“Cari
figli... Leggete la Sacra Scrittura, vivetela e pregate per poter
capire i segni di questo tempo. Questo è un tempo speciale; per
questo sono con voi: per avvicinarvi al mio Cuore e al Cuore del mio
Figlio Gesù. Cari figlioli, voglio che voi siate figli della luce e
non delle tenebre” (25.8.1993).
Nelle
regioni dell'Erzegovina, il regime comunista vedeva di malocchio la
presenza della Bibbia nelle famiglie. Per questi credenti croati
possedere una Bibbia significava avere un tesoro inestimabile, ma un
tesoro da tenere nascosto! Infatti, la persecuzione era così
spietata che la maggior parte delle famiglie sotterravano la Bibbia.
Una o più volte all'anno, in tutta segretezza, correvano il rischio
di tirarla fuori dal nascondiglio e di leggerne qualche passo con
venerazione. Talvolta, chi sapeva leggere e scrivere ricopiava alcuni
versetti di nascosto per nutrirsene per lunghi mesi.
Un
giorno le autorità chiesero a chi possedeva una Bibbia di
consegnarla. Coloro che si rifiutavano di farlo rischiavano la
prigione, se fossero stati scoperti. Gli altri furono indotti a
piangere le loro Bibbie, bruciate pubblicamente nelle piazze al suono
delle bestemmie urlate dai miliziani. Al popolo dei credenti restava
l'ascolto della Parola durante la Messa domenicali, insieme alle
lunghe omelie dei Francescani – questo li ha salvati! – che
sapevano spiegare questa Parola vivente ai fedeli coraggiosi che
partecipavano alla celebrazione eucaristica. Quanto a coloro che
ebbero l'audacia di tenere una Bibbia malgrado il divieto, vedevano
questo tesoro nascosto come la ricchezza delle ricchezze, un legame
personale fra la loro famiglia e “le cose di Dio”, un'eredità
celeste che permetteva loro di andare avanti nella speranza.
Nel
1981, quando iniziano le apparizioni, il Regime imperversa ancora' ed
ecco che la Regina della Pace lancia la sua bomba.
«Cari
figli, avete dimenticato la Bibbia! Mettete la Bibbia in un luogo
visibile nelle vostre case. Leggetene ogni giorno almeno qualche
versetto, e mettete questi versetti in pratica nella vostra giornata.
Che le persone che vengono nelle vostre case possano vedere la Bibbia
e leggerne qualche passo con voi. Così potrete parlare di Dio
insieme...».
Bisogna
confessarlo: nessuno dei bravi “stranieri” come noi capiva la
portata rivoluzionaria di questo messaggio. Ne ignoravamo il
contesto!
Secondo
padre Jozo Zovko, che può essere considerato il “settimo veggente”
di Medjugorje, la Gospa gli affidò questo messaggio piangendo e in
cinque riprese. Egli testimonia l'afflizione insondabile che la
Vergine manifestò allora:
«Ho
visto molte madri piangere la morte di un figlio», dice, «ma non ho
mai visto un dolore come quello della Gospa quando dice: “Avete
dimenticato la Bibbia!”».
Padre
Jozo aggiunge:
«Che
il padre di famiglia legga ogni giorno un passo del Vangelo ai suoi
figli all'inizio del pasto. Quando ha finito, chiuda il libro e lo
baci. Poiché quando bacia il Vangelo, bacia Gesù».
Gesù
è la Parola vivente, è il Verbo per mezzo del quale tutto è stato
creato. La Madre di Dio non fa differenza fra Gesù e la Bibbia;
conosce la loro perfetta identificazione. Dimenticare la Bibbia
significa mettere da parte Gesù, disprezzarlo. Significa anche
lasciare che la nostra coscienza si imbeva di altre parole che non ci
danno la vita divina e che, troppo spesso, ci avvelenano. Colui che
assorbe la Parola di vita si arricchisce di “anticorpi” che
sapranno respingere le parole di morte fabbricate dai nostri falsi
dei ipermediatici contro l'anima umana. Denaro, perversione, volontà
di potenza, satanismo, sesso disordinato, violenza... tutti questi
elementi sono collocati in luoghi visibili nelle nostre case. Tutti i
nostri visitatori possono vederli o leggerli, e parlarne con noi!
