domenica 16 settembre 2018

LA MIA BIBBIA IN FIAMME?



Cari figli... Leggete la Sacra Scrittura, vivetela e pregate per poter capire i segni di questo tempo. Questo è un tempo speciale; per questo sono con voi: per avvicinarvi al mio Cuore e al Cuore del mio Figlio Gesù. Cari figlioli, voglio che voi siate figli della luce e non delle tenebre” (25.8.1993).

Nelle regioni dell'Erzegovina, il regime comunista vedeva di malocchio la presenza della Bibbia nelle famiglie. Per questi credenti croati possedere una Bibbia significava avere un tesoro inestimabile, ma un tesoro da tenere nascosto! Infatti, la persecuzione era così spietata che la maggior parte delle famiglie sotterravano la Bibbia. Una o più volte all'anno, in tutta segretezza, correvano il rischio di tirarla fuori dal nascondiglio e di leggerne qualche passo con venerazione. Talvolta, chi sapeva leggere e scrivere ricopiava alcuni versetti di nascosto per nutrirsene per lunghi mesi.
Un giorno le autorità chiesero a chi possedeva una Bibbia di consegnarla. Coloro che si rifiutavano di farlo rischiavano la prigione, se fossero stati scoperti. Gli altri furono indotti a piangere le loro Bibbie, bruciate pubblicamente nelle piazze al suono delle bestemmie urlate dai miliziani. Al popolo dei credenti restava l'ascolto della Parola durante la Messa domenicali, insieme alle lunghe omelie dei Francescani – questo li ha salvati! – che sapevano spiegare questa Parola vivente ai fedeli coraggiosi che partecipavano alla celebrazione eucaristica. Quanto a coloro che ebbero l'audacia di tenere una Bibbia malgrado il divieto, vedevano questo tesoro nascosto come la ricchezza delle ricchezze, un legame personale fra la loro famiglia e “le cose di Dio”, un'eredità celeste che permetteva loro di andare avanti nella speranza.
Nel 1981, quando iniziano le apparizioni, il Regime imperversa ancora' ed ecco che la Regina della Pace lancia la sua bomba.
«Cari figli, avete dimenticato la Bibbia! Mettete la Bibbia in un luogo visibile nelle vostre case. Leggetene ogni giorno almeno qualche versetto, e mettete questi versetti in pratica nella vostra giornata. Che le persone che vengono nelle vostre case possano vedere la Bibbia e leggerne qualche passo con voi. Così potrete parlare di Dio insieme...».
Bisogna confessarlo: nessuno dei bravi “stranieri” come noi capiva la portata rivoluzionaria di questo messaggio. Ne ignoravamo il contesto!
Secondo padre Jozo Zovko, che può essere considerato il “settimo veggente” di Medjugorje, la Gospa gli affidò questo messaggio piangendo e in cinque riprese. Egli testimonia l'afflizione insondabile che la Vergine manifestò allora:
«Ho visto molte madri piangere la morte di un figlio», dice, «ma non ho mai visto un dolore come quello della Gospa quando dice: “Avete dimenticato la Bibbia!”».
Padre Jozo aggiunge:
«Che il padre di famiglia legga ogni giorno un passo del Vangelo ai suoi figli all'inizio del pasto. Quando ha finito, chiuda il libro e lo baci. Poiché quando bacia il Vangelo, bacia Gesù».
Gesù è la Parola vivente, è il Verbo per mezzo del quale tutto è stato creato. La Madre di Dio non fa differenza fra Gesù e la Bibbia; conosce la loro perfetta identificazione. Dimenticare la Bibbia significa mettere da parte Gesù, disprezzarlo. Significa anche lasciare che la nostra coscienza si imbeva di altre parole che non ci danno la vita divina e che, troppo spesso, ci avvelenano. Colui che assorbe la Parola di vita si arricchisce di “anticorpi” che sapranno respingere le parole di morte fabbricate dai nostri falsi dei ipermediatici contro l'anima umana. Denaro, perversione, volontà di potenza, satanismo, sesso disordinato, violenza... tutti questi elementi sono collocati in luoghi visibili nelle nostre case. Tutti i nostri visitatori possono vederli o leggerli, e parlarne con noi!
Abbiamo dimenticato Gesù, abbiamo dimenticato la Bibbia!

