venerdì 29 dicembre 2017

Una straordinaria grazia di Natale




Il fratello redentorista Marcel Van (1928-59), del Vietnam, è ancora poco conosciuto in Italia. Egli fu scelto da Dio per continuare la missione di S. Teresa di Lisieux. Da lei guidato, poté conoscere sempre meglio come l’amore possa trasformare in gioia anche le sofferenze. Questa grazia inaspettata gli fu donata nel Natale del 1940. In questo Natale possiate sperimentare anche voi, cari lettori, questo “piccolo e allo stesso tempo grande miracolo”.

Joachim Nguyen Tan Van nacque il 15 marzo 1928 a Ngam Giao, un piccolo villaggio fra Hanoi e Haiphon. Grazie all’affetto della mamma, una donna pia, il piccolo bambino poté sviluppare molto bene tutte le sue doti. Soprattutto emerse la sua profonda e candida religiosità. A soli sei anni, ricevuta la Prima Comunione, si sentì riempito “da una gioia incredibile”, come scrisse più tardi. “Da un momento all’altro, mi sono sentito come una ‘goccia d’acqua’ nell’oceano immenso. Ora resta solo Gesù, ed io, io sono il piccolo nulla di Gesù”. Da quel giorno iniziò a bruciare nel suo cuore un’unica aspirazione: “Desidero fortemente diventare sacerdote per portare la Buona Novella ai non-cristiani”. Perciò sembrò proprio un segno della Provvidenza quando la mamma, per la sua educazione religiosa, affidò il piccolo Van al sacerdote Joseph Nha, parroco di un villaggio lontano. Fisicamente Van non era più in grado di sopportare il severo trattamento nella scuola del villaggio natale. Ma gli anni che seguirono, purtroppo, divennero i più dolorosi per l’innocente e tenero bambino.
All’inizio egli fu entusiasta del suo nuovo ambiente di vita. Era uno scolaro brillante e aveva un comportamento esemplare, ma proprio questi suoi modi virtuosi provocarono le invidie e le ire di Vinh, uno dei catechisti. Vinh tentò invano di abusare di Van e lo maltrattò fisicamente, al punto che la sua biancheria era spesso macchiata di sangue. Quando il parroco lo seppe, tentò di proteggere Van. Ma la gelosia degli altri catechisti inventò altre sevizie, questa volta psichiche e morali. Van soffrì molto a causa della brutta atmosfera in casa. A dodici anni ricevette il diploma di licenza e gli fu detto che non avrebbe più potuto continuare gli studi. Come poteva diventare sacerdote? Era arrivato in quel posto per questo motivo! Nella sua pena, scappò e iniziò a vivere per strada, chiedendo l’elemosina. Decise poi di ritornare a casa, ma sua madre lo accettò malvolentieri come un figlio che si era comportato in modo scorretto e maleducato. Di quel tempo egli raccontò: “La porta del mio cuore si era chiusa ermeticamente. Non osavo più rivolgerle una parola affettuosa e ho pianto lunghe notti. Ero arrivato al punto di considerarmi un essere infame”.
Trasformare la sofferenza in felicità