Abbiamo
dimenticato Gesù, abbiamo dimenticato la Bibbia!
Qualche
giorno dopo la mia conversione
Nel
giugno 1973, otto anni prima delle apparizioni, due avvenimenti
fondamentali hanno aperto il mio cuore alla potenza trascendente
della Bibbia, e ne rendo grazie a Dio poiché la mia inconsapevolezza
in materia mi aveva già giocato dei brutti tiri.
Appena
qualche giorno dopo la mia “conversione”, mi sono trovata a casa
di persone molto povere sul piano materiale, ma molte ricche per il
loro attaccamento straordinario, quasi viscerale, al Signore Gesù.
Facevano parte della chiesa pentecostale e conoscevano la Bibbia
quasi a memoria.
Vedendo
la mia Bibbia, Andrée, la madre di famiglia, mi chiede di leggere un
certo passo nel Vangelo. La scelta non è casuale da parte sua; deve
intuire qualcosa. Non appena ho aperto il libro, i miei occhi si
mettono a divorare letteralmente ogni parola delle due pagine che si
sono aperte; non posso neanche girare quelle pagine, poiché un fuoco
esce da ogni riga! Non un fuoco materiale come quello che conosciamo,
ma fiamme che illuminano ogni parola e ogni riga senza bruciare la
carta, fiamme che scaturiscono davanti ai miei occhi e mi nutrono.
Come può “nutrire” del fuoco!? Non lo so, ma è quanto è
avvenuto. Ho divorato quelle pagine del Vangelo con l'avidità di un
affamato che ha trovato una pietanza deliziosa e sente rivivere tutte
le sue cellule sotto l'effetto di quel cibo.
Vedendo
che indugio su una pagina che non è quella cercata, Andrée vuole
aiutarmi e attira la Bibbia verso di sé, ma io la trattengo perché
non posso staccare gli occhi da quel fuoco. Vedo Gesù vivente uscire
dalle righe, è come se il velo si squarciasse. O piuttosto è come
se mi cadessero scaglie dagli occhi e dal cuore invischiati, perché
io veda infine la Parola di Dio così com'è: un cibo divino che
comunica la vita!
Da
dove mi è venuta una simile fame? Anche questo è un dono dello
Spirito Santo! Mi fa capire chi sono in verità, e che immenso
desiderio di Dio la mia anima nasconde nel segreto, soffocata e
imbavagliata com'è sotto il fitto guazzabuglio dei miei “miserabili
interessi” terreni. Nella sua misericordia, il Signore permette a
volte questi squarci nelle realtà invisibili per orientarci di nuovo
verso il vero fine della nostra vita. Dopo questa esperienza, ho
dovuto perseverare come tutti nella lectio divina, ora arida, ora
gratificante...
Il
secondo evento si situa nello stesso periodo, l'estate del 1973;
immagino che, per farmi recuperare la salute dell'anima, il Signore
ci abbia tenuto ad accelerare i tempi. La scena si svolge nella
piccola cappella delle Suore dell'Assunzione a Parigi. Siamo una
trentina di persone sedute in cerchio per un incontro di preghiera.
Tutto questo è per me un mondo nuovo in cui piombo e di cui ignoro
ancora il funzionamento. Non oso aprire bocca, se non per balbettare
i pochi canti che conosco un po'. Ma tutte queste persone mi
sbalordiscono per la loro fede, la loro gioia e l'incredibile
familiarità che manifestano verso Gesù: si rivolgono a lui come al
loro migliore amico! Sono come una neonata che ha tutto da imparare e
che si sforza di capire il più possibile, senza perdere neanche una
briciola.