Qualche giorno dopo la mia conversione


Nel giugno 1973, otto anni prima delle apparizioni, due avvenimenti fondamentali hanno aperto il mio cuore alla potenza trascendente della Bibbia, e ne rendo grazie a Dio poiché la mia inconsapevolezza in materia mi aveva già giocato dei brutti tiri.
Appena qualche giorno dopo la mia “conversione”, mi sono trovata a casa di persone molto povere sul piano materiale, ma molte ricche per il loro attaccamento straordinario, quasi viscerale, al Signore Gesù. Facevano parte della chiesa pentecostale e conoscevano la Bibbia quasi a memoria.
Vedendo la mia Bibbia, Andrée, la madre di famiglia, mi chiede di leggere un certo passo nel Vangelo. La scelta non è casuale da parte sua; deve intuire qualcosa. Non appena ho aperto il libro, i miei occhi si mettono a divorare letteralmente ogni parola delle due pagine che si sono aperte; non posso neanche girare quelle pagine, poiché un fuoco esce da ogni riga! Non un fuoco materiale come quello che conosciamo, ma fiamme che illuminano ogni parola e ogni riga senza bruciare la carta, fiamme che scaturiscono davanti ai miei occhi e mi nutrono. Come può “nutrire” del fuoco!? Non lo so, ma è quanto è avvenuto. Ho divorato quelle pagine del Vangelo con l'avidità di un affamato che ha trovato una pietanza deliziosa e sente rivivere tutte le sue cellule sotto l'effetto di quel cibo.
Vedendo che indugio su una pagina che non è quella cercata, Andrée vuole aiutarmi e attira la Bibbia verso di sé, ma io la trattengo perché non posso staccare gli occhi da quel fuoco. Vedo Gesù vivente uscire dalle righe, è come se il velo si squarciasse. O piuttosto è come se mi cadessero scaglie dagli occhi e dal cuore invischiati, perché io veda infine la Parola di Dio così com'è: un cibo divino che comunica la vita!
Da dove mi è venuta una simile fame? Anche questo è un dono dello Spirito Santo! Mi fa capire chi sono in verità, e che immenso desiderio di Dio la mia anima nasconde nel segreto, soffocata e imbavagliata com'è sotto il fitto guazzabuglio dei miei “miserabili interessi” terreni. Nella sua misericordia, il Signore permette a volte questi squarci nelle realtà invisibili per orientarci di nuovo verso il vero fine della nostra vita. Dopo questa esperienza, ho dovuto perseverare come tutti nella lectio divina, ora arida, ora gratificante...
Il secondo evento si situa nello stesso periodo, l'estate del 1973; immagino che, per farmi recuperare la salute dell'anima, il Signore ci abbia tenuto ad accelerare i tempi. La scena si svolge nella piccola cappella delle Suore dell'Assunzione a Parigi. Siamo una trentina di persone sedute in cerchio per un incontro di preghiera. Tutto questo è per me un mondo nuovo in cui piombo e di cui ignoro ancora il funzionamento. Non oso aprire bocca, se non per balbettare i pochi canti che conosco un po'. Ma tutte queste persone mi sbalordiscono per la loro fede, la loro gioia e l'incredibile familiarità che manifestano verso Gesù: si rivolgono a lui come al loro migliore amico! Sono come una neonata che ha tutto da imparare e che si sforza di capire il più possibile, senza perdere neanche una briciola.
Alla mia destra è seduta Martine Lafitte, medico, che assiste il fondatore del gruppo, Pierre Goursat. Sento sgorgare attorno a me questa esplosione sincera di lodi a Dio. Ma a un tratto un pensiero mi attraversa e mi spavento; qui c'è la gioia, il cielo della comunione fraterna, la pace... Ma se l'incubo ritornasse? Se l'orrore del mio inferno interiore mi catturasse di nuovo? Morirei! Allora dal profondo del cuore, come uno che stava per annegare e ha appena afferrato la corda che lo ha salvato, ma è ancora atterrito dall'acqua, emetto un grido silenzioso verso Dio:
«Oh, Signore, ti supplico! Che la tua Parola non mi lasci mai! Che io non vada mai più lontano dalla tua Parola! Oh, Signore, promettimelo, promettimelo!».
Ho appena gridato verso Dio quando Martine, che naturalmente non sa nulla della mia preghiera, apre la Bibbia e con una calma olimpica proclama con forza il passo seguente:
Quanto a me - dice il Signore – ecco la mia alleanza con loro: il mio spirito che è sopra di te e le parole che ho posto nella tua bocca non si allontaneranno dalla tua bocca né dalla bocca dei tuoi discendenti né dalla bocca dei discendenti dei tuoi discendenti – dice il Signore – ora e sempre (Is 59,21).
Suppongo che nessuno nell'assemblea capisca perché mi scendono grosse lacrime sulle guance. Dio riprende le mie stesse parole per rispondere al mio grido! Ma quasi esattamente otto anni dopo, quando la Gospa piange di dolore perché abbiamo dimenticato la Bibbia, sa che una piccola parigina piangerà di gioia per tutta la vita ripensando al bacio d'amore che Gesù le ha dato quella sera, in rue de l'Assomption, proprio perché Martine ha aperto il suo libro preferito: la Bibbia!

