidenza le mani a Te in nome del tuo Diletto Figlio, e ti porto
una cambiale sottoscritta col suo nome, e scritta con lettere del suo
Sangue: vedila, leggila, lì troverai che mi fa una donazione di
tutti i suoi meriti, che sono infiniti, e io li ho accettati. Padre
buono, ora mi sei debitore per giustizia di darmi quanto ti
domando, perché non sono più suoi, ma miei, avendoli regalati a
me. Per questo ti chiedo di darmi quanto Lui mi ha meritato, io so
che nessuna cosa puoi negare a chi tanto ami, e ti sei
obbligato a tanto, perché sei così immensamente giusto e buono”.
In
questo modo l'uomo non trema più tanto al presentarsi al cospetto
di Dio, Eterno Re del Cielo, schiacciato dalla coscienza dei propri
peccati
e
dalla propria indegnità, ma si sente rinvigorito, e col cuore
gioioso e allegro non dubita d'ottenere quanto chiede.
Libero
adattamento da Pio Bruno Lanteri, Scritti e documenti d’Archivi o,
Asc, 2269b:T1,2
Visita
i siti: www.casalanteri.it - www.pasomv.it
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