Alla
mia destra è seduta Martine Lafitte, medico, che assiste il
fondatore del gruppo, Pierre Goursat. Sento sgorgare attorno a me
questa esplosione sincera di lodi a Dio. Ma a un tratto un pensiero
mi attraversa e mi spavento; qui c'è la gioia, il cielo della
comunione fraterna, la pace... Ma se l'incubo ritornasse? Se l'orrore
del mio inferno interiore mi catturasse di nuovo? Morirei! Allora dal
profondo del cuore, come uno che stava per annegare e ha appena
afferrato la corda che lo ha salvato, ma è ancora atterrito
dall'acqua, emetto un grido silenzioso verso Dio:
«Oh,
Signore, ti supplico! Che la tua Parola non mi lasci mai! Che io non
vada mai più lontano dalla tua Parola! Oh, Signore, promettimelo,
promettimelo!».
Ho
appena gridato verso Dio quando Martine, che naturalmente non sa
nulla della mia preghiera, apre la Bibbia e con una calma olimpica
proclama con forza il passo seguente:
Quanto
a me - dice il Signore – ecco la mia alleanza con loro: il mio
spirito che è sopra di te e le parole che ho posto nella tua bocca
non si allontaneranno dalla tua bocca né dalla bocca dei tuoi
discendenti né dalla bocca dei discendenti dei tuoi discendenti –
dice il Signore – ora e sempre (Is 59,21).
Suppongo
che nessuno nell'assemblea capisca perché mi scendono grosse lacrime
sulle guance. Dio riprende le mie stesse parole per rispondere al mio
grido! Ma quasi esattamente otto anni dopo, quando la Gospa piange di
dolore perché abbiamo dimenticato la Bibbia, sa che una piccola
parigina piangerà di gioia per tutta la vita ripensando al bacio
d'amore che Gesù le ha dato quella sera, in rue de l'Assomption,
proprio perché Martine ha aperto il suo libro preferito: la Bibbia!
Vagheranno
da settentrione a oriente
Questi
segni sono l'emergere sensibile di una realtà molto profonda,
“zuccheri d'orzo" inviati da Dio a un'anima quando lo ritiene
necessario, ma che non possono costituire in sé l'essenziale del
nostro rapporto con la Parola di Dio. Questo rapporto si costruirà
giorno per giorno come con una persona viva che si lascia
addomesticare a poco a poco. Ognuno di noi porta in sé una fame
attanagliante della Parola di Dio; come mai non la sentiamo, o la
sentiamo così poco? Abbiamo la stessa fame dell'Eucaristia, allora
perché questa indifferenza? Perché siamo lontani, tragicamente
lontani, dall'avere esplorato le dimensioni della nostra dimora, i
paesaggi favolosi della nostra anima: è come se abitassimo in un
piccolo bilocale angusto che dà sulla strada! Vi restiamo confinati
per cinquanta, settanta, novant'anni, come in una portineria, e non
sospettiamo neanche un secondo che al di là del muro di fondo si
estenda il resto della nostra proprietà, sì, proprio la nostra! Ed
è un castello magnifico! Questo castello dell'anima è tutto
attrezzato perché possiamo viverci un amore intenso, è interamente
concepito perché vi sperimentiamo una felicità in crescendo;
possiamo ospitarvi amici meravigliosi che ancora non abbiamo
incontrato. L'anima umana, creata a immagine di Dio, è un mondo in
sé, così vasto e così splendido che danzeremmo di gioia se ne
scorgessimo anche solo una decima parte!
Ognuno
di noi sa di avere un corpo, lo sente, lo tocca, è un realtà
tangibile; lo cura e lo sostenta secondo le proprie leggi. Ognuno sa
di avere un cuore, un cuore colmo di sentimenti, soprattutto quando
soffre, è reale, sebbene invisibile. Tenta di soddisfare questo
cuore, ma già le sue leggi proprie gli sfuggono in parte. Ognuno sa
di avere un cervello: può riflettere e paragonare le sue capacità
intellettuali con altri cervelli. Tenta di arricchirlo con diverse
conoscenze secondo le sue attrazioni o necessità. Ma l'anima? Chi sa
veramente di avere un'anima? Chi sente la sua anima? Chi percepisce
la fame, la sete, i bisogni e i desideri della sua anima? Chi si
rende conto che i suoi desideri sono infinitamente più potenti, più
vitali di quelli del corpo, dell'intelligenza o del cuore? Perché
questa insensibilità verso la propria anima, questa indifferenza
granitica, in poche parole questa ignoranza?