Vagheranno da settentrione a oriente

Questi segni sono l'emergere sensibile di una realtà molto profonda, “zuccheri d'orzo" inviati da Dio a un'anima quando lo ritiene necessario, ma che non possono costituire in sé l'essenziale del nostro rapporto con la Parola di Dio. Questo rapporto si costruirà giorno per giorno come con una persona viva che si lascia addomesticare a poco a poco. Ognuno di noi porta in sé una fame attanagliante della Parola di Dio; come mai non la sentiamo, o la sentiamo così poco? Abbiamo la stessa fame dell'Eucaristia, allora perché questa indifferenza? Perché siamo lontani, tragicamente lontani, dall'avere esplorato le dimensioni della nostra dimora, i paesaggi favolosi della nostra anima: è come se abitassimo in un piccolo bilocale angusto che dà sulla strada! Vi restiamo confinati per cinquanta, settanta, novant'anni, come in una portineria, e non sospettiamo neanche un secondo che al di là del muro di fondo si estenda il resto della nostra proprietà, sì, proprio la nostra! Ed è un castello magnifico! Questo castello dell'anima è tutto attrezzato perché possiamo viverci un amore intenso, è interamente concepito perché vi sperimentiamo una felicità in crescendo; possiamo ospitarvi amici meravigliosi che ancora non abbiamo incontrato. L'anima umana, creata a immagine di Dio, è un mondo in sé, così vasto e così splendido che danzeremmo di gioia se ne scorgessimo anche solo una decima parte!
Ognuno di noi sa di avere un corpo, lo sente, lo tocca, è un realtà tangibile; lo cura e lo sostenta secondo le proprie leggi. Ognuno sa di avere un cuore, un cuore colmo di sentimenti, soprattutto quando soffre, è reale, sebbene invisibile. Tenta di soddisfare questo cuore, ma già le sue leggi proprie gli sfuggono in parte. Ognuno sa di avere un cervello: può riflettere e paragonare le sue capacità intellettuali con altri cervelli. Tenta di arricchirlo con diverse conoscenze secondo le sue attrazioni o necessità. Ma l'anima? Chi sa veramente di avere un'anima? Chi sente la sua anima? Chi percepisce la fame, la sete, i bisogni e i desideri della sua anima? Chi si rende conto che i suoi desideri sono infinitamente più potenti, più vitali di quelli del corpo, dell'intelligenza o del cuore? Perché questa insensibilità verso la propria anima, questa indifferenza granitica, in poche parole questa ignoranza?
Sì, esiste un immenso, meraviglioso castello dietro la pesante credenza della nostra portineria dove, malgrado la televisione, le videocassette e le gite, gli affari di cuore e le distrazioni, malgrado la nostra comodità e il fatto di “avere tutto quello che occorre”, c'è qualcosa in fondo a noi che si annoia da morire. E preferiamo non scavare da quella parte per paura di soffrire di vertigini.
Vertigini davanti al vuoto? Davanti all'assenza intollerabile di senso della vita?