Si può immaginare lo scoraggiamento e la disperazione di un bambino di dodici anni, il quale, senza avere nessuna colpa, si sentiva ripudiato da tutti. In questa grande sofferenza intervenne Dio stesso. Era il Natale del 1940. Nella sua autobiografia, Van descrisse quello che accadde. “In quell’anno, durante l’avvento, non avevo più sognato le strenne natalizie ricevute nell’infanzia. Compresi che il mio dono di Natale sarebbe stato preparato dalle lacrime e dalle sofferenze dei mesi precedenti. La Messa di mezzanotte era cominciata. Il mio cuore si preparava con cura a ricevere Gesù. La mia anima era buia e fredda come una notte d’inverno. Non sapevo più da dove prendere luce e un po’ di amore per riscaldare le vuote abitazioni del mio cuore. In quel momento era Gesù e solo Gesù la mia speranza. Avevo nostalgia di Lui...”. Finalmente giunse il momento e Van poté ricevere la S. Comunione. “Una gioia indescrivibile prese possesso della mia anima. Mi sembrava di aver trovato il tesoro più prezioso della mia vita ... Perché la mia sofferenza all’improvviso mi sembrava piena di bellezza? La mia anima fu trasformata in un attimo. Non avevo più paura di soffrire. Dio mi aveva affidato una missione: quella di trasformare la sofferenza in felicità. La mia vita attingerà la sua forza dall’amore che sarà l’unica fonte di gioia. Non so se la S. Teresa di Lisieux fu mediatrice in quel giorno. Certo è che la grazia, con la quale fui benedetto in quella notte, non fu diversa da quella ricevuta da S. Teresa”.
A quattordici anni, nel Natale del 1886, la futura carmelitana di Lisieux aveva ricevuto una grazia liberatrice che l’aveva condotta a dimenticare se stessa e ad essere felice nelle sofferenze e nella gioia. Durante quella Messa di mezzanotte, Van sentì che era diventato un altro. Avrebbe voluto leggere qualcosa dal suo libro di preghiere, ma in Chiesa c’era troppo buio e quello presso le candele era un posto privilegiato, che a lui non spettava. Solo quando quasi tutti furono usciti, Van trovò un punto della Chiesa con luce sufficiente per la lettura. Aveva appena aperto il suo libro, quando gli si avvicinò una parente, spense la candela e gli fece notare che egli non apparteneva a quei privilegiati che potevano prendere posto lì. Van scrisse: “Prima avrei espresso il mio disaccordo, ma in quella notte qualcosa era cambiato. Chiusi con calma il mio libro di preghiere e mi appoggiai alla colonna. Lì offrii a Dio le mie lacrime e la mia vittoria. Fu la mia prima vittoria, che in sé fu piccola e non può essere paragonata all’amarezza di molte altre prove. Ma per la prima volta ero riuscito a soffrire con gioia, per amore di Gesù. Mi avvicinai al presepio per portare a Lui il mio dono. Tornato a casa, vi trovai la persona che mi aveva spento la candela e, come se nulla fosse successo, le augurai ‘Buon Natale’. Dopo tale vittoria divenni vincente in ogni situazione di umiliazione”.
Apostolo nascosto dell’amore di Dio
Nella vita del piccolo Van ci furono numerose situazioni dolorose e umiliazioni interne ed esterne. Uno degli eventi più dolorosi fu quando la piccola S.Teresa, che si rivelava spesso alla sua anima, gli portò il seguente messaggio a nome di Dio: “Van, mio piccolo fratello, devo dirti una cosa importante, ma ti rattristerà molto. Dio mi ha fatto conoscere che tu non diventerai sacerdote, ma, pur senza esserlo, avrai un’anima da sacerdote”. Per Van crollò il mondo perché fin dall’infanzia aveva sacrificato tutto in vista del sacerdozio ed ora S. Teresa gli portava questo messaggio! “Per la tua preghiera e i tuoi sacrifici tu sarai un apostolo, come lo fui io. Tu avrai il compito di essere l’apostolo dell’amore”. Passo dopo passo, Van imparò ad amare la sua missione. “O mio piccolo Gesù, ti offro tutti i piaceri e tutta la dolcezza. Accetto anche le sofferenze che tu mi mandi e te le offro come un mazzo di fiori di primavera, per consolarti, per renderti felice e anche per farti dimenticare le colpe dei peccatori che ti fanno piangere”.
Nel 1955, fratello Marcel Van, come redentorista, partì volontario per il Vietnam del nord: “Vado perché lì, in mezzo ai comunisti, ci sia qualcuno che ama Dio”. Poiché aveva ufficialmente difeso la verità, fu arrestato poco tempo dopo e condannato a quindici anni di campo di lavoro. Dopo lunghe sofferenze e malattie, in cella d’isolamento, indebolito dalla tubercolosi e dal beri-beri, emise l’ultimo respiro il 10 luglio del 1959. Aveva trentuno anni. La sua missione di “soffrire per amore”, e così portare anime sacerdotali a Dio, era conclusa.


Tratto da “Trionfo del Cuore” - VENITE DAVANTI AL PRESEPIO! PDF - Famiglia di Maria Novembre - Dicember 2013 N° 22 http://www.familiemariens.org

Nessun commento:

Posta un commento