Sì,
esiste un immenso, meraviglioso castello dietro la pesante credenza
della nostra portineria dove, malgrado la televisione, le
videocassette e le gite, gli affari di cuore e le distrazioni,
malgrado la nostra comodità e il fatto di “avere tutto quello che
occorre”, c'è qualcosa in fondo a noi che si annoia da morire. E
preferiamo non scavare da quella parte per paura di soffrire di
vertigini.
Vertigini
davanti al vuoto? Davanti all'assenza intollerabile di senso della
vita?
Due
opzioni
Qui,
devo sedermi per cinque minuti. Prendermi la testa fra le mani e
pormi coraggiosamente la vera domanda: che cosa voglio per la mia
vita? Poiché, quello che decido oggi di avere, è quello che avrò
alla fine del percorso e per l'eternità. -
Opzione
1: resto come sono. Vivrò confinato nel mio piccolo mondo sensibile
e passeggero, cercherò di tirarne fuori qualche flash di “felicità”
e quando il tempo e l'invecchiamento avranno compiuto la loro opera e
tutto mi avrà abbandonato, ebbene... non voglio saperlo, si vedrà!
-
Opzione
2: intuisco di essere più grande del mio piccolo mondo sensibile ed
effimero, aspiro a vivere un amore senza incrinature ed eterno; e se
sono capace di desiderarlo, significa che esiste. Allora lo cercherò
e lo troverò!
La
Bibbia è la mia chiave per la seconda opzione, “l'opzione vita”:
attraverso la Bibbia “esplorerò Dio” e così,
contemporaneamente, il profondo del mio cuore, le mie dimensioni
segrete. Scoprirò i miei amici, anche i miei nemici!, e saprò
quanto sono amato. Inizio molto umilmente a percorrere questo libro
misterioso, perché avanzo in esso come un cieco, un sordo e uno
zoppo. Esploro la mia Bibbia dapprima a tentoni, vado a sbattere, a
volte mi scoraggio, ma qua e là, sì, una parola mi tocca, una
parola mi nutre, una nuova camera della mia dimora segreta si
illumina! Che bellezza scopro! E non lo sapevo... Continuo la mia
esplorazione e vado di bellezza in bellezza. Allora la mia anima
inizia infine a muoversi, mangia, beve, assorbe la sua manna celeste
e si dispiega secondo la sua propria armonia. La mia anima si
manifesta a me. Esiste, ed è la mia anima! Che rivelazione! Leggendo
la Bibbia, sento crepitare la mia anima come un fuoco in fondo a me,
che meraviglia! Allora è vero; sono veramente creato a immagine di
Dio, e questa anima neonata che danza in fondo a me come un fuoco di
fiamme, è il mio vero essere, quello che non può morire?!
La
Bibbia è il cibo vitale della mia anima. Voglio darle un posto
fondamentale e rimettere ormai al giusto posto gli altri cibi.
Ecco,
verranno giorni – oracolo del Signore Dio – in cui manderò la
fame nel paese; non fame di pane né sete di acqua, ma di ascoltare
le parole del Signore». Allora andranno errando da un mare all'altro
e vagheranno da settentrione a oriente, per cercare la parola del
Signore (Am 8,11).
Sì,
Vergine Maria, avevo dimenticato la Bibbia. Non le avevo riservato
nessuno spazio nella mia esistenza, nessun momento. Così facendo, e
per questo tu hai pianto con tanta amarezza, avevo condannato la mia
anima a morire di fame. Così facendo, annullavo per me la speranza
di conoscere tuo Figlio e di camminare nelle sue vie, al suono della
sua voce. Così facendo, partivo sconfitta perché, stupidamente, mi
presentavo senza spada sul campo di battaglia del mondo, con grande
gioia dei miei nemici.
Tratto
da “Il Bambino nascosto di Medjugorje” di suor Emmanuel –
Capitolo 69
Nessun commento:
Posta un commento