Due opzioni

Qui, devo sedermi per cinque minuti. Prendermi la testa fra le mani e pormi coraggiosamente la vera domanda: che cosa voglio per la mia vita? Poiché, quello che decido oggi di avere, è quello che avrò alla fine del percorso e per l'eternità. -

Opzione 1: resto come sono. Vivrò confinato nel mio piccolo mondo sensibile e passeggero, cercherò di tirarne fuori qualche flash di “felicità” e quando il tempo e l'invecchiamento avranno compiuto la loro opera e tutto mi avrà abbandonato, ebbene... non voglio saperlo, si vedrà! -

Opzione 2: intuisco di essere più grande del mio piccolo mondo sensibile ed effimero, aspiro a vivere un amore senza incrinature ed eterno; e se sono capace di desiderarlo, significa che esiste. Allora lo cercherò e lo troverò!
La Bibbia è la mia chiave per la seconda opzione, “l'opzione vita”: attraverso la Bibbia “esplorerò Dio” e così, contemporaneamente, il profondo del mio cuore, le mie dimensioni segrete. Scoprirò i miei amici, anche i miei nemici!, e saprò quanto sono amato. Inizio molto umilmente a percorrere questo libro misterioso, perché avanzo in esso come un cieco, un sordo e uno zoppo. Esploro la mia Bibbia dapprima a tentoni, vado a sbattere, a volte mi scoraggio, ma qua e là, sì, una parola mi tocca, una parola mi nutre, una nuova camera della mia dimora segreta si illumina! Che bellezza scopro! E non lo sapevo... Continuo la mia esplorazione e vado di bellezza in bellezza. Allora la mia anima inizia infine a muoversi, mangia, beve, assorbe la sua manna celeste e si dispiega secondo la sua propria armonia. La mia anima si manifesta a me. Esiste, ed è la mia anima! Che rivelazione! Leggendo la Bibbia, sento crepitare la mia anima come un fuoco in fondo a me, che meraviglia! Allora è vero; sono veramente creato a immagine di Dio, e questa anima neonata che danza in fondo a me come un fuoco di fiamme, è il mio vero essere, quello che non può morire?!
La Bibbia è il cibo vitale della mia anima. Voglio darle un posto fondamentale e rimettere ormai al giusto posto gli altri cibi.
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore Dio – in cui manderò la fame nel paese; non fame di pane né sete di acqua, ma di ascoltare le parole del Signore». Allora andranno errando da un mare all'altro e vagheranno da settentrione a oriente, per cercare la parola del Signore (Am 8,11).
Sì, Vergine Maria, avevo dimenticato la Bibbia. Non le avevo riservato nessuno spazio nella mia esistenza, nessun momento. Così facendo, e per questo tu hai pianto con tanta amarezza, avevo condannato la mia anima a morire di fame. Così facendo, annullavo per me la speranza di conoscere tuo Figlio e di camminare nelle sue vie, al suono della sua voce. Così facendo, partivo sconfitta perché, stupidamente, mi presentavo senza spada sul campo di battaglia del mondo, con grande gioia dei miei nemici.

Tratto da “Il Bambino nascosto di Medjugorje” di suor Emmanuel – Capitolo 